Quando
vedemmo la prima volta quel bolide parcheggiato in caserma, per poco non
ci venne un colpo. Pensammo
che al Ministero fossero impazziti, perchè ad essere sinceri non
Ë che negli ultimi tempi ci fossimo abituati a dotazioni così
efficienti e costose.
E
francamente la novità ci spiazzò davvero parecchio, visto
che ancora non ci sono pantaloni e stivali per tutti. Ma,
ad onor del vero, aria di cambiamento nell’aria, oggi c’Ë.
Arrivano le dotazioni, anche se non per tutti, le auto si cambiano più
spesso e si comincia a parlare di dotazioni mirate, di sistemi ed innovazioni
tecnologiche efficienti.
Così
ci siamo visti piombare nei garage questi missili con le ruote, e per
chi si considera un integralista della sicurezza stradale il Pro Vida ha
rappresentato finalmente un’arma con cui battersi alla pari. Insomma,
occhio per occhio...Pro vi da: il suo motto Ë "controllo, prevenzione
e sicurezza". Tre parole "camaleonti", perchè adatte
ad ogni situazione operativa tipica della professione Poliziotto.
In
effetti ci siamo abituati a veder sfrecciare le nostre Subaru Impreza
all’inseguimento degli abituè della corsa sempre più
quotidianamente criminale, a tamponare con la repressione vera l’emorragia
di vite umane che giornalmente - per ora con scarsi risultati -
imbratta di sangue il nostro asfalto. Presto però quel sofisticato
sistema elettronico digitale allestito sui bolidi in dotazione alla Polizia
Stradale ed ai Carabinieri, a molte Polizie Provinciali e Municipali alimenterà
altre soluzioni. Una potrà consentire il video controllo del territorio,
un’altra sarà votata allo screaning delle targhe per cercare
tra i veicoli in transito quelli di provenienza delittuosa ed una terza,
meno avventurosa ma senz’altro utile, che consentirà la ricognizione
del territorio. Certo Ë che al poliziotto sarà richiesta
sicuramente una sempre crescente professionalità, ma se al suo
fianco ci sarà un collega come Pro Vida un futuro cupo come quello
narrato nel film Robocop Ë davvero ben lungi dall’avverarsi. Vediamo
come.
Rilevazione
della velocità:
Ë la prima cosa che il
nostro collega elettronico ha dimostrato di saper fare davvero egregiamente:
acchiappare con le mani nel sacco gli automobilisti con il piede pesante
e con la coscienza leggera. Il tutto grazie ad un algoritmo basato sulla
misurazione del tempo e della distanza, ed ecco che una pattuglia definita
"inseguitrice" riesce a fornire in tempo reale, con un filmato
che ne costituisce prova, la velocità del trasgressore. La tecnologia
si Ë dimostrata efficace, tanto da resistere alle bordate di molti
giudici di pace, spesso davvero poco teneri con i cosiddetti accertatori.
Questo però soprattutto grazie all’indiscutibile garanzia
offerta dalla possibilità di effettuare riscontri probatori e controlli
di ogni genere anche successivamente alla contestazione, compresa ovviamente
la rilevazione della velocità per cui si Ë proceduto. Ne
avevamo già parlato in passato: qualcuno ricorderà il sistema
Infratel, che consentiva la ripresa televisiva delle infrazioni, con un
sistema integrato di telecamera montata sul tetto interno dell’auto
civetta, e con l’operatore che doveva lavorare su una grossa tastiera
(simile a quella ormai arcaica del Commodore 64!) dotata di joy stick,
in grado di zummare e registrare infrazioni in movimento. L’evoluzione
tecnologica ha praticamente eliminato l’ingombrante fardello ed oggi
il Pro Vida, con poche semplici operazioni, garantisce risultati assai
maggiori.
Video controllo
del territorio:
siamo nel campo della Real TV.
