(ASAPS) FELTRE – Ecco una di quelle occasioni in cui la
patente dovrebbe essere definitivamente revocata. Gli ingredienti, per un atto
criminalità stradale, del resto, ci sono tutti. Ma vediamo la storia. È il 21
agosto, e nei dintorni di Belluno, una pattuglia della Stradale di Feltre sta
facendo il solito giro di pattuglia. Davanti a loro sfila un’Honda CBR600, una moto molto veloce, classe supersportiva.
Fin qui tutto normale, ma agli agenti non sfugge il particolare: la moto ha la
targa completamente rivestita di un panno. Se la circostanza fosse avvenuta in
qualche grande città, i poliziotti avrebbero pensato a due sicari pronti a
colpire, mentre l’intento apparente dei due balordi era in realtà un altro:
beffare l’autovelox. La pattuglia si mette in movimento ed intima l’alt ai due
centauri, che però cominciano ad allungare la marcia. In prima, la 600 fa quasi
120, mentre alla Marea serve tirare la terza per avvicinarsi a quella soglia.
Le manovre che seguono sono da pazzi. Il pilota della misteriosa giapponese
imbocca contromano una rotatoria, sorpassa veicoli in curva, sparisce nei
rettilinei. Nella zona stanno convogliando intanto i rinforzi, ma è solo una
questione di tempo e se qualcuno non fermerà subito la moto, i due balordi
avranno buon gioco a far sparire le proprie tracce. Non si tratta però di un
pilota d’eccellenza: la gomma posteriore della CBR rivela questo particolare
agli intenditori, visto che la “riga” – che indica quanto il suo pilota riesca
a piegare in curva e quindi a mantenere una velocità più elevata anche girando –
è molto alta. In soldini: rettilinei a 200 all’ora, ma curve a 50, forse meno.
Un novellino, magari spericolato e incosciente, ma pur sempre un novellino. E
infatti, alla curva della Chiusa di Anzù, teatro di molti incidenti per “una
corda” che molti faticano a trovare, la 600 allarga troppo e finisce dritto,
contro il guardrail. Una tragedia evitata per un pelo: i due ragazzi si
rialzano e vengono subito bloccati. Sono due “boccia”, in vena di bravate, ma
con poco pelo sullo stomaco per farcela davvero. I veri motociclisti, si sa,
queste cose non le fanno ed a giudicare dagli esordi i piratelli classe 1985
hanno già chiuso la loro parentesi sulle due ruote. In particolare il
neopatentato alla guida, che ha collezionato infrazioni per 80 punti e svariate
migliaia di euro, che una volta superati i problemi penali dovrà sudare per
riavere la patente. Ragazzi fortunati: potevano morire, ingaggiando una fuga
senza senso. Viene da chiedersi però, il perché. Comprarsi una moto così e poi
non andare in pista a sfogarsi. Piuttosto sigillare la targa, in maniera così
vistosa e demenziale. E pensare che ci sono in commercio dispositivi
(vietatissimi e che espongono chi li usa procedimenti penali) che alzano la
targa fino a farla sparire, mentre altri preferiscono sporcarla di olio e
fango, pensando di cavarsela con 35 euro. Per fortuna è finita bene. Anche per
i poliziotti. Se ai due fuggiaschi fosse andata male, siamo sicuri che qualcuno avrebbe dato la
colpa a loro. (ASAPS)
|