(ASAPS) VIBO VALENTIA – Il controllo è scattato per caso,
quando una pattuglia della sezione Polizia Stradale di Vibo Valentia in
servizio sulla A3 ha visto passare un’auto di grossa cilindrata a tutta
velocità. Un breve inseguimento, poi l’alt e la contestazione di alcune
infrazioni al codice della strada, e tutto si poteva concludere lì. Ma agli
agenti non è sfuggito che nel parabrezza del veicolo c’era qualcosa che non
andava: da una specie di antenna appiccicata al cristallo, partiva un filo, al
cui capo era collegato un dispositivo. Si trattava di un radar detector in
funzione, un sofisticato apparecchio elettronico in grado di localizzare
rilevatori di velocità, segnalarne la presenza al conducente ed interferire con
il loro funzionamento. Un piccolo prodigio della tecnica, per il quale c’è
gente disposta a pagare bene, ma illegale in gran parte d’Europa. Al conducente,
un 30enne di Locri, non è rimasto che spiegare ai poliziotti dove lo aveva
acquistato: a suo dire, lo avrebbe acquistato all’estero per una considerevole
somma, e sarebbe perfettamente funzionante. Il furbone ha spiegato agli agenti
che la diabolica macchinetta lo ha sempre avvertito di un dispositivo per la
misurazione della velocità nelle vicinanze di due o trecento metri e che
nessuna violazione gli è mai stata contestata. Peccato per lui, però, che la
legge italiana ne vieti l’uso e così è scattato il sequestro amministrativo del
detector, che sarà poi confiscato, e l’elevazione di una multa di oltre 2mila
euro. (ASAPS) |
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