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Rassegna stampa Alcol e guida dell’11 agosto 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL MESSAGGERO

Ferragosto sicuro con i bus Steat gratuiti Istituite corse fino all’alba per raggiungere i locali della costa
Vigili dotati di etilometro

di DIANA MARILUNGO
Ferragosto all’insegna della sicurezza nel Fermano. Enti pubblici e privati si sono uniti per garantire a turisti e residenti un’estate tranquilla. E’ anche per questo che la Polizia Municipale di Fermo si è organizzata per monitorare ogni tratto di centro storico e lungomare. In occasione delle festività agostane il Corpo ha munito i propri agenti di un etilometro, mentre la Steat (Società di Trasporto Ete, Aso e Tenna) ha lanciato l’idea, prima nella Regione, rivolta soprattutto ai giovani, di fare “l’alba insieme”, viaggiando gratis sui propri autobus il 14 ed il 15 agosto. «Grazie anche al sistema di telesorveglianza in centro sono diminuiti i furti. Abbiamo protratto, comunque, i servizi un po’ più a lungo arrivando fino alle 2 di notte in particolar modo nei fine settimana. Monitoriamo, poi, ogni tratto del territorio- ha affermato il comandante della Polizia Municipale, Antonio dell’Arciprete - vista la grande affluenza di persone in particolar modo nel centro storico e sulla costa. Le pattuglie, inoltre, sono state dotate di un etilometro con cui tasteranno il grado di ebbrezza degli automobilisti e ad oggi sono state già svolte tre operazioni contro il commercio abusivo proprio sulla costa fermana. Contro l’abusivismo stiamo lavorando congiuntamente con il Commissariato di Polizia». La merce sequestrata in una delle ultime "retate" dai Vigili è ingente. Si parla di circa 7.000 euro di valore. «Si tratta- ha detto, in merito, l’assessore al Commercio, Massimo Monti, il quale ha anticipato pure che la Fiera di Natale si terrà l’8 dicembre - di una grossa operazione che ci ha permesso di sequestrare a venditori abusivi circa sette sacchi di merce e tre grandi scatoloni comprendenti, tra l’altro, capi di abbigliamento, borse e cinture. Stiamo lavorando sodo con i 35 Vigili (4 di questi sono i cosiddetti "estivi") in organico per garantire un’estate sicura e tranquilla all’utenza». Diretta soprattutto ai giovani residenti e ai turisti è, invece, l’iniziativa lanciata dalla Steat. La Società di autobus presieduta da Giorgio Ruggeri nell’intento di favorire, anche attraverso il sostegno delle amministrazioni comunali del Fermano, la conoscenza dell’utilizzo del servizio di trasporto pubblico, ha indetto per l’alba del vicino Ferragosto una promozione gratuita sull’autolinea Fermo - Porto San Giorgio. L’iniziativa, denominata "Ferragosto Sicuro" consente a tutti i residenti di Fermo di recarsi gratuitamente a Porto San Giorgio con le corse delle 22 e delle 23.30 di martedì 14 agosto e di tornare a Fermo con le corse delle 6.15 e delle 7.15 di mercoledì 15 agosto; queste ultime appositamente istituite per l’occasione. «Un’ iniziativa che la Steat - hanno commentato alla Società - auspica sia particolarmente gradita da quelle famiglie che ogni anno devono accompagnare i propri figli e poi tornare a riprenderli la mattina successiva, ma soprattutto da coloro che passano insonni la notte di Ferragosto preoccupati per i propri giovani che si sono spostati in automobile per una nottata che, di consuetudine, è abbastanza movimentata. Tramite questa ed altre iniziative la Società pubblica dei trasporti del Fermano intende promuovere l’uso del mezzo pubblico, in particolare tra i giovani, perché l’autobus non venga inteso solo come il mezzo "per andare a scuola", ma affinché la sua funzione venga anche interpretata come contributo alla salvaguardia dell’ambiente ed alla sicurezza stradale». Il prossimo "giro gratuito" si terrà domenica 24 Settembre quando, in occasione della Settimana Europea della Mobilità, si viaggerà gratis per l’intera giornata sempre sulla linea Fermo - Porto San Giorgio.


