VINEALIA.ORG http://www.vinealia.org/agenda.asp?ID=7482 Motoraduno della Vernaccia: 25a edizione 8, 9 e 10 settembre a Riola Sardo (Oristano) Puntuale da 25 anni il MOTORADUNO INTERNAZIONALE DELLA
VERNACCIA ravviva la provincia di Oristano. Si tratta di una manifestazione
motociclistica con partenza da Riola Sardo, comprese escursioni nella Penisola
del Sinis, territorio dove nasce la Vernaccia, toccando anche Santulussurgiu e
Santa Cristina . Durante i tre giorni non vi sono solamente momenti
sportivi, ma anche visite guidate e intrattenimenti presso le aziende storiche
vitivinicole, in
particolare Contini, Perra, Iosto Puddu, Produttori riuniti e Silvio Carta. L’appuntamento annuale richiama numerosi partecipanti provenienti da tutta Europa e anche da altri continenti per un appuntamento con il quale la Vernaccia vive un momento di promozione e di divulgazione. TGCOM Tragico motoraduno: tre morti Sardegna, 2 incidenti in contemporanea E’ stato funestato dalla morte di tre centuari, una coppia e un giovane di 25 anni, il rientro da un motoraduno in Sardegna. Le vittime, Francesco Meloni, Giorgia Spiga e Davide Deiola, sono morte in due incidenti distinti, avvenuti quasi in contemporanea nell’Oristanese. Tutti e tre avevano partecipato al motoraduno della Vernaccia organizzato dal Motoclub di Riola Sardo. ANSA.IT Ubriaco
provoca incidente mortaLE Arrestato
nel Veneziano 48enne dell’ex Jugoslavia, 2 feriti (ANSA) -VENEZIA, 10 SET- Tampona un’auto facendola scontrare frontalmente con un’altra vettura e fugge via: arrestato. Un uomo di 65 anni e’ morto nell’incidente. E’ successo a Chioggia. In manette e’ finito Rifat Mehovic, 48 anni dell’ex Jugoslavia, che, ubriaco stava percorrendo la statale Romea da Ravenna a Venezia. Mehovic ha tamponato un’auto condotta da una 25enne del padovano che e’ andata a scontrarsi frontalmente con una Volvo con a bordo una coppia di Chioggia. Per Luigi Nordio non c’e’ stato nulla da fare. IL SECOLO XIX «Aiutateci a salvare Maria» Parlano i coniugi di Cogoleto che hanno rifiutato di
restituire la piccola all’istituto dove è stata sottoposta a percosse e sevizie
L’appello dei genitori affidatari che hanno
"rapito" la bimba bielorussa Genova. «L’anno scorso era arrivata a Genova col corpo
martoriato da lividi. Non riusciva quasi a muoversi: l’abbiamo fatta visitare
da un medico e oltre agli ematomi le ha trovato una bruciatura di sigaretta
all’inguine. E’ stata picchiata, ci ha detto il sanitario, picchiata e
seviziata». Parlano con la voce rotta dall’emozione e dalla
disperazione di chi si sente impotente di fronte a un bambino che soffre. Maria
Chiara Bornacin e Alessandro Stagno, entrambi di 32 anni, sono i genitori
affidatari in Italia di Maria, la bambina di 10 anni che da tre anni trascorre
a casa loro, a Cogoleto, il periodo estivo e un mese e mezzo durante l’inverno.
Sono la coppia che si è rifiutata, venerdì scorso, di accompagnare Maria
all’aereo che l’avrebbe portata in Bielorussia. Ora devono rispondere di
sottrazione di minore e la procura ha aperto un’inchiesta nei loro confronti. «Noi ci definiamo obiettori di coscienza: ci rifiutiamo
di accompagnare nostra figlia - visto che abbiamo pronti tutti i documenti
per l’adozione - al suo funerale. Già perché Maria - spiega Maria Chiara
che è laureata in giurisprudenza e lavora come impiegata - ce lo ha ripetuto
molte volte: "piuttosto di ritornare nell’istituto, preferisco morire.
