(ASAPS) MADRID – Tre morti in
meno ogni giorno: significa che 3 ignare persone della scampata condanna
tornano ogni sera a casa: moltiplicate la cifra per 365 ed avrete l’idea di
quanto sia valsa la pena, anche in Spagna, di adottare “el carné de conducir
para puntos”, la patente a punti. 1.095 vite salvate, dunque, e di questo Pere
Navarro – il patron della sicurezza stradale in Spagna – va giustamente fiero.
Nel mese di luglio – che in Italia ha fatto invece registrare un preoccupante
aumento della mortalità – sono morte in Spagna 225 persone, 68 in meno rispetto
allo stesso mese del 2005 (-23%). Appunto, 3 morti al giorno in meno. Stesso
livello della Francia, dunque, al quale si contrappone purtroppo il nostro
+25%. Il merito, secondo i vertici della DGT – la Direzione Generale del
Traffico – è tutto della patente a punti e della sempre maggior pressione di
autorità e forze di polizia: nel luglio 2000 le vittime furono 500. Stando così
le cose, anche la Spagna si avvicina – e di molto – all’obiettivo imposto
dall’UE a tutti i suoi stati membri di dimezzare la mortalità entro il 2010. Il
sistema dei punti è entrato in vigore il 1° luglio di quest’anno, annunciato
con campagne di sensibilizzazione senza precedenti ed attuato – anche questo lo
si deve dire – con estrema severità. Nei primi 23 giorni di applicazione della
riforma, sono stati redatti 46.500 verbali di contestazione, per una
decurtazione di 160mila punti. Gli uomini hanno il primato, essendo stati
oggetto dell’89,3% dei verbali. I minori di 25 anni hanno preso il 20% delle
multe, mentre fanno una gran bella figura i professionisti del volante
(autotrasportatori, tassisti, ecc.) oggetto del solo 4,3% dei contesti. La
maggior parte delle decurtazioni è avvenuta per violazioni del limite di
velocità (25%), per il mancato uso delle cinture (20%), per la guida in stato
di ebbrezza (15%) e per l’uso del telefonino senza auricolare (10%). “Se
mettiamo in relazione patente a punti e decremento della mortalità – dice
Navarro – non possiamo che essere soddisfatti. Nemmeno noi ce lo aspettavamo.
Tuttavia dobbiamo essere prudenti e dobbiamo aspettare a cantare vittoria”. È
infatti temuto che l’effetto possa in qualche modo passare – come in Italia,
del resto – e quindi la DGT si mantiene cauta. (ASAPS)
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