LA SICILIA

Aumentato tra i giovani il consumo di alcol rispetto allo scorso anno

"È aumentato del circa il trenta per cento il consumo dell’alcol in queste prime due settimane del mese di agosto rispetto al mese scorso" questo è ciò che hanno dichiarato alcuni gestori di bar ed attività commerciali particolarmente frequentati dai giovani. Quello che però sorprende maggiormente, e che è stato ammesso dagli stessi baristi anche se "sotto banco", è il fatto che i consumatori più incalliti sembrano essere gli adolescenti. "I ragazzi per sentirsi più grandi e magari per fare e dire delle cose che in uno stato di lucidità non avrebbero mai il coraggio di dire o fare fanno uso eccessivo di alcol" ha più volte dichiarato don Fortunato Di Noto, parroco della chiesa Madre del Carmine e padre Di Rosa della chiesa Madre che da sempre organizzano corsi e percorsi formativi e rieducativi. Il consumo di prodotti alcolici, mentre in inverno si limita a soli due giorni, il sabato e la domenica, in estate e soprattutto nel mese di agosto aumenta, e anche notevolmente, dato che tutti i giorni sono considerati "festivi".
I bar, i locali notturni ed i pub comunque non rappresentano gli unici posti in cui i ragazzi possono acquistare sostanze alcoliche. In questi posti infatti i prezzi sono abbastanza elevati ecco perché, quando si organizza ad esempio una serata in spiaggia o una cena a casa di qualcuno, si preferisce "far visita" agli scaffali dei vari supermercati per acquistare, in quantità esagerata e senza dare nell’occhio, alcolici e super alcolici. A volte purtroppo l’eccessivo utilizzo di alcolici crea non pochi problemi. Litigi ed incidenti non mancano di verificarsi ogni fine settimana o ogni qual volta che, chi fa uso di sostanze eccitanti, si mette a bordo della propria autovettura e del proprio ciclomotore. Fortunatamente in queste due prime settimane della stagione calda, o per meglio dire caldissima considerate le alte temperature, non si sono registrati sinistri gravi anche se non sono mancati i litigi sfociati anche all’interno dei locali, quasi tutti, per futili motivi. Una parola detta male, uno sguardo prolungato più del dovuto o una leggera spallata sembrano essere le scintille che scatenano litigi che solo raramente iniziano e terminano verbalmente. "La brezza e la frenesia che producono gli alcolici rappresentano una "virtù" irresistibile per alcuni adolescenti" ha dichiarato don Di Noto anche se non manca di sottolineare il fatto che fortunatamente esistono altri ragazzi, e a quanto pare sono tanti, che non fanno uso di sostanze alcoliche.
Della stessa opinione è anche il giovane educatore del centro giovanile "Le officine del cambiamento" di via Maddalona, Francesco Dato, che da sempre sostiene il fatto che ad Avola esiste anche una realtà positiva fatta da giovani per i giovani.
L’educatore Dato ed i coordinatori che lavorano al progetto comunale Apq de " Le officine del cambiamento" credono infatti che, grazie a questi progetti ed iniziative mirate a coinvolgere l’attenzione dei giovani, aumenterà sempre di più il numero dei ragazzi che parteciperanno ad iniziative e manifestazioni ricreative allontanandosi così sempre più dal pericolo della strada e "delle cattive compagne".
Maria Di Stefano


IL GAZZETTINO

Scontro corpo a corpo tra marocchini e vigilantes
Decine di uomini di colore armati di colli di bottiglia e bastoni hanno assalito le guardie giurate che avevano invitato uno di loro a non farsi una "canna"

Padova

NOSTRO INVIATO

È stata guerriglia vera, l’altra notte, sull’argine del Piovego, nel cuore della cittadella universitaria di Padova dove in un tempo lontano i fascisti e gli autonomi se le suonavano di santa ragione, prima di fare il salto di qualità con le bombe o le P38. Stavolta l’ideologia politica non c’entra, è solo una storia d’immigrazione violenta e di controllo del territorio dove la droga viene smerciata in quantità industriali e la prostituzione maschile a buon mercato si può trovare dietro ogni platano che sorge lungo il Naviglio di casa nostra. È l’ennesimo episodio di una lotta che si combatte al calar delle tenebre nell’altra-Padova, nei sotterranei di una città ricca, ma piena di contraddizioni, in cui vivono ventimila immigrati e ogni sera il ghetto di via Anelli esplode. Ma siccome lo hanno recintato, spezzoni di umanità dolente e rabbiosa si sono spostati altrove, nella ricerca di una sopravvivenza esasperata.
«Abbiamo avuto paura, ci hanno salvati le Volanti, mentre la gente dalle finestre ci lanciava manici di scopa, pentole e bastoni per difenderci dall’assalto dei maghrebini. Ma i ragazzi continuano ad aver paura perchè torneranno presto. Per farcela pagare». Federico Contin, presidente del Comitato dei Bar del Centro, racconta e s’indigna. Davanti al suo "Ai dadi", è seduto ad un tavolino nell’estemporaneo, estivoboulevard sorto per sfuggire ai divieti di mescere gli spritz dopo le 23. Ma i giovani da qualche parte devono pur andare per tirar tardi. E così a migliaia si ritrovano sul Piovego, accanto agli istituti di Fisica e Ingegneria Meccanica.
Mercoledì, a mezzanotte, ce n’erano migliaia. È bastata una scintilla, è stata la guerra. «Può capitare quando meno te lo aspetti e noi a queste cose non siamo preparati». E pensare che gli esercenti pagano 20 mila euro al mese per la sicurezza. Otto buttafuori ogni notte, tre durante il giorno.
«Se ne stavano seduti lì, erano in due, bevevano birra». È accaduto ciò che accade spesso, uno dei marocchini si stava facendo una "canna". Uno della "security" si è avvicinato. «Fumate pure, ma non qui». «C’è stata una reazione improvvisa, violenta» ricorda Contin. Rabbia collettiva, in un rapido crescendo. L’extracomunitario si alza, spacca la bottiglia sul tavolo e la brandisce come un’arma. Corre in mezzo alla folla. Gracchiano le radioline di servizio invitando alla cautela:"Stè fermi! Stè fermi!". C’è il rischio che qualcuno ci rimetta la gola.
Il tam-tam richiama i buttafuori verso il Portello. I marocchini fuggono verso il ponte in pietra. «Avevamo solo le mani come armi e così li abbiamo inseguiti correndo» dice Ivano, un marcantonio della sicurezza dai lunghi baffoni. I violenti sembrano in ròtta. Spariscono oltre il fiume. Ma tornano dopo dieci minuti. E sono almeno in trenta. Hanno bottiglie, sassi e bombolette spray. Il ponte diventa un baluardo. Adesso gli aggressori sono più del doppio degli italiani che si difendono, arretrano, ondeggiano sotto una pioggia di oggetti estratti dai cassonetti. I ragazzi dellospritz vicini ai tafferugli si dileguano, ma centinaia non si accorgono di nulla.
Intanto il corpo a corpo diventa furioso. «Quando siamo passati al di là del ponte - ricorda Contin - abbiamo avuto paura». Davanti a loro il manipolo violento. Dalle finestre un aiuto insperato. «Ci buttavano già scope e pentole perchè ci difendessimo. E ci incoraggiavano "avanti, dateci dentro, quelli hanno rotto le scatole"». Venti minuti di autentica guerriglia. «Se non arrivava la Polizia eravamo nei guai. Sono scappati, anche se qualcuno ci ha riprovato da via Venezia, venendo giù da via Anelli. Per fortuna che le Volanti li avevano visti. Si sono dileguati».
Ombre nella notte. Sul campo si sono contati quattro contusi leggeri. Adriano accecato da uno spray. Andrea urticato con una bomboletta. Alberto raggiunto a una gamba da un oggetto. Tito, colpito a un ginocchio. L’atto d’accusa dei baristi è pesante: «Dove sono gli agenti in borghese promessi dall’assessore Marco Carrai? - dice il presidente Contin - Io lo avevo annunciato settimane fa: aspettano il morto? Qui di notte arrivano i baby-spacciatori, bambini di 8-10 anni. Da quanto sono cominciati i controlli in via Anelli gli spacciatori al Portello sono quadruplicati. E i vigili vengono solo alle 2, per controllare che tutti abbiano chiuso». Perchè tanta violenza? «Questa era la loro zona di traffico, noi abbiamo rotto le scatole. Da stasera raddoppiamo la sicurezza e non vendiamo le bottiglie in vetro. Non siamo così scemi da mettergli in mano anche le armi».

