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Rassegna stampa Alcol e guida del 27 agosto 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta


IL GAZZETTINO (Vicenza)

SANITÀ Al via l’archivio informatizzato

250 nuovi invalidi al mese E arrivano i primi stranieri

Crescono tumori al seno e traumi stradali

Bassano

Fino a 250 nuove domande di invalidità al mese: è questo il dato più eclatante che fotografa la situazione sociale della nostra Ulss nonchè il carico di lavoro che viene svolto dalle 4 commissioni valutatrici che si riuniscono una decina di volte la settimana. Complessivamente, il 9\% della popolazione bassanese ha qualche forma di patologia invalidante per un totale di circa 15 mila abitanti: si può andare dalla banale e parziale sordità fino a forme più gravi di menomazioni.Ma la novità di questi mesi è rappresentata dal fatto che il dottor Lorenzo Meloni, dirigente medico legale Asl 3 e presidente delle Commissioni di invalidità civile, è già arrivato a quasi metà di un un certosino lavoro di informatizzazione delle cartelle cliniche di quanti hanno ricevuto il riconoscimento di invalidità.

«L’obiettivo - segnala Meloni - è quello di dare una organizzazione sistematica a tutti i dati sanitari in nostro possesso per conoscere la condizione sanitaria e, di conseguenza, prendere i necessari provvedimenti. Non c’è infatti nulla di peggio che inseguire voci incontrollabili generate da passaparola fantasiosi. Abbiamo bisogno di dati e riscontri scientifici, di organizzare cioè in modo sistematico le informazioni per avviare su essi una riflessione appropriata».

Per il momento, dai dati emersi dalle prime 6 mila cartelle visionate dal dott. Meloni, appare che percentualmente ci sono più invalidi in Altopiano rispetto alla pianura, in quanto la popolazione è mediamente più anziana. Non solo, ma in questi ultimi 15 anni è aumentata la percentuale degli invalidi, in quanto nel passato mancava l’informazione ma soprattutto c’erano minori difficoltà economiche. Recentemente sono aumentati anche i genitori che superano le comprensibili remore e chiedono di far visitare i propri bambini. Rispetto ad Ulss confinanti, poi, sembrerebbe che la nostra sconti un punto o due di percentuale in più. Altra novità di questo ultimo decennio arriva dalle patologie legate all’abuso di alcol, ma il dato più preoccupante è che sono cresciute a dismisura le conseguenze dei politraumatismi originati dagli incidenti automobilistici. In particolare questo avviene tra le giovani generazioni. Mentre tra le neoplasie, la forma più ricorrente è il tumore al seno. (*)

Va ricordato che il pronunciamento della Commissione è collegiale, firmato cioè dai tre medici e viene ratificato dalla Commissione periferica provinciale di Vicenza, che di solito respinge meno dell’1\% delle domande, mentre le 200-250 presentate mensilmente a Bassano, vengono accolte quasi nella totalità, in quanto a monte vi è una valutazione preventiva del medico di base o di uno specialista. Semmai, dice Meloni, l’interessato si vede riconosciuto una invalidità inferiore di quella immaginata.

Ultimo elemento: ogni settimana vengono visitati almeno 2-3 cittadini stranieri.

Silvio Scacco

(*) Nota: in tutte le cause di invalidità citate nell’articolo l’alcol ha un ruolo importante. A differenza di altre cause, tutte le patologie provocate dall’uso degli alcolici sono evitabili. Questo ci autorizza a immaginare come sarebbe il mondo senza alcol.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

Alcolismo, costituito il sesto club

Porcia, molte le famiglie coinvolte nei gruppi Acat. Gli operatori: «Segnale allarmante»

Trentasei famiglie, circa un centinaio di persone, ogni settimana si incontrano per discutere e tentare di risolvere i loro problemi legati all’alcol. Sono questi i numeri delle vittime dell’alcolismo di Porcia, comune che ha raggiunto il record di maggior centro di aggregazione dei club Acat (Associazione club alcolisti in trattamento), in rapporto alla popolazione, nella provincia di Pordenone. È stata infatti da poco aperta la sesta sede, nel territorio purliliese, dei club Acat: il Club 42 (La Magnolia), con sede nelle aule delle ex scuole elementari della località Pieve, si riunisce ogni mercoledì dalle 19.30 alle 21. L’insediamento dell’associazione a Porcia risale al 1984 quando il primo club prese stanziamento nei locali dell’oratorio San Giorgio: nello stesso anno venne inaugurato un altro club a Sant’Antonio, segno della corposa realtà dell’alcolismo tra i purliliesi.

