(ASAPS)
FUKUOKA (GIAPPONE) – Definirlo un incubo, come ha fatto l’agenzia Ansa citando
fonti della polizia di Fukuoka, è ben poca cosa: in effetti, a sentire il
resoconto della cronaca, quello che formalmente viene classificato come un
incidente stradale è in realtà un atto criminale di particolare efferatezza,
che comunque costerà al suo autore una pena detentiva tra i trent’anni e
l’ergastolo. Tutto è avvenuto improvvisamente, sulla litoranea della baia di
Hakata, dove era in transito, alle 10 del mattino dello scorso 25 agosto, la monovolume di Akio Ogami. A bordo
dell’auto, oltre al capofamiglia, la moglie ed i loro tre bambini. Su di loro è
piombata un’autovettura, che li ha spinti con violenza sul guardrail, che ha
ceduto, facendoli piombare in mare. In pochi secondi il mezzo si è inabissato
tre i flutti: i genitori hanno tentato più volte di liberare i tre piccini dai
sedili di sicurezza, ai quali li avevano assicurati, ma senza successo.
Hiroaki, 4 anni, Tomoaki, 3 anni e Saaya, neonata, sono morti affogati: i loro
corpicini sono stati recuperati dai vigili del fuoco solo alcune ore più tardi.
L’uomo alla guida del veicolo tamponante, illeso, era completamente ubriaco. La
polizia lo ha arrestato per infanticidio plurimo volontario e per lui si
prospetta una condanna compresa fra i 30 anni di carcere e l’ergastolo. Non è
la prima volta, infatti, che in Giappone un evento di questo genere viene
considerato un atto criminale doloso. Lo scorso anno, un immigrato peruviano
ubriaco aveva rubato un’auto ad una stazione di servizio, schiantandosi alcuni
chilometri dopo – inseguito da alcune volanti della polizia nipponica dopo che
aveva imboccato una strada contromano – sull’auto di un’anziana coppia, rimasta
uccisa. Il tribunale imperiale lo ha condannato all’ergastolo. (ASAPS) |
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