Giuseppe Pietrobelli

LA STAMPA

Contromano sulla A5

Era ubriaco e drogato l’autista–killer

Guidava ubriaco e sotto l’effetto di stupefacenti, Fabrizio Carrer, il trentenne originario della Valle d’Aosta, residente a Vanzago, in provincia di Milano, che martedì sera ha seminato il panico in autostrada, guidando per 40 chilometri contromano e compiendo poi una strage, con l’uccisione di tre persone ed il ferimento di una quarta, ora in coma.
Sono arrivati ieri mattina i risultati degli esami tossicologici dell’ospedale di Ivrea, che ora saranno consegnati alla magistratura: Carrer aveva un tasso alcolico nel sangue tre volte superiore al consentito ed è risultato positivo all’esame dei cannabinoidi. Un mix esplosivo di alcol e droga che comunque non giustifica una manovra scellerata come quella di guidare per 45 chilometri (da Vercelli ovest fino a Lessolo, sulla A5 Torino-Aosta) in direzione contraria. Le vittime, tutti cinesi, si sono trovati davanti la Seat Ibiza di quest’uomo lanciata contro di loro a velocità sostenuta e non hanno potuto evitare l’impatto. Nell’auto di Carrer gli agenti della Polstrada avrebbero trovato, oltre ad un pitt bull che viaggiava con lui, anche un bottiglione di vino e alcune cartine da sigarette (che vengono usate anche per confezionare gli spinelli). Carrer adesso è fuori pericolo ed è ricoverato in ortopedia a Ivrea. Presto dovrà rispondere alle domande dei magistrati.

(gp.mag.)


LA PROVINCIA DI CREMONA


Ubriaco alla guida Denunciato extraCee di Casalmaggiore

CASALMAGGIORE — Completamente ubriaco al volante. E’ finito nei guai un 30enne extracomunitario residente a Casalmaggiore che la scorsa notte è stato denunciato dai carabinieri di Luzzara per guida in stato di ebbrezza e il suo furgone è stato posto sotto sequestro. L’uomo, poco dopo le tre di notte, stava percorrendo la statale tra Reggiolo e Tagliata. Ad un tratto ha arrestato la marcia e si è fermato nel bel mezzo della carreggiata. Sono stati alcuni passanti, preoccupati per la posizione in cui si trovava il furgone, ad allertare i carabinieri. Giunti sul posto, i militari hanno subito capito che l’uomo era in evidente stato alcolico e lo hanno portato all’ospedale di Guastalla per fargli smaltire la sbornia. Il veicolo, intanto, è stato rimosso e si trova tutt’ora sottosequestro. Al 30enne è anche stata ritirata la patente di guida.


IL GIORNALE DI VICENZA

Ha tentato la fuga davanti ai Cc
Uscito grazie all’indulto temeva di tornare in carcere

La tragedia di Campolongo. Alcuni passanti avevano segnalato al 112 la lite fra De Vincenzi e la Faustinelli I militari che sopraggiungevano hanno incrociato la vettura dei due che zigzagava. L’alt, l’inversione e lo schianto. Il pregiudicato è forse il primo detenuto in Italia uscito dal carcere con il provvedimento Mastella a morire per il timore di tornare in prigione.
Centrato il cordolo la station wagon si è ribaltata finendo la corsa contro la canonica di piazza Roma. Lui è morto subito, lei in ospedale.
di Vincenzo Pittureri

Doveva essere un banale controllo, si è trasformato in una tragedia. Lo schianto nella notte in Valbrenta nel quale sono scomparsi Roberto De Vincenzi, 32 anni, pregiudicato domiciliato in città, in libertà per avere appena beneficiato dell’indulto, e Luciana Faustinelli, 51 anni, residente anch’essa a Bassano in via Cellini, madre di due figli, ha avuto un prologo movimentato: quello di un’operazione di routine, davanti alla quale De Vincenzi si è sottratto con una manovra spericolata che ha innescato il volo mortale.
Da una prima e ancora sommaria ricostruzione dei carabinieri del Norm, Roberto De Vincenzi e Luciana Faustinelli avevano cenato assieme in un ristorante nei pressi di Campolongo poco dopo le 19.30. Ma è stato dopo le 22.30 che la situazione è precipitata: secondo alcuni testimoni, dopo aver consumato la cena, la coppia avrebbe avuto un violento litigio nel parcheggio del locale. La discussione è trascesa, al punto da allarmare il titolare della trattoria che ha avvertito precauzionalmente i carabinieri.
I militari sono giunti sul posto ma quando la «gazzella» del Nucleo operativo radiomobile di via Emiliani è giunta nel posteggio non ha trovato nessuno perché l’auto con l’uomo e la donna a bordo si era già allontanata. I Cc allora si sono rimessi in marcia verso Bassano e dopo qualche istante, a sud di Campolongo, hanno rinvenuto la Daewoo (di proprietà del marito della Faustinelli, Andrea Barbozza) che procedeva a zig-zag, forse per le condizioni alterate del conducente De Vincenzi. Gli uomini in divisa hanno fatto segno alla vettura di fermarsi e in effetti il guidatore ha obbedito frenando il mezzo poco più avanti.
La pattuglia è scesa dall’auto di servizio, si è incamminata verso la Daewoo per eseguire le verifiche di rito e all’improvviso De Vincenzi ha ingranato la marcia ha effettuato un’inversione a U, accelerando a tutta velocità verso nord, qualche centinaio di metri percorsi a tutto gas. Una virata a tavoletta che è costata carissima a entrambi, visto che in prossimità della strettoia di via Montegrappa, nel centro del paese, il pregiudicato trentaduenne ha perso il controllo della macchina che ha sbandato e con la ruota anteriore destra ha colpito lo scalino in cemento di un negozio di alimentari. Complice l’alta velocità, la Daewoo è letteralmente decollata, compiendo un volo di diverse decine di metri, non meno di 40, secondo i primi racconti di chi ha assistito alla drammatica sequenza di morte ed è planata sulla piazza principale di Campolongo.
L’auto si è cappottata rimbalzando rovinosamente al suolo col tettuccio che ovviamente si è disintegrato nella collisione contro lo spigolo esterno dell’edificio che ospita la canonica, poi si è girata su sè stessa tornando nella posizione originale in un’agghiacciante carambola di sangue. Nel tremendo impatto, De Vincenzi ha sfondato il lunotto ed è stato sbalzato sull’asfalto ad un paio di metri di distanza, spirando sul colpo. La Faustinelli invece è rimasta intrappolata tra le lamiere e quando è stata soccorsa respirava ancora. Prontamente intubata, la donna è stata trasportata d’urgenza in ambulanza all’ospedale San Bassiano, ma poco dopo il ricovero, attorno a mezzanotte, ha cessato di vivere, nonostante i sanitari si siano prodigati per strapparla alla morte.
Il botto fortissimo ha attirato l’attenzione dei parecchi avventori che in quel momento si trovavano al bar centrale del paese, i quali si sono catapultati fuori dal locale per rendersi conto di cosa fosse accaduto.
Sembra che De Vincenzi avesse voluto aggirare il controllo dei carabinieri poichè stava guidando privo della patente (oltreché, probabilmente sotto l’effetto dell’alcol, come sospettano gli investigatori). Una mossa avventata che entrambi hanno pagato con la vita. Lo sfortunato De Vincenzi, probabilmente, in Italia è il primo detenuto uscito grazie all’indulto a morire per paura di tornare in carcere. Paura che con ogni probabilità era infondata, dato che gli illeciti che potevano semmai essergli contestati dai carabinieri non erano di una gravità tale da farlo tornare dietro le sbarre.
Gli inquirenti, comunque, ora stanno completando i rilievi del sinistro ed il fascicolo è stato consegnato al magistrato che si occupa della vicenda, la dottoressa Linda Arata.




IL MESSAGGERO (Umbria)

SE LA LIBERTA’ E’ SOLITUDINE
Libero con l’indulto, si ubriaca e finisce in coma

Uno straniero trovato in fin di vita in via del Silenzio. Era appena uscito dal carcere