Tra il 1987 e il 1994 sono stati aperti altri tre club a Rorai Piccolo, Sant’Antonio e Palse; infine da alcune settimane un nuovo centro è attivo a Pieve. «Il fatto che in una città di quindicimila abitanti vi sono sei unità Acat è un segnale importante - commenta Fernando Marson, operatore in due dei club di Porcia ed ex presidente regionale dell’Arcat -. Da un punto di vista positivo significa che sempre più persone sono consapevoli del loro problema e disposte a intervenire per risolverlo; da un punto di vista negativo, però, è evidente che cresce la sofferenza sul territorio». Indispensabile per i club è la collaborazione con i servizi sociali, che per quanto riguarda Porcia è giudicata molto positiva; la creazione dei Piani di Zona ha contribuito inoltre ad una migliore individuazione e segnalazione delle problematiche. Il Comune contribuisce concedendo le sedi per gli incontri settimanali, mentre per il resto i club sono autogestiti.

«L’obiettivo dei nostri club - continua - è cercare di far capire e far comunicare all’alcolista il suo disagio. Solo così lo si può superare». Ma gli incontri, mediati da alcune figure professionali, i "servitori-insegnanti", coinvolgono tutto il nucleo familiare: «La famiglia è invitata a identificarsi con il problema, perché spesso l’alcolista è quello che si rende meno conto del male, abituato ad affogare i problemi nell’alcol. Ma le conseguenze dell’alcolismo ricadono sulla solidità familiare». Obiettivo importante è poi l’apertura dei club alla comunità: spesso gli stessi frequentatori dei club, una volta guariti, decidono di rimanere al loro interno per aiutare altri ad uscire dall’alcolismo.

Sara Pittonet Gaiarin


COMUNITÀ ALCOLISTI

Problema molto diffuso

(spg) -I Club Acat sono comunità multifamiliari in cui le famiglie con problemi alcolcorrelati e dipendenze in genere si incontrano per cambiare stile di vita; essi si costituiscono nella comunità locale non come circoli chiusi, ma sono aperti alla comunità stessa e la rappresentano. I Club lavorano in sintonia con i Servizi Sociali e con il Dipartimento delle tossicodipendenze (Alcologia) dell’Ass 6. La loro presenza sul territorio, in particolare in quello purliliese, dimostra che il consumo di sostanze alcoliche è alto, e di conseguenza alti sono i disagi per la popolazione in termini di salute e i costi sociali di cui la comunità deve farsi carico. Statistiche regionali descrivono che una famiglia su quattro è toccata dai problemi legati all’alcol; talvolta è l’alcolismo, e la dipendenza che genera, a causare disagio in famiglia, ma altre volte vi sono diversi problemi alla base che portano gli individui a cercare una fuga nel bere, creando in questo modo un circolo vizioso. Pertanto i Club sono impegnati nel territorio per la protezione e promozione della salute e del cambiamento della cultura sanitaria, promuovendo programmi di formazione e sensibilizzazione della comunità.