Mi uccido". E non si tratta di fantasie perché ha già tentato il suicidio
due volte». Come vi siete accorti del dramma che sta vivendo Maria? «Quando è arrivata la prima volta in Italia siamo rimasti
scioccati da certi suoi atteggiamenti. I suoi giochi con le bambole: le legava,
le spogliava, le picchiava e poi piangeva. Poi la volta successiva è arrivata
piena di ematoni e con quella bruciatura.... Volevamo capire, vedere in che
ambiente viveva - spiega Alessandro Giusto - Così siamo partiti per la
Bielorussia. Siamo andati nell’istituto dove vive Maria, nella città di
Vileika. La struttura ospita ragazzi con problemi. Secondo loro Maria è in
ritardo nel parlare ma non è vero, l’italiano lo parla bene. I ragazzi hanno
dai 7 ai 18 anni e i piccoli devono subire i soprusi dei grandi: il personale è
poco e disinteressato. Nessuno controlla che cosa fanno. Quelli che compiono
18 anni vengono messi in mezzo a una strada. Spesso ritornano nell’istituto con
vodka e sigarette e organizzano festini in cui i più piccoli sono le vittime.
Maria è una di queste». Altre coppie affidatarie hanno raccolto dai bambini
racconti simili? «Proprio il mese scorso abbiamo contattato una famiglia
del Basso Piemonte che ospita da tempo un bambino che va nello stesso istituto
di Maria. Sono venuti al mare a Varazze e ci siamo messi d’accordo per
incontrarci. Quando Maria lo ha saputo è stata malissimo: era agitata, si
svegliava di notte. E l’altra mamma - racconta Maria Chiara - ha notato nel
bambino lo stesso malessere: si è chiuso in camera e ha iniziato a dire che
certamente Maria non l’avrebbe voluto incontrare... Abbiamo allora capito che
lui era vittima dei grandi che lo costringevano a comportarsi in un certo modo
con lei... E noi dovremmo far tornare la bambina in quell’inferno?» Ma come state vivendo in questi giorni? «Si può immaginare: ci sentiamo braccati. Certamente siamo
sotto controllo - spiega Alessandro - Del resto i carabinieri ci hanno
avvertito: volevano che svelassimo loro dove si trova Maria. Al nostro rifiuto
ci hanno detto che fanno il loro mestiere. Così dopo tutto quello che ha
passato, la nostra bimba rischia anche di rimanere traumatizzata dagli
uomini che la vengono a prendere e la riportano in quel maledetto lager». Voi parlate della bimba proprio come fosse vostra
figlia... «Certo - risponde Maria Chiara - Noi vogliamo che sia
nostra figlia: non siamo genitori che non sono riusciti ad avere un figlio
biologico e allora hanno deciso di adottarlo. Noi ci siamo sposati e in attesa
di consolidare il nostro lavoro abbiamo pensato di ospitare uno dei bambini che
hanno bisogno di disintossicarsi dagli effetti della contaminazione di
Chernobyl. Alessandro è ingegnere chimico e aveva appena iniziato a lavorare. I
figli biologici li avremmo fatti dopo. Conosciuta Maria si è creato subito un
legame molto stretto e abbiamo deciso di adottarla. Abbiamo fatto tutti gli
incartamenti e abbiamo aspettato i tre anni di matrimonio previsti dalla legge
italiana. Oltretutto ci hanno detto che non avremmo dovuto avere figli nostri,
prima dell’adozione, perché sarebbe stato un problema. Quando eravamo pronti,
il governo Bielorusso ha chiuso le adozioni all’estero. Ci sono 600 famiglie in
Italia nella nostra situazione. Il fatto è che nessuno ha il coraggio di
dire che per la Bielorussia i quasi 30 mila bambini che giungono in Italia sono
un grande business: portano soldi a un paese poverissimo». Avete intenzione di continuare la vostra battaglia sino in
fondo, dunque. «Certo - spiega Maria Chiara - Quello che ci dispiace è l’accusa
