(ASAPS) PARIGI – Il 49% dei morti tra i ciclomotoristi
registrati nel 2005, aveva in Francia un’età compresa tra i 15 ed i 19 anni.
Tanti, “troppi” dicono le compagnie assicurative, che hanno realizzato un
accurato studio analizzando le pratiche di risarcimento per i contratti
conclusisi male. Un allarme che non viene affatto sottovalutato, nemmeno nel
paese che più, in Europa, sembra aver speso ogni energia e risorsa disponibile
sulla sicurezza stradale, per centrare l’obiettivo imposto dall’Unione Europea
ai propri stati membri di dimezzare la mortalità entro il 2010. Anche Oltralpe,
come in Italia, il ciclomotore – ed in particolare lo scooter – costituisce il
mezzo di trasporto più diffuso per gli under 20: è, come tutte le dueruote in
generale, il primo biglietto dell’adolescente verso quella libertà di movimento
che si realizza pienamente quando l’individuo raggiunge – se ci arriva – la
propria maturità e siede in sella ad una moto di cilindrata maggiore o su un
qualsiasi veicolo. Le cifre dello speciale Osservatorio sulla sicurezza
stradale istituito in Francia tra le compagnie assicurative sono però
allarmanti: nel 2005, infatti, il bollettino complessivo realizzato dal
dipartimento governativo della Sécurité Routière è stato passato al setaccio
dagli esperti della FFSA (federazione francese delle società assicurative), più
o meno la nostra ANIA, che non hanno mancato di cogliere l’agghiacciante
particolare che un incidente stradale mortale su due, con il decesso di un ciclomotorista, ha meno di 19 anni.
Aumenta, ovviamente, l’inquietudine dei genitori e quella delle istituzioni, direttamente
chiamate in causa per la definitiva perdita produttiva – non ci prendete per
cinici – di una risorsa così giovane. La federazione delle assicurazioni ha
quindi messo a punto una serie di raccomandazioni e consigli, per cercare di
contribuire alla strage. In primo luogo, secondo la FFSA, ogni ragazzino che sale
in sella ad uno scooter deve essere già in possesso del “brevetto di sicurezza
stradale” – il nostro patentino – che viene di norma conseguito a scuola. “Il
brevetto – dicono gli esperti – consente al suo titolare di acquisire una
formazione indispensabile per inserirsi nel contesto del traffico. Al secondo
punto non poteva mancare il casco: abbiamo notato per esperienze dirette che
anche Oltralpe molti ragazzini viaggiano in sella con elmetti non omologati - che purtroppo sembrano quelli più alla moda –
spesso calzati alle “sei e mezzo”, molto alti sulla fronte cioè e troppo bassi
sul rachide cervicale. Per questo motivo le assicurazioni raccomandano ai
genitori di obbligare i loro figli a indossare caschi omologati integrali ed al
contempo un abbigliamento adatto. In effetti, avere indosso giubbotti con
protezioni, schienali a guscio di tartaruga e conchiglie sulla articolazioni,
non solo salva la vita ma contribuisce a limitare enormemente le patologie “da
asfalto”. Le stesse regole, ovviamente, devono valere anche per i passeggeri. A
proposito di questi ultimi, dovranno essere trasportati solo se scooter o
ciclomotori dispongono di uno spazio a loro riservato. Infine, il problema dei
motori truccati: il mercato, purtroppo, offre a basso prezzo kit di
potenziamento da brivido, non solo per le supersportive, ma anche per i
“cinquantini”. Fin dai tempi del nostro Piaggio Ciao, infatti, era possibile in
poche ore di lavoro, quasi sempre all’insaputa dei genitori, aumentare la cilindrata
del motore, aumentare l’erogazione con carburatori maggiorati (magari a
trombetta o a doppio corpo), con il tocco finale di marmitte rumorosissime in
grado di far aumentare da sole di 20/30 km/h la velocità iniziale dei motorini.
Il problema di telai in crisi già a 60 orari e di freni assolutamente
inconsistenti, sembrava non importare granché ai produttori di queste
trasformazioni, che anche oggi si preoccupano solo di “informare” il cliente
del divieto della legge di poter girare poi in strada. L’avvento degli scooter,
con banchi motore spesso gemelli per cilindrate maggiori (in realtà già
avveniva per le vespe della serie ET, 50 e 125, della serie PK, 50, 125 e 150 e
della serie PK, 125, 150 e 200), ha complicato drasticamente le cose: si pensi
che in Italia gli scooter 48cc hanno alcuni fermi, che molti meccanici
consigliano poi di far togliere agli stessi genitori, che dopo aver
irresponsabilmente firmato acconsentono. In Francia, per dare un severo monito
ai propri clienti, le assicurazioni hanno avvertito tutti che nel caso vengano
accertate modifiche alle caratteristiche costruttive dei veicoli, nessun
risarcimento verrà erogato, nemmeno per i danni contro terzi. E tutti sappiamo
che le conseguenze di un risarcimento milionario (parliamo di milioni di euro)
non sono alla portata di tutti. (ASAPS)
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