(ASAPS) – Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la lettera
inviata dall’Associazione Europea Vittime della Strada e dall’associazione Una
strada che non c’è, al ministero dei Trasporti, a quello delle Infrastrutture
ed all’Interno, oltre che a tutte le forze politiche ed alla stampa. (ASAPS)
Oggetto: richiesta di maggior attenzione da parte
dell’autorità garante sulla pubblicità
Il sottoscritto Ernesto Restelli presidente
dell’associazione familiari vittime per una strada che non c’è” e Lilia Gaviani
presidente dell’associazione Europea Familiari e Vittime della Strada hanno
rilevato, anche su indicazione di cittadini, che in questi ultimi periodi sono
state trasmesse dalle reti televisive una serie di pubblicità, di ditte
diverse, che inducono ad amplificare comportamenti condannabili perchè sono alla
base di una cultura che non si coniuga con i concetti di sicurezza stradale. Sono ben conosciute queste pubblicità, ultima quella di
una marca di chewing gum, che, per risaltare la sua capacità di dare bianchezza
e lucentezza ai denti, veicola un altro concetto deleterio: se hai problemi con
il photored usa la chewing gum che rendendoti i denti talmente bianchi ha la
capacità di bruciare le foto del dispositivo di controllo. In sostanza i giovani possono assorbire il principio di
trovare un modo per invalidare il controllo che serve, chiaramente, quando si
infrangono le norme di sicurezza. Si
trasmettono degli assurdi abbinamenti logici che non reggono sul piano reale né
su quello della finzione filmica: che significato ha calare le qualità di una
chewing gum in un contesto che invita alla trasgressione. Come associazioni familiari vittime della strada ci
impegniamo in modo continuo e determinato, a livello di volontariato, per
affermare il diritto della vita sulle strade. Comprendere le cause, le
circostanze e le conseguenze degli incidenti è uno degli obiettivi che
concorrono a ridurre il numero delle vittime e rimaniamo allibiti per il modo
con cui vengono utilizzati i mezzi di comunicazione. Ci angoscia vedere come la nostra attività e il nostro
impegno possano essere vanificati da un
sistema pubblicitario non corretto di informazione che propina molte volte valori impensabili e devianti
rispetto alla realtà che è caratterizzata, in Italia, da 8000 morti all’anno
sull’asfalto. Come emerge dalla Carta Europea della Sicurezza Stradale
le Istituzioni “devono impegnarsi, nell’ambito delle proprie competenze e
responsabilità, in modo tale da accelerare i progressi nel campo della
sicurezza stradale”. Contro questa catastrofe che non è comprensibile nella sua
reale dimensione attraverso i mezzi d’informazione, contro queste tragedie che
coinvolgono per larga parte i giovani e nascondono spesso nell’anonimato il
dolore lancinante di tante famiglie private, in un attimo, di una vita e di
tante speranze, si ritiene fondamentale sollecitare, come auspicato dalla Carta
Europea della Sicurezza Stradale, un autentico salto di qualità perché si
interrompa la strage e non si perpetui nelle famiglie il dramma del dolore dovuto a perdite che potrebbero
essere evitate. Gli obiettivi di cambiamento che l’Unione Europea si è
data, e specialmente i paesi del nord come la Svezia che si sono posti il
programma vision zero ( annullare il numero dei morti sulle strade), sono
contrastati da chi, per questioni di interesse, per favorire l’aumento delle
vendite di un prodotto e il guadagno, manipola la realtà mettendo in subordine
la sicurezza stradale e di conseguenza la vita. Noi riteniamo che le associazioni e più in generale i
cittadini non debbano essere impegnati continuamente ad individuare tutti i
messaggi pubblicitari che sono portatori di una non cultura della sicurezza. Siamo fermamente convinti che il garante, con l’autorità
che gli compete, debba visionare e censurare preventivamente tutte quelle
pubblicità che non promuovono la cultura del rispetto della vita propria e
degli altri e che vengono rappresentate pubblicamente e, purtroppo, assorbite in particolar modo dai giovani. Pertanto a tutte le autorità in indirizzo chiediamo
che le pubblicità siano valutate con un diverso rigore e ammesse alla
rappresentazione pubblica solo se non sono in contrasto, neppure indirettamente, con la sicurezza in generale
e, nel nostro caso, stradale.
Distinti saluti
Il presidente dell’associazione familiari vittime per una
strada che non c’è (Ernesto Restelli)
IL presidente dell’associazione europea familiari vittime
della strada - onlus (Lilia Gaviani Dellamore)
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