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Pneumatici e sicurezza stradale: usura, incuria e pressione sbagliata, causa di moltissimi incidenti

Nei giorni del grande esodo estivo, una carrellata tecnica sul migliore amico del veicolo: il copertone e le novità tecniche, Pirelli in testa


(ASAPS) – Un pneumatico sgonfio? Rischio d’incidente assicurato: parola di esperti, che in tutti i maggiori stati del mondo mettono a fuoco un problema troppo spesso lasciato irrisolto, vale a dire la manutenzione del pneumatico. Le principali case automobilistiche stimano che 3 incidenti su 4 sarebbero provocati da errori di gonfiaggio delle gomme, che in condizioni diverse da quelle ottimali provocano – e non servono esperti a ricordarcelo – non solo perdite di aderenza fatali, ma anche degradazioni della stabilità del veicolo (dunque nell’assetto), modifiche in negativo sulla tenuta di strada (incidendo in maniera determinante su deriva, beccheggio e scarroccio, tanto per mutuare termini nautici) e sul percorso di un veicolo in frenata. Fonti britanniche sostengono che il 6% della mortalità autostradale è direttamente provocata da gonfiaggi sbagliati, e quindi da pressioni di aria eccessive o in difetto. Citiamo uno dei primi istituti di sondaggio francesi, la BVA (Brulé Ville et Associé), che in un suo già datato ma sempre valido studio stilato su base europea per conto di Sécurité Routière, realizzato nel 2004, era riuscita a stimare che 260.000 incidenti in Europa, 27mila dei quali caratterizzati da lesioni o morte, avevano avuto come causa determinante (quindi non come fattore secondario, ma proprio come causa principale) una “défaillance” del pneumatico. Attenzione, questo serva da promemoria anche ai nostri colleghi: in caso di sinistro stradale o di un semplice controllo, un’occhiata ai pneumatici non costa niente. Comprendiamo che la dotazione degli spessimetri – non solo nella Polizia Stradale – è davvero minima, e i più volenterosi devono ricorrere alla propria tasca per metterci una pezza (alla dotazione, non alla tasca), però è consigliabile ad ogni rilievo o verifica annotare scrupolosamente lo stato delle gomme. Una corretta manutenzione comporta poi anche una durata maggiore del pneumatico, che effettivamente non costa poco, ma che è il tramite essenziale della motricità. Insomma, riveste di nero una delle invenzioni più antiche e geniali dell’umanità, ne moltiplica le prestazioni, si evolve con la sempre maggior necessità di risparmio e di prestazioni, soprattutto in termini di sicurezza. Un copertone con una pressione più bassa del 20%, per esempio, non modifica soltanto l’assetto, la tenuta di strada e la frenata del veicolo, ma comporta anche un’usura più elevata del 30% ed un consumo della struttura in punti non previsti. Le auto più sofisticate, quelle che costano di più, sono dotate di sensori che rilevano la pressione della gomma e la comunicano al conducente, che può così ricordarsi delle scarpette della sua cenerentola e intervenire prontamente. Il problema resta per la maggior parte dei veicoli in commercio, i cui conducenti sono chiamati ad uno sforzo di memoria. La Pirelli ha approntato un sistema di controllo remoto della pressione dei pneumatici, una sorta di I-Pod per la sicurezza della gomma, che si chiama “K-Pressure”. Si tratta di una valvola intelligente, dotata di un sensore, che si accorge in tempo reale dello stato pressorio del copertone. Quando la quantità di atmosfere d’aria è diversa a quella prevista, la valvola fa una specie di telefonata al conducente, e il gioco è fatto. Una bella trovata, se si pensa che il 90% dei pneumatici non sono gonfiati a dovere e che l’89% degli automobilisti europei è solito controllare la pressione dei suoi cinque amichetti (non si dimentichi quello di scorta, ruotini permettendo) meno di una volta l’anno. Il sistema è stato progettato con diverse soluzioni: una collegata direttamente alla console di comando, con un accessorio particolare, mentre la più audace trasmette il dato direttamente sul telefonino bluetooth del padrone. Una specie di nodo al dito… (ASAPS) 


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Sabato, 12 Agosto 2006
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