Mercoledì 20 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 7 settembre 2006

a cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 IL MESSAGGERO (ANCONA)

Notte Bianca senza alcool, scatta il divieto 

Conto alla rovescia per la Notte Bianca, l’evento organizzato per il terzo anno dal Comunale che ha affidato la gestione delle manifestazioni alla “Comconcerto” di Eric Bagnarelli. Oltre venti tra spettacoli ed iniziative che coinvolgeranno la città dalle ore 16 (tornei di minivolley in piazza Pertini e Festival degli Indiani d’America al parco del Cardeto) fino all’alba, con un concerto conclusivo di musica classica al Passetto. E per l’ocacsione resteranno aperti anche molti negozi, bar e locali: le attività economiche, per l’occasione, possono infatti derogare dall’obbligo della chiusura notturna, con divieto assoluto, però, di vendita di bevande alcoliche per asporto su vetro per tutta la notte fino alle ore 6. E in previsione dell’arrivo di tante persone anche dall’hinterland, come già annunciato resteranno aperti dalle ore 20 i parcheggi Stamira e degli Archi, il primo con tariffa oraria di 80 centesimi fino alle 4.30 e il secondo gratuito fino alle 5. Tra piazza della Repubblica e piazza Ugo Bassi sarà attivato un bus navetta gratuito che farà la spola ogni dieci minuti circa con il centro facendo tappa davanti alla stazione ferroviaria. La zona pedonale sarà in corso Garibaldi: da piazza Cavour a piazza della Repubblica.

Piazza Roma sarà il cuore della Notte. Prima e dopo le vibrazioni ska e rockesteady di Giuliano Palma e i Bluebeaters a mezzanotte, è il dj set di Macca e Deli alle 22 e poi dalle 2, a mantenere bianca la notte. A meno di sorprese, per restare svegli fino alle 6 c’è la festa di chiusura del Lazzabaretto alla Mole. Intorno alle 5, l’alba si può ammirare dalla scalinata del Passetto con il concerto del Fournosia Saxophone Quartet. Aperti fino all’una il museo della città, fino a mezzanotte la pinacoteca, la biblioteca e il museo archeologico sulla cui terrazza inizia il percorso di commedia dell’arte a cura dello Stabile delle Marche. Per informazion 222.4343-2491.


IL MESSAGGERO (CIVITAVECCHIA)

REGIONE/1 

Educazione alla legalità e sicurezza stradale: il progetto itinerante fa tappa a Tuscania 

Un progetto itinerante pluriennale di due anni che farà tappa nelle prossime settimane anche nella Tuscia, ovvero a Tuscania. Temi: educazione alla legalità e lezioni di sicurezza stradale. Il pacchetto completo è contenuto in una delibera della Regione Lazio, adottata su proposta dell’assessore agli Affari istituzionali, Regino Brachetti, che contiene una serie di misure con un comune denominatore, la sicurezza dei cittadini. Lotta alla criminalità comune e organizzata e sensibilizzazione sul tema di reati come usura, racket, traffico di droga : far conoscere proprio questo genere di situazioni è lo scopo dell’iniziativa.

«La manifestazione - dice Brachetti - si propone di educare gli studenti alla sicurezza stradale, informandoli sui pericoli e sulle conseguenze della guida in stato di ebbrezza, tra le cause maggiori degli incidenti». Si va dunque a puntare sulla formazione. «Nei paesi dove questo tipo di attività è stata potenziata l’indice di mortalità si è sensibilmente abbassato. Mi fa piacere che ad ospitare per la prima volta questo evento sia Tuscania - conclude Brachetti - che si trasformerà dunque in una sorta di campus della legalità. Ci saranno iniziative formative, momenti di studio, attività ricreative alle quali parteciperanno anche importanti personaggi dello spettacolo, che inviteranno i ragazzi a evitare comportamenti a rischio».


IL GAZZETTINO (ROVIGO)

COSTA DI ROVIGO

Cresce il numero di interventi a sostegno delle famiglie per contrastare alcol e droghe

