Martedì 02 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su

Francia, allarme per gli scooteristi - Secondo le assicurazioni, il 49% delle vittime di incidenti mortali ha tra i 15 ed i 19 anni



(ASAPS) PARIGI – Il 49% dei morti tra i ciclomotoristi registrati nel 2005, aveva in Francia un’età compresa tra i 15 ed i 19 anni. Tanti, “troppi” dicono le compagnie assicurative, che hanno realizzato un accurato studio analizzando le pratiche di risarcimento per i contratti conclusisi male. Un allarme che non viene affatto sottovalutato, nemmeno nel paese che più, in Europa, sembra aver speso ogni energia e risorsa disponibile sulla sicurezza stradale, per centrare l’obiettivo imposto dall’Unione Europea ai propri stati membri di dimezzare la mortalità entro il 2010. Anche Oltralpe, come in Italia, il ciclomotore – ed in particolare lo scooter – costituisce il mezzo di trasporto più diffuso per gli under 20: è, come tutte le dueruote in generale, il primo biglietto dell’adolescente verso quella libertà di movimento che si realizza pienamente quando l’individuo raggiunge – se ci arriva – la propria maturità e siede in sella ad una moto di cilindrata maggiore o su un qualsiasi veicolo. Le cifre dello speciale Osservatorio sulla sicurezza stradale istituito in Francia tra le compagnie assicurative sono però allarmanti: nel 2005, infatti, il bollettino complessivo realizzato dal dipartimento governativo della Sécurité Routière è stato passato al setaccio dagli esperti della FFSA (federazione francese delle società assicurative), più o meno la nostra ANIA, che non hanno mancato di cogliere l’agghiacciante particolare che un incidente stradale mortale su due, con il decesso di un ciclomotorista, ha meno di 19 anni. Aumenta, ovviamente, l’inquietudine dei genitori e quella delle istituzioni, direttamente chiamate in causa per la definitiva perdita produttiva – non ci prendete per cinici – di una risorsa così giovane. La federazione delle assicurazioni ha quindi messo a punto una serie di raccomandazioni e consigli, per cercare di contribuire alla strage. In primo luogo, secondo la FFSA, ogni ragazzino che sale in sella ad uno scooter deve essere già in possesso del “brevetto di sicurezza stradale” – il nostro patentino – che viene di norma conseguito a scuola. “Il brevetto – dicono gli esperti – consente al suo titolare di acquisire una formazione indispensabile per inserirsi nel contesto del traffico. Al secondo punto non poteva mancare il casco: abbiamo notato per esperienze dirette che anche Oltralpe molti ragazzini viaggiano in sella con elmetti non omologati - che purtroppo sembrano quelli più alla moda – spesso calzati alle “sei e mezzo”, molto alti sulla fronte cioè e troppo bassi sul rachide cervicale. Per questo motivo le assicurazioni raccomandano ai genitori di obbligare i loro figli a indossare caschi omologati integrali ed al contempo un abbigliamento adatto. In effetti, avere indosso giubbotti con protezioni, schienali a guscio di tartaruga e conchiglie sulla articolazioni, non solo salva la vita ma contribuisce a limitare enormemente le patologie “da asfalto”. Le stesse regole, ovviamente, devono valere anche per i passeggeri. A proposito di questi ultimi, dovranno essere trasportati solo se scooter o ciclomotori dispongono di uno spazio a loro riservato. Infine, il problema dei motori truccati: il mercato, purtroppo, offre a basso prezzo kit di potenziamento da brivido, non solo per le supersportive, ma anche per i “cinquantini”. Fin dai tempi del nostro Piaggio Ciao, infatti, era possibile in poche ore di lavoro, quasi sempre all’insaputa dei genitori, aumentare la cilindrata del motore, aumentare l’erogazione con carburatori maggiorati (magari a trombetta o a doppio corpo), con il tocco finale di marmitte rumorosissime in grado di far aumentare da sole di 20/30 km/h la velocità iniziale dei motorini. Il problema di telai in crisi già a 60 orari e di freni assolutamente inconsistenti, sembrava non importare granché ai produttori di queste trasformazioni, che anche oggi si preoccupano solo di “informare” il cliente del divieto della legge di poter girare poi in strada. L’avvento degli scooter, con banchi motore spesso gemelli per cilindrate maggiori (in realtà già avveniva per le vespe della serie ET, 50 e 125, della serie PK, 50, 125 e 150 e della serie PK, 125, 150 e 200), ha complicato drasticamente le cose: si pensi che in Italia gli scooter 48cc hanno alcuni fermi, che molti meccanici consigliano poi di far togliere agli stessi genitori, che dopo aver irresponsabilmente firmato acconsentono. In Francia, per dare un severo monito ai propri clienti, le assicurazioni hanno avvertito tutti che nel caso vengano accertate modifiche alle caratteristiche costruttive dei veicoli, nessun risarcimento verrà erogato, nemmeno per i danni contro terzi. E tutti sappiamo che le conseguenze di un risarcimento milionario (parliamo di milioni di euro) non sono alla portata di tutti. (ASAPS)


© asaps.it
Lunedì, 11 Settembre 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK