Francia, il pasticcio dell’etilometro a bordo
VENTIMIGLIA 05.08.2012 - Obbligo di etilometro in Francia, che fare? Dal 1 luglio, infatti, chi varca il confine è obbligato ad avere con sé un test per verificare la propria condizione di sobrietà in caso di controllo. E anche se le sanzioni scatteranno solo dopo un periodo di transizione, a partire dal prossimo novembre, a distanza di pochi mesi la confusione è ancora alta. Secondo le disposizioni, in Francia saranno infatti accettati solo etilometri che rispondono alle norme nazionali. E in teoria dovranno dunque essere acquistati oltre confine. Con evidenti disagi, soprattutto per chi non abita nelle immediate vicinanze del confine. Già in queste settimane, nella maggior parte delle farmacie e dei tabaccai del Ponente, intanto, sono in vendita una serie di tester, anche a prezzi abbastanza contenuti. Si va dai 13 euro per un etilometro elettronico ai 3 euro e 80 circa per quelli usa e getta, conformi alle norme europee. Ma il punto sul quale occorre fare chiarezza è questo: vanno bene anche oltre confine o si rischia di incappare in (pesanti) sanzioni? A porsi la domanda è stato in particolare il consigliere regionale del Pd Sergio Scibilia. Il quale, dopo aver chiesto a destra e a manca ed essersi sentito dare risposte contraddittorie, ha deciso di scrivere alle prefetture e al consolato di Francia, per definire la questione. «Le nuove norme di sicurezza imposte dal governo a chiunque circoli sulle strade francesi, dagli autobus ai camion, motociclisti compresi, esentati solo i ciclomotori con cilindrata fino a 50 cavalli - sottolinea - prevedono l’obbligo di avere a bordo un tester per verificare la percentuale di alcol. Ma si tratta di una novità legislativa sulla quale occorre far chiarezza. Penso a tutti quei cittadini italiani, dai turisti ai lavoratori che oggi non sono assolutamente interessati, ma che quando decideranno di recarsi in Francia anche solo per qualche ora, diventeranno soggetti a rischio di violazione del codice della strada francese». Poi, la questione dei tester stessi: «Le autorità francesi ammettono solo etilometri che rispondono alle norme nazionali, devono essere monouso e rispettare specifiche tecniche dettate dal ministero della salute francese e devono riportare la sigla NF (Norme Française). Se questi “strumenti” possono essere acquistati solo in territorio francese, come può un cittadino italiano essere in regola, prima di superare la frontiera o la barriera autostradale di Ventimiglia, di Olivetta o andare a Limone Piemonte?». Da qui, una serie di richiesta di informazioni. «Ho ritenuto necessario - continua il consigliere - sollevare questo caso sensibilizzando i territori più interessati, in quanto “Porta d’Italia”. Ho inviato una lettera alle prefetture e alle province di Imperia, Savona, Genova, Cuneo, Asti, Torino, nonché al console italiano a Nizza, all’ambasciata a Monaco, al Consolato onorario di Francia a Ventimiglia, ai presidenti delle regioni Liguria e Piemonte chiedendo di superare il rischio di trattamenti diseguali tra cittadini europei. Servono campagne di informazione ed il coinvolgimento di Anas e autostrade. Sarebbe utile che i cittadini italiani potessero acquistare questi etilometri direttamente nel loro paese , nelle farmacie, negli autogrill autostradali, senza rischiare la multa. Mi auguro - conclude Scibilia - che anche qualche parlamentare possa essere di aiuto per risolvere questa novità europea, pardon francese».
di Patrizia Mazzarello
da il secoloxix.it