Foto Vincenzo Coraggio
(ASAPS) – Gli italiani rinviati a
settembre (pre-riforma Moratti ndr) in: segnaletica stradale. Da una ricerca
eseguita per conto della Direct Line, i nostri connazionali non sanno leggere i
cartelli e non ne conoscono il significato. L’indagine ha coinvolto un campione
di 1.100 automobilisti che immortala un quadro non certo rassicurante. L’unica
domanda a cui hanno risposto tutti esattamente, o quasi, (97%) è stata: “A chi
è obbligatorio dare la precedenza?”. Percentuali molto più basse quando i
quesiti vertevano su altri segnali. Il 42%, ad esempio, non conosce quello
utilizzato nei sensi unici alternati e si perde quando deve capire chi ha la
precedenza. Come al solito, forse è meglio dire per fortuna, non manca
l’eccezione che conferma la regola. Verona, infatti, si è classificata la città
con la più ampia conoscenza di questo cartello. Situazione grigia anche per il
“divieto di fermata” sconosciuto al 41% degli intervistati con un picco a
Torino (45%). E la situazione non migliora se ci si addentra nell’ambito dei
limiti di velocità. L’80% dei “prescelti” per lo studio ha ben presente che in
città il limite è di 50 km/h. Il vero problema è il restante 20%, tradotto in
cifra 7milioni di automobilisti su 35milioni, che lo ignora. A questo si
aggiunge che più della metà non conosce i limiti vigenti per i ciclomotori;
solo Firenze ha risposto per il 65% in modo corretto. Il terreno diventa sempre
più accidentato quando ci si addentra nell’intricato mondo delle sanzioni
collegate alle infrazioni per eccesso di velocità: solo il 50% dei conducenti
sa a cosa va incontro in caso di velocità che superi di 40 km/h il limite.
Altra “bestia nera” è la corretta manutenzione del veicolo. Solo il 14% sa
quanto devono essere profondi, per essere in regola, gli intagli del
battistrada dei pneumatici (1,6 mm sull’intera superficie). La più diligente è
Ancona (19%), le meno preparate Milano (8%) e Palermo (7%). Poco chiaro anche il meccanismo della patente
a punti. Non ben definito il numero iniziale, dei punti in dotazione il 18% è
convinto che siano più di 20, abbastanza approssimativa anche la conoscenza del meccanismo con cui vengono tolti. Ben il 60%,
infatti, crede che la perdita totale abbia come conseguenza il ritiro della
patente e non la revisione con ulteriore esame. A tal proposito i torinesi sono
risultati quelli con le idee un po’ più chiare (il 39% ha dato risposte
esatte), mentre i bolognesi sono i più confusi con un 24% di risposte corrette.
Questi dati confermano il disinteresse che gli italiani hanno verso la
sicurezza stradale. E a testimoniarlo ci sono le cifre: nel primo semestre del
2006 le infrazioni accertate per eccesso di velocità sono state 465.124 (+9% rispetto stesso periodo 2005).
Nello stesso periodo i decessi sulla strada sono stati 874 contro gli 852 del
2005. (ASAPS).
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