Venerdì 22 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 27/02/2003

da "Il Centauro" n. 74 - Piacere, sono Pro Vida, il tuo collega elettronico

Cambia, cresce, si evolve... presto sarà l’occhio lungo della Legge...

Piacere,  sono Pro Vida, il tuo collega elettronico 


Cambia, cresce, si evolve... presto sarà l’occhio lungo della Legge...

Quando vedemmo la prima volta quel bolide parcheggiato in caserma, per poco non ci venne un colpo. Pensammo che al Ministero fossero impazziti, perchè ad essere sinceri non Ë che negli ultimi tempi ci fossimo abituati a dotazioni così efficienti e costose.

 
 

E francamente la novità ci spiazzò davvero parecchio, visto che ancora non ci sono pantaloni e stivali per tutti. Ma, ad onor del vero, aria di cambiamento nell’aria, oggi c’Ë. Arrivano le dotazioni, anche se non per tutti, le auto si cambiano più spesso e si comincia a parlare di dotazioni mirate, di sistemi ed innovazioni tecnologiche efficienti. Così ci siamo visti piombare nei garage questi missili con le ruote, e per chi si considera un integralista della sicurezza stradale il Pro Vida ha rappresentato finalmente un’arma con cui battersi alla pari. Insomma, occhio per occhio...Pro vi da: il suo motto Ë "controllo, prevenzione e sicurezza". Tre parole "camaleonti", perchè adatte ad ogni situazione operativa tipica della professione Poliziotto.

 

In effetti ci siamo abituati a veder sfrecciare le nostre Subaru Impreza all’inseguimento degli abituè della corsa sempre più quotidianamente criminale, a tamponare con la repressione vera l’emorragia di vite umane che giornalmente - per ora con scarsi risultati - imbratta di sangue il nostro asfalto. Presto però quel sofisticato sistema elettronico digitale allestito sui bolidi in dotazione alla Polizia Stradale ed ai Carabinieri, a molte Polizie Provinciali e Municipali alimenterà altre soluzioni. Una potrà consentire il video controllo del territorio, un’altra sarà votata allo screaning delle targhe per cercare tra i veicoli in transito quelli di provenienza delittuosa ed una terza, meno avventurosa ma senz’altro utile, che consentirà la ricognizione del territorio. Certo Ë che al poliziotto sarà richiesta sicuramente una sempre crescente professionalità, ma se al suo fianco ci sarà un collega come Pro Vida un futuro cupo come quello narrato nel film Robocop Ë davvero ben lungi dall’avverarsi. Vediamo come.


Rilevazione della velocità:
Ë la prima cosa che il nostro collega elettronico ha dimostrato di saper fare davvero egregiamente: acchiappare con le mani nel sacco gli automobilisti con il piede pesante e con la coscienza leggera. Il tutto grazie ad un algoritmo basato sulla misurazione del tempo e della distanza, ed ecco che una pattuglia definita "inseguitrice" riesce a fornire in tempo reale, con un filmato che ne costituisce prova, la velocità del trasgressore. La tecnologia si Ë dimostrata efficace, tanto da resistere alle bordate di molti giudici di pace, spesso davvero poco teneri con i cosiddetti accertatori. Questo però soprattutto grazie all’indiscutibile garanzia offerta dalla possibilità di effettuare riscontri probatori e controlli di ogni genere anche successivamente alla contestazione, compresa ovviamente la rilevazione della velocità per cui si Ë proceduto. Ne avevamo già parlato in passato: qualcuno ricorderà il sistema Infratel, che consentiva la ripresa televisiva delle infrazioni, con un sistema integrato di telecamera montata sul tetto interno dell’auto civetta, e con l’operatore che doveva lavorare su una grossa tastiera (simile a quella ormai arcaica del Commodore 64!) dotata di joy stick, in grado di zummare e registrare infrazioni in movimento. L’evoluzione tecnologica ha praticamente eliminato l’ingombrante fardello ed oggi il Pro Vida, con poche semplici operazioni, garantisce risultati assai maggiori.
 