Servizi sociali più attenti alla scuola

Costa di RovigoSono stati numerosi gli interventi a favore della famiglia e dei minori da parte dell’assessorato ai servizi sociali costense. In collaborazione con le amministrazioni comunali di Arquà Polesine, Villamarzana e Frassinelle Polesine assieme all’Istituto comprensivo di Costa, si è dato vita a diversi progetti nell’ambito del piano regionale finanziato dalla legge numero 285 del 1997.Tramite il "Progetto non uno di meno" sono stati realizzati due laboratori dedicati allo studio dell’immagine e dei diritti umani, attraverso la macchina fotografica e la telecamera; in "Family care" è stato organizzato un ciclo di incontri dedicati al tema della comunicazione fra genitori e figli.Per quanto riguarda i giovani il comune costense ha aderito ai progetti "A ruota libera", "Contaminazione" elaborato dalla Provincia, "A tu per tu" proposto dal comune di Villanova del Ghebbo.«Al fine di limitare il dilagante abuso di alcool fra gli adolescenti si è inoltre aderito al progetto "Un locale per amico" realizzato in collaborazione con amministrazione provinciale e azienda Ulss 18 - afferma l’assessore ai servizi sociali Adriano Menardi -. È stato infatti riscontrato che l’abuso di alcool è in crescente aumento soprattutto tra i giovani. Tra tutte le province del Veneto, quella di Rovigo risulta essere al primo posto nel consumo di alcool fra i giovani, superando così Belluno che da anni deteneva questo triste primato». Menardi sottolinea come gli utenti che si rivolgono al Sert dell’Ulss 18 siano sempre più numerosi, così come sono sempre più in aumento i genitori che si rivolgono al pronto soccorso dell’ospedale civile per far effettuare ai figli gli esami di verifica del tasso di alcolemia e uso di droghe. «È aumentato l’uso di cocaina fra i giovani di età compresa tra i 20 i 30 anni, mentre è diminuito negli ultratrentenni - conclude Menardi - Fra i giovanissimi dilagano sostanze quali l’ecstasy; gli utenti tossicodipendenti e alcooldipendenti presi in carico nell’anno 2004 dai Sert di Rovigo e Lendinara sono stati 1.891, di cui 608 per uso di droghe e 1.283 per abuso di alcool».

Marco Scarazzatti


BRESCIA OGGI

LA MISSIONE. Il gruppo di volontari della Valtrompia è tornato da un campo di lavoro a sostegno dei giovani africani

Una speranza per i bimbi del Kenia

Restaurato un edificio che sarà adibito a ostello e scuola: accoglierà otto orfani

di Francesco Apostoli

L’Africa e le sue contraddizioni: povere missioni, cattedrali incompiute, bambini orfani abbandonati a se stessi, alcolismo, degrado e miseria si nascondono dietro a volti sorridenti e ad una profonda cultura dell’ospitalità. Tra malinconia e un po’ di mal d’Africa, il ritorno da un lungo viaggio è sempre una piccola tragedia. Così è stato per il gruppo di 12 volontari bresciani guidato da Antonella Zanardini di Tavernole che da dieci anni si occupa di progetti di sostegno rivolti ai giovani keniani.

Le montagne attorno ad Egoji (prima tappa del viaggio) lasciano spazio alle rigogliose pianure di Mitunguu, piccolo centro artigianale compreso tra le città di Nkobu e Meru. Rosse e polverose, le mulattiere che conducono in città sono percorse per lo più da camion e furgoni stracarichi di uomini che viaggiano aggrappati ai bordi delle vetture. Cittadina artigianale ed agricola, Mitunguu si sviluppa attorno al mercato, variegato insieme di bancarelle in legno, posto al centro dell’agglomerato.

Martedì è giorno di compravendita e i contadini della zona vengono in paese per rivendere i propri prodotti. Montagne di verze, pomodori, banane, avocado e papaia impilate su teli di iuta in una variopinta composizione vegetale si affiancano a banchi di apparecchi radiofonici di vent’anni fa e vestiti a buon prezzo solo per i «musungu» (uomini bianchi) europei.

Il conto è presto fatto: la paga giornaliera di un muratore è duecento scellini (due euro circa), mentre un paio di jeans costa cento scellini. Il sindaco di Mitunguu vive a Nairobi (per molti è lì ad «ingrassare in compagnia di gran parte della classe politica keniana»), l’ufficio postale ha appena comprato due computer per connettersi alla rete internet, ma (chiusi nei loro imballaggi) attendono di essere installati da diverse settimane.

LA CATTEDRALE INCOMPLETA. A pochi minuti dal centro abitato sorge la missione cattolica di San Francesco d’Assisi gestita da padre Frensis Gaciata, vecchia conoscenza tavernolese e amico della famiglia Zanardini. Si tratta dei primi mesi di servizio nella zona per il prelato keniano (fresco di laurea in filosofia). L’edificio, a croce latina, presenta tutte le caratteristiche delle chiese europee. Manca solo un piccolo particolare: il tetto. Il cantiere è fermo da un anno per mancanza di fondi, i muri dell’edificio (alti quasi cinque metri) sono circondati da pile di blocchi di pietra e calcinacci. Mentre i fedeli si stringono tra le panche della vecchia chiesa, qualcosa comincia a muoversi. Sembra infatti che il parroco di Tavernole, don Francesco Monchieri, abbia donato mille euro a padre Gaciata per la ripresa dei lavori.

L’IMPEGNO BRESCIANO. A Mitunguu le priorità sono altre ed è necessario procedere a piccoli passi per non farsi spiazzare dal quadro d’insieme: povertà, istruzione, sanità, lotta all’alcolismo e alle malattie sono le prime voci di una lunga lista. L’ultima settimana di volontariato africano per il gruppo di bresciani si è svolta (come la precedente) all’insegna del restauro di locali. Quattro stanze e due bagni (sul retro della canonica) in condizioni disastrose, in preda a tarme e topi, sono state rimesse a posto, tinteggiate e dotate di nuovi impianti di illuminazione. La missione non è connessa alla rete elettrica per cui è stato anche necessario creare (ex novo) un locale per il generatore a benzina che si affianca (in caso di necessità) ai mezzi di fortuna esistenti: un piccolo pannello solare rifornisce la cucina e la batteria di un’automobile collegata al lampadario illumina la sala da pranzo. Le nuove stanze serviranno per uno dei progetti di padre Gaciata: fornire un tetto ai numerosi orfani dei quartieri limitrofi.

