IL MESSAGGERO
Ferragosto sicuro con i bus Steat
gratuiti Istituite corse fino all’alba per raggiungere i locali della costa Vigili dotati di etilometro
di DIANA MARILUNGO
Ferragosto all’insegna della sicurezza nel Fermano. Enti pubblici e privati si
sono uniti per garantire a turisti e residenti un’estate tranquilla. E’ anche
per questo che la Polizia Municipale di Fermo si è organizzata per monitorare
ogni tratto di centro storico e lungomare. In occasione delle festività
agostane il Corpo ha munito i propri agenti di un etilometro, mentre la Steat
(Società di Trasporto Ete, Aso e Tenna) ha lanciato l’idea, prima nella
Regione, rivolta soprattutto ai giovani, di fare “l’alba insieme”, viaggiando
gratis sui propri autobus il 14 ed il 15 agosto. «Grazie anche al sistema di
telesorveglianza in centro sono diminuiti i furti. Abbiamo protratto, comunque,
i servizi un po’ più a lungo arrivando fino alle 2 di notte in particolar modo
nei fine settimana. Monitoriamo, poi, ogni tratto del territorio- ha affermato
il comandante della Polizia Municipale, Antonio dell’Arciprete - vista la
grande affluenza di persone in particolar modo nel centro storico e sulla
costa. Le pattuglie, inoltre, sono state dotate di un etilometro con cui
tasteranno il grado di ebbrezza degli automobilisti e ad oggi sono state già
svolte tre operazioni contro il commercio abusivo proprio sulla costa fermana.
Contro l’abusivismo stiamo lavorando congiuntamente con il Commissariato di
Polizia». La merce sequestrata in una delle ultime "retate" dai
Vigili è ingente. Si parla di circa 7.000 euro di valore. «Si tratta- ha detto,
in merito, l’assessore al Commercio, Massimo Monti, il quale ha anticipato pure
che la Fiera di Natale si terrà l’8 dicembre - di una grossa operazione che ci
ha permesso di sequestrare a venditori abusivi circa sette sacchi di merce e
tre grandi scatoloni comprendenti, tra l’altro, capi di abbigliamento, borse e
cinture. Stiamo lavorando sodo con i 35 Vigili (4 di questi sono i cosiddetti
"estivi") in organico per garantire un’estate sicura e tranquilla
all’utenza». Diretta soprattutto ai giovani residenti e ai turisti è, invece,
l’iniziativa lanciata dalla Steat. La Società di autobus presieduta da Giorgio
Ruggeri nell’intento di favorire, anche attraverso il sostegno delle
amministrazioni comunali del Fermano, la conoscenza dell’utilizzo del servizio
di trasporto pubblico, ha indetto per l’alba del vicino Ferragosto una
promozione gratuita sull’autolinea Fermo - Porto San Giorgio. L’iniziativa,
denominata "Ferragosto Sicuro" consente a tutti i residenti di Fermo
di recarsi gratuitamente a Porto San Giorgio con le corse delle 22 e delle
23.30 di martedì 14 agosto e di tornare a Fermo con le corse delle 6.15 e delle
7.15 di mercoledì 15 agosto; queste ultime appositamente istituite per
l’occasione. «Un’ iniziativa che la Steat - hanno commentato alla Società -
auspica sia particolarmente gradita da quelle famiglie che ogni anno devono
accompagnare i propri figli e poi tornare a riprenderli la mattina successiva,
ma soprattutto da coloro che passano insonni la notte di Ferragosto preoccupati
per i propri giovani che si sono spostati in automobile per una nottata che, di
consuetudine, è abbastanza movimentata. Tramite questa ed altre iniziative la
Società pubblica dei trasporti del Fermano intende promuovere l’uso del mezzo
pubblico, in particolare tra i giovani, perché l’autobus non venga inteso solo
come il mezzo "per andare a scuola", ma affinché la sua funzione venga
anche interpretata come contributo alla salvaguardia dell’ambiente ed alla
sicurezza stradale». Il prossimo "giro gratuito" si terrà domenica 24
Settembre quando, in occasione della Settimana Europea della Mobilità, si
viaggerà gratis per l’intera giornata sempre sulla linea Fermo - Porto San
Giorgio.
LA SICILIA
Aumentato tra i
giovani il consumo di alcol rispetto allo scorso anno
"È aumentato del circa il
trenta per cento il consumo dell’alcol in queste prime due settimane del mese
di agosto rispetto al mese scorso" questo è ciò che hanno dichiarato
alcuni gestori di bar ed attività commerciali particolarmente frequentati dai
giovani. Quello che però sorprende maggiormente, e che è stato ammesso dagli
stessi baristi anche se "sotto banco", è il fatto che i consumatori
più incalliti sembrano essere gli adolescenti. "I ragazzi per sentirsi più
grandi e magari per fare e dire delle cose che in uno stato di lucidità non
avrebbero mai il coraggio di dire o fare fanno uso eccessivo di alcol" ha
più volte dichiarato don Fortunato Di Noto, parroco della chiesa Madre del
Carmine e padre Di Rosa della chiesa Madre che da sempre organizzano corsi e
percorsi formativi e rieducativi. Il consumo di prodotti alcolici, mentre in
inverno si limita a soli due giorni, il sabato e la domenica, in estate e
soprattutto nel mese di agosto aumenta, e anche notevolmente, dato che tutti i
giorni sono considerati "festivi".