CORRIERE ADRIATICO

La rabbia del gestore del bar Beaurivage: “Avevo segnalatoi rischi suggerendo soluzionial vicesindaco. Non mi hannoascoltato e i risultati si sono visti”
Operatore del Lido sul calo dei turisti e l’allarme sicurezza: “Nessuna iniziativa, idee ignorate” 
“Stagione fallimentare, colpa del Comune”

LORENZO FURLANI
FANO - Si avvicina il momento dei conti e anche per il turismo sono dolori. Delusione, recriminazioni e amarezza sono le prime reazioni degli operatori del settore sulla stagione che sta per concludersi. Gli unici dati ufficiali disponibili sono quelli di giugno, che segnalavano un incremento di presenze e di arrivi. Ma all’inizio della stagione Fano aveva ospitato alcuni eventi di turismo sportivo, poi sono arrivati le risse al Lido e i temporali.
“Luglio e agosto sono andati malissimo - sottolinea Raffaele Preite del bar Beaurivage al Lido -, io ho subito un calo degli affari per un quarto ma ad altri è andata peggio. Basta considerare il passeggio serale dimezzato rispetto all’anno scorso. Alcuni operatori della zona mi hanno riferito che questa stagione è la peggiore degli ultimi 25 anni”.
La voce di Preite non è isolata perché si fa sentire dopo quella dell’albergatore Bruno Rapa, che proprio ieri segnalava l’immobilismo di Fano da quarant’anni nel settore turistico, e di vari altri rappresentanti di categoria che si sono lamentati nel corso dell’estate. In questo caso l’amarezza è doppia perché il gestore del bar Beaurivage (in realtà Raffaele è il padre del titolare della licenza, Gaetano) non è di quelli che parlano dopo il danno: lui aveva parlato prima, nel maggio scorso, nell’incontro avuto con l’assessore al turismo Francesco Cavalieri, al quale aveva presentato una relazione “sullo stato di abbandono e la debole politica turistica del Lido”. In quello scritto, e nel colloquio seguente, aveva proposto una serie di misure in quattro punti per risolvere i problemi: pulizia, promozione, politica prezzi e tranquillità.
“Non hanno fatto niente, o quasi, di quello che avevo suggerito - protesta ora Raffaele Preite -. Il Comune si è limitato a installare due bagni chimici e cestini dei rifiuti più grandi, tutto il resto per fare uscire il Lido dal dimenticatoio è stato ignorato. E i risultati si sono visti: emergenza sicurezza e crollo dei turisti”.
Raffaele Preite è una specie di Cassandra. In relazione alla sicurezza è stato proprio un profeta di sventura, perché non gli hanno creduto. Basta leggere la sua relazione di maggio: “Il Lido la notte è in balia degli eventi dell’alcol (ma anche nel primo pomeriggio): qualche ubriaco con bottiglie di birra, vino e superalcolici che molesta persone in strada e nei locali pubblici, ragazzi che si divertono salendo sulle cabine in spiaggia, litigi per futili motivi che sfociano in risse, gente che orina di continuo in ogni luogo. La zona deve essere pattugliata in modo più assiduo”. Quest’estate il Lido è diventato teatro di risse ripetute e aggressioni, culminate nel pauroso scontro notturno tra due bande di extracomunitari armate di bottiglie che ha lasciato sul selciato vetri, sangue e feriti. Solo allora è scattato l’allarme, con un vertice dal prefetto e servizi di prevenzione più efficaci. “Ma le forze dell’ordine si sono viste solo i primi dieci giorni - dice Preite -, poi i controlli sono tornati sporadici”. Anche per la promozione e i prezzi la pioggia di idee di Preite non ha prodotto frutti. “Lavoro a Fano solo da due anni - riflette l’operatore -, e sono stato proprio io ad avanzare queste proposte per rilanciare il settore. Perché? Non sarà che chi amministra questa città sonnecchia?”