I BAMBINI DI STRADA. Poco distante dalla sede della missione francescana sorge infatti l’agglomerato di Gakoromone che conta circa un migliaio di abitanti. La mancanza di prospettive e il degrado sociale hanno contribuito ad accrescere il già alto tasso di alcolismo. Uomini e donne spendono i pochi soldi in alcolici di ogni genere: birra, ma anche «Changaa» (distillato casalingo con acqua, zucchero, fertilizzanti e miglio). L’unico edificio scolastico presente è un istituto secondario che, paradossalmente, si chiama «Good hope» (Buona speranza) e ospita cento ragazzi dai dodici ai diciotto anni. Il resto dei bambini (i più piccoli, circa 400) vivono allo sbando, senza possibilità di istruzione. Le strade coperte di rifiuti e immondizia sono il biglietto da visita di Gakoromone. I bambini passano qui la maggior parte del tempo. A piedi nudi, vestiti di stracci gironzolano senza meta fino a sera. Non si può parlare di vere e proprie famiglie, molti ragazzini sono orfani o vengono abbandonati dai genitori. Spesso dormono in diverse decine in una stessa stanza, i più fortunati riescono a vedere i genitori solo quando tornano a casa ubriachi.

Frequenti sono i casi di abusi sessuali, i contraccettivi non esistono e la malaria diventa la migliore delle alternative all’aids. Il gruppo dei bresciani tocca con mano il peso della miseria: un quartiere senza speranza diventa il riflesso di un continente senza speranza. «Molto dipende anche dall’ignoranza delle persone - dice padre Gaciata -. La gente non ha possibilità di studiare, spesso non conosce nemmeno i propri diritti ed è facile vittima dei raggiri dei più ricchi».

Qui come in molte zone del Kenia è più che mai necessario favorire la nascita di scuole (elementari e professionali) ed è proprio da questo punto che padre Gaciata intende partire. Il piccolo edificio restaurato dai volontari valtrumplini servirà da ostello e scuola per i primi otto orfani di Gakoromone. Un primo piccolo passo in attesa di nuove sovvenzioni. L’idea dovrebbe trovare altri finanziatori proprio nelle valli bresciane, se è vero che il «Lions Club» di Gardone (dopo un incontro con il prete keniano lo scorso mese di luglio) intende sostenere il progetto di Gaciata.


SALUTE (LA REPUBBLICA)

Disturbi alimentari, i passi dell’auto-aiuto

Come per gli Alcolisti Anonimi, una ricerca Usa segnala l’efficacia di questa terapia di gruppo

di Alessia Ciani *

I disturbi del del comportamento alimentare colpiscono in forme diverse dal 20% al 50% di soggetti di sesso femminile anche se il numero di uomini affetti da questi disturbi è in forte crescita.

La bulimia è caratterizzata dall’ingestione di grosse quantità di cibo in poco tempo, seguita da vomito auto-indotto. Spesso la bulimia è frammista all’anoressia in cui l’aspetto più tipico è rappresentato dall’alterazione dell’immagine del sé e del proprio corpo, unito a una grande paura di aumentare di peso.

Da ciò deriva l’aspetto comportamentale disfunzionale più eclatante: diete rigidissime accompagnate da vomito auto-indotto e uso di lassativi o diuretici nel tentativo di non prendere peso.

Negli ultimi tempi si è d’accordo nel ritenere che esista uno "spettro" dei disturbi del comportamento alimentare, per il quale nello stesso soggetto possono coesistere aspetti anoressici e bulimici insieme.

Il "Binge Eating" è, infatti, un disturbo caratterizzato dall’alternarsi di periodi prolungati di astinenza o regime ipercontrollato nel rapporto con il cibo, e periodi, più o meno lunghi di trasgressione, in cui la persona si abbandona completamente al piacere delle abbuffate. All’abbuffata, generalmente, concentrata in un periodo limitato di tempo, segue poi un più o meno lungo periodo punitivo di digiuno e il ciclo ricomincia

Una volta instaurata una sindrome di questo tipo dunque il problema non è più il controllo del peso ma la compulsione al mangiare e disfarsi del cibo che assume le caratteristiche proprie di uno stato di dipendenza.

Arrestare il ciclo, e cioé la ricerca del piacere, diventa impossibile con le note conseguenze fisiche e psicologiche.

È su queste basi che si fonda l’approccio motivazionale dei "12 Passi" basato sul modello degli Alcolisti Anonimi, una fratellanza che affronta il problema dell’alcolismo nel mondo dal 1935 e che è stato adattato ad altri comportamenti con le caratteristiche tipiche della dipendenza.

La validità scientifica di questo approccio è stata testata in un grosso progetto di ricerca dell’Università del Connecticut il cosidetto "project MAT#CH" in cui sono stati comparati tre tipi diversi di terapie e a cui hanno partecipato 9 istituti di ricerca su tutto il territorio statunitense.

