ADDICTION, gennaio 2006
Abstract (*) L’entità del “paradosso della prevenzione” nell’alcolismo è funzione
dei modelli alcolici applicati alla popolazione a rischio Romelsjö A., Rossow I., The extent
of the “prevention paradox” in alcohol problems as a function of population
drinking patterns Obbiettivi: stabilire fino a che punto l’uso dei vari criteri per
i gruppi ad alto rischio e le analisi sui sottogruppi caratterizzati da
differenti modelli di assunzione alcolica può influenzare l’estensione del
“paradosso della prevenzione” (il quale afferma che la maggior parte dei
danni alcol correlati nella popolazione insorge tra i bevitori a basso
rischio). Dati: due indagini nazionali su campioni di adulti norvegesi
(n=4321 assuntori di alcol) e un registro dei coscritti alle forze armate
svedesi (n=45.839 assuntori di alcol) con dati dai ricoveri ospedalieri. Misurazioni: Sulla base della assunzione alcolica annuale o della
frequenza delle intossicazioni i gruppi ad alto rischio riscontrati sono stati
al di sopra del 10% del totale degli assuntori. Nell’indagine
norvegese i danni acuti alcol-correlati comprendevano il numero di risse e
liti, mentre nello studio sui coscritti svedesi si faceva riferimento al numero
di ricoveri ospedalieri per tentato suicidio e per lesioni da comportamenti
violenti, su un lungo periodo di follow up (3 e 25 anni). Risultati: se si considera la quantità globale di assunzione
alcolica il più alto numero dei danni acuti alcol-correlati sono stati
riscontrati negli assuntori di alcol a basso o moderato rischio (il più
basso 90%), il che suggerisce un fondamento empirico del paradosso della
prevenzione. Se si considera invece la frequenza dell’intossicazione piuttosto
che il volume annuale del consumo per determinare il gruppo ad alto rischio, si
nota una proporzione in qualche modo più ampia di danni alcol correlati acuti
entro il gruppo ad alto rischio, ed il numero di danni alcol correlati tende ad
essere distribuito in maniera più uniforme tra gli assuntori ad alto rischio e
gli altri gruppi. La proporzione dei danni alcol correlati entro ciascun gruppo
a rischio risulta significativamente più bassa nel gruppo più giovane, ove la
maggioranza beve per raggiungere l’intossicazione alcolica. Conclusioni: L’ampiezza del paradosso della prevenzione in relazione
ai danni alcol correlati acuti può essere più evidente tra i sottogruppi dove
l’intossicazione è modello comune di assunzione, in confronto a quelli dove
l’intossicazione avviene meno frequentemente e tra una frazione minore di
assuntori. (*) Nota: il testo integrale (in inglese) della pubblicazione si può trovare sulla rivista ADDICTION IL GAZZETTINO (ROVIGO) PAPOZZE L’incontro annuale dell’Acat servirà a ribadire come
affrontare le dipendenze Insieme per battere l’alcol
(m.t.) Sarà Papozze a ospitare stavolta l’annuale
l’Interclub degli alcolisti in trattamento. L’evento si terrà presso il salone
dell’ex scuola media di Papozze nel pomeriggio di sabato 30, alle 15. L’inziativa è promossa dall’Associazione dei club degli
alcolisti in trattamento del Basso Polesine, con la collaborazione offerta
dall’amministrazione comunale e dal Dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 19
di Adria. IL GAZZETTINO (ROVIGO) GIOVANI Imparare a bere la birra per non
abusarne (*)
Taglio di
Po È stata una serata interessante quella a Oca Marina al
Wild duck bar, organizzata da Dino Santin, in collaborazione con Luigi
"Gigi" Stecca, presentatosi come genitore, oltre che come di titolare
di due pizzerie sulla transpolesana a Villamarzana e a Ferrara, "ambasciatore"
d’Orval (località dove circa vent’anni fa era andato a scoprire i segreti della
