Foto dalla rete (ASAPS) – In Italia l’alcolismo
e le patologie ad esso collegate sono poco conosciute. Per farsi un’idea
sull’entità del problema basta osservare i dati emersi da uno studio, condotto
nel 2005 dal Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio: solo a Roma
sono stati stimati 2.301.304 bevitori, di cui 346.899 considerati
a rischio. E la situazione che è emersa da alcune statistiche della Polizia Stradale
riferite al 2004, non è certo migliore. Dal 2003 al 2004 le forze di polizia
hanno registrato un aumento del 17% delle violazioni accertate per guida in
stato di ebbrezza. Inoltre i dati mettono in evidenza come il 28,8% dei giovani
(15-19 anni) non percepisca il reale pericolo legato all’abuso di bevande
alcoliche. Molto spesso le categorie più a rischio, giovani (14%), casalinghe
(17,2%) e pensionati (18,1%), (dati estrapolati da uno studio del CRARL), sono
anche le meno informate sul problema. E proprio per fronteggiare quella che si
può definire “vera piaga della società moderna” è stato avviato un progetto,
realizzato grazie a un bando promosso dalla Regione Lazio, vinto
dall’amministrazione provinciale di Roma, che ha previsto un finanziamento di
225mila euro. Chi soffre di problemi o patologie legate all’abuso di alcol
potrà essere accolto, grazie al coordinamento tra le diverse strutture della
rete sociosanitaria coinvolte e della Asl di provenienza del soggetto, nel
Centro diurno provinciale per l’alcolismo. Qui sarà garantito lo svolgimento
gratuito di alcuni servizi essenziali: accoglienza a bassa soglia, trattamento
medico-farmacologico in fase post acuta, psicoterapia di gruppo o individuale a
breve termine, sostegno all’utente e alla famiglia, valutazione e monitoraggio
della evoluzione dei comportamenti e atteggiamenti di dipendenza e preparazione
al reinserimento psico-sociale nel territorio di appartenenza, rivolto
all’utente e alla famiglia. E poi ancora, avvio alla formazione professionale e
al reinserimento lavorativo, rilevazione dei dati statistici per i flussi
informativi di interesse regionale e nazionale. Obiettivo del progetto: mettere
in campo una modalità terapeutica che metta al centro del servizio la reale
possibilità di riabilitazione del paziente. (ASAPS) |
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