I bar, i locali notturni ed i pub comunque non rappresentano gli unici posti in
cui i ragazzi possono acquistare sostanze alcoliche. In questi posti infatti i
prezzi sono abbastanza elevati ecco perché, quando si organizza ad esempio una
serata in spiaggia o una cena a casa di qualcuno, si preferisce "far
visita" agli scaffali dei vari supermercati per acquistare, in quantità
esagerata e senza dare nell’occhio, alcolici e super alcolici. A volte
purtroppo l’eccessivo utilizzo di alcolici crea non pochi problemi. Litigi ed
incidenti non mancano di verificarsi ogni fine settimana o ogni qual volta che,
chi fa uso di sostanze eccitanti, si mette a bordo della propria autovettura e
del proprio ciclomotore. Fortunatamente in queste due prime settimane della
stagione calda, o per meglio dire caldissima considerate le alte temperature,
non si sono registrati sinistri gravi anche se non sono mancati i litigi
sfociati anche all’interno dei locali, quasi tutti, per futili motivi. Una
parola detta male, uno sguardo prolungato più del dovuto o una leggera spallata
sembrano essere le scintille che scatenano litigi che solo raramente iniziano e
terminano verbalmente. "La brezza e la frenesia che producono gli alcolici
rappresentano una "virtù" irresistibile per alcuni adolescenti"
ha dichiarato don Di Noto anche se non manca di sottolineare il fatto che
fortunatamente esistono altri ragazzi, e a quanto pare sono tanti, che non
fanno uso di sostanze alcoliche.
Della stessa opinione è anche il giovane educatore del centro giovanile
"Le officine del cambiamento" di via Maddalona, Francesco Dato, che
da sempre sostiene il fatto che ad Avola esiste anche una realtà positiva fatta
da giovani per i giovani.
L’educatore Dato ed i coordinatori che lavorano al progetto comunale Apq de
" Le officine del cambiamento" credono infatti che, grazie a questi
progetti ed iniziative mirate a coinvolgere l’attenzione dei giovani, aumenterà
sempre di più il numero dei ragazzi che parteciperanno ad iniziative e
manifestazioni ricreative allontanandosi così sempre più dal pericolo della
strada e "delle cattive compagne".
Maria Di Stefano
IL GAZZETTINO
Scontro corpo a corpo tra marocchini e vigilantes Decine di uomini di
colore armati di colli di bottiglia e bastoni hanno assalito le guardie giurate
che avevano invitato uno di loro a non farsi una "canna"
Padova
NOSTRO INVIATO
È stata guerriglia vera, l’altra notte, sull’argine del
Piovego, nel cuore della cittadella universitaria di Padova dove in un tempo
lontano i fascisti e gli autonomi se le suonavano di santa ragione, prima di
fare il salto di qualità con le bombe o le P38. Stavolta l’ideologia politica
non c’entra, è solo una storia d’immigrazione violenta e di controllo del
territorio dove la droga viene smerciata in quantità industriali e la
prostituzione maschile a buon mercato si può trovare dietro ogni platano che
sorge lungo il Naviglio di casa nostra. È l’ennesimo episodio di una lotta che
si combatte al calar delle tenebre nell’altra-Padova, nei sotterranei di una
città ricca, ma piena di contraddizioni, in cui vivono ventimila immigrati e
ogni sera il ghetto di via Anelli esplode. Ma siccome lo hanno recintato,
spezzoni di umanità dolente e rabbiosa si sono spostati altrove, nella ricerca
di una sopravvivenza esasperata. «Abbiamo avuto paura, ci hanno salvati le Volanti, mentre
la gente dalle finestre ci lanciava manici di scopa, pentole e bastoni per
difenderci dall’assalto dei maghrebini. Ma i ragazzi continuano ad aver paura
perchè torneranno presto. Per farcela pagare». Federico Contin, presidente del
Comitato dei Bar del Centro, racconta e s’indigna. Davanti al suo "Ai
dadi", è seduto ad un tavolino nell’estemporaneo, estivoboulevard sorto
per sfuggire ai divieti di mescere gli spritz dopo le 23. Ma i giovani da
qualche parte devono pur andare per tirar tardi. E così a migliaia si ritrovano
sul Piovego, accanto agli istituti di Fisica e Ingegneria Meccanica. Mercoledì, a mezzanotte, ce n’erano migliaia. È bastata
una scintilla, è stata la guerra. «Può capitare quando meno te lo aspetti e noi
a queste cose non siamo preparati». E pensare che gli esercenti pagano 20 mila
euro al mese per la sicurezza. Otto buttafuori ogni notte, tre durante il
giorno. «Se ne stavano seduti lì, erano in due, bevevano birra». È
accaduto ciò che accade spesso, uno dei marocchini si stava facendo una
"canna". Uno della "security" si è avvicinato. «Fumate
pure, ma non qui». «C’è stata una reazione improvvisa, violenta» ricorda
Contin. Rabbia collettiva, in un rapido crescendo. L’extracomunitario si alza,
spacca la bottiglia sul tavolo e la brandisce come un’arma. Corre in mezzo alla
folla. Gracchiano le radioline di servizio invitando alla cautela:"Stè
fermi! Stè fermi!". C’è il rischio che qualcuno ci rimetta la gola. Il tam-tam richiama i buttafuori verso il Portello. I
marocchini fuggono verso il ponte in pietra. «Avevamo solo le mani come armi e
così li abbiamo inseguiti correndo» dice Ivano, un marcantonio della sicurezza
dai lunghi baffoni. I violenti sembrano in ròtta. Spariscono oltre il fiume. Ma
tornano dopo dieci minuti. E sono almeno in trenta. Hanno bottiglie, sassi e
bombolette spray. Il ponte diventa un baluardo. Adesso gli aggressori sono più