IL GIORNALE DI VICENZA

A Sora quattro vicoli vietati dalle 18 al mattino

Il sindaco impone il coprifuoco per fermare le bande di vandali

Sora (Frosinone). Basta con le scorribande notturne di giovani che si danno appuntamento nei vicoli del centro storico e ci rimangono fino all’alba, bevendo alcolici, rompendo vetrine e usando le strade come bagni a cielo aperto. Per arginare il fenomeno che da tempo scuote una parte del centro storico di Sora, cittadina del frusinate, il sindaco Cesidio Casinelli (Margherita) ha deciso di istituire «nei quattro vicoli interessati», tre mesi di coprifuoco: tutti i giorni, dalle 18 alle 6 del mattino, è fatto «divieto di circolazione e stazionamento pedonale, fatta eccezione per i cittadini residenti». L’ordinanza stabilisce anche la pena per i trasgressori: «una sanzione amministrativa che va da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro».
Il coprifuoco è entrato in vigore da venerdì e, a quanto risulta, nessuno si è avventurato nei vicoli vietati. Ma un segnale è comunque arrivato: un gruppo di vandali ha verniciato tutti i cartelli che annunciavano il divieto.
«Il problema mi è stato prospettato da residenti e commercianti fin dal mio insediamento», ha ricordato il sindaco, eletto il 13 giugno scorso, «inutilmente abbiamo cercato di intensificare i controlli di polizia e carabinieri. I raduni, con giovani provenienti anche da paesi vicini continuavano, anche con problemi di igiene pubblica. Il divieto è di tre mesi, ma speriamo di risolvere prima la questione».
«Il provvedimento può suonare un po’ strano», ha ammesso il sindaco, «ma va chiarito che non si tratta di tutto il centro storico ma di quattro vicoli, non transitabili in auto, senza negozi e abitati solo da residenti che da tempo chiedono di dormire la notte».


 
CORRIERE ADRIATICO

Tre giovani le si rivoltano contro dopo che la donna aveva cercato di sedare una discussione davanti al suo negozio 
Commerciante aggredita sul lungomare Alighieri

SENIGALLIA - Aggredita nella notte una commerciante del lungomare Alighieri ed in quest’ultimo scorcio d’estate riaffiora a Senigallia il problema della sicurezza. La donna, ancora sotto choc, preferisce rimanere nell’anonimato poiché non è la prima volta che viene presa di mira la sua attività, anche se mai prima d’ora qualcuno aveva minacciato la sua persona.
Un gesto, quello avvenuto qualche giorno fa, molto probabilmente dettato da un bicchiere di troppo. Un gruppo di ragazzi piuttosto brilli si era messo a discutere davanti alla vetrina, la negoziante ha chiesto loro di spostarsi ma non c’è stato verso. Uno di loro pare abbia anche soddisfatto i propri bisogni fisiologici rivolto verso la vetrata.
A quel punto la donna, indispettita, ha insistito perché se ne andassero ma si è ritrovata al collo le mani di un giovane che, aiutato da altri due ragazzi, l’ha trascinata nel negozio e con uno spintone buttata a terra. Una specie di vendetta per le lamentele che la negoziante aveva rivolto loro e che si è conclusa senza ulteriori ripercussioni. Spaventata, la commerciante ha immediatamente chiamato i Carabinieri che sono intervenuti sul posto ed il giorno successivo si è recata anche in Commissariato per denunciare una situazione di invivibilità, in una zona frequentata come il lungomare dove quest’estate, stando all’eccezionale schieramento di forze dell’ordine annunciato, residenti e commercianti avrebbero dovuto vivere in un clima di massima sicurezza.
Sempre alcuni giorni fa nello stesso tratto di lungomare, tra la Rotonda ed il Ponterosso, un altro episodio sconcertante che la dice lunga su come in una via così frequentata possa accadere veramente di tutto. Una ragazza, in preda ai fumi dell’alcol, si è esibita in uno spogliarello integrale rimanendo senza veli per alcune decine di minuti.
s.m.


CORRIERE ROMAGNA

Forze dell’ordine in massa per sedare una gazzarra

CESENATICO - Clienti troppo chiassosi e forse che avevano alzato un po’ troppo il gomito. Servizio di sicurezza pronto ad affrontare la situazione che evidentemente non era di facile soluzione.Una maxi rissa è quella che hanno dovuto sedare in massa le forze dell’ordine nelle ultime ore della notte di ieri al Batija. Per poter calmare la situazione sono dovuti intervenire all’unisono uomini del presidio estivo di polizia di Cesenatico, agenti di polizia municipale e militari dell’Arma cesenaticense.Si sono dovuti impegnare a fondo anzitutto per sedare quella che ormai era una colluttazione degenerata. Con alcuni clienti un po’ troppo in la con l’alcol (di origini magrebine ma residenti in zona da parecchio tempo) e parte del personale del servizio di sicurezza.I contatti tra le parti, da una prima ricostruzione dell’accaduto, dovrebbero essere stati più d’uno. Difficile capire da dove sia nata la scintilla che in questi casi si accende sempre molto facilmente. I risultati sono stati sotto gli occhi di tutti: almeno 5 le persone caricate su un cellulare dalle forze dell’ordine e condotte per le verifiche di rito al presidio estivo di polizia di Cesenatico.Identificazioni personali e tentativi di ricostruzione dell’accaduto sono stati il sale degli inquirenti di polizia fino all’alba. Naturalmente tra le parti la situazione è divergente. Ed ognuno addossa all’altro la colpa.Fino alle 7 una pattuglia ella municipale è rimasta a presidio della zona del locale per monitorare che non si accendessero nuovi focolai di violenza. Starà alle parti, dopo gli eventuali referti in pronto soccorso, a decidere se querelarsi a vicenda. A meno che dopo l’attenta ricostruzione dell’avvenuto, la polizia non decida di procedere in proprio con l’accusa di rissa


IL GAZZETTINO (Rovigo)

LA TRAGEDIA DI ROSOLINA

Le analisi sul corpo del giovane morto nell’incidente sulla Romea evidenziano un’elevata concentrazione di alcol

Giovanni tradito da un bicchiere di troppo

Rovigo

Tradito da un livello di alcol quasi doppio rispetto ai limiti consentiti. Sembra essere questo uno dei responsi delle analisi effettuate per fare chiarezza sulle cause dell’incidente stradale che giovedì mattina è costato la vita ad Alice Marangon e Giovanni Ferraris.

Il controllo dell’alcoltest praticato sul corpo del 26enne Giovanni Ferraris pare indicare che il giovane giovedì notte si sia messo alla guida della sua motocicletta con un’elevata concentrazione di alcol nel sangue. Questo non significa che il ragazzo originario di Caserta fosse ubriaco, ma potrebbe sottolineare che le sue capacità di reazione, al momento del fatale impatto con il tir che dal parcheggio si stava immettendo sulla strada Romea, non fossero state ottimali. Un elemento che sembrerebbe alleggerire la posizione del camionista di Chioggia. L’autista non è stato iscritto sul registro degli indagati per omicidio colposo: un primo esame della dinamica dell’incidente e le analisi dell’etilometro potrebbero comportare una notevole diminuzione del grado di responsabilità avuta nello scontro costato la vita ai due giovani. Si tratta comunque di aspetti che dovranno essere approfonditi dalla Procura di Rovigo che ieri mattina ha conferito l’incarico al perito Cesare Roversi (che ha anche il compito di chiarire la dinamica dell’incidente costato la vita, alcuni giorni fa ad Adria, ad Egidio Bernardinello) di appurare modalità e cause dell’incidente.

L’impatto tir-moto era avvenuto all’uscita di una leggera curva verso destra sulla Romea in territorio di Rosolina. Una prima ipotesi dello schianto sembrava ravvisare nell’alta velocità della moto una delle possibili cause. Ferraris si sarebbe accorto troppo tardi della manovra del camion che uscendo dal parcheggio si stava immettendo sulla strada. Ora si aggiunge il responso delle analisi alcolemiche sul suo corpo.

I funerali di Alice Marangon, intanto, sono stati fissati per domani alle 17 nella chiesa di Sant’Antonio a Rosolina. Ieri sera alle 19, alla presenza di amici e familiari, è stata celebrata una cerimonia religiosa per ricordare la 17enne. I funerali di Ferraris si celebreranno martedì pomeriggio nella chiesa di San Nicola, il suo paese d’origine in provincia di Caserta. Il corpo poi, che partirà martedì mattina dal Polesine, sarà seppellito nel cimitero di San Giovanni, in provincia di Napoli.

