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News 17/08/2006

Agenti malati I danni risarciti dal Viminale

IL MINISTERO dell’Interno deve risarcire i danni provocati dagli agenti di polizia in servizio anche se dichiarati incapaci di intendere e di volere per «vizio totale di mente», lo sottolinea la Cassazione, che ha respinto un ricorso del Viminale contro una sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta che condannava il dicastero al risarcimento di un giovane aggredito da un poliziotto rivelatosi poi malato di mente. Nel febbraio dell’82, all’interno di un seggio elettorale allestito in una scuola media, un militare di leva e un agente di polizia - entrambi in servizio di vigilanza - vennero alle mani per futili motivi. Il poliziotto estrasse la sua Beretta e corse dietro al militare, il giovane di leva si rifugiò nel bagno della scuola: gravissime le condizioni del militare con ferite multiple in tutto il corpo. Ma nel 2002 Corte di Appello di Caltanissetta ha riconosciuto il risarcimento dei danni subiti dalla giovane vittima quantificati in oltre 130 mila euro e addebitati al ministero dell’Interno. Contro tale decisione è ricorsa in Cassazione l’avvocatura di Stato in rappresentanza del Viminale convinto di non dover rispondere per fatti illeciti compiuti da suoi dipendenti, tanto meno se dichiarati non sani di mente. Il ministero dell’Interno dovrà quindi risarcire la vittima oltre che sostenere le spese di giudizio quantificate in 3 mila e cinquecento euro.

 

© asaps.it


da Il Tempo.it
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Giovedì, 17 Agosto 2006
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