Il progetto sponsorizzato dalla NIAAA ( National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism) ha chiaramente dimostrato l’efficacia di questa terapia e la sua superiorità a terapie comportamentali nelle sindromi da dipendenza.

Un recente studio publicato sul "The Journal of Treatment & Prevention" (Wasson & Jackson 2004) conferma l’efficacia di questa terapia nei Binge Eaters.

Il principio si basa sul modello del disturbo alimentare come malattia, e che la bulimia o l’anoressia è una malattia che colpisce il corpo, la mente e lo spirito.

Il compito dello psicologo è di identificare

1) se esiste un problema con il cibo;

2) se è quello il problema che il cliente vuole affrontare.

E infine di aiutare il paziente a riconoscere da solo i meccanismi che possono portare al recupero totale e alla guarigione. I "12 Passi" sono un percorso di crescita individuale che avviene durante e dopo la terapia attraverso la frequenza a riunioni di recupero, l’uso di uno sponsor, cioè un membro della fratellanza che sia in recupero da più tempo e svolga il ruolo di guida nel lavoro dei Passi, l’identificazione con altri "overeaters" in recupero, e la pratica quotidiana ("Solo Per Oggi") di alcune semplici azioni ("non abbuffarsi nelle prossime 24 ore, chiedere aiuto e accettarlo") e di alcuni principi "spirituali" (onestà, apertura mentale, buona volontà, disponibilità, ecc).

Negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, inclusa l’Italia, questa pratica è una valida risorsa: in alcuni casi è sufficiente dare al cliente gli indirizzi delle riunioni, in altri e necessario un intenso lavoro di sostegno e facilitazione, per permettere al cliente di porsi nella condizione di astenersi dal comportamento un giorno alla volta.

* Consultant in Adult Psychiatry - Charing Cross Hospital, London


IL MESSAGGERO (FROSINONE)

CECCANO

Cerchi una comunità terapeutica? Un sito internet sarà al tuo fianco 

di CLEMENTE RINALDI

Una mano tesa in aiuto di chi vive momenti difficili; un "filo di Arianna" per districarsi nel labirinto dei servizi sanitari in modo da scegliere il più adatto alle proprie esigenze e necessità. Questo (ma non solo) è "www.comunitaterapeutiche.com" , il portale Internet ideato e messo on-line da una società di Ceccano, la "Vanservice". L’iniziativa sta conoscendo un clamoroso successo. In appena tre mesi di attività, infatti, il sito ha già registrato circa 6000 contatti, con la media giornaliera di visitatori che attualmente è di 350 unità. Merito di un innovativo software che facilita enormemente la ricerca e la scelta delle residenze socio-sanitarie italiane. L’utente ha quindi la possibilità, con pochi click del mouse e in maniera del tutto gratuita, la "mappa" (continuamente aggiornata) delle comunità terapeutiche regione per regione, provincia per provincia, distinte per tipologia: psichiatria, tossicodipendenza, alcolismo, violenza sessuale, riabilitazione motoria e altro.

In un’apposita area riservata, le strutture stesse possono inserire in tempo reale la disponibilità dei posti letto, testi, note informative su convegni o appuntamenti di pubblico interesse. Nello spazio di qualche secondo, dunque, il navigatore grazie alla banca-dati riesce a trovare la "carta d’identità" di una residenza socio-sanitaria, pubblica o privata convenzionata: nome, indirizzo, sito Internet, e-mail, telefono, tipologia delle prestazioni, numero di posti liberi. «Lavoriamo in stretta collaborazione con ASL e Regioni - fanno sapere dalla "Vanservice" - Siamo riusciti registrarci a con vari prefissi, non solo "com" ma anche "net", "org", "info", "eu" proprio per raggiungere la maggior parte degli utenti Internet. Nel nostro sito c’è pure l’angolo dell’esperto che risponde alla domande della gente e il panorama legislativo in materia di sanità».


IL GAZZETTINO (PORDENONE)

SACILE La musica notturna, il chiasso nei locali e le bevute eccessive potrebbero avere le ore contate. Un vertice intercomunale

Comune, lotta dura ai rumori molesti

Il sindaco Cappuzzo annuncia un giro di vite. Strategie comuni tra Polizia comunale e carabinieri

(mi.sc.) Disturbo della quiete: il sindaco, dopo il vertice in Prefettura del Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, s’incontrerà oggi con il comandante della Compagnia dei carabinieri, il capitano Alessandro Di Stefano, e domani con gli esercenti per mettere a punto nuove strategie. «Va risolto - dice Roberto Cappuzzo - il problema che assilla diversi comuni della provincia, che a Sacile si è andato acuendo negli ultimi mesi, con lettere di protesta che giornalmente giungono sul mio tavolo». Il sindaco rileva che da parte del prefetto sono state indicate due strade: «Innanzitutto attivare il progetto che prevede il coordinamento delle Polizie municipali per garantire maggiori servizi sul territorio. Per quanto ci riguarda, prevede una convenzione che comprenda Sacile, Brugnera, Caneva, Fontanafredda e Porcia, con una richiesta d’entrata anche di Budoia e Polcenigo, per i quali si dovrà verificare una convenzione particolare».

«Ciò dovrebbe consentire una maggiore presenza sui territori dei comuni - prosegue - grazie a programmi di pattugliamento che dovranno essere concordati tra le varie amministrazioni». C’è stato quindi l’invito a far osservare i Regolamenti comunali in materia di quiete. «Per quanto ci riguarda - aggiunge Cappuzzo -, il nostro già prevede il divieto d’estendere la propagazione esterna ai locali pubblici della musica dopo le 22.30. Purtroppo, dalle segnalazioni accumulatesi in questi ultimi mesi nei nostri uffici, nonostante i continui e assidui controlli dei nostri agenti, questa norma regolamentare non viene osservata. Intensificheremo comunque i controlli e non mancheremo di sanzionare i trasgressori. Come è già avvenuto, del resto, in diversi casi».

Se anche questo non dovesse bastare andranno percorse altre strade che potrebbero portare a provvedimenti più restrittivi, come il divieto assoluto di "fare musica", un diverso utilizzo delle piattaforme esterne concesse a diversi pubblici esercizi o dei giardinetti attigui ai locali dopo le 24, fino al possibile divieto della vendita "esterna" di bevande alcoliche dopo le 22.30.

«Se anche questi provvedimenti dovessero risultare insufficienti - è ancora Cappuzzo a parlare - mi vedrei costretto a emettere un’ordinanza di chiusura dei locali a partire dalle 24. Naturalmente prima di adottare qualsiasi provvedimento mi riservo d’incontrarmi, spero già nelle prossime ore, con il capitano Di Stefano, che comanda la Compagnia dei carabinieri, per concordare azioni comuni». Più complesso per il sindaco è il discorso con gli esercenti del centro storico interessati al problema. «Con loro - sono le conclusioni - fisserò un incontro (domani,ndr) per affrontare insieme il problema, ma soprattutto per far capire che la quiete pubblica va salvaguardata. Quindi c’è la necessità di adeguarsi alle normative prima di costringermi ad adottare provvedimenti restrittivi. Per i casi specifici segnalatimi promuoverò incontri singoli».


LA SICILIA

Tra Fontane Bianche e il Gange

Estate 2006, riesco a racimolare quindici giorni di ferie e vado a Siracusa «Patrimonio dell’umanità», mi munisco di macchina fotografica per godere del patrimonio artistico e naturale di questa decantata cittadina. Giunto in loco, mi chiedo se «per caso» sia finito in una favelas brasiliana e se quella che spacciano per mare sia in realtà il Gange nei suoi giorni peggiori. E’ ferragosto e nella ridente località balneare di Fontane Bianche, un enorme esercito armato di fiaccole, tende, birre, salsicce e spinelli stanzia a bivaccare in spiaggia. Il vigile urbano, mitica figura introvabile, è irreperibile quanto un unicorno o una ninfa dei boschi. Risultato? La spiaggia è invasa da migliaia di persone che tutta la notte del 14 e per l’intero 15 agosto, bevono alcolici, rompono bottiglie, urlano, sporcano e fanno i loro «bisogni» ovunque. La timida processione della Madonna che dovrebbe benedire il mare, si arresta a metà percorso perché la spiaggia è impraticabile. I vigili urbani non vedono, non sentono ma percepiscono lo stipendio. Cumuli di immondizie ricoprono l’intera spiaggia, un fetore di fogna ammorba l’aria ed il mare sembra una cloaca putrescibile. Nei paesi civili il campeggio selvaggio è vietato e chi porta una divisa effettua gli opportuni controlli per evitare che simpatiche tendopoli sorgano dal nulla. Il vigile urbano si azione solo per elevare multe solo nei casi di sosta vietata (il taccuino di cui è munito prevede solo quel tipo di sanzione) al fine di fatturare "il più«possibile». Tornando a Fontane Bianche, poiché nessuna disinfestazione è stata fatta (desidererei sapere a cosa serve l’ufficio igiene urbana con tutti i vigili ecologici ed il relativo staff dirigenziale lautamente pagato) le zanzare, gli insetti di ogni tipo pullulano e fanno strage di villeggianti. Risultato?

Dopo essere stato punto, mi avvio alla ricerca di un pronto soccorso e, sorpresa... la guardia medica non è ubicata al centro (pur esistendo i locali comunali idonei a fungere da «pronto soccorso») ma in una villa sperduta, per l’affitto della quale il Comune o l’Asl sborsa in favore di qualche amico un congruo canone. Trovare il medico è una impresa titanica, dopo aver girato una dozzina di viuzze arrivo stremato al pronto soccorso. Il medico, una giovane dottoressa che, poiché la villetta è ubicata in mezzo al nulla, per motivi di sicurezza, viene accompagnata dal padre. Vorrei sapere chi è il proprietario della villetta sperduta e quanto sia amico del sindaco., Le autovetture posteggiate sui marciapiedi, la sporcizia, gli abusi edilizi (stanno costruendo anche sulla spiaggia - zona Camomilla) e l’assenza assoluta delle forze dell’ordine, mi fanno orrore. Ma dov’è il riscatto del Sud? I finanziamenti della Cee sono serviti solo a speculare sulle case di Ortigia, acquistate da politici per quattro soldi e ristrutturate con soldi altrui Patrimonio dell’umanità? Ma dove... il prossimo anno parto come volontario in Africa. Troverò la stessa sporcizia e non spenderò nulla... il mare sarà più pulito.

Turista Deluso


LA SICILIA

Asti
Un brivido di terrore

Un brivido di terrore ha percorso stamattina il corpo di una mamma astigiana di 32 anni, Daniela Furlan, che con la figlia di tre anni, Giulia, stava facendo la spesa in un supermercato di piazza Statuto, ad Asti. Nonostante la presenza di commesse ed altri clienti, uno slovacco di 47 anni, Ladislav Varadi, originario di Starna-Revuca, avrebbe cercato di rapirle la figlia, ma la pronta reazione della donna ha sventato il sequestro. L’ uomo ha cercato di fuggire, ma i carabinieri lo hanno bloccato. Portato in caserma, Varadi non ha voluto fornire nessuna spiegazione sull’ episodio. Tutto è accaduto poco prima delle 11 nel supermercato «Di per Di» e ha fatto tornare in mente casi analoghi accaduti negli ultimi tempi in Italia.

Daniela Furlan stava facendo acquisti tenendo con una mano Giulia e con l’ altra il carrello quando, all’ improvviso, lo slovacco ha preso la bambina per un braccio stringendola a lui nel tentativo di prenderla in braccio. La madre ha subito reagito urlando, ha inseguito l’ uomo, si è ripresa con la disperazione la piccola e, mettendosi Giulia tra le gambe per resistere allo sconosciuto, si è nascosta dietro il bancone dei salumi. L’uomo ha tentennato, forse non si aspettava la reazione della mamma: quando ha visto che intorno a lui stavano per arrivare altre persone, si è avviato velocemente verso le casse all’uscita. Il direttore del supermercato ha cercato di fermarlo, ma senza riuscirci. Raggiunto l’ esterno del supermercato, Varadi è stato bloccato dai carabinieri del nucleo radiomobile che erano arrivati pochi secondi prima dopo l’allarme arrivato dal supermercato. L’ uomo è stato trasferito nel carcere di Asti. Secondo alcune testimonianze, nei giorni scorsi l’ uomo era stato notato nella zona di piazza Statuto, sempre ubriaco.


LA PADANIA

Aveva ammazzato di botte una donna, preso romeno

Roma - Si aspettava l’incontro con una giovane, invece c’era la polizia. E’ stato preso così ieri mattina a Roma un rumeno, indiziato per l’uccisione di una sua connazionale, H. G. di 45 anni, avvenuta il 14 agosto in seguito a violente percosse. Fondamentale la collaborazione della figlia della vittima, che ha organizzato l’appuntamento con il rumeno.

La donna era stata trovata in coma il 7 agosto in via Laurentina all’altezza del civico 900. Le bestiali percosse ricevute non le lasciarono scampo. La poveretta aveva una figlia che viveva in Italia: fu proprio la giovane, una 22enne, a raccontare agli agenti che sua madre a Roma le aveva raccontato di frequentare un uomo, che, in più occasioni, l’aveva picchiata. La figlia della vittima avrebbe aiutato gli investigatori a rintracciare l’uomo e organizzato con lui un appuntamento con la scusa di dovergli restituire degli effetti personali. All’appuntamento c’erano anche gli agenti, che lo hanno bloccato. L’uomo ha ammesso di aver massacrato di botte la donna per un banale motivo: del vino che la sua vittima gli avrebbe bevuto.


LA SICILIA

carabinieri.

Maltrattamenti in famiglia: arrestato marocchino 21enne 

Ubriaco picchia madre e padre 

Un giovane marocchino di 21 anni, Mohamed Siadi, residente ad Avola, con precedenti per reati contro la persona, è stato arrestato, la notte scorsa, dai carabinieri del nucleo opesativo e radiomobile della compagnia di Noto. L’arresto è scattato perchè il giovane si è reso responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e danneggiamento ed anche perchè all’arrivo dei militari intervenuti per calmarlo, si è scagliato contro di loro minacciandoli e opponendo resistenza, ed inoltre colpendo e provocando lesioni agli operatori di polizia.

L’intervento dei Cc era scattato, presso l’abitazione del marocchino, a seguito di accorata richiesta di aiuto lanciata con una telefonata al 112 dai familiari del giovane, il quale in preda ad evidente stato di ebbrezza alcolica aveva aggredito, percuotendoli,i propri genitori, provocando loro lesioni

In preda ai fumi dell’alcol il giovane marocchino aveva picchiato il padre di 61 anni, che ha difficoltà di deambulazione per cui si regge all’impiedi con le stampelle e la madre di 45 anni, provocando loro lesioni che sono state refertate all’ospedale Di Maria.

Rincasando, già ubriaco, Mohamed Siadi, prima di aggredire i genitori, che stavano dormendo, aveva scaricato la sua violenza su suppellettili, danneggiando mobili e lanciando un piatto contro lo schermo di un televisore. Svegliati di soprassalto per il trambusto, i due genitori hanno tentato di rabbonire il giovane ubriaco. Ma, come detto, sono stati a loro volta aggrediti e picchiati. I carabinieri, nel frattempo intervenuti, con difficoltà sono riusciti ad interrompere l’azione violenta del giovane marocchino. E’ in carcere, per smaltire la sbnornia e poi andrà dal Gip.

Saretto Leotta


IL GAZZETTINO (VENEZIA)

Finito in manette per molestie alla gente e lesioni ai poliziotti 

Un anno e sei mesi al chioggiotto "ribelle"

Chioggia

(l.l.) Chioggiotto condannato a un anno e sei mesi di reclusione. J.P., 27 anni, residente in Rione Duomo, ieri mattina è stato processato per direttissima presso il Tribunale del giudice monocratico a Mestre per resistenza, violenza, minacce, lesioni e danneggiamento a pubblico ufficiale e per essersi rifiutato di dichiarare la sua identità ai poliziotti. L’uomo sabato scorso era stato fermato dalla polizia in zona Diga a Chioggia, nei pressi di un chiosco, mentre molestava dei passanti. Ieri ha patteggiato un anno e sei mesi da scontare.

Sono le 13 di sabato e il giovane, ubriaco, in base a quanto riferito da testimoni, dà in escandescenza nei pressi della diga. Armato di una bottiglia tagliata, a petto nudo, il ragazzo molesta i passanti lanciando vetri contro di loro. È evidente che il giovane ha qualcosa che non va e pertanto si comporta in maniera aggressiva. A un tratto inizia a dare fastidio a una coppia, agitando la bottiglia rotta contro i due. Tanto che alcune persone che si trovano da quelle parti, spaventate, chiamato la polizia. Sul posto giungono agenti del commissariato di Chioggia che tentano di far calmare J.P., ma la sua reazione è violenta e la situazione peggiora. Il 27enne inizia a insultare e minacciare i poliziotti.l Si scaglia contro di loro ferendone uno a mano.

Durante il tragitto verso il commissariato il giovane non si placa e continua a inveire contro il poliziotti. Viene quindi arrestato. Non è la prima volta che il giovane ha a che fare con le forze dell’ordine: ha infatti vari precedenti tra l’altro per navigazione senza abilitazione e lesioni a pubblico ufficiale.


IL MESSAGGERO

Aggredito e ferito a coltellate da due ragazzi 

Il coltello ormai spunta con estrema facilità. Martedì sera l’ennesima aggressione. Un giovane di 23 anni, Andrea S., è stato ferito a una coscia a Ponte Milvio da due ragazzi probabilmente ubriachi. Negli ultimi giorni gli episodi si sono ripetuti con una puntualità ormai inquietante. Il 27 agosto la tragedia di Focene, quando Renato Biagetti, ingegnere, 26 anni, è stato ucciso a coltellate all’uscita da un chiosco sul lungomare nel corso di una lite. Il 1° settembre un’altra lama è stata tirata fuori all’Eur, dove una banalissima rivalità tra due gruppi, uno di Roma ’70, un altro di viale Europa, ha portato in ospedale un ragazzo con una gravissima ferita all’addome.

Il ragazzo ferito a Ponte Milvio fortunatamente non è in gravi condizioni. È stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale Villa San Pietro e, secondo i medici, guarirà in una decina di giorni. I primi a soccorrerlo sono stati gli uomini di una volante. Le indagini sono state affidate al commissariato Ponte Milvio. «Non so cosa avessero quei due ha detto la vittima Fatto sta che dopo qualche parola brutta, sono passati subiti al coltello».

La vicenda di Biagetti è quella che più ha scosso la città negli ultimi giorni. Gli assassini sono stati feroci. Il giovane ingegnere è stato ucciso con diverse coltellate al petto, una delle quali al cuore. Uno degli arrestati per il delitto è il figlio diciannovenne di un brigadiere dei carabinieri della zona. Le esatte responsabilità nell’omicidio ovviamente sono ancora da stabilire e saranno chiare soltanto al termine del processo. La lite che ha portato alla morte di Biagetti era esplosa al termine di una festa di musica reggae. Focene, nei giorni successivi alla tragedia, ha rifiutato l’immagine di «borgata segnata dal degrado e frequentata da delinquenti». Ma il coltello, anche lì, lungo il mare, è saltato fuori molto in fretta.


IL MESSAGGERO (LATINA)

Ubriaco devasta un bar e danneggia auto 

In preda all’ubriachezza, un uomo devasta un bar alla periferia di Formia e danneggiando le auto parcheggiate all’esterno, aggredendo quindi un medico del 118 che era intervenuto per prestargli le cure del caso. E’ stato infine bloccato dagli agenti del commissariato e denunciato per danneggiamento, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio, di cui è stato protagonista M.D., 35 anni, nativo di Napoli e residente a Formia, è avvenuto nella tarda serata nelle adiacenze di un bar di via Condotto. (…)


LA PROVINCIA DI CREMONA

Castelvetro. Al volante potrebbe non esserci stato, come sembrava, il 48enne ma uno dei due ragazzi. Indagini e interrogatori

«Chi guidava quel sabato sera?»