di VANNA UGOLINI
L’hanno trovato steso per terra, in via del Silenzio, la coscienza annegata in un bottiglione di vino. Non c’è voluto molto ai poliziotti per riconoscerlo, il suo era l’identikit del pendolare del carcere: magrebino, spacciatore, appena ritornato fuori di prigione grazie all’indulto. Senza sapere dove andare, cosa fare. In bilico, forse, tra la tentazione di continuare a giocare d’azzardo con la vita, lontano da casa, da tutto e, spesso, dal niente che c’è e il desiderio di lasciarsi andare. Anche ricominciare è difficile. E poi è agosto, chi è riuscito a fare i soldi - con il lavoro o con lo spaccio non importa, quando si torna al paese si può sempre raccontare il passato che ci piacerebbe aver vissuto, non quello che è accaduto veramente - è tornato a casa. Più di una trentina sono finiti in carcere pochi giorni fa. Qualcuno è già morto o è finito all’ospedale: un magrebino appena uscito dopo l’indulto è finito su una panchina del parco della Cupa, si è bucato lì e non si è mai più rialzato. Un altro, italiano, ha riaperto gli occhi dopo sette iniezioni di Narcan, farmaco a cui ogni volta i soccorritori affidano la speranza che riesca a far risalire tutti gli abissi in cui fa cadere la droga: overdose e coma etilico la diagnosi, ma sono riusciti a caricarlo in barella e a portarlo in ospedale. Bere alcolici e magari farsi anche di qualche droga è una moda che è sempre più in voga. Tecnicamente, chi lo fa si chiama ”poliassuntore”, in realtà si è di fronte a persone a cui una sola sostanza stupefacente non fa più effetto. E così cerca sensazioni, ancora più forti.
L’indulto è anche questo: persone, morte, sballate, ubriache. Un percorso in bilico sopra un’umanità particolare che passa e ripassa con frequenza ravvicinata la linea della ragione e del torto: quell’uomo ubriaco da morire in pieno giorno per la legge è un criminale che, però, può uscire di prigione. Forse, per più di una madre è peggio: è uno che ha venduto la droga al figlio. E’ anche un uomo solo, uno che della sua libertà non ha saputo cosa farsene. E’ una persona che quando si sveglierà dal coma si chiederà cosa fare e, se non ci sarà nessuno, vicino, che gli indicherà qualche strada percorribile, ritornerà, probabilmente, a ripercorrere le uniche che conosce. Finiscono molto spesso male i piccoli criminali, quelli che con lo spaccio, con i furti o le rapine, ci campano, ma non ”svoltano” mai. Carnefici per le persone più deboli - anziani, tossicodipendenti - a loro volta un po’ vittime. Finiscono in overdose nei parchi pubblici, morti in una rapina o in incidente stradale per guida in stato di ebrezza. Nel frattempo, una traiettoria di vita durante la quale si fa anche molto male agli altri. Tanti di questi oggi sono fuori. La Regione ha disposto un kit di 100 euro per il materiale di primo soccorso. Chissà se dentro c’è anche la mappa per arrivare a trovare un ”tesoro” che si chiama integrazione.


 

IL GAZZETTINO (Nordest)

A Verona un ubriaco semina il panico con l’auto in centro

VERONA - Scene da film in pieno centro nella città Scaligera. Ma potevano avere un esito grave. La Polizia Municipale di Verona è stata protagonista di un inseguimento nel cuore della notte: nel mirino delle forze dell’ordine un’utilitaria che nonostante l’alt ha proseguito la sua corsa senza fermarsi. E un motivo di questa fuga è stato poi ben evidente. Alla guida dell’autovettura c’era infatti un uomo di 46 anni residente a Bussolengo che prima di essere fermato, con una manovra della pattuglia, era riuscito a percorrere corso Milano, in pieno centro, a tutta velocità attraversando alcuni incroci senza rispettare il semaforo rosso e creando panico tra gli altri automobilisti. Una volta fermato l’uomo alla guida risultava essere in stato di ebbrezza alcolica; a bordo con lui altri due uomini, anche loro nella stessa condizione. Per il 46enne una maxi contravvenzione che gli ha sottratto 24 punti dalla patente in un sol colpo.


IL GIORNALE DI VICENZA

L’incidente nella notte a Grumolo. Il giovane aveva la patente rubata
Esce di strada con la macchina Positivo a coca e alcol, denunciato

Perde il controllo della macchina ed esce di strada, restando ferito. Ma i guai per lui sono appena iniziati, perché quando arriva la polizia lo trova positivo all’alcoltest e al narcotest, e scopre che non ha mai conseguito la patente, e che quella che aveva esibito in realtà era stata rubata in bianco e ricompilata con i suoi dati anagrafici.
La nottata di passione per Alessandro Primon, 24 anni, residente a Piazzola sul Brenta (Padova), inizia verso l’una e venti. Con due amici, risultati estranei alle contestazioni, stava percorrendo via Camisana a Grumolo delle Abbadesse al volante di una Volkswagen Golf, quando - per cause da accertare da parte degli agenti - ha perso il controllo ed è finito fuori dalla carreggiata.
Poco dopo è arrivata a Grumolo una pattuglia della polizia stradale che, come di prassi, ha sottoposto il conducente all’esame alcolimetrico. Primon è risultato avere un tasso superiore di quasi tre volte al limite consentito, ed inoltre, dagli accertamenti ospedalieri, aveva assunto cocaina. Ragion per cui i poliziotti gli stavano per ritirare la patente per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, reati per i quali è stato denunciato. Il documento è stato portato al comando dove gli agenti dell’ufficio infortunistica hanno controllato la patente. Dalle verifiche al computer del ministero è emerso che quel documento era stato rubato in bianco nel 2001 a Napoli, e successivamente compilato con i dati del padovano. Da tempo, secondo l’accusa, Primon guidava senza aver mai ottenuto la patente.
Per questo, il giovane è stato denunciato anche per ricettazione, e la vettura potrebbe essere sequestrata per guida senza patente.