del doppio degli italiani che si difendono, arretrano, ondeggiano sotto una
pioggia di oggetti estratti dai cassonetti. I ragazzi dellospritz vicini ai
tafferugli si dileguano, ma centinaia non si accorgono di nulla. Intanto il corpo a corpo diventa furioso. «Quando siamo
passati al di là del ponte - ricorda Contin - abbiamo avuto paura». Davanti a
loro il manipolo violento. Dalle finestre un aiuto insperato. «Ci buttavano già
scope e pentole perchè ci difendessimo. E ci incoraggiavano "avanti,
dateci dentro, quelli hanno rotto le scatole"». Venti minuti di autentica
guerriglia. «Se non arrivava la Polizia eravamo nei guai. Sono scappati, anche
se qualcuno ci ha riprovato da via Venezia, venendo giù da via Anelli. Per
fortuna che le Volanti li avevano visti. Si sono dileguati». Ombre nella notte. Sul campo si sono contati quattro
contusi leggeri. Adriano accecato da uno spray. Andrea urticato con una
bomboletta. Alberto raggiunto a una gamba da un oggetto. Tito, colpito a un
ginocchio. L’atto d’accusa dei baristi è pesante: «Dove sono gli agenti in
borghese promessi dall’assessore Marco Carrai? - dice il presidente Contin - Io
lo avevo annunciato settimane fa: aspettano il morto? Qui di notte arrivano i
baby-spacciatori, bambini di 8-10 anni. Da quanto sono cominciati i controlli
in via Anelli gli spacciatori al Portello sono quadruplicati. E i vigili
vengono solo alle 2, per controllare che tutti abbiano chiuso». Perchè tanta
violenza? «Questa era la loro zona di traffico, noi abbiamo rotto le scatole. Da
stasera raddoppiamo la sicurezza e non vendiamo le bottiglie in vetro. Non
siamo così scemi da mettergli in mano anche le armi».
Giuseppe Pietrobelli
LA STAMPA
Contromano sulla A5
Era ubriaco e drogato
l’autista–killer
Guidava ubriaco e sotto l’effetto
di stupefacenti, Fabrizio Carrer, il trentenne originario della Valle d’Aosta,
residente a Vanzago, in provincia di Milano, che martedì sera ha seminato il
panico in autostrada, guidando per 40 chilometri contromano e compiendo poi una
strage, con l’uccisione di tre persone ed il ferimento di una quarta, ora in
coma. Sono arrivati ieri mattina i risultati degli esami
tossicologici dell’ospedale di Ivrea, che ora saranno consegnati alla magistratura:
Carrer aveva un tasso alcolico nel sangue tre volte superiore al consentito ed
è risultato positivo all’esame dei cannabinoidi. Un mix esplosivo di alcol e
droga che comunque non giustifica una manovra scellerata come quella di guidare
per 45 chilometri (da Vercelli ovest fino a Lessolo, sulla A5 Torino-Aosta) in
direzione contraria. Le vittime, tutti cinesi, si sono trovati davanti la Seat
Ibiza di quest’uomo lanciata contro di loro a velocità sostenuta e non hanno
potuto evitare l’impatto. Nell’auto di Carrer gli agenti della Polstrada
avrebbero trovato, oltre ad un pitt bull che viaggiava con lui, anche un
bottiglione di vino e alcune cartine da sigarette (che vengono usate anche per
confezionare gli spinelli). Carrer adesso è fuori pericolo ed è ricoverato in
ortopedia a Ivrea. Presto dovrà rispondere alle domande dei magistrati.
(gp.mag.)
LA PROVINCIA DI CREMONA
Ubriaco alla guida Denunciato
extraCee di Casalmaggiore
CASALMAGGIORE — Completamente
ubriaco al volante. E’ finito nei guai un 30enne extracomunitario residente a
Casalmaggiore che la scorsa notte è stato denunciato dai carabinieri di Luzzara
per guida in stato di ebbrezza e il suo furgone è stato posto sotto sequestro.
L’uomo, poco dopo le tre di notte, stava percorrendo la statale tra Reggiolo e
Tagliata. Ad un tratto ha arrestato la marcia e si è fermato nel bel mezzo
della carreggiata. Sono stati alcuni passanti, preoccupati per la posizione in
cui si trovava il furgone, ad allertare i carabinieri. Giunti sul posto, i
militari hanno subito capito che l’uomo era in evidente stato alcolico e lo
hanno portato all’ospedale di Guastalla per fargli smaltire la sbornia. Il
veicolo, intanto, è stato rimosso e si trova tutt’ora sottosequestro. Al 30enne
è anche stata ritirata la patente di guida.
IL GIORNALE DI VICENZA
Ha tentato la fuga davanti ai Cc
Uscito grazie all’indulto temeva di tornare in carcere
La tragedia di Campolongo. Alcuni passanti avevano segnalato al 112 la lite fra
De Vincenzi e la Faustinelli I militari che sopraggiungevano hanno incrociato
la vettura dei due che zigzagava. L’alt, l’inversione e lo schianto. Il pregiudicato è forse il primo detenuto in Italia uscito dal carcere con il
provvedimento Mastella a morire per il timore di tornare in prigione.
Centrato il cordolo la station wagon si è ribaltata finendo la corsa contro la
canonica di piazza Roma. Lui è morto subito, lei in ospedale.
di Vincenzo Pittureri
Doveva essere un banale controllo, si è trasformato in una tragedia. Lo
schianto nella notte in Valbrenta nel quale sono scomparsi Roberto De Vincenzi,
32 anni, pregiudicato domiciliato in città, in libertà per avere appena
beneficiato dell’indulto, e Luciana Faustinelli, 51 anni, residente anch’essa a
Bassano in via Cellini, madre di due figli, ha avuto un prologo movimentato:
quello di un’operazione di routine, davanti alla quale De Vincenzi si è
sottratto con una manovra spericolata che ha innescato il volo mortale.
