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Articoli 21/11/2011

Velox, la cura ma dove serve
Un intervento del presidente dell’Asaps sulla polemica forlivese
pubblicato da il Resto del Carlino

 

I “benedetti” strumenti elettronici, in particolare quelli della famiglia dei misuratori di velocità (autovelox, telelaser, tutor) sono stati e sono essenziali per regolare la velocità e quindi per migliorare la sicurezza stradale. Mentre il tutor è stato accettato più favorevolmente dall’opinione pubblica patentata, per il fatto che registra le velocità medie in tratti lunghi diversi chilometri, il rapporto con l’autovelox è stato fin dall’inizio più conflittuale. L’ASAPS ha sempre sostenuto che affinché i controlli elettronici della velocità abbiano una reale valenza è necessario che vengano effettuati nei tratti di strada dove è  presente un concreto problema di sicurezza stradale. Un cartello di limite non può essere da solo indicatore di pericolo oggettivo. Insomma la cura va fatta dove c’è la malattia e questa si certifica solo con i numeri della sinistrosità. Non a caso per autorizzare l’uso della postazione fissa. la norma dice di tener conto del tasso d’incidentalità. L’utilizzo dell’autovelox fisso deve rispondere quindi anche a criteri valutativi di pericolosità condivisi, diversamente si rischia di incrinare il rapporto controllori/controllati di cui non si sente davvero il bisogno. Il rapporto è in qualche caso conflittuale soprattutto quando lo strumento misuratore del peso del nostro piede sull’acceleratore è diventato stanziale in un apposito box al lato della strada.
La musica della sicurezza stradale deve avvalersi sicuramente  anche dell’elettronica  ma, dove è possibile,  preferiremmo vedere i solisti in divisa per contestare tutte le tipologie di infrazioni altrettanto pericolose e a Forlì questo si fa. Ma si può sempre migliorare.
Le nuove postazioni installate dal Comune a Durazzanino e Villa Rovere rispondono  sicuramente alle regole vigenti, dopo che il Prefetto ha individuato i tratti fra quelli in cui si può omettere la contestazione immediata. C’è però sempre la possibilità di valutare l’opportunità dell’installazione in un determinato punto. Il primo elemento da considerare è sicuramente la sinistrosità pregressa del tratto. E subito verrebbe da dire che altre strade del territorio comunale hanno elementi di pericolosità ben più elevati (viale Bologna, viale Roma, Via dell’Appennino), ma in quei casi non sono utilizzabili postazioni fisse.
L’ombra lunga delle esigenze di cassa si è spesso sovrapposta alle reali esigenze della sicurezza. Si pensi a come viene utilizzato l’autovelox sulla E45. Maliziosamente ci vien da pensare che se, come un tempo, gli importi delle sanzioni accertate tornassero agli enti proprietari della strada, certe attenzioni comunali sulle strade statali (E45 in primis) forse svanirebbero. Per altro – molti non lo sanno – la legge 120 del 29 luglio 2010 già prevede che i proventi vadano per metà all’ente proprietario della strada e per metà all’ente da cui dipende l’organo accertatore. Ma è prevista l’emanazione di un decreto che regolamenti la materia, del quale - guarda caso -  si è persa traccia.


Giordano Biserni
Presidente Asaps

 

 



 

Lunedì, 21 Novembre 2011
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