(ASAPS) – Non finiscono proprio i guai per i mastodontici veicoli 4x4 divenuti ormai oggetto di culto per chi li adora e ne coltiva la passione, ed un vero e proprio bersaglio per chi invece li odia con tutte le loro forze. Un nuovo studio, stavolta concluso dall’università del Queensland (Australia) in collaborazione con l’Imperial College di Londra, e pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica britannica “British Medical Journal”, mette in difficoltà ancora una volta la categoria. Come? Sembra proprio che i conducenti di SUV siano 4 volte più suscettibili all’utilizzo del telefonino durante la guida rispetto a quelli al volante di auto “normali”. L’indagine è stata portata a termine su un campione di 38.182 veicoli cosiddetti “classici” e su una target di 2.944 SUV, selezionati in tre arterie diverse della capitale britannica indicate come quelle a tasso di traffico più intenso. La ricerca si è sviluppata in due tempi diversi, e precisamente prima dell’entrata in vigore in Inghilterra del divieto di fare uso di telefoni cellulari durante la guida, e immediatamente dopo, a proibizione in atto: ebbene, se tutto il mondo è paese, è anche vero che la ricerca scientifica dei due atenei ha consentito di accertare che anche in Inghilterra, le cose – su questo specifico tema – non sarebbero cambiate per nulla rispetto all’entrata in vigore della legge: l’8,2% dei conducenti di veicoli 4x4 è stata vista guidare con il telefonino all’orecchio, contro il 2% di chi sedeva al volante di veicoli classici. Il fatto è che osservare ha rivelato ai ricercatori altre verità non preventivate: una tra tutte, il 20% dei fuoristradisti non aveva le cinture allacciate, mentre la percentuale di coloro che non le avevano invece indossate su veicoli normali è risultata il 2%. Ma perché questa differenza? I ricercatori del Queensland e di Londra hanno concluso che la colpa è dell’eccessivo senso di sicurezza che la guida di un veicolo così alto, rispetto al piano viabile ed agli altri veicoli, infonde nei rispettivi conducenti. Una vera e propria “frattura”, secondo i ricercatori, nel senso del reale, che può comportare l’assunzione spesso incosciente di comportamenti estremamente rischiosi. (ASAPS)
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