Da una prima e ancora sommaria ricostruzione dei carabinieri del Norm, Roberto
De Vincenzi e Luciana Faustinelli avevano cenato assieme in un ristorante nei
pressi di Campolongo poco dopo le 19.30. Ma è stato dopo le 22.30 che la
situazione è precipitata: secondo alcuni testimoni, dopo aver consumato la
cena, la coppia avrebbe avuto un violento litigio nel parcheggio del locale. La
discussione è trascesa, al punto da allarmare il titolare della trattoria che
ha avvertito precauzionalmente i carabinieri.
I militari sono giunti sul posto ma quando la «gazzella» del Nucleo operativo
radiomobile di via Emiliani è giunta nel posteggio non ha trovato nessuno
perché l’auto con l’uomo e la donna a bordo si era già allontanata. I Cc allora
si sono rimessi in marcia verso Bassano e dopo qualche istante, a sud di
Campolongo, hanno rinvenuto la Daewoo (di proprietà del marito della
Faustinelli, Andrea Barbozza) che procedeva a zig-zag, forse per le condizioni
alterate del conducente De Vincenzi. Gli uomini in divisa hanno fatto segno
alla vettura di fermarsi e in effetti il guidatore ha obbedito frenando il
mezzo poco più avanti.
La pattuglia è scesa dall’auto di servizio, si è incamminata verso la Daewoo
per eseguire le verifiche di rito e all’improvviso De Vincenzi ha ingranato la
marcia ha effettuato un’inversione a U, accelerando a tutta velocità verso
nord, qualche centinaio di metri percorsi a tutto gas. Una virata a tavoletta
che è costata carissima a entrambi, visto che in prossimità della strettoia di
via Montegrappa, nel centro del paese, il pregiudicato trentaduenne ha perso il
controllo della macchina che ha sbandato e con la ruota anteriore destra ha
colpito lo scalino in cemento di un negozio di alimentari. Complice l’alta
velocità, la Daewoo è letteralmente decollata, compiendo un volo di diverse
decine di metri, non meno di 40, secondo i primi racconti di chi ha assistito
alla drammatica sequenza di morte ed è planata sulla piazza principale di
Campolongo.
L’auto si è cappottata rimbalzando rovinosamente al suolo col tettuccio che
ovviamente si è disintegrato nella collisione contro lo spigolo esterno dell’edificio
che ospita la canonica, poi si è girata su sè stessa tornando nella posizione
originale in un’agghiacciante carambola di sangue. Nel tremendo impatto, De
Vincenzi ha sfondato il lunotto ed è stato sbalzato sull’asfalto ad un paio di
metri di distanza, spirando sul colpo. La Faustinelli invece è rimasta
intrappolata tra le lamiere e quando è stata soccorsa respirava ancora.
Prontamente intubata, la donna è stata trasportata d’urgenza in ambulanza
all’ospedale San Bassiano, ma poco dopo il ricovero, attorno a mezzanotte, ha
cessato di vivere, nonostante i sanitari si siano prodigati per strapparla alla
morte.
Il botto fortissimo ha attirato l’attenzione dei parecchi avventori che in quel
momento si trovavano al bar centrale del paese, i quali si sono catapultati
fuori dal locale per rendersi conto di cosa fosse accaduto.
Sembra che De Vincenzi avesse voluto aggirare il controllo dei carabinieri
poichè stava guidando privo della patente (oltreché, probabilmente sotto
l’effetto dell’alcol, come sospettano gli investigatori). Una mossa avventata
che entrambi hanno pagato con la vita. Lo sfortunato De Vincenzi,
probabilmente, in Italia è il primo detenuto uscito grazie all’indulto a morire
per paura di tornare in carcere. Paura che con ogni probabilità era infondata,
dato che gli illeciti che potevano semmai essergli contestati dai carabinieri
non erano di una gravità tale da farlo tornare dietro le sbarre.
Gli inquirenti, comunque, ora stanno completando i rilievi del sinistro ed il
fascicolo è stato consegnato al magistrato che si occupa della vicenda, la
dottoressa Linda Arata.
IL
MESSAGGERO (Umbria)
SE LA LIBERTA’ E’ SOLITUDINE Libero con l’indulto, si ubriaca e finisce in coma Uno straniero trovato in fin di vita in via del Silenzio.
Era appena uscito dal carcere
di
VANNA UGOLINI
L’hanno trovato steso per terra, in via del Silenzio, la coscienza annegata
in un bottiglione di vino. Non c’è voluto molto ai poliziotti per riconoscerlo,
il suo era l’identikit del pendolare del carcere: magrebino, spacciatore,
appena ritornato fuori di prigione grazie all’indulto. Senza sapere dove
andare, cosa fare. In bilico, forse, tra la tentazione di continuare a giocare
d’azzardo con la vita, lontano da casa, da tutto e, spesso, dal niente che c’è
e il desiderio di lasciarsi andare. Anche ricominciare è difficile. E poi è
agosto, chi è riuscito a fare i soldi - con il lavoro o con lo spaccio non
importa, quando si torna al paese si può sempre raccontare il passato che ci
piacerebbe aver vissuto, non quello che è accaduto veramente - è tornato a
casa. Più di una trentina sono finiti in carcere pochi giorni fa. Qualcuno è
già morto o è finito all’ospedale: un magrebino appena uscito dopo l’indulto è
finito su una panchina del parco della Cupa, si è bucato lì e non si è mai più
rialzato. Un altro, italiano, ha riaperto gli occhi dopo sette iniezioni di
Narcan, farmaco a cui ogni volta i soccorritori affidano la speranza che riesca
a far risalire tutti gli abissi in cui fa cadere la droga: overdose e coma
etilico la diagnosi, ma sono riusciti a caricarlo in barella e a portarlo in
ospedale. Bere alcolici e magari farsi anche di qualche droga è una moda che è
sempre più in voga. Tecnicamente, chi lo fa si chiama ”poliassuntore”, in
realtà si è di fronte a persone a cui una sola sostanza stupefacente non fa più
effetto. E così cerca sensazioni, ancora più forti.