IL GAZZETTINO (Nordest)

CITTADELLA
La rissa è scoppiata per la reazione di un giovane alle avances di un albanese verso la sua ragazza

Difende la fidanzata, pestato a sangue

Padova

Si è conclusa con un pestaggio la tradizionale sagra dell’Assunta a Facca, una frazione di Cittadella. Sembrava una serata tranquilla quella di mercoledì. La festa procedeva a gonfie vele. Lo stand del bancone gastronomico era affollato di gente mentre tanti ragazzi facevano la fila per aspettare che si liberasse la giostra preferita. Peccato che l’ultimo giorno di questa sagra paesana sia stato turbato e non poco da una violenta rissa innescata da alcuni albanesi. Erano le 23 circa quando M.A., un ragazzo di Cittadella di circa 24 anni, stava passeggiando tra le attrazioni della sagra assieme alla sua fidanzata e ad altri amici. All’improvviso un albanese si è avvicinato alla morosa del cittadellese, toccandole il sedere. La ragazza si è distanziata immediatamente dall’uomo e ha richiamato l’attenzione del suo ragazzo. M.A. non ci ha pensato due volte a riprendere verbalmente l’extracomunitario, intimandogli di stare lontano da lei. L’albanese, che molto probabilmente era ubriaco, ha reagito contro il ragazzo insultandolo minacciosamente.
Il 24enne ha ribadito all’extracomunitario di allontanarsi e di non riprovare a fare un gesto simile alla sua ragazza. La lite sembrava terminata, tanto che l’extracomunitario si era allontanato. Invece dopo pochi minuti l’uomo si è nuovamente avvicinato al ragazzo assieme a altri sei connazionali e lo ha colpito alla testa con un arnese, probabilmente metallico. Il 24enne, colto di sorpresa alle spalle, ha cercato di difendersi aiutato anche dagli altri suoi amici.
Subito dopo è stato colpito al volto dai pugni sferrati dagli altri aggressori, che poi si sono dileguati in mezzo alla gente. Il cittadellese, dolorante per le botte subite, ha chiamato immediatamente i carabinieri. M.A. si è dovuto rivolgere alle cure dei sanitari del Pronto soccorso di Cittadella per la medicazione di alcuni tagli al volto e di una forte botta all’occhio destro e alla mandibola. Il giovane ha sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri di Cittadella, che si stanno dando da fare per individuare gli aggressori.
Sempre alla sagra di Facca nel fine settimana scorso si è verificata una situazione simile. Un uomo è stato picchiato a sangue da alcuni extracomunitari ed è intervenuta un’ambulanza per portarlo all’ospedale a causa delle ferite subìte durante la lite.

Alberto Toniolo


IL MESSAGGERO

DRAMMA IN FAMIGLIA
 «Papà picchia la mamma», arrestato

La figliola chiama il “112” e i carabinieri si imbattono in una violenza sessuale

di PEPPE ERCOLI
«Venite a casa, presto, papà sta picchiando mamma». Questa telefonata fatta da una bambina di 12 anni al 112 ha fatto scattare martedì scorso un’operazione dei carabinieri che si è conclusa con l’arresto di un albanese di 43 anni da tempo residente con la moglie e due figli, anche loro di nazionaltà albanese.
La sorpresa da parte dei militari dell’Arma è però che l’uomo non stava picchiando la donna ma, secondo quanto poi denunciato dalla stessa, la stava violentando. Circostanza che ha portato il sostituto procuratore della Repubblica di Ascoli Carmine Pirozzoli a formulare nei confronti dell’extracomunitario l’ipotesi di reato di violenza sessuale, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, visto che l’uomo si sarebbe anche opposto all’arresto dando in escandescenze alla vista dei militari dell’Arma intervenuti a casa sua. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ascoli Annalisa Gianfelice ha fissato per questa mattina l’udienza di convalida durante la quale l’arrestato sarà assistito dall’avvocato Gianluca Silenzi che ieri lo ha visitato nel carcere di Marino del Tronto trovandolo particolarmente abbattuto per l’accaduto. La moglie, di qualche anno più giovane, è stata medicata all’ospedale e dimessa con una prognosi di pochi giorni. Ha riportato comunque lesioni in varie parti del corpo e nelle zone intime.
Deve essere stata una scena evidentemente molto cruda, cattiva, violenta quella che ha spinto la bambina a prendere il telefonino cellulare e chiedere aiuto ai carabinieri. I fatti sarebbero avvenuti intorno alle sette e mezzo di martedì mattina, prima che l’uomo uscisse di casa per andare a lavorare come muratore. Nessun precedente importante per lui, men che meno a sfondo sessuale: solo uno per guida in stato di ebbrezza. In casa c’era la coppia albanese insieme alla bambina che era in un’altra stanza.
Assente invece il primogenito. La piccola ha avvertito concitazione fra i genitori, ha sentito le urla, in particolare della madre. Si è impaurita e così ha preso un telefonino che era in casa e ha chiesto aiuto telefonando al 112. In breve sul posto si sono portati i carabinieri. La scena di violenza non era ancora conclusa e l’uomo ha anche tentato di opporsi al loro intervento.
Infine, è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto. «Una vicenda tutta da verificare», commenta l’avvocato Silenzi aggiungendo che «ci sono ancora tanti aspetti da chiarire in una faccenda comunque di carattere familiare».