Morte di Niccolò, la procura ha dubbi sul conducente dell’auto

di Mauro Cabrini CASTELVETRO — La voce circolava in paese già dalla scorsa domenica pomeriggio, dal giorno dopo l’incidente costato la vita al 16enne Niccolò Rigoni. Ma da ieri, quella voce non è più solamente una ‘chiacchiera da bar’: procura della Repubblica di Piacenza e agenti della polizia stradale stanno infatti indagando, concretamente, sulla possibilità che al volante della Opel Astra station wagon con il ragazzo a bordo, finita contro il guard-rail all’imbocco del sovrappasso dell’A21 in località Avalli, non ci fosse, come stabilito dai poliziotti dopo i primi rilievi, il 48enne Massimo Ferrari, proprietario dell’auto poi denunciato per guida in stato di ebbrezza e indagato per omicidio colposo. In sostanza, secondo l’ipotesi emersa nelle ultime ore, sulla macchina ci sarebbero stati solo i tre ragazzini: Niccolò, deceduto sul colpo, e i 19enni Franco Ferrari e Matteo Robuschi, feriti in modo non grave. Il 48enne, padre di Franco, potrebbe essere arrivato sul cavalcavia di San Pedretto solo a schianto avvenuto: allertato dal figlio con il cellulare, si sarebbe poi assunto, di fronte agli investigatori, responsabilità che non avrebbe avuto. A costringere gli inquirenti a rivalutare completamente l’iniziale ricostruzione della tragedia sarebbero stati elementi raccolti successivamente ai primi accertamenti, durante un’inchiesta che di fatto non si è mai fermata. Evidentemente, che qualcosa non quadrasse era stato chiaro da subito. Poi, i dubbi sarebbero aumentati considerando che il 48enne era del tutto illeso (nemmeno un graffio a dispetto della violenza dell’urto e della Opel disintegrata) e in conseguenza di qualche rivelazione, forse di un testimone o forse, addirittura, proprio di uno dei due giovani che si trovavano sulla Opel. Al momento, quella che potrebbe essere una svolta clamorosa nelle indagini sul dramma, è stata definita dal sostituto procuratore che si occupa del caso, Gilberto Casari, «solo un’ipotesi che stiamo seguendo e valutando con attenzione ma non ancora una certezza». Di sicuro, nelle prossime ore saranno interrogati i ragazzini. E, di sicuro, la polizia stradale sta verificando anche che non siano stati rallentati i soccorsi. Di più: pare si stia già cercando una macchina precisa. Se ne conoscono modello e colore e si tratterebbe di una utilitaria che, sempre secondo la supposizione di chi indaga, avrebbe accompagnato Massimo Ferrari sul cavalcavia. Insomma, il quadro investigativo sul fuori strada fatale potrebbe cambiare radicalmente, a cominciare dalle accuse mosse al 48enne. E se davvero non era lui al volante della station wagon, si dovrà anche capire chi, tra i ragazzini, stava guidando. Di sicuro non Niccolò: che era sul sedile dietro e che per questo è morto. Trafitto dal guard-rail.


IL GIORNALE DI CALABRIA

TENTA DI INVESTIRE UN UOMO

CATANZARO. Tentato omicidio, tentata evasione, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, inosservanza delle prescrizioni della sorveglianza speciale e guida in stato di ebbrezza: sono le accuse dalle quali dovrà difendersi un uomo di 40 anni, Domenico Monteleone, nato a Catanzaro ma residente a Cardinale, dove è stato arrestato dai Carabinieri in contrada “Cuccumella”. L’uomo, che è sottoposto al regime della sorveglianza speciale, sottrattosi agli obblighi impostigli, in evidente stato di ebbrezza alcolica, a bordo della propria moto Ape, in pieno centro di Cardinale, aveva tentato, per futili motivi, di investire un cittadino del luogo, alla presenza di numerosi testimoni. L’immediato intervento del personale dell’arma ha consentito di bloccare e di trarre in arresto l’uomo che, nel corso delle concitate fasi dell’arresto, si è scagliato con violenza contro i militari, alcuni dei quali hanno riportato delle lesioni e sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso dell’ospedale civile di Chiaravalle Centrale. L’uomo è stato trasferito nel carcere di Catanzaro.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BRINDISI)

A Fasano da domani la «Festa della birra»

FASANODa domani a domenica prossima ecco la «Festa della birra» (alla sua prima edizione). Organizzata dal pub «Mac Kenzie» con il patrocinio del Comune, che ha subito accolto positivamente la proposta degli organizzatori per la novità insita nella manifestazione, come sottolinea il sindaco Vito Ammirabile, la kermesse si avvierà domani, alle ore 18, in piazza Ciaia, dalla quale partirà, in corteo, la band «Birra e Sound» di Leverano con la sua musica popolare. Il gruppo attraverserà le principali vie della città per raggiungere l’area «167» (nei pressi della chiesa Salette) ed il suo parco dove si terrà la tre-giorni. Alle 19, l’apertura degli stand gastronomici e birrari (si potranno degustare molte birre di diversa provenienza ed anche la famosa birra Oktoberfest), mentre seguiranno l’esibizio

Venerdì, 08 Settembre 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK