(ASAPS) – I limiti di velocità
devono essere rispettati. Da tutti. Anche da chi possiede auto potenti con
grosse cilindrate. Ha sottolineare questo dovere è stata la Corte di Cassazione
che ha annullato una sentenza del Giudice di Pace di Cesena che aveva accolto
l’opposizione di un cittadino contro un verbale per eccesso di velocità,
elevato nel 2001 con l’ausilio dell’autovelox. La motivazione dell’accoglimento
del ricorso del Giudice cesenate recitava: “ritenuto che il ricorrente sostiene
di avere la certezza di non aver mai condotto la macchina alla velocità
addebitatagli, che la macchina di cilindrata sufficientemente elevata (1600)
consente di affrontare qualsiasi situazione, che la strada percorsa acconsente
una velocità più sostenuta di quella indicata nel limite e, infine, che il
ricorrente non è stato coinvolto in alcun sinistro”. La Suprema Corte (prima
sezione civile, sentenza n. 18662 depositata il 29 agosto 2006) ha invece
accolto il ricorso del Prefetto di Forlì-Cesena contro la decisione del Giudice
di Pace, con la seguente motivazione: “La giurisprudenza di questa Corte si è
consolidata nell’affermare che l’efficacia probatoria dello strumento
rilevatore del superamento dei limiti di velocità, normativamente stabilita,
opera fino a quando sia accertato, nel caso concreto, sulla base di circostanze
allegate dall’opponente e debitamente provate, il difetto di costruzione,
installazione o funzionamento del dispositivo elettronico”. “Nel caso specifico
– si legge ancora nella sentenza degli “Ermellini” - la trascrizione della
motivazione è sufficiente a dimostrare che il giudice del merito ha malamente
disatteso le risultanze dell’apparecchio in base a elementi del tutto inidonei
a contrastare l’efficacia che alle stesse va riconosciuta”. Ricapitolando: i
limiti di velocità devono essere rispettati sempre e dovunque, anche se si è
alla guida auto potenti e la conformazione della strada induce a spingere il
piede sull’acceleratore.(ASAPS) |
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