che il nostro comportamento possa ostacolare la venuta in Italia di altri
bambini. Quello di Maria è un caso a sé: in altri istituti i bambini vivono
meglio. Non possono pretendere che sacrifichiamo lei per non nuocere ad altri:
Maria non deve pagare un prezzo così alto». Elisabetta Vassallo ALICE.IT Russia: liquori adulterati,
strage Circa 42mila persone muoiono
ogni anno a causa dell’alcool (ANSA) - MOSCA, 10 SET - Oltre 500 abitanti della Russia occidentale sono rimasti intossicati nelle ultime settimane da liquori adulterati e 17 persone sono morte. Lo riferisce oggi l’Itar tass citando il ministero della protezione civile. Nella regione di Belgorod 309 persone sono rimaste intossicate. Altre 212 persone sono state ricoverate a Rjev e dintorni. La polizia ha sequestrato 21 tonnellate di liquido alcolico contenente un disinfettante.Circa 42mila russi muoiono ogni anno per liquori adulterati. IL MESSAGGERO (Ancona) RISSA DA SALOON AL CAFFE’ EUROPA Jesino picchiato da quattro giovani giostrai Botte all’istruttore di boxe. I nomadi hanno messo a
soqquadro il locale lanciando sedie e bicchieri di SILVIA BAROCCI JESI E’ venerdì sera al campo nomadi e i ragazzini della città trascorrono l’ultimo week-end prima dell’inizio delle scuole divertendosi al tradizionale luna park di fine estate. Al Caffè Europa di viale Cavallotti tanti giovani - e non solo - della Vallesina stanno tirando tardi discutendo su come passare la serata. Tra questi ci sono anche quattro ragazzi, due di loro poi identificati in L.F. e M.F., entrambi giovanissimi e conosciuti alle forze dell’ordine, che vengono proprio da quel campo nomadi in cui tanti loro coetanei se la stanno spassando con autoscontro e giostre di ogni tipo. Sono seduti al bancone, un bicchiere tira l’altro, le consumazioni alla fine non si contano più, sono completamente ubriachi. I gestori del locale non temono né sospettano nulla ma nel giro di pochi minuti è un parapiglia. I quattro ragazzi cominciano a molestare alcuni dei clienti seduti ai tavoli del locale, un apprezzamento verso qualche ragazza, forse uno sguardo o una parola di troppo, e uno di loro si scaglia contro Maurizio Valeri, istruttore di boxe al Palasport cittadino che pensa bene di dare una lezione al suo aggressore e di essere in grado di difendersi da solo. Sbaglia però a non considerare gli altri tre, che di stare con le mani in mano non ci pensano proprio e si fiondano sull’uomo tirandogli addosso tutto quello che capita a tiro: bicchieri, tazzine e suppellettili varie. Intervengono i gestori del bar e, aiutati anche da alcuni clienti, riescono a mettere alla porta i quattro nomadi. Che però, non ancora soddisfatti della serata cominciano a dare calci e a scaraventare sedie contro la vetrata d’ingresso, dandosi alla fuga a bordo di una Polo solo dopo aver danneggiato parte del locale. Due di loro sono stati subito identificati dai carabinieri e denunciati per lesioni aggravate e danneggiamento. Gli altri due hanno le ore contate. IL MESSAGGERO (Marche) OFFIDA “Di vino in vino”,
visite record: ricettività e parcheggi gli unici nei di TIZIANA
CAPOCASA OFFIDA Con oltre 25 mila visitatori "Di Vino in
vino", la vetrina delle migliori produzioni enologiche delle Marche che si
tiene la prima settimana di settembre nel chiostro di San Francesco, si pone
tra le manifestazioni estive di punta dell’intera provincia ascolana. Esultano
dell’ottimo riscontro di presenze ( + 50 % rispetto allo scorso anno) tanto il
presidente di Vinea, Ido Perozzi, che l’assessore al turismo, Valerio Lucciarini.
