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Notizie brevi 01/02/2013

Il Sovrintendente Capo Sandro Benacchio, storico sovrintendente della Sottosezione Polizia Stradale di Palmanova e consigliere nazionale ASAPS, simbolo della professionalità della Specialità, lascia il servizio per riposarsi
Il caloroso saluto dei colleghi, dei superiori, di Autovie e dell'ASAPS

Da destra il Sov.te Capo Sandro BENACCHIO, il Sost. Comm Andrea NUTTA Comandante, l'Ispettore Capo Mauro NOACCO Resp Uff P.G., l'Ispettore Capo Carlo PIRANEO Uff. Incidenti. Dietro in seconda fila da sinistra il Sovrintendente BERNIC Rino Uff Incidenti, il Sovrintendente Endi FILIPUTTI Uff. Polizia Giudiziaria, l'Ispettore Capo Paolo DEZZONI Uff. P.G., l'Ispettore Capo Andrea PECILE Uff. Segreteria

(ASAPS) Se c'è una bandiera che ha sventolato per tanti anni sulla caserma della Sottosezione Polizia Stradale di Palmanova, se c’è un testimonial in giacca blu della elevatissima qualità di quel reparto simbolo sulla prima linea autostradale, non si può sbagliare, il suo nome è Sandro Benacchio.
Sì, Sandro da oggi ha dovuto salutare la sua seconda casa, la caserma di Palmanova, perché ha superato i limiti. Non quelli di velocità, ma quelli dell'età a quota anni 60.
Tutta la "sua" caserma, tutti i suoi colleghi,  comandante Andrea Nutta in testa, con i vertici di Autovie Venete, lo hanno salutato con una sorta di festa a sorpresa che gli hanno riservato  accoglierendolo l'ultimo giorno di servizio, il 31 gennaio, schierati e con un lungo e caldo  applauso, quello che si riserva ai campioni.  Sandro, uomo non facile all'emozione, questa volta ha visto piegarsi un po' l'ala del Centauro e il cuore è andato fuori giri.

 

Il Sovrintendente capo Sandro Benacchio nell'ultimo giorno di servizio alla Sottosezione di Palmanova

Il saluto corale dei colleghi e dei vertici di Autovie gli ha provocato una emozione immensa, per lui nuova, idescrivibile, anche per il messaggio di saluto del Direttore del Servizio e il discorso del Comandante della Sottosezione di Palmanova che con le loro parole, dettate dal cuore, lo hanno fatto commuovere, ma di una commozione di gioia per il sincero riconoscimento al suo lavoro prestato per 41 anni sulle strade e autostrade del Nord - Est.

 

 

Caro Sandro il  tuo saluto alla divisa col Centauro nella manica, mi  provoca ulteriore nostalgia perché tu sei stato veramente una importante fetta della storia della Polizia Stradale.
Io dopo quella grandissima festa che ti hanno fatto i tuoi colleghi, dal comandante in giù e lo stesso staff delle Autovie Venete, col mio saluto posso essere solo un comprimario che però, con tutto lo staff Asaps, ti stima tanto e ti vuole molto bene!
Ci vorrebbero 10 pagine per descrivere anche quello che hai fatto tu per l'ASAPS, fin dal primo quarto d'ora quando, nei primi anni '90,  non era per niente facile dare fiducia ad una sigla sconosciuta, creata da un gruppo di stradalini della Romagna. Tu non hai avuto esitazione e ti sei buttato a capofitto anche nell'associazione ed è stato, quello con te, un rapporto veramente costruttivo.

 

 

Quante testimonianze mi hai dato sulle dinamiche delle autostrade che presidiavi. Quanti interventi per incidenti gravi mi hai descritto (ricordo ancora quello delle ragazze al ritorno all'alba da un locale della notte,  protagoniste di un tragico testa coda, con una di loro, non cinturata, espulsa dal lunotto posteriore).
Sei stato e sei un grande, caro Sandro, e sono stato onorato ed orgoglioso di averti conosciuto e apprezzato in questi anni in cui sei stato una vigile vedetta della sicurezza nel passaggio Nord - Est  e nostro referente e consigliere nazionale sempre pronto ed efficacissimo!
Ora però hai girato solo pagina. Anzi noi ci guadagniamo  perché avrai ancora più tempo per dedicarti alla divulgazione dell'ASAPS.
Qui, dalla sede forlivese dell'associazione, Sandro ti diciamo tutti col cuore: grazie! Ora ti aspettiamo per la prossima assemblea generale, non avrai più bisogno di far sistemare i turni per venire qui in Romagna.
La Stradale tutta, l'ASAPS e - lasciamelo dire - gli automobilisti e la gente comune ti devono molto.
Un abbraccio.


 
Giordano Biserni

 


 

Venerdì, 01 Febbraio 2013
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