 

Video controllo del territorio:
siamo nel campo della Real TV. Sistemi analoghi, non evoluti però come questo, sono corredo fisso delle autopattuglie statunitensi, proprio quelle che ci rimbalzano le immagini dei rocamboleschi inseguimenti degli sceriffi, dei loro frequenti conflitti a fuoco, dei loro spettacolari incidenti lungo le highway americane. Con questa funzione la pattuglia documenta attimo per attimo la sua attività, grazie ad una telecamera montata a lato dello specchio retrovisore, una unità centrale costituita da un monitor a cristalli liquidi ed un telecomando allestiti sulla plancia e un terzo elemento costituito da un videoregistratore alloggiato nel portabagagli insieme ad una stampante termica.
La possibilità di avere allestimenti del genere su auto e moto civetta, in maniera occultata, offre ovviamente appetitose opportunità anche in ambito delle operazioni di polizia giudiziaria. In questa versione ci sono anche due distinte possibilità: la prima di dotare un operatore che dovesse allontanarsi dall’abitacolo di un piccolo microfono, in grado di mantenere il contatto radio con l’unità centrale e, ovviamente, di registrare il tutto; la seconda di trasmettere, tramite linea di comunicazione telefonica GSM o GPRS, le immagini ad una seconda unità centrale remota, consentendo di interagire in tempo reale. Le opportunità offerte da questo sistema sono praticamente infinite. Si pensi all’impiego in attività di polizia giudiziaria, soprattutto per gli uffici investigativi della Polizia Stradale, impegnati nei difficili compiti in ambito autostradale, presso obiettivi spesso all’interno di aree di servizio, piazzole di sosta o caselli.

 

S.O.R.T.: Sistema Operativo Riconoscimento Targhe:
S.O.R.T. Ë in realtà un’unica sigla che indica due diversi sistemi. Il Sistema Operativo Riconoscimento Targhe Ë quello che offre sicuramente gli spazi maggiormente operativi, soprattutto a chi dedica il proprio servizio alla prevenzione e repressione dei reati e degli illeciti amministrativi. In effetti se tale sistema venisse collegato tramite i sistemi di comunicazione GSM e GPRS alle banche dati di polizia le opportunità d’azione diverrebbero molteplici. Da una parte infatti la pattuglia potrebbe autonomamente controllare un veicolo inquadrandone la targa sul sistema S.O.R.T., il quale, dopo la scansione, leggerebbe da solo la sigla alfanumerica della targa e la confronterebbe con l’elenco della banca dati. In un breve lasso di tempo sul monitor all’interno dell’abitacolo apparirebbero le generalità dell’intestatario, le caratteristiche tecniche del veicolo, come la marca, il modello o il numero di telaio, fino ad arrivare all’avvenuta revisione, per non parlare poi della sua posizione giuridica. Insomma si saprebbe, con una semplice occhiata del nostro collega elettronico, se quel veicolo da noi controllato fosse rubato o segnalato per qualche motivo. E questo anche in condizioni ambientali avverse, grazie alle funzioni backlight, negative e autofocus. Un batter di ciglio, insomma. Questo sistema inoltre, funziona in movimento e in sosta: una pattuglia, a livello teorico, potrebbe addirittura piazzarsi in un luogo predefinito ed attendere il transito di un veicolo segnalato o monitorare le targhe in transito. Opzione questa davvero futuristica.
 

 

S.O.R.T.: Sistema Operativo di Ricognizione del Territorio:
Ë questa la funzione forse meno poliziesca, almeno a prima vista. In realtà anche in questo caso, i campi operativi potenziali sono davvero tanti. Si pensi che in questa specifica opzione il sistema Pro Vida Ë integrato ad un sistema di localizzazione satellitare, che consente - per esempio - di effettuare rilevazioni sul territorio che l’equipaggio si trova a monitorare. #9; Infatti nell’ambito di queste potenzialità l’operatore si limita a puntare e fotografare l’oggetto di interesse, il quale viene classificato ed archiviato in memoria grazie ad una serie di codici predefiniti nell’ambito della mappa di cui si dispone, con precisione millimetrica. Rientrata in ufficio la pattuglia non dovrà far altro che interfacciare il Pro vida alla memoria centrale ed archiviare il database.

 

Parla l’Architetto Gianfranco Polizzi, padre del Pro Vida in Italia
L’architetto Polizzi, noi lo chiamiamo "Dottore, ammini-stratore delegato della Sintall Italia S.p.a.", Ë il papà italiano del ProVida, l’uomo che ha convinto il Ministero della bontà di ciÚ che rappresentava.


Dottor Polizzi, quando ha incon-trato per la prima volta il Pro Vida?

L’incontro tra la mia azienda con la tecnologia del Pro Vida risale al 1998, allorchè la società danese JAI, con cui intrattenevamo già rapporti commerciali, ci presentò Pro Vida 2000, illustrandoci le funzionalità interessantissime dello strumento e riferendoci della sua avvenuta adozione da parte dei principali corpi di polizia europei.


Decideste allora di proporlo in Italia, alla Polizia di Stato?
In realtà prima di accettare la proposta del nostro partner, decidemmo di visitare la polizia inglese e danese, che ne facevano già allora largo uso, per capire quali erano le modalità di utilizzo del Pro Vida 2000, per approfondire la conoscenza dei contesti normativi in cui trovava applicazione e più in generale per comprendere le esperienze operative che la sua adozione aveva introdotto.

Da tale approfondimento cogliemmo quindi le grandi opportunità che uno strumento del genere poteva offrire, sia per le innovative procedure di rilevazione della velocità, sia per la sua ampia utilità come strumento di video controllo del territorio.

A quel punto ritenemmo che il modo più semplice per trasferire tale nostro convincimento era di offrire alle nostre forze di polizia l’opportunità di valutarlo operativamente in via sperimentale.

 

Quali sono state le reazioni a tale esperimento?
Il successo del Pro Vida Ë nato proprio da tale sperimentazione e dal diffuso ed unanime consenso da parte degli operatori, che hanno colto in tale strumento la possibilità di divenire finalmente attori del proprio servizio e soprattutto di poterlo essere nella condizione per loro più naturale e congeniale, e cioè da bordo di una macchina e mantenendo in toto la propria mobilità.


Non tutto affidato allo strumento, dunque...

Infatti! La novità Ë proprio nel puntare sull’uomo, sulla sua professionalità, sulla sua capacità di essere, da poliziotto, un osservatore attivo della diversa e mutevole realtà di ogni giorno attraverso strumenti efficienti, flessibili e funzionali.


Dopo quanto tempo avete potuto fare un primo bilancio?

Dopo un anno di attività, che ha dimostrato la validità operativa e giuridica del Pro Vida 2000, condizioni necessarie a colpire con efficacia la parte alta del fenomeno di superamento dei limiti di velocità, incidendo e contrastando in maniera mirata quelle situazioni in cui la violazione identificava realmente un’intollerante e cosciente condizione di guida.

Proprio da confronti con i colleghi che hanno lavorato con il Pro Vida, abbiamo preso spunto per nuove applicazioni del sistema, che ne ampliano le capacità operative, come il sistema automatico di lettura targhe, SORT Targhe, e delle tabelle per le merci pericolose, SORT Onu, o come il sistema di trasmissione delle immagini dall’auto al comando.


Non si sente un po’ poliziotto anche lei?

Questo Ë il nostro lavoro e lo facciamo con grande passione. Sì ci sentiamo un po’ poliziotti, ma più precisamente ci sentiamo parte di un impegno comune e di una quotidiana responsabilità.
 


Giovedì, 27 Febbraio 2003
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK