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Vietnam, la violenza stradale è ormai un genocidio: 11mila morti nel primo semestre del 2006, quasi il 10% in più rispetto al 2005. Praticamente, 60 morti al giorno.

Il Giappone vara un piano di aiuti.

 
Una pattuglia della polizia in Vietnam: davvero singolare.


(ASAPS) HANOI (VIETNAM) – Possibile una sinergia tra il governo giapponese di Tokyo e quello vietnamita di Hanoi? Evidentemente sì, e la cosa che più stupisce è che si tratta di un accordo per la sicurezza stradale. A dire la verità, il paese del sollevante fornisce da tempo un forte sostegno economico al Vietnam, proprio per migliorare la precaria condizione di sopravvivenza stradale: qui, in un paese che si affaccia in questi anni alla motorizzazione di massa, ma dove da anni ci si muove in moto con cifre della mortalità da far accapponare la pelle, convergono già da tempo anche i progetti della Banca Mondiale. Lo scorso anno, quando alcuni protocolli vennero siglati, molti pensarono ad un’immediata inversione di tendenza, ma così non è stato e il barometro della sicurezza stradale guarda alla tempesta. Il numero di vittime è aumentato ancora e nei primi 6 mesi del 2006 sono state registrate oltre 11.000 vittime, praticamente 60 morti al giorno: nel Sud-Est asiatico è il record assoluto, ma riteniamo che il Vietnam sia uno dei paesi più a rischio nel mondo, visto che secondo le stime del 2001 conta poco meno di 80milioni di abitanti. Si calcola che solo i danni materiali costano al paese l’equivalente dello 0,8% del proprio PIL, senza contare poi l’incidenza sul bilancio del costo dei morti e dei feriti. In termini statistici il numero dei morti nel primo semestre del 2006 è aumentato del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2005. Il ruolo di Tokyo, che evidentemente avrà interessi economici da tutelare in quel paese, è quello di prestare progettisti e finanziamenti sulle strade nazionali del nord del paese, dove sono in corso d’opera i cantieri per le arterie delle SS3, 5, 10 e 18. l’obiettivo principale è quello di ridurre gli incidenti per gli abitanti delle traverse e degli utenti in generale. Si comincerà con l’individuare i punti neri della sinistrosità e le carenze infrastrutturali più urgenti, proseguendo poi nell’addestramento delle polizie rurali al rispetto del neonato codice della strada vietnamita, dotando gli agenti di strumenti più moderni: auto, moto e radar. A firmare il protocollo d’intesa c’erano i presidenti della Banca giapponese per la cooperazione internazionale (BJCI), dell’Agenzia giapponese per la cooperazione internazionale (AJCI) ed il capo del dipartimento vietnamita per la sicurezza stradale. Sembrava che le cose fossero lievemente migliorate, ma il 2006 sarà sicuramente ricordato come l’anno nero della sicurezza sulle strade, in Vietnam

 

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Venerdì, 18 Agosto 2006
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