L’indulto è anche questo: persone, morte, sballate, ubriache. Un percorso in
bilico sopra un’umanità particolare che passa e ripassa con frequenza
ravvicinata la linea della ragione e del torto: quell’uomo ubriaco da morire in
pieno giorno per la legge è un criminale che, però, può uscire di prigione.
Forse, per più di una madre è peggio: è uno che ha venduto la droga al figlio.
E’ anche un uomo solo, uno che della sua libertà non ha saputo cosa farsene. E’
una persona che quando si sveglierà dal coma si chiederà cosa fare e, se non ci
sarà nessuno, vicino, che gli indicherà qualche strada percorribile, ritornerà,
probabilmente, a ripercorrere le uniche che conosce. Finiscono molto spesso
male i piccoli criminali, quelli che con lo spaccio, con i furti o le rapine,
ci campano, ma non ”svoltano” mai. Carnefici per le persone più deboli -
anziani, tossicodipendenti - a loro volta un po’ vittime. Finiscono in overdose
nei parchi pubblici, morti in una rapina o in incidente stradale per guida in
stato di ebrezza. Nel frattempo, una traiettoria di vita durante la quale si fa
anche molto male agli altri. Tanti di questi oggi sono fuori. La Regione ha
disposto un kit di 100 euro per il materiale di primo soccorso. Chissà se
dentro c’è anche la mappa per arrivare a trovare un ”tesoro” che si chiama
integrazione.
IL GAZZETTINO (Nordest)
A Verona un ubriaco
semina il panico con l’auto in centro
VERONA - Scene da film in pieno centro nella città
Scaligera. Ma potevano avere un esito grave. La Polizia Municipale di Verona è
stata protagonista di un inseguimento nel cuore della notte: nel mirino delle
forze dell’ordine un’utilitaria che nonostante l’alt ha proseguito la sua corsa
senza fermarsi. E un motivo di questa fuga è stato poi ben evidente. Alla guida
dell’autovettura c’era infatti un uomo di 46 anni residente a Bussolengo che
prima di essere fermato, con una manovra della pattuglia, era riuscito a
percorrere corso Milano, in pieno centro, a tutta velocità attraversando alcuni
incroci senza rispettare il semaforo rosso e creando panico tra gli altri
automobilisti. Una volta fermato l’uomo alla guida risultava essere in stato di
ebbrezza alcolica; a bordo con lui altri due uomini, anche loro nella stessa
condizione. Per il 46enne una maxi contravvenzione che gli ha sottratto 24
punti dalla patente in un sol colpo.
IL GIORNALE DI VICENZA
L’incidente nella notte a Grumolo. Il giovane aveva la
patente rubata Esce di strada con la macchina Positivo a coca e alcol, denunciato
Perde il controllo della macchina ed esce di strada, restando ferito. Ma i guai
per lui sono appena iniziati, perché quando arriva la polizia lo trova positivo
all’alcoltest e al narcotest, e scopre che non ha mai conseguito la patente, e
che quella che aveva esibito in realtà era stata rubata in bianco e ricompilata
con i suoi dati anagrafici.
La nottata di passione per Alessandro Primon, 24 anni, residente a Piazzola sul
Brenta (Padova), inizia verso l’una e venti. Con due amici, risultati estranei
alle contestazioni, stava percorrendo via Camisana a Grumolo delle Abbadesse al
volante di una Volkswagen Golf, quando - per cause da accertare da parte degli
agenti - ha perso il controllo ed è finito fuori dalla carreggiata.
Poco dopo è arrivata a Grumolo una pattuglia della polizia stradale che, come
di prassi, ha sottoposto il conducente all’esame alcolimetrico. Primon è
risultato avere un tasso superiore di quasi tre volte al limite consentito, ed
inoltre, dagli accertamenti ospedalieri, aveva assunto cocaina. Ragion per cui
i poliziotti gli stavano per ritirare la patente per guida in stato di ebbrezza
e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, reati per i quali è stato
denunciato. Il documento è stato portato al comando dove gli agenti dell’ufficio
infortunistica hanno controllato la patente. Dalle verifiche al computer del
ministero è emerso che quel documento era stato rubato in bianco nel 2001 a
Napoli, e successivamente compilato con i dati del padovano. Da tempo, secondo
l’accusa, Primon guidava senza aver mai ottenuto la patente.
Per questo, il giovane è stato denunciato anche per ricettazione, e la vettura
potrebbe essere sequestrata per guida senza patente.
IL GAZZETTINO (Nordest)
CITTADELLA La rissa è scoppiata per la reazione di un
giovane alle avances di un albanese verso la sua ragazza
Difende la fidanzata, pestato a
sangue
Padova
Si è conclusa con un pestaggio la tradizionale sagra
dell’Assunta a Facca, una frazione di Cittadella. Sembrava una serata
tranquilla quella di mercoledì. La festa procedeva a gonfie vele. Lo stand del
bancone gastronomico era affollato di gente mentre tanti ragazzi facevano la
fila per aspettare che si liberasse la giostra preferita. Peccato che l’ultimo
giorno di questa sagra paesana sia stato turbato e non poco da una violenta
rissa innescata da alcuni albanesi. Erano le 23 circa quando M.A., un ragazzo
di Cittadella di circa 24 anni, stava passeggiando tra le attrazioni della
sagra assieme alla sua fidanzata e ad altri amici. All’improvviso un albanese si è avvicinato alla morosa del
cittadellese, toccandole il sedere. La ragazza si è distanziata immediatamente
dall’uomo e ha richiamato l’attenzione del suo ragazzo. M.A. non ci ha pensato
due volte a riprendere verbalmente l’extracomunitario, intimandogli di stare
lontano da lei. L’albanese, che molto probabilmente era ubriaco, ha reagito
contro il ragazzo insultandolo minacciosamente. Il 24enne ha ribadito all’extracomunitario di allontanarsi
e di non riprovare a fare un gesto simile alla sua ragazza. La lite sembrava
terminata, tanto che l’extracomunitario si era allontanato. Invece dopo pochi
minuti l’uomo si è nuovamente avvicinato al ragazzo assieme a altri sei
connazionali e lo ha colpito alla testa con un arnese, probabilmente metallico.
Il 24enne, colto di sorpresa alle spalle, ha cercato di difendersi aiutato
anche dagli altri suoi amici. Subito dopo è stato colpito al volto dai pugni sferrati dagli
altri aggressori, che poi si sono dileguati in mezzo alla gente. Il
cittadellese, dolorante per le botte subite, ha chiamato immediatamente i
carabinieri. M.A. si è dovuto rivolgere alle cure dei sanitari del Pronto
soccorso di Cittadella per la medicazione di alcuni tagli al volto e di una
forte botta all’occhio destro e alla mandibola. Il giovane ha sporto denuncia
contro ignoti ai carabinieri di Cittadella, che si stanno dando da fare per
individuare gli aggressori. Sempre alla sagra di Facca nel fine settimana scorso si è
verificata una situazione simile. Un uomo è stato picchiato a sangue da alcuni
extracomunitari ed è intervenuta un’ambulanza per portarlo all’ospedale a causa
delle ferite subìte durante la lite.
Alberto Toniolo
IL MESSAGGERO
DRAMMA IN FAMIGLIA «Papà picchia la mamma», arrestato La figliola chiama
il “112” e i carabinieri si imbattono in una violenza sessuale
di PEPPE ERCOLI
«Venite a casa, presto, papà sta picchiando mamma». Questa telefonata fatta da
una bambina di 12 anni al 112 ha fatto scattare martedì scorso un’operazione
dei carabinieri che si è conclusa con l’arresto di un albanese di 43 anni da
tempo residente con la moglie e due figli, anche loro di nazionaltà albanese.
La sorpresa da parte dei militari dell’Arma è però che l’uomo non stava
picchiando la donna ma, secondo quanto poi denunciato dalla stessa, la stava
violentando. Circostanza che ha portato il sostituto procuratore della
Repubblica di Ascoli Carmine Pirozzoli a formulare nei confronti
dell’extracomunitario l’ipotesi di reato di violenza sessuale, lesioni
personali e resistenza a pubblico ufficiale, visto che l’uomo si sarebbe anche
opposto all’arresto dando in escandescenze alla vista dei militari dell’Arma
intervenuti a casa sua. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ascoli Annalisa
Gianfelice ha fissato per questa mattina l’udienza di convalida durante la
quale l’arrestato sarà assistito dall’avvocato Gianluca Silenzi che ieri lo ha
visitato nel carcere di Marino del Tronto trovandolo particolarmente abbattuto
per l’accaduto. La moglie, di qualche anno più giovane, è stata medicata
all’ospedale e dimessa con una prognosi di pochi giorni. Ha riportato comunque
lesioni in varie parti del corpo e nelle zone intime.
Deve essere stata una scena evidentemente molto cruda, cattiva, violenta quella
che ha spinto la bambina a prendere il telefonino cellulare e chiedere aiuto ai
carabinieri. I fatti sarebbero avvenuti intorno alle sette e mezzo di martedì
mattina, prima che l’uomo uscisse di casa per andare a lavorare come muratore. Nessun
precedente importante per lui, men che meno a sfondo sessuale: solo uno per
guida in stato di ebbrezza. In casa c’era la coppia albanese insieme alla
bambina che era in un’altra stanza.
Assente invece il primogenito. La piccola ha avvertito concitazione fra i
genitori, ha sentito le urla, in particolare della madre. Si è impaurita e così
ha preso un telefonino che era in casa e ha chiesto aiuto telefonando al 112.
In breve sul posto si sono portati i carabinieri. La scena di violenza non era
ancora conclusa e l’uomo ha anche tentato di opporsi al loro intervento.
Infine, è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto. «Una
vicenda tutta da verificare», commenta l’avvocato Silenzi aggiungendo che «ci
sono ancora tanti aspetti da chiarire in una faccenda comunque di carattere
familiare».
IL GAZZETTINO (Vicenza)
L’automobile adesso verrà alienata e finirà
direttamente in carrozzeria
Senza patente, beccato tre volte
Montebelluna
"Beccato" per tre volte al volante senza
patente. Perderà l’auto. Quando ieri l’hanno visto transitare lungo via
Risorgimento al volante di quella vecchia Citroen Ax, gli agenti della Polizia
municipale di Montebelluna, che ben conoscevano il mezzo ed il conducente, non
hanno avuto dubbi su chi fosse e hanno sollevato all’istante la fatidica
paletta. Lo avevano fatto già il 10 maggio, quando avevano trovato R.P. al
volante della stessa auto nonostante avesse la patente revocata da altri
comandi (sembra per guida in stato di ebbrezza). La cosa non gli aveva
impedito, poi, di riprendere l’auto anche il giorno dopo, incappando ancora una
volta nei vigili. Ora, probabilmente, i "giretti" del Montebellunese,
per lo meno con quel veicolo, sono terminati. L’auto, infatti, ora gli verrà
alienata e finirà dritta dritta in carrozzeria, come la normativa prevede. A
quanto sembra, però, il Montebellunese in questione si sarebbe già attrezzato
per non rimanere a piedi. Avrebbe, infatti, già conseguito il patentino. Farà
bene a tenerselo stesso.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
THIENE Autore del gesto un giovane croato, clandestino,
che nel giro di pochi minuti si è visto dare la caccia da carabinieri, polizia
locale e cittadini Ruba l’auto di Babbo Natale e il
paese si mobilita
Dopo l’arresto
l’uomo è stato colto da malore ed è stato ricoverato al Boldrini in coma
etilico. Ora si trova al S. Pio X
Non ha certo portato fortuna a Grgig Mladen, un croato di
20 anni, clandestino nulla facente e senza fissa dimora, rubare l’auto al Babbo
Natale cittadino. Nel giro di pochissime ore si è trovato infatti in manette ed
ora è dietro le sbarre nella casa circondariale del Pio X di Vicenza in attesa
delle decisioni dell’autorità giudiziaria. Il giovane, nella notte di mercoledì
scorso, ha rubato un’auto, una Peugeot 106, di proprietà di Giuseppe Zancan,
pensionato, il Babbo Natale più famoso della città. E mettersi contro Babbo
Natale, si sa, porta sfortuna. Ieri mattina infatti, mentre Zancan si stava
recando alla caserma dai carabinieri per denunciare il furto, si è visto
sfrecciare sotto il naso, in direzione opposta, proprio la sua auto. Subito il
pensionato ha avvisato i carabinieri che hanno chiesto aiuto alla polizia
locale. E chi mai rifiuterebbe una mano a Babbo Natale, anche fuori stagione?
Nel breve giro di qualche minuto, dieci pattuglie tra poliziotti locali e
militi dell’Arma, aiutati da numerosi cittadini hanno praticamente blindato la
città, e attraverso il telefonino segnalavano costantemente il percorso
dell’auto. Auto che prima transitava in centro storico, poi in via S. Gaetano,
quindi veniva segnalata in via Dei Quartieri, fino ad arrivare in via Val
Leogra. Purtroppo per il ladro, via Val Leogra è una strada chiusa e quando il
giovane malvivente se ne accorgeva era ormai troppo tardi. Inutile il tentativo
di retromarcia, due poliziotti motociclisti erano già su di lui. Ne nasceva una
collutazione furibonda, tra il croato e i due poliziotti a cui poi si
aggiungevano due carabinieri e un civile. Manette ai polsi, Grgig Mladen
arrivava in caserma in evidente stato di alterazione dovuto ad alcolici e
droga. I carabinieri lo hanno identificato subito nell’autore di un altro furto
d’auto con relativo arresto avvenuto in città lo scorso 15 maggio, poi
all’improvviso il ragazzo si è sentito male. Prontamente ricoverato al vicino
ospedale Boldrini con la diagnosi dei sanitari di coma etilico. Ma il giovane
si è ripreso rapidamente e già nel pomeriggio i medici hanno dato il permesso
per il trasferimento al carcere di Vicenza dove Grgig Mladen si trora ora a
dover rispondere dell’accusa di violenza, resistenza e lesioni a pubblico
ufficiale (i due poliziotti che lo hanno affrontato sono dovuti ricorrere ai
medici del pronto soccorso e se la sono cavata con una prognosi di 7 giorni),
ricettazione di veicolo rubato, guida sotto l’effetto di stupefacenti e
alcolici e danneggiamento dell’auto rubata.
Valerio Bassotto
IL GAZZETTINO (Rovigo)
Alticcio al volante Patente
ritirata
Bosaro
Non è riuscito a nascondere agli agenti il suo stato di
alterazione da alcolici. I poliziotti della Stradale l’hanno sottoposto al test
dell’etilometro. M.F., 56 anni, di Arquà Polesine, è risultato positivo. Gli è stato riscontrato un tasso alcolico triplo rispetto
ai limiti consentiti dal codice della strada. L’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.
Gli agenti hanno provveduto al ritiro della patente e al fermo amministrativo
della vettura. Il controllo è avvenuto lungo la S.S. 16, in territorio di
Bosaro.
CORRIERE ADRIATICO
Il corpo notato da
alcuni passanti che stavano facendo una passeggiata lungo la battigia. I
funerali domani alle 10 nella chiesa Santissima Annunziata
Era già stato salvato pochi giorni fa quando è uscito dal carcere grazie
all’indulto
Sandro Ciribeni trovato morto annegato
PORTO SANT’ELPIDIO - La vita di Sandro Ciribeni è finita ieri mattina all’alba
sulla spiaggia di Porto Sant’Elpidio. Il suo corpo è stato trovato intorno alle
8,30 da alcuni passanti che stavano facendo una passeggiata in riva al mare.
Secondo l’ispezione cadaverica effettuata nel tardo pomeriggio di ieri
all’obitorio dell’ospedale di Fermo dal dottor Vittorio Scialè, la morte è
stata causata da annegamento. Al momento del ritrovamento infatti il
quarantaquattrenne giaceva supino sull’arenile, indossava una maglietta a
maniche corte e un paio di pantaloni corti. Inizialmente sembrava che avesse
semplicemente avuto un malore, purtroppo invece i sanitari del 118 una volta
accorsi sul posto hanno potuto soltanto accertarne la morte. Quest’ultima, in
base al referto dell’ispezione cadaverica, è sopraggiunta intorno alle cinque
di ieri mattina. L’uomo era stato visto girare in evidente stato di ebbrezza in
alcuni chalet del lungomare, è probabile quindi che si sia diretto sulla
spiaggia per riposare o per smaltire i fumi dell’alcol e che una volta arrivato
lì abbia poi deciso di fare un bagno. L’impatto con l’acqua fredda deve
essergli stato fatale, non è da escludere neanche che Ciribeni abbia iniziato a
bere acqua e da solo non sia riuscito a salvarsi. A quell’ora infatti la
spiaggia era deserta e gli chalet erano chiusi, di conseguenza non è riuscito a
richiamare l’attenzione di nessuno. Sandro Ciribeni era un uomo molto
conosciuto in città per il suo passato turbolento e per i numerosi precedenti
penali. Era uscito dal carcere di Fermo soltanto una settimana fa, grazie
all’indulto approvato dalle Camere, e non appena aveva fatto ritorno a Porto
Sant’Elpidio aveva rischiato di annegare. Proprio lo scorso mercoledì infatti
era stato salvato da alcuni bagnanti che lo avevano visto entrare in acqua nel
tratto di mare davanti alla spiaggia libera che si trova in prossimità della
rotonda. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Fermo, era stato salvato per
miracolo dai sanitari e dopo alcuni giorni di degenza era stato dimesso e la
sera stessa era entrato in un bar del centro e lo aveva praticamente distrutto.
Il destino ieri sera lo ha portato di nuovo in riva al mare, nel tratto di
spiaggia che si trova tra la Lega Navale Italiana e lo chalet Radionave, dove
questa volta ha trovato la morte. “Ciribè”, come lo chiamavano gli amici, non
era sposato e viveva in Via Elpidiense insieme alla sua famiglia. La notizia
della sua morte ieri mattina ha fatto rapidamente il giro della città ed ha
lasciato sconcertati tutti coloro che conoscevano questo ragazzo che, pur
avendo un carattere turbolento e irascibile, aveva molti amici che nel corso di
questi anni avevano cercato di aiutarlo e di convincerlo a cambiare vita. Il
corpo di Sandro Ciribeni sarà restituito alla famiglia soltanto questa mattina,
dopo che la procura avrà rilasciato il nulla osta. Per la salma infatti non è
stata disposta nessuna autopsia, in quanto per accertare la causa del decesso è
stata sufficiente l’ispezione cadaverica effettuata ieri pomeriggio. I funerali
invece si terranno domani mattina alle ore 10 presso la chiesa Santissima
Annunziata, nel quartiere centro.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
San Cassiano Un originale evento
nel palazzo ducale
Massaggi, balli e buon vino ecco
«Le vie del benessere»
SAN CASSIANO Il massaggio del sorriso e del vino e l’incontro con il
naturopata. Una frisella al pomodoro ed il tantra. I latticini ed un seminario
sulla psicologia dello sport. Dalla degustazione dell’olio e del vino al
spinning, sino all’incontro con la sessuologa. (*) Tutto questo e non solo
nella «due-giorni» de «Le vie del Benessere» tra fitness, alimentazione e cura
del corpo. L’evento, unico per il suo genere ed ospitato nel palazzo ducale, tra
oggi e domani a partire dalle 18 sino alle 24, sarà l’occasione di incontro e
di studio sul miglioramento della qualità della vita. Il centro storico di San
Cassiano si trasforma in un meeting del benessere con fitness (aerobica, step,
fit box, pump, spinning, yoga, danza e arti marziali), alimentazione
(educazione alimentare, degustazione prodotti gastronomici locali ed
alimentazione e territorio) e cura del corpo (massaggio tradizionale, massaggio
shatsu, meditazione, naturopatia e cromoterapia). «L’obiettivo della rassegna è
quello della ricerca del benessere a 360 gradi per migliorare la qualità della
vita quotidiana e non con il solo fine dell’aspetto estetico - commenta Fabio
Lazzari della Trainer Fit - Il principale scopo della manifestazione è quello
di avvicinare tutti al mondo del fitness e del benessere. Un percorso che,
grazie alla collaborazione delle palestre, centri benessere, associazioni e
grandi aziende, ha l’occasione di dimostrare e far provare ad una vasta platea
di persone, compresi soprattutto gli anziani, cosa significa curare il corpo
per sentirsi bene». E nell’occasione sono in programma diversi seminari. Oggi:
Olismo e Naturopatia (ore 18,15), Anoressia (19), Digitopressione Shatsu
(19,45). Domani: Dietologia Naturopatica (ore 18,15), Psicologia dello Sport
(19) e Yala neti (19,45).
Pasquale Marzotta
(*) Nota: per fortuna che la maggior parte dei santoni,
arhat e guide spirituali che hanno ispirato la medicina olistica sono stati
cremati, altrimenti si rigirerebbero nella tomba.
LA STAMPA
Festa della birra a Cravagliana A Rossa gita sui
sentieri dell’arte
Autovelox ed etilometro Un weekend di controlli
Alcol e droga tutta Hollywood va in clinica
Havana Club e Bacardi alla guerra del rum
IL TIRRENO
vino e eros grande serata all’albericus
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