Al telefono si sono ritrovati a parlare insieme il ministro stesso ed il nostro presidente Giordano Biserni, che hanno risposto alle domande da studio finendo col mandare in onda 20 minuti che, definire costruttivi, è decisamente eufemistico. Le danze sono state aperte da Biserni, che ha salutato con favore quella che ha definito “l’elevazione della curva di attenzione del nuovo ministro sugli aspetti connessi con la velocità sulle strade”, e quindi con la sicurezza, e la definitiva parola fine all’ipotesi dei 150 orari in autostrada. Per l’Asaps, ed insieme a lei Sicurstrada, l’impegno contro l’innalzamento dei limiti è costante da ormai 3 anni, quando si è fatta promotrice della costituzione di un vero e proprio “cartello” in difesa delle proprie ragioni, evidenziando come la velocità rimane l’elemento principale di rischio sulle strade. Un impegno sicuramente non da “integralisti” della sicurezza stradale, se così può definirsi chi cerca di salvare la vita agli altri, ispirato alle valutazioni dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Qualche dubbio, Giordano Biserni, lo ha invece espresso sull’ipotesi di limiti differenziati in orari notturni e in zone considerate a rischio per la presenza, ad esempio, di discoteche. Dubbi motivati dal fatto che i limiti se si fissano vanno poi fatti rispettare altrimenti svuotano di contenuto l’insieme delle regole della strada, che come primo elemento hanno bisogno di certezza. Il ministro Bianchi ha subito precisato che va rimossa un’interpretazione affrettata della proposta, rimarcando che si tratta appunto di un progetto e come tale deve essere verificata la sua concreta fattibilità. Ha però confermato la definitiva cancellazione della questione dei 150, “inattuabile anche perché nei paesi dell’Ue i limiti sono, in molti casi, inferiori a quelli vigenti in Italia”. Il ministro dei Trasporti ha poi sottolineato che si dovrà porre una particolare attenzione anche al sistema dell’autotrasporto, alle strutture stradali e una segnaletica inadeguata e confusa, generatrice di incertezza e quindi di rischio per i conducenti. Chi ci conosce, sa che parliamo di questo ormai da 15 anni. Il presidente dell’Asaps ha avuto modo di evidenziare tre aspetti di estrema debolezza nell’attività di contrasto ad una sinistrosità che negli ultimi mesi è tornata a salire. In primis, l’assoluta incertezza e impraticabilità delle procedure nell’individuazione sistematica dei conducenti violatori a cui prelevare i punti della patente, in secondo luogo la scarsa presenza di pattuglie sulle strade (negli ultimi 20 anni il parco veicoli è aumentato del 120%, la rete stradale del 7%, le pattuglie dello 0%, anzi sono tendenzialmente diminuite), e infine l’evidente benevolenza con la quale vengono accolti molti ricorsi, attivati con estrema e ricercata professionalità dei “difetti” nei sistemi di controllo, misuratori di velocità in testa. Tutto questo fa sì che viga sulle strade una sorta di indulto permanente con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Il tutto senza dimenticare però che esistono anche altre sistematiche e rischiose violazioni alle norme di comportamento: la distanza di sicurezza, i sorpassi da destra, la mancata occupazione della corsia di destra, l’utilizzo di quella di emergenza, per non parlare dei controlli su alcol e droga. Per tutto questo servono più agenti, allo scopo di impiegare su strada più pattuglie. Il ministro ha concordato pienamente su questo aspetto e ha confermato che il problema di una maggiore presenza fisica di agenti sulle strade e all’ordine del giorno del Governo e sarà affrontato alla ripresa dei lavori dopo le ferie. (ASAPS). | |