IL GAZZETTINO (Vicenza)

L’automobile adesso verrà alienata e finirà direttamente in carrozzeria

Senza patente, beccato tre volte

Montebelluna

"Beccato" per tre volte al volante senza patente. Perderà l’auto. Quando ieri l’hanno visto transitare lungo via Risorgimento al volante di quella vecchia Citroen Ax, gli agenti della Polizia municipale di Montebelluna, che ben conoscevano il mezzo ed il conducente, non hanno avuto dubbi su chi fosse e hanno sollevato all’istante la fatidica paletta. Lo avevano fatto già il 10 maggio, quando avevano trovato R.P. al volante della stessa auto nonostante avesse la patente revocata da altri comandi (sembra per guida in stato di ebbrezza). La cosa non gli aveva impedito, poi, di riprendere l’auto anche il giorno dopo, incappando ancora una volta nei vigili. Ora, probabilmente, i "giretti" del Montebellunese, per lo meno con quel veicolo, sono terminati. L’auto, infatti, ora gli verrà alienata e finirà dritta dritta in carrozzeria, come la normativa prevede. A quanto sembra, però, il Montebellunese in questione si sarebbe già attrezzato per non rimanere a piedi. Avrebbe, infatti, già conseguito il patentino. Farà bene a tenerselo stesso.


IL GAZZETTINO (Vicenza)

THIENE
Autore del gesto un giovane croato, clandestino, che nel giro di pochi minuti si è visto dare la caccia da carabinieri, polizia locale e cittadini

Ruba l’auto di Babbo Natale e il paese si mobilita

Dopo l’arresto l’uomo è stato colto da malore ed è stato ricoverato al Boldrini in coma etilico.
Ora si trova al S. Pio X
 

Non ha certo portato fortuna a Grgig Mladen, un croato di 20 anni, clandestino nulla facente e senza fissa dimora, rubare l’auto al Babbo Natale cittadino. Nel giro di pochissime ore si è trovato infatti in manette ed ora è dietro le sbarre nella casa circondariale del Pio X di Vicenza in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria. Il giovane, nella notte di mercoledì scorso, ha rubato un’auto, una Peugeot 106, di proprietà di Giuseppe Zancan, pensionato, il Babbo Natale più famoso della città. E mettersi contro Babbo Natale, si sa, porta sfortuna. Ieri mattina infatti, mentre Zancan si stava recando alla caserma dai carabinieri per denunciare il furto, si è visto sfrecciare sotto il naso, in direzione opposta, proprio la sua auto. Subito il pensionato ha avvisato i carabinieri che hanno chiesto aiuto alla polizia locale. E chi mai rifiuterebbe una mano a Babbo Natale, anche fuori stagione? Nel breve giro di qualche minuto, dieci pattuglie tra poliziotti locali e militi dell’Arma, aiutati da numerosi cittadini hanno praticamente blindato la città, e attraverso il telefonino segnalavano costantemente il percorso dell’auto. Auto che prima transitava in centro storico, poi in via S. Gaetano, quindi veniva segnalata in via Dei Quartieri, fino ad arrivare in via Val Leogra. Purtroppo per il ladro, via Val Leogra è una strada chiusa e quando il giovane malvivente se ne accorgeva era ormai troppo tardi. Inutile il tentativo di retromarcia, due poliziotti motociclisti erano già su di lui. Ne nasceva una collutazione furibonda, tra il croato e i due poliziotti a cui poi si aggiungevano due carabinieri e un civile. Manette ai polsi, Grgig Mladen arrivava in caserma in evidente stato di alterazione dovuto ad alcolici e droga. I carabinieri lo hanno identificato subito nell’autore di un altro furto d’auto con relativo arresto avvenuto in città lo scorso 15 maggio, poi all’improvviso il ragazzo si è sentito male. Prontamente ricoverato al vicino ospedale Boldrini con la diagnosi dei sanitari di coma etilico. Ma il giovane si è ripreso rapidamente e già nel pomeriggio i medici hanno dato il permesso per il trasferimento al carcere di Vicenza dove Grgig Mladen si trora ora a dover rispondere dell’accusa di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (i due poliziotti che lo hanno affrontato sono dovuti ricorrere ai medici del pronto soccorso e se la sono cavata con una prognosi di 7 giorni), ricettazione di veicolo rubato, guida sotto l’effetto di stupefacenti e alcolici e danneggiamento dell’auto rubata.

Valerio Bassotto


IL GAZZETTINO (Rovigo)

Alticcio al volante Patente ritirata

Bosaro

Non è riuscito a nascondere agli agenti il suo stato di alterazione da alcolici.
I poliziotti della Stradale l’hanno sottoposto al test dell’etilometro. M.F., 56 anni, di Arquà Polesine, è risultato positivo.
Gli è stato riscontrato un tasso alcolico triplo rispetto ai limiti consentiti dal codice della strada.
L’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. Gli agenti hanno provveduto al ritiro della patente e al fermo amministrativo della vettura. Il controllo è avvenuto lungo la S.S. 16, in territorio di Bosaro.


CORRIERE ADRIATICO

Il corpo notato da alcuni passanti che stavano facendo una passeggiata lungo la battigia. I funerali domani alle 10 nella chiesa Santissima Annunziata
Era già stato salvato pochi giorni fa quando è uscito dal carcere grazie all’indulto

Sandro Ciribeni trovato morto annegato
PORTO SANT’ELPIDIO - La vita di Sandro Ciribeni è finita ieri mattina all’alba sulla spiaggia di Porto Sant’Elpidio. Il suo corpo è stato trovato intorno alle 8,30 da alcuni passanti che stavano facendo una passeggiata in riva al mare. Secondo l’ispezione cadaverica effettuata nel tardo pomeriggio di ieri all’obitorio dell’ospedale di Fermo dal dottor Vittorio Scialè, la morte è stata causata da annegamento. Al momento del ritrovamento infatti il quarantaquattrenne giaceva supino sull’arenile, indossava una maglietta a maniche corte e un paio di pantaloni corti. Inizialmente sembrava che avesse semplicemente avuto un malore, purtroppo invece i sanitari del 118 una volta accorsi sul posto hanno potuto soltanto accertarne la morte. Quest’ultima, in base al referto dell’ispezione cadaverica, è sopraggiunta intorno alle cinque di ieri mattina. L’uomo era stato visto girare in evidente stato di ebbrezza in alcuni chalet del lungomare, è probabile quindi che si sia diretto sulla spiaggia per riposare o per smaltire i fumi dell’alcol e che una volta arrivato lì abbia poi deciso di fare un bagno. L’impatto con l’acqua fredda deve essergli stato fatale, non è da escludere neanche che Ciribeni abbia iniziato a bere acqua e da solo non sia riuscito a salvarsi. A quell’ora infatti la spiaggia era deserta e gli chalet erano chiusi, di conseguenza non è riuscito a richiamare l’attenzione di nessuno. Sandro Ciribeni era un uomo molto conosciuto in città per il suo passato turbolento e per i numerosi precedenti penali. Era uscito dal carcere di Fermo soltanto una settimana fa, grazie all’indulto approvato dalle Camere, e non appena aveva fatto ritorno a Porto Sant’Elpidio aveva rischiato di annegare. Proprio lo scorso mercoledì infatti era stato salvato da alcuni bagnanti che lo avevano visto entrare in acqua nel tratto di mare davanti alla spiaggia libera che si trova in prossimità della rotonda. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Fermo, era stato salvato per miracolo dai sanitari e dopo alcuni giorni di degenza era stato dimesso e la sera stessa era entrato in un bar del centro e lo aveva praticamente distrutto. Il destino ieri sera lo ha portato di nuovo in riva al mare, nel tratto di spiaggia che si trova tra la Lega Navale Italiana e lo chalet Radionave, dove questa volta ha trovato la morte. “Ciribè”, come lo chiamavano gli amici, non era sposato e viveva in Via Elpidiense insieme alla sua famiglia. La notizia della sua morte ieri mattina ha fatto rapidamente il giro della città ed ha lasciato sconcertati tutti coloro che conoscevano questo ragazzo che, pur avendo un carattere turbolento e irascibile, aveva molti amici che nel corso di questi anni avevano cercato di aiutarlo e di convincerlo a cambiare vita. Il corpo di Sandro Ciribeni sarà restituito alla famiglia soltanto questa mattina, dopo che la procura avrà rilasciato il nulla osta. Per la salma infatti non è stata disposta nessuna autopsia, in quanto per accertare la causa del decesso è stata sufficiente l’ispezione cadaverica effettuata ieri pomeriggio. I funerali invece si terranno domani mattina alle ore 10 presso la chiesa Santissima Annunziata, nel quartiere centro.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

San Cassiano Un originale evento nel palazzo ducale 

Massaggi, balli e buon vino ecco «Le vie del benessere»
SAN CASSIANO Il massaggio del sorriso e del vino e l’incontro con il naturopata. Una frisella al pomodoro ed il tantra. I latticini ed un seminario sulla psicologia dello sport. Dalla degustazione dell’olio e del vino al spinning, sino all’incontro con la sessuologa. (*) Tutto questo e non solo nella «due-giorni» de «Le vie del Benessere» tra fitness, alimentazione e cura del corpo. L’evento, unico per il suo genere ed ospitato nel palazzo ducale, tra oggi e domani a partire dalle 18 sino alle 24, sarà l’occasione di incontro e di studio sul miglioramento della qualità della vita. Il centro storico di San Cassiano si trasforma in un meeting del benessere con fitness (aerobica, step, fit box, pump, spinning, yoga, danza e arti marziali), alimentazione (educazione alimentare, degustazione prodotti gastronomici locali ed alimentazione e territorio) e cura del corpo (massaggio tradizionale, massaggio shatsu, meditazione, naturopatia e cromoterapia). «L’obiettivo della rassegna è quello della ricerca del benessere a 360 gradi per migliorare la qualità della vita quotidiana e non con il solo fine dell’aspetto estetico - commenta Fabio Lazzari della Trainer Fit - Il principale scopo della manifestazione è quello di avvicinare tutti al mondo del fitness e del benessere. Un percorso che, grazie alla collaborazione delle palestre, centri benessere, associazioni e grandi aziende, ha l’occasione di dimostrare e far provare ad una vasta platea di persone, compresi soprattutto gli anziani, cosa significa curare il corpo per sentirsi bene». E nell’occasione sono in programma diversi seminari. Oggi: Olismo e Naturopatia (ore 18,15), Anoressia (19), Digitopressione Shatsu (19,45). Domani: Dietologia Naturopatica (ore 18,15), Psicologia dello Sport (19) e Yala neti (19,45).

Pasquale Marzotta

(*) Nota: per fortuna che la maggior parte dei santoni, arhat e guide spirituali che hanno ispirato la medicina olistica sono stati cremati, altrimenti si rigirerebbero nella tomba.


 

LA STAMPA

Festa della birra a Cravagliana A Rossa gita sui sentieri dell’arte

Autovelox ed etilometro Un weekend di controlli

Alcol e droga tutta Hollywood va in clinica

Havana Club e Bacardi alla guerra del rum


IL TIRRENO

vino e eros grande serata all’albericus

 


© asaps.it
Sabato, 12 Agosto 2006
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