Sistemi analoghi, non evoluti però come questo, sono corredo fisso
delle autopattuglie statunitensi, proprio quelle che ci rimbalzano le
immagini dei rocamboleschi inseguimenti degli sceriffi, dei loro frequenti
conflitti a fuoco, dei loro spettacolari incidenti lungo le highway americane.
Con questa funzione la pattuglia documenta attimo per attimo la sua attività,
grazie ad una telecamera montata a lato dello specchio retrovisore, una
unità centrale costituita da un monitor a cristalli liquidi ed
un telecomando allestiti sulla plancia e un terzo elemento costituito
da un videoregistratore alloggiato nel portabagagli insieme ad una stampante
termica.
La
possibilità di avere allestimenti del genere su auto e moto civetta,
in maniera occultata, offre ovviamente appetitose opportunità anche
in ambito delle operazioni di polizia giudiziaria. In questa versione
ci sono anche due distinte possibilità: la prima di dotare un operatore
che dovesse allontanarsi dall’abitacolo di un piccolo microfono,
in grado di mantenere il contatto radio con l’unità centrale
e, ovviamente, di registrare il tutto; la seconda di trasmettere, tramite
linea di comunicazione telefonica GSM o GPRS, le immagini ad una seconda
unità centrale remota, consentendo di interagire in tempo reale.
Le opportunità offerte da questo sistema sono praticamente infinite.
Si pensi all’impiego in attività di polizia giudiziaria, soprattutto
per gli uffici investigativi della Polizia Stradale, impegnati nei difficili
compiti in ambito autostradale, presso obiettivi spesso all’interno
di aree di servizio, piazzole di sosta o caselli.
S.O.R.T.:
Sistema Operativo Riconoscimento Targhe:
S.O.R.T. Ë in realtà
un’unica sigla che indica due diversi sistemi. Il Sistema Operativo
Riconoscimento Targhe Ë quello che offre sicuramente gli spazi
maggiormente operativi, soprattutto a chi dedica il proprio servizio alla
prevenzione e repressione dei reati e degli illeciti amministrativi. In
effetti se tale sistema venisse collegato tramite i sistemi di comunicazione
GSM e GPRS alle banche dati di polizia le opportunità d’azione
diverrebbero molteplici. Da una parte infatti la pattuglia potrebbe autonomamente
controllare un veicolo inquadrandone la targa sul sistema S.O.R.T., il
quale, dopo la scansione, leggerebbe da solo la sigla alfanumerica della
targa e la confronterebbe con l’elenco della banca dati. In un breve
lasso di tempo sul monitor all’interno dell’abitacolo apparirebbero
le generalità dell’intestatario, le caratteristiche tecniche
del veicolo, come la marca, il modello o il numero di telaio, fino ad
arrivare all’avvenuta revisione, per non parlare poi della sua posizione
giuridica. Insomma si saprebbe, con una semplice occhiata del nostro collega
elettronico, se quel veicolo da noi controllato fosse rubato o segnalato
per qualche motivo. E questo anche in condizioni ambientali avverse, grazie
alle funzioni backlight, negative e autofocus. Un batter di ciglio, insomma.
Questo sistema inoltre, funziona in movimento e in sosta: una pattuglia,
a livello teorico, potrebbe addirittura piazzarsi in un luogo predefinito
ed attendere il transito di un veicolo segnalato o monitorare le targhe
in transito. Opzione questa davvero futuristica.
S.O.R.T.:
Sistema Operativo di Ricognizione del Territorio:
Ë questa la funzione
forse meno poliziesca, almeno a prima vista. In realtà anche in
questo caso, i campi operativi potenziali sono davvero tanti. Si pensi
che in questa specifica opzione il sistema Pro Vida Ë integrato
ad un sistema di localizzazione satellitare, che consente - per esempio
- di effettuare rilevazioni sul territorio che l’equipaggio
si trova a monitorare. #9; Infatti nell’ambito di queste potenzialità
l’operatore si limita a puntare e fotografare l’oggetto di interesse,
il quale viene classificato ed archiviato in memoria grazie ad una serie
di codici predefiniti nell’ambito della mappa di cui si dispone,
con precisione millimetrica. Rientrata in ufficio la pattuglia non dovrà
far altro che interfacciare il Pro vida alla memoria centrale ed archiviare
il database.
Parla
l’Architetto Gianfranco Polizzi,
padre
del Pro Vida in Italia
L’architetto Polizzi, noi lo chiamiamo "Dottore, ammini-stratore
delegato della Sintall Italia S.p.a.", Ë il papà italiano
del ProVida, l’uomo che ha convinto il Ministero della bontà
di ciÚ che rappresentava.
Dottor Polizzi, quando ha incon-trato per la prima volta il Pro Vida?
L’incontro tra la mia azienda con la tecnologia del Pro Vida risale
al 1998, allorchè la società danese JAI, con cui intrattenevamo
già rapporti commerciali, ci presentò Pro Vida 2000, illustrandoci
le funzionalità interessantissime dello strumento e riferendoci
della sua avvenuta adozione da parte dei principali corpi di polizia europei.
Decideste allora di proporlo
in Italia, alla Polizia di Stato?
In realtà prima di accettare la proposta del nostro partner, decidemmo
di visitare la polizia inglese e danese, che ne facevano già allora
largo uso, per capire quali erano le modalità di utilizzo del Pro Vida
2000, per approfondire la conoscenza dei contesti normativi in cui trovava
applicazione e più in generale per comprendere le esperienze operative
che la sua adozione aveva introdotto.
Da
tale approfondimento cogliemmo quindi le grandi opportunità che uno
strumento del genere poteva offrire, sia per le innovative procedure di
rilevazione della velocità, sia per la sua ampia utilità come
strumento di video controllo del territorio.
A
quel punto ritenemmo che il modo più semplice per trasferire tale
nostro convincimento era di offrire alle nostre forze di polizia l’opportunità
di valutarlo operativamente in via sperimentale.
Quali sono state le reazioni a tale esperimento?
Il
successo del Pro Vida Ë nato proprio da tale sperimentazione e dal
diffuso ed unanime consenso da parte degli operatori, che hanno colto
in tale strumento la possibilità di divenire finalmente attori
del proprio servizio e soprattutto di poterlo essere nella condizione
per loro più naturale e congeniale, e cioè da bordo di una
macchina e mantenendo in toto la propria mobilità.
Non tutto affidato allo strumento, dunque...
Infatti! La novità Ë proprio nel puntare sull’uomo,
sulla sua professionalità, sulla sua capacità di essere,
da poliziotto, un osservatore attivo della diversa e mutevole realtà
di ogni giorno attraverso strumenti efficienti, flessibili e funzionali.
Dopo quanto tempo avete potuto fare un primo bilancio?
Dopo un anno di attività, che ha dimostrato la validità
operativa e giuridica del Pro Vida 2000, condizioni necessarie a colpire
con efficacia la parte alta del fenomeno di superamento dei limiti di
velocità, incidendo e contrastando in maniera mirata quelle situazioni
in cui la violazione identificava realmente un’intollerante e cosciente
condizione di guida.
Proprio
da confronti con i colleghi che hanno lavorato con il Pro Vida, abbiamo preso
spunto per nuove applicazioni del sistema, che ne ampliano le capacità
operative, come il sistema automatico di lettura targhe, SORT Targhe, e
delle tabelle per le merci pericolose, SORT Onu, o come il sistema di trasmissione
delle immagini dall’auto al comando.
Non si sente un po’ poliziotto anche lei?
Questo Ë il nostro lavoro e lo facciamo con grande passione. Sì
ci sentiamo un po’ poliziotti, ma più precisamente ci sentiamo
parte di un impegno comune e di una quotidiana responsabilità. |