Alberto Garbellini



IL GAZZETTINO (Padova)

Rissa tra immigrati ubriachi, due denunciati

Se le sono date di santa ragione. Calci, pugni e colpi a suon di bottiglie di rotte. Una decina almeno gli immigrati protagonisti di questa rissa avvenuta in via Tommaseo ma stavolta nessun regolamento di conti. Romeni, moldavi, algerini, marocchini e tunisini si sono affrontati a muso duro sotto l’effetto dell’alcol. L’immediato intervento della polizia ha riportato la calma anche se un paio di contendenti sono stati sorpresi ancora a fare a cazzotti. Così sono stati riportati alla calma, trasferiti in questura e denunciati a piede libero per rissa.

L’episodio è avvenuto l’altro pomeriggio intorno alle 19 in via Tommaseo. Passanti e residenti hanno iniziato a chiamare il 113 dicendo che vedevano una decina di extracomunitari fare a pugni. Non solo, qualcuno impugnava anche bottiglie rotte. Immediatamente sul posto sono intervenute le Volanti e sentendo le sirene la maggior parte dei contendenti si è allontanata. Quando gli agenti sono arrivati c’erano però un romeno ventisettenne e un tunisino diciottenne che ancora si stavano picchiando. I due sono stati subito divisi e accompagnati in questura per essere identificati. I poliziotti hanno poi passato al setaccio la zona per vedere se c’erano gli altri partecipanti alla rissa. Ma erano già scappati tutti. A terra c’erano solo i cocci delle bottiglie


IL GAZZETTINO (Treviso)

Animata discussione ieri pomeriggio a Sant’Antonino

Dalle parole grosse ai fatti Scoppia la rissa fra ghanesi

(S.M.) Rissa con una donna ferita ieri pomeriggio attorno alle 19 di fronte alla chiesa di S. Antonino. A scaldare gli animi, pare sia stata qualche parola di troppo occorsa tra due gruppi di ghanesi, in tutto cinque, gli uni residenti nelle case a schiera davanti al campanile, gli altri là convenuti per trascorrere la serata, come accade ogni fine settimana quando gli immigrati si ritrovano a suonare musiche tradizionali e a passare del tempo assieme. A raccontare quanto accaduto è uno dei residenti: "Sono venuti una donna e un ragazzino, già ubriachi. Si sono avvicinati a noi, che li conoscevamo poco. Quando hanno alzato la voce, gli abbiamo detto di andar via, ma la donna soprattutto si è arrabbiata, ci ha spinti e poi ha colpito con un gomito la porta i vetro". Naturalmente il portone si è sfasciato, e la ghanese è rimasta ferita lievemente al braccio. Un’ambulanza del Suem 118 l’ha portata in pronto soccorso per le medicazioni d’urgenza. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri della Stazione di Treviso, che, sentiti i testimoni che non hanno intenzione di sporgere denuncia, hanno deciso di non procedere d’ufficio viste le lesioni di lievissima entità riportate dalla donna.


IL GAZZETTINO (Venezia)

ERACLEA

Soccorsi dopo l’incidente aggrediscono i carabinieri

(F.C.) Soccorsi dopo l’incidente, prendono a sputi e spintoni i carabinieri. Se la ricorderanno la loro notte brava, i due ragazzi di Eraclea che i militari dell’arma hanno arrestato all’alba di ieri: oltre alla macchina sfasciata dal botto, per loro anche le manette che li porta a dovere rispondere dei reati di resistenza a pubblico ufficiale, oltre che di guida in stato di ebbrezza e ingiuria aggravata; i singoli carabinieri, inoltre, potranno procedere in sede civile per i danni subiti (il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è stato rimosso dal codice penale). Il tutto è accaduto vero le 4.30 di ieri notte. È a quell’ora che la Crysler con a bordo Z.S., 35 anni, e C.D., di 33, è finita contro un palo della luce. Un impatto terribile che ha fatto temere al peggio: quando la vigilanza privata della Civis è giunta sul posto, i due giovani erano stesi sull’asfalto esanimi. Poco dopo iniziavano a dare segni di vita. Ai carabinieri, giunti sul posto, i due si dimostravano poco collaborativi. Anzi, reagivano con offese, sputando contro i militari dell’Arma, spingendoli e colpendoli. Ai carabinieri non è rimasto altro da fare che bloccarli e arrestarli e portarli in carcere, a disposizione del pm Luca Marini.


IL GAZZETTINO (Padova)

BASSA PADOVANA

Controlli anti droga e alcol fuori dai bar a Piove, Maserà, Monselice e Albignasego

Sono troppi e numerosi gli assembramenti di giovani il venerdì e sabato sera sulle piazze dei comuni più grandi, come Piove di Sacco, Albignasego, Monselice. E sono molte anche le segnalazioni che arrivano dai cittadini sia per il rumore, sia perché pare non "girino" solo spritz e birre. Così i carabinieri delle stazioni di Piove e della Bassa Padovana venerdì notte hanno effettuato un controllo ad ampio raggio dei bar e degli esercizi pubblici più "gettonati" dai giovani, avvalendosi di un’unità cinofila.

Due le patenti ritirate perché il proprietario era alla guida con tasso alcolico sopra i limiti di legge: una ad un cittadino piovese che si era introdotto con l’auto all’interno dell’isola pedonale a Piove di Sacco. Per lui, oltre al ritiro del documento di circolazione, è scattata anche la multa. L’altro automobilista con una dose di alcol superiore al minimo è stato pizzicato a Maserà.

Nel bar centrale di Albignasego i militi sono arrivati quando gli spacciatori di hashish se n’erano già fuggiti, ma hanno trovato tracce dello stupefacente sul pavimento, segno che nella fretta di scappare qualcuno si era liberato della droga. In un bar-trattoria di Maserà, invece, un minorenne è stato segnalato per essere stato sorpreso dai militi con una dose di hashish in tasca.

Il controllo dei carabinieri si è incentrato anche sulla presenza di extracomunitari. Nella zona di Piove di Sacco e Sant’Angelo, sono stati una ventina di questi ad essere fermati e invitati a declinare generalità e permesso di soggiorno. Due sono stati portati in questura perché erano in Italia in forma irregolare.

G.P


LA SICILIA

drammatica corsa dei carabinieri
Ha tentato di rapinare la moglie per poter comprare le sigarette 
L’uomo torna a Cavadonna pochi giorni dopo la scarcerazione dovuta all’indulto

Marco Faraone, 35 anni, coniugato, disoccupato, pregiudicato, era ritornato libero, dopo essere stato ammanettato dalla polizia per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, dopo una permanenza detentiva di pochi giorni. Appena il tempo di respirare la riconquista libertà, ed ecco, per Marco Faraone, un’altra disavventura che lo ha portato diritto diritto in carcere
E questa le manette sono scattate per iniziativa dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Siracusa, coordinanti dal tenente Filippo Tancon Lutteri.
Quando beve, anzi ogni volta che alza il gomito, Marco Faraone diventa un violento, in famiglia e altrove. Quindo fu arrestato dalla polizia nei giorni scorsi era in preda ai fumi dell’alcol, e nella sua abitazione di via Milano si era reso protagonista di un «quarantotto», che aveva determinato l’intervento di una pattuglia delle Volanti.
«Quarantotto» che era continuato anche al pronto soccorso, con l’aggressione da parte dell’ubriaco dei poliziotti.
La notte scorsa, un’altra storia ed un’altra vittima:la moglie. Poco prima della mezzanotte è pervenuta alla centrale operativa del comando provinciale carabinieri di Siracusa una accorata richiesta di aiuto di una donna:« accorrete, in via Milano, mio marito è come impazzito. Mi ha afferrato per i capelli e mi minaccia».
I carabinieri sono arrivati in via Milano, in pochi secondi. La donna che aveva telefonato ha subito dichiarato che il marito, Marco Faraone, l’aveva aggredita afferrandola per i capelli e minacciandola che doveva consegnargli i soldi per l’acquisto di un pacchetto di sigarette. L’uomo è stato di lì a poco rintracciato dai carabinieri, i quali lo hanno trovato un’altra volta in stato ubriachezza.
Dato lo sviluppo delle indagini e la querela- denuncia formalizzata dalla donna, Marco Faraone è stato tratto in arresto perchè responsabile di tentata rapina ed ubriachezza. Dall’ arresto i carabinieri hanno dato notizia al sostituto procuratore Longo. Della difesa dell’arrestato si occupa il legale d’ufficio Simonelli. Marco Faraone, al termine delle formalità di rito, è stato condotto ancora una volta al carcere di Cavadonna, dove smaltirà la nuova sbornia e dove resta a disposizione della magistratura per il tentativo di rapina od estorsione ai danni della moglie.
S. L


IL GAZZETTINO (Vicenza)

MERANO - Da domenica scorsa, per 6 giorni e 6 notti, con guaiti sempre più flebili e avvicinando il suo muso al volto del padrone come volesse svegliarlo, una cane Collie ha vegliato il corpo di un uomo morto cadendo in un incidente di montagna.

Protagonista della storia è Alko, un collie bianco e nero dal lungo pelo, di due anni. Domenica scorsa Alko, nel pomeriggio, era uscito da un albergo di Scena, sopra Merano, con il suo padrone, U.S. 48 anni. L’uomo, un cittadino tedesco originario del Baden Wuerttemberg, era da poco arrivato in vacanza nel meranese con la moglie per un periodo di assoluto riposo. Soffriva, come hanno poi fatto sapere le forze dell’ ordine, di una sorta di depressione per problemi legati al consumo di alcol. Cane e padrone domenica scorsa dovevano fare solo un passeggiata in montagna, una sgambata breve che mettesse appetito. Invece non hanno più fatto ritorno. La donna, attesa invano l’ora di cena e poi la tarda serata, ha così dato l’ allarme. Subito si sono messe in moto squadre di soccorso cominciando le ricerche che sono andate avanti anche il giorno successivo e così ancora per altri giorni: tutto inutile, nessuna traccia dell’uomo e del suo cane.

Ieri mattina è stata così organizzata una battuta in grande stile con forte spiegamento di uomini del soccorso alpino, dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine: 200 persone in tutto che hanno setacciato la montagna. Alla fine, in fondo ad una strettissima gola dove scorre un torrente, il cane ed il corpo senza vita dell’uomo sono stati avvistati. Il tedesco era morto con ogni probabilità già domenica scorsa, caduto nel burrone e tra le rocce per una dozzina di metri. Il cane Alko era lì, esausto, impotente accanto al corpo del padrone su cui aveva vegliato per sei giorni e sei notti in attesa di un cenno di vita che non è mai arrivato. Visitato da un veterinario, il collie è stato comunque trovato in condizioni accettabili: ha potuto infatti bere l’acqua del torrente non perdendo così completamente le forze.

L’ipotesi più probabile è che il turista sia finito inavvertitamente in una zona molto pericolosa, a strapiombo sulla gola rocciosa. Oppure, è un’altra ipotesi, potrebbe anche essersi trattato di un gesto volontario e disperato di una persona in difficoltà. Solo Alko sa la verità, ma non può raccontarla.


IL SECOLO XIX

An: «Pagano vieti l’alcol in strada dopo mezzanotte»


IL TIRRENO

ubriaca sull’auto fermata dai carabinieri

impennata di liti, furti e consumo di alcol

ubriaco mentre guida si scontra con un’auto

ubriaco perde il controllo dell’auto distrugge uno scooter e abbatte un palo


LA NUOVA SARDEGNA

alcol e cocaina, fuori strada


LA REPUBBLICA

alcolismo e violenza l’islamismo non c’entra


LA PROVINCIA PAVESE

troppo alcol, via cinque patenti


LA STAMPA

Barista rifiuta di servirli Ubriachi danneggiano locale


CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

Raikkonen, piede pesante e gomito? alto


CORRIERE VENETO

Al volante ubriachi: tre patenti ritirate

Alcol vietato dopo le 21 multato il primo locale

 



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Lunedì, 28 Agosto 2006
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