birra), per la presentazione della sua teoria, "Impariamo a bere la
birra". Giannino Dian (*) Nota: se l’alcol potesse essere sempre e da tutti controllato non sarebbe una droga. Dato invece che lo è, promuoverne il consumo significa accettare, e anche prendersi la responsabilità, delle sofferenze che derivano, a volte anche da un consumo moderato. L’alcol è conosciuto da migliaia di anni se ci fosse un modo per berlo in sicurezza qualcuno lo avrebbe già scoperto. Chi promuove metodi per bere responsabilmente non spiega mai concretamente cosa fare, proprio perché non è possibile apprenderlo. Si limita a fare appello alla moderazione, al buon senso e all’autocontrollo. Tutte virtù solubili nell’alcol. LA SICILIA Antonella Vita eletta presidente
del Leo Club Agrigento-Platani Favara. - La dottoressa in legge Antonella Vita, aspirante
avvocatessa, è il nuovo presidente del Leo Club "Agrigento - Valle del
Platani". Il passaggio della campana, si è svolto sabato scorso in un noto
hotel del Villaggio Mosè, nel corso dell’assemblea dei soci. Antonella Vita,
consigliere comunale di Favara e presidente della Commissione consiliare Pari
Opportunità, subentra a Dino Vitello, presidente uscente. Succede per la prima
volta nella storia del Leo Club, che la guida è affidata ad una donna. Insieme
all’elezione di Antonella Vita, è stato eletto il nuovo direttivo che risulta
così composto: Mariangela Arnone (vice presidente), Sergio Veneziano
(segretario), Carlo Vella (tesoriere). Enzo Arancio L’ADIGE Troppi ubriachi sulle strade
lagarine
In poche ore sette patenti ritirate tra Ala e
Calliano
di DAVIDE PIVETTI Non è l’età, non è la condizione economica, non è neppure l’estrazione sociale a fare la differenza. Che abbiano diciotto anni o sessantatre, che abbiano la patente da un mese o da una vita, i lagarini continuano a mettersi al volante senza tanti scrupoli anche dopo aver bevuto alcolici. Non è certo una novità la propensione al consumo dei trentini. Anzi, fa parte di una cultura per certi versi rispettabilissima, quella della festa in compagnia, del brindisi, del saluto a suon di calici alzati. Tutto bello e lecito, ma non per chi poi sa già che dovrà stringere tra le mani un volante e dovrà anche indovinare, tra una mezzeria e un guard rail, la strada per tornare a casa. Possibilimente senza interferire con la vita di nessun altro. Le campagne di sensibilizzazione, che hanno toccato massicciamente anche la Vallagarina, le scuole, le manifestazioni più importanti, si scontrano e quasi vengono annullate da un bombardamento pubblicitario (non per forza nel senso più commerciale del termine) fatto anche di feste del vino e della birra, di assaggi e degustazioni, di tutto quello che serve a celebrare l’uva e i suoi figli.Ma l’alcol non deve influenzare le capacità di guida e mettere quindi a rischio la vita dell’automobilista alticcio e di tutti coloro che lo incrociano o semplicemente gli attraversano la strada. Una consapevolezza che appare lontana anni luce visto che in poche ore e in due distinti posti di controllo operati dai carabinieri del nucleo radiomobile di Rovereto, sono state ritirate ben sette patenti proprio perché altrettanti automobilisti sono stati trovati positivi all’alcoltest. Tra di loro anche un ragazzo di appena diciotto anni che aveva la patente da pochissimo. Il tasso alcolemico (0,98 milligrammi per litro, circa il doppio del consentito) e l’età sono stati fatali per il suo documento di guida: in un colpo solo gli sono saltati tutti i venti punti della patente. Dovrà rifarla da capo. Ma come si diceva non è solo un fattore di età. Tra i sette fermati c’è di tutto, fino ad un sessantatrenne. Mentre il primato spetta ad un automobilista trovato alla guida con quasi 2 milligrammi di alcol per litro, quattro volte lo 0,5 consentito dal codice della strada. Non deve sorprendere, quindi, se le udienze dal giudice di pace così come quelle di fronte al giudice monocratico sono sempre più condite di processi per violazione dell’articolo 186cs, cioè l’articolo del codice stradale che fissa quella soglia così poco rispettata, anche dalle nostre parti. IL MATTINO (SALERNO) In corteo con gli scooter per
salutare Checco
ROBERTO VENTRE Un lungo corteo di motorini ha scortato Checco per l’ultimo saluto, dall’obitorio del San Leonardo alla chiesa di Santa Margherita. Gli amici più stretti, quelli del gruppo Block Buster di Torrione, hanno voluto accompagnare così nel suo ultimo viaggio il diciottenne di Pastena travolto e ucciso da un’auto pirata a bordo del suo motorino. Si erano dati appuntamento in una cinquantina all’ospedale, ne sono arrivati una ventina a clacson spiegati: è stato annunciato così l’arrivo del feretro alla chiesa di Santa Margherita. Poi le lacrime, la grande compostezza, si sente solo una voce isolata di una donna tra la folla: «ammazzateli quei delinquenti», riferito agli ucraini ubriachi che hanno spezzato tragicamente la vita di Francesco De Michele, travolgendolo con Paolo, ora ricoverato in ospedale. Poi dolore, sgomento, incredulità per una morte tragica, atroce. Dalla chiesa di Santa Margherita si vede l’abitazione gialla dove abitava Checco, duecento metri più in là c’è l’incrocio maledetto, quello che dà su via Santa Margherita. Tantissimi giovani, ragazzi e ragazze, sommerso in pochi attimi il piazzale della chiesa, c’è anche il sindaco Vincenzo De Luca che se ne sta defilato. «Una tragedia immane, mi unisco al dolore enorme della famiglia e degli amici. Ci vogliono prevenzione e repressione per tenere a bada questi stranieri fuorilegge e per evitare che possano accadere altre simili tragedie». Sulla bara tre sciarpe della Salernitana, la sua squadra del cuore che seguiva dalla curva sud, spicca quella della Nuova Guardia, un club ultrà di Pastena. E ancora la maglietta granata di Sestu, che gli amici hanno avuto attraverso il contatto con Enzo Fusco, e un cappellino a scacchi bianco-rossi modello Croazia, ma non è della squadra di calcio, bensì è il suo inseparabile berrettino portafortuna. La chiesa si riempe in un attimo, tra dentro e fuori sono quasi in duemila a rendere l’ultimo omaggio a Checco. Il dolore del fratello Matteo, della mamma Marta, che restano a lungo incollati alla bara, quello di papà Ciro, dei nonni. L’omelia di don Osvaldo Giannattasio, i passaggi toccanti con il ricordo di Francesco, il suo percorso religioso, la prima comunione. «Non ci sono parole per un dolore simile. Francesco si è sacrificato come Gesù, ha pagato lui le colpe di tutti quanti noi sulla terra». Don Osvaldo fa appello al silenzio, silenzio che c’è in chiesa misto alla compostezza e al dolore. Tutti a guardare la bara e a tenere rinchiusa dentro di sè la tristezza, a riavvolgere i ricordi di Checco. «Non serve a nulla cercare le responsabilità di quanto accaduto, sono persone che hanno abusato della lora libertà e che non avevano la consapevolezza di quello che stavano facendo. Resta tutto avvolto in quello che è il mistero di Dio» dice nell’omelia don Osvaldo. Nella chiesa di Santa Margherita la rabbia lascia lo spazio al dolore e al ricordo. Sull’altare va a leggere un messaggio un’amica del «Nautico», l’istituto che frequentava Francesco. «Checco è una candela salita in cielo, con la sua luce continuerà ad illuminarci». In quegli attimi in chiesa prende il sopravvento la commozione. «Sono proprio le immagini di te scolpite nella nostra mente che ci daranno la forza di superare questo dolore straziante. Perché tu non vuoi le nostre lacrime vuoi vederci sorridere come sorridevi tu. Forse è proprio per questo che Dio ti ha chiamato in Paradiso, lassù avevano bisogno della tua allegria. Allora vai angioletto, vola libero nel cielo e veglia su di noi che ti porteremo per sempre nei nostri cuori. Ciao fratellone», il messaggio di Peppe D’Amato e dei ragazzi del BlockBuster. Poi l’ultimo grande applauso all’esterno quando la bara se ne va. IL MATTINO (NAZIONALE) Accoltella il genero, attore
arrestato
ALESSIO FANUZZI Un attimo di follia, furia cieca forse dettata dall’alcol. E una coltellata al torace, inferta con violenza, per difendere la famiglia e l’onore. L’attore Luigi Maria Burruano, 58 anni, zio di Luigi Lo Cascio, semplicemente Gigi nella sua Sicilia, è stato arrestato nella notte a Palermo dai carabinieri. È accusato di tentato omicidio. Con un coltello a serramanico, ha ferito all’addome l’ex genero Fabio Guida, 34 anni, pregiudicato, operaio, padre dei suoi tre nipoti. Con una coltellata, ha cercato di uccidere l’uomo che da mesi tormentava la figlia Gelsomina con insulti e intimidazioni, documentate dalle decine di denunce presentate alla stazione dell’Arma di Partanna Mondello. Non accettava la fine del matrimonio, Guida. E in tutti i modi ha provato a convincere la moglie a ricominciare, rimediando sempre la stessa risposta. E allora giù con schiaffi e minacce. Senza mai pagare gli alimenti. Gigi Burruano, pure lui separato dalla compagna, madre di sua figlia, non sopportava di vedere la sua Gelsomina in quelle condizioni, stanca, logora e esasperata. Lunedì sera, poco dopo le 19 e 30, è entrato nel «Bar Renato» nella borgata marinara di Mondello, dove lavora l’ex genero. Lo ha chiamato in disparte, gli ha ordinato di lasciare in pace la figlia, di non cercarla più, di darle la possibilità di rifarsi una vita. Guida ha scosso il capo, come in segno di sfida. Ne è nata una lite, al termine della quale Gigi Burruano ha estratto il coltello a serramanico e ha colpito il padre dei suoi nipoti al torace, all’altezza del cuore. Ha guardato l’operaio 34enne cadere giù, il volto pallido, le mani strette sul petto per frenare la fuoriuscita di sangue. Poi è andato via, e ha cercato rifugio in un bar nella sua Mondello, la spiaggia dei palermitani. Lo hanno stanato lì i carabinieri, in compagnia degli amici di sempre, mentre beveva una birra, di certo non l’unica nell’arco della giornata. A inchiodarlo, le dichiarazioni di Guida, trasportato all’ospedale Villa Sofia e operato d’urgenza per sospette lesioni interne. La prognosi è riservata, le condizioni sono gravi ma non destano preoccupazioni. È stato lui stesso a raccontare ai militari dell’Arma la lite con l’ex suocero. In attesa della convalida del gip Maria Puleo, Gigi Burruano è stato portato nel carcere dell’Ucciardone. Il pm Ambrogio Cartosio ha chiesto la custodia cautelare in carcere, l’avvocato difensore Toto Cordaro ha sollecitato una misura alternativa. Il giudice deciderà oggi, ma all’uscita del tribunale Cordaro si è detto ottimista: «Sono fiducioso che verrà fatta giustizia. Si tratta di un dramma familiare con un padre protettivo a difesa della figlia e dei tre piccoli e inermi nipotini da anni vessati e maltrattati». Anche le dichiarazioni di Gelsomina Burruano, figlia dell’attore e ex moglie di Guida, sono incentrate sui tre bambini: «Non mi aspettavo che accadesse qualcosa di simile, mio padre è sempre stata una persona pacata. Di mio marito non m’interessa nulla, non parlo con lui da mesi. Voglio solo proteggere i miei figli e evitare che vengano a conoscenza di quanto è accaduto». Sgomenta e atterrita anche l’attrice Rori Quattrocchi, ex compagna di Burruano e madre di Gelsomina: «La notizia mi lascia senza parole. Non sentivo Gigi da molto, ma non pensavo che potesse arrivare a tanto, soprattutto nei confronti di Guida. È un bravo ragazzo, certo ha avuto qualche problema personale, ma ha sempre cercato di mandare avanti la famiglia, anche con lavori saltuari». Sorpreso anche l’attore Tony Sperandeo, grande amico di Burruano: «Non credevo che Gigi potesse compiere un gesto simile. Evidentemente il comportamento dell’ex genero lo ha portato all’esasperazione». IL MATTINO (SALERNO) Si stende sull’asfalto di via De Gasperi credendosi una striscia pedonale. É stato necessario l’intervento di un’ambulanza e dei carabinieri della tenenza paganese per togliere da terra, nei pressi del bar Ferrari, un noto pregiudicato A.R. residente in città che, ubriaco, avrebbe tanto perso la testa da credersi una striscia pedonale e stendersi sull’asfalto. Le cure dei sanitari dell’ospedale Andrea Tortora hanno fatto smaltire la sbornia ad A.R. che è così tornato in sé. IL MESSAGGERO (LATINA) Controlli a raffica sull’Aurelia:
dieci patenti ritirate, 30 multe Controlli a raffica della polizia stradale sulla via
Aurelia tra Cerveteri e Ladispoli e sull’autostrada che collega la capitale a
Civitavecchia. Una decina di patenti ritirate e 30 multe elevate sono il
bilancio del servizio di pattugliamento della rete viaria del litorale in
occasione di questi giorni di rientro per la fine delle vacanze. In
particolare, gli agenti coordinati dal comandante Claudio Paolini hanno
sorpreso numerosi automobilisti che guidavano in evidente stato di ebbrezza
alcolica, ponendo a rischio l’incolumità altrui. Per tutti sono scattate
pesanti contravvenzioni. Nel corso dei controlli sono stati scoperti anche
alcuni tagliandi delle assicurazioni palesemente contraffatti, esposti su
vetture guidate da cittadini stranieri che sono stati denunciati. Le automobili
sono state sequestrate. G.Pal. CORRIERE ADRIATICO Aggredita nella notte da tre
stranieri
Tentativo di violenza in via Giordano Bruno. E oggi
summit sulla sicurezza
ANCONA - Strattonata, presa a pugni e gettata a terra da
tre cittadini marocchini; il tutto lungo via Giordano Bruno. E’ la terribile
aggressione subita nella notte tra lunedì e ieri, intorno alle 3.30, da una
cittadina africana di 35 anni che si stava recando alla stazione ferroviaria
per prendere poi il treno che l’avrebbe portata al posto di lavoro. La donna,
residente in città ormai da sei anni, è impiegata come operaia in una ditta di
pollame. Come tutte le notti, la signora si stava dirigendo in piazza Rosselli
quando, all’altezza del palazzo dell’Enel di via Giordano Bruno, è stata notata
da tre magrebini probabilmente ubriachi. Non appena questa è passata davanti a
loro, uno dei tre le ha sferrato un violento pugno in testa mentre gli altri
due l’hanno gettata a terra. I tre hanno iniziato a strattonarla e a malmenarla
ma la donna ha subito urlato per chiedere aiuto. Grida che hanno svegliato
alcuni residenti i quali, immediatamente, hanno chiamato il 113 mentre gli
aggressori si sono dati alla fuga. Sul posto sono prontamente intervenute due
Volanti della questura. La donna, sanguinante in viso, è stata soccorsa dagli
agenti. Immediata quindi la telefonata al 118 e l’intervento tempestivo di
un’ambulanza della Croce Rossa. Il personale sanitario della Cri ha quindi
provveduto a trattare la donna sul posto per poi accompagnarla al pronto
soccorso dell’ospedale regionale di Torrette, dove i medici le hanno suturato
una ferita al labbro e medicato i numerosi traumi riportati durante
l’aggressione. La polizia non ha comunque perso tempo. Immediatamente gli
agenti hanno avviato le ricerche dei tre extracomunitari, datisi subito alla
fuga in seguito alle grida di aiuto della donna. Alcune persone sono state
fermate ma, dopo un confronto all’americana avvenuto in strada, sono state
lasciate andare, in quanto completamente estranee ai fatti. Controllati anche
alcuni edifici abbandonati nella zona delle Palombare dove si pensava che i tre
potessero aver trovato rifugio. Un’aggressione che si ritiene sia avvenuta a
scopo di rapina oppure per un tentativo di violenza sessuale. METRONEWS Venezia: rapina ragazza,
arrestato
Venezia, - (Adnkronos) - Un cittadino ucraino e’ stato arrestato dalla Polizia di Venezia con l’accusa di rapina. La vittima una donna romena giunta in Italia due giorni fa in compagnia del fratello che abitava in casa della madre dell’arrestato. Il trentacinquenne, in stato di ebbrezza, approfittando dell’assenza della madre, sotto la minaccia di un coltello si e’ fatto consegnare dalla donna 160 euro. IL MESSAGGERO (MARCHE) Festa della birra con la Croce
verde (*)
MOGLIANO La Croce verde organizza da domani al 10 settembre la
terza “Festa della birra”. La manifestazione che vede la collaborazione del
Centro servizi per il volontariato, è un’occasione per coinvolgere
nell’organizzazione numerosi giovani. Nel Parco comunale saranno allestiti
stands gastronomici: tutte le sere sarà anche possibile ascoltare musica live. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Pare entrambi ubriachi, in un pub di Londra
Liam Gallagher-Gascoigne rissa a
colpi di estintore
LONDRA - Come, se non peggio, di due hooligans, l’ex calciatore dell’Inghilterra, Paul Gascogine, e il cantante degli Oasis, Liam Gallagher, sono venuti alle mani in un club di Londra. Gallagher e Gascoigne, che in Italia ha vestito la maglia della Lazio, si trovavano al «Groucho Club» come due vecchi amici, ma dopo qualche birra la situazione è degenerata e si è scatenata una violenta lite, finita a pugni e insulti. Secondo alcuni testimoni, il cantante degli Oasis sarebbe addirittura ricorso all’uso di un estintore per «spegnere» le ire di Gazza. Entrambi non sono nuovi a questi episodi, e più volte sono finiti sulle prime pagine dei tabloid per problemi legati ad alcool e scazzottate. A scatenare la violenta lite potrebbe essere stato un commento di troppo del cantante degli Oasis su Bianca, la figlia adottiva dell’ex calciatore del Tottenham. Bianca Gascoigne, figlia dell’ex moglie di Gazza, ha conquistato le prime pagine dei tabloid per la sua vittoria nella versione inglese de «L’Isola dei Famosi», e per un flirt con Calum Best, figlio del compianto George Best stella del Manchester United, anche lui presente sulla «Love Island». I rapporti tra Gascoigne e la figlia adottiva sono particolarmente tesi, tanto che l’ex giocatore le avrebbe intimato di non utilizzare più il suo cognome per farsi pubblicità. LA GAZZETTA DI PARMA «Giovani, interessatevi del mondo» IL GAZZETTINO ATLETICA Troppo alcool
Pechonkina stop
Troppo alcool in corpo, la stagione dell’iridata dei 400 hs Yuliya Pechonkina, è finita. La russa ha detto che «la pelle si è bruciata a causa di troppe compresse a base di vodka». La Nuova Sardegna Il Tirreno MF Sicilia La Stampa Il Secolo XIX Salerno notizie L’Unione Sarda (Nazionale) L’Unita Corriere Alto Adige Il Resto del Carlino (Imola) La Nazione (Empoli) Trentino Corriere del Mezzogiorno Corriere Alto Adige Alto Adige L’Arena Corriere delle Alpi Il Resto del Carlino (Macerata) La Nazione (Empoli) La Tribuna di Treviso Il Piccolo di Trieste Alto Adige |
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