«E’ una kermesse che valorizza i prodotti di eccellenza
del territorio e cattura nuovi flussi turistici» sottolinea l’assessore
Nucciarini, assai soddisfatto del numero record di turisti calamitati, nei mesi
scorsi, non solo dall’Enoteca regionale ma anche dalle diverse strutture
museali, nonché dal Teatro Serpente Aureo e chiesa Santa Maria della Rocca.
Nota dolens la carenza di parcheggi insieme alla ridotta ricettività
alberghiera. «Stiamo correndo ai ripari- ha aggiunto l’assessore
Lucciarini- poiché contiamo di realizzare nuovi parcheggi attorno alle mura
cittadine e tramite la società Terme di Offida, a cui partecipa anche il
Comune, creare una struttura alberghiera con annesso centro benessere, dotata
di 400 posti letto». Sul turismo rurale ed enogastronomico è pronto a
scommettere anche il presidente Ido Perozzi di Vinea che ha creato il marchio
"Vinea, qualità picena" nonché una rete commerciale, forte di 80
agenti, per far conoscere le eccellenze di "Fattorie Picene" spa,
composta da 11 produttori di cui 2 cantine sociali, trasformatori medio-grandi,
con la Vinea che detiene il 40 % delle quote sociali. Ulteriore tassello del progetto di sviluppo denominato
"Distretto vitivinicolo piceno" che Vinea ha già avviato nel 1999. «La manifestazione Di vino in vino non è staccata da tutto ciò- precisa il presidente Perozzi- perché serve a far conoscere il territorio e di i suoi prodotti. Abbiamo investito 35 mila euro per spedire gli inviti e materiale promozionale a tutti i soci Ais e Slow Food. Ottimo il riscontro se consideriamo che tra i 200 partecipanti ai diversi laboratori del gusto, il 70 % proveniva da fuori provincia, di cui il 35 % da fuori regione. Da sottolineare anche la presenza di una decina di grossi importatori di vino dal Canada e dal Nord Europa, a cui abbiamo offerto l’ospitalità, oltre ad un numero elevato di agenti provenienti da Francia, Germania ed Inghilterra». Tra gli obiettivi a medio termine di Vinea anche scambi commerciali con la Cina; a breve la firma di un contratto con il municipio di Pechino. Sempre sul versante della qualità e maggiore produttività l’incremento dell’imbottigliamento, poiché dei 656 mila ettolitri di vino prodotto nel 2005, solo il 25/30% è stato imbottigliato ( circa 10 milioni tra bottiglie e dame) a tutto vantaggio dello sfuso, che comporta meno reddito. IL GAZZETTINO (Belluno) LA LITE CON IL FIGLIO L’imputazione per l’86enne non sarà di tentato omicidio (A. Fed.) Macchè tentato omicidio; l’ottantaseienne che ha dato una martellata sulla testa del figlio non risponderà di questa accusa perchè non è verosimile. Non avrebbe avuto la forza per vibrarli, colpi mortali; era ovvio che il figlio 55enne si sarebbe svegliato e ribellato. Era solo disperazione; e basta ripercorrere anche solo gli anni più recenti della vita del figlio - Giacomino Della Giustina - per capirne i motivi, peraltro noti a tutti, a Vittorio Veneto. Il figlio di Angelo vive buttato qui e là nella casa dei genitori dopo un matrimonio naufragato fra botte e ubriachezza. La moglie ha dato un taglio alla tragica storia, e Giacomino ha pensato bene di infierire. Minacce, insulti aul luogo di lavoro di lei, gomme dell’auto tagliate, arresti domiciliari, ripetute fughe dai medesimi; riarresti; violenza privata, lesioni, molestie, danneggiamenti. L’uomo aveva già patteggiamenti nel ’98 e lo scorso anno è stato condannato a due anni e mezzo e ad un cospicuo risarcimento danni, e non lavora. Angelo Della Giustina temeva che la sparizione di un suo libretto di risparmi fosse l’ennesima prevaricazione, ma il colpo alla testa ha una prognosi di dieci giorni. Chi ha più male, è ancora il povero anziano. Per l’ennesima volta Giacomino ha sconvolto l’esistenza dei due anziani genitori; ha fatto finire il padre in un istituto per allontanarlo dalla casa dove il figlio - "provvisoriamente" - abita da anni dopo la separazione. ALICE.IT Germania:
xenofobia, un arresto Preso
a calci e pugni e ingiuriato giovane del Benin
(ANSA) - BERLINO, 10 SET - La polizia di Magdeburgo ha fermato un 24enne che ieri sera insieme a due altri di 16 e 23 anni aveva aggredito un africano di 22 anni. La polizia, chiamata da un passante, ha accertato che prima di prendere a calci e pugni il giovane africano originario del Benin, gli aggressori ubriachi lo avevano ingiuriato varie volte davanti ad una fermata dell’autobus. IL GAZZETTINO (Treviso) A MARGHERA Litiga con due albanesi e poi in preda ai fumi dell’alcol
aggredisce i poliziotti Mogliano Baruffa tra italiani e albanesi, probabilmente ex soci,
l’altro ieri pomeriggio a Marghera di Mestre. Una lite finita a pugni e calci,
con l’arresto di uno dei contendenti. Tutto inizia verso le 17.30, in via Giorgio Rizzardi a
Marghera. G.N., 33 anni di origini napoletane ma residente a Mogliano, sta chiacchierando
a bordo strada con un amico. A un tratto i due vengono avvicinati da due
extracomunitari albanesi che, senza apparente motivo, iniziano a schiaffeggiare
l’amico di G.N. L’uomo chiama subito la polizia. Gli agenti intervengono e
identificano i quattro, ma la questione resta fumosa. Pare che tra i quattro ci
sia un contenzioso aperto, molto probabilmente legato a motivi di lavoro o a un
affare rimasto aperto. Fatto sta che tutto il gruppetto preferisce non rivelare
i dettagli della loro lite. Ma non finisce qua. G.N., che evidentemente ha bevuto
un po’ troppo, inizia a dare in escandescenze. Inizia così a gridare e
imprecare contro i poliziotti, protestando in maniera sconnessa. Poi, perde
completamente il controllo e se la prende contro un finestrino di un’auto
parcheggiata sul posto, rompendolo. La polizia tenta di calmarlo, ma con scarso
successo. Tanto che G.N. si scaglia infine contro gli agenti che decidono di
portarlo in Questura. Per lui scatta quindi l’arresto per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Indagato a piede libero per minacce e percosse, invece, uno dei due albanesi, A.C., 27 anni. IL MATTINO (Caserta) Droga e alcool, il buio trasforma la città MARINELLA CAROTENUTO Mezz’ora fermi a un incrocio, magari perché quello che sta tre macchine avanti a te sta facendo due chiacchiere con l’amico sull’altra corsia, e se insisti col clacson il rompiscatole sei tu. Un’ora per fendere la marea umana che staziona tracotante davanti al tuo garage, con la scritta "passo carrabile" che sta lì utile quanto un cappotto ai tropici. Di muoversi a piedi non se ne parla: auto e moto sfrecciano a velocità da Formula Uno, meglio se contromano; i pedoni camminano a branchi e ammazzano la noia improvvisando risse delle quali loro stessi faticano a ricostruire la causa. Nemmeno chiusi in casa ci si salva: se si ha la (s)ventura di abitare in quelle che le forze dell’ordine chiamano "zone sensibili" schiamazzi e rotolare di bottiglie sono la colonna sonora abituale. Il tutto grazie al popolo della notte, quello che entra in scena quando i turni ordinari di polizia e vigili stanno per terminare e dà il meglio di sé nelle ore che precedono l’alba. E se il quadro vi sembra troppo a fosche tinte, provate a parlarne con chi di notte lavora: the dark side of Caserta, visto da loro, è ancora più dark. Racconta Carmine Canestrini, medico del 118: "Il tessuto che si esprime di notte è tutt’altra cosa dalla tipica città di provincia che viviamo di giorno: immagino che anche col buio Caserta possa esprimere qualcosa di buono ma io non riesco proprio a vederlo. Mentre lo sguardo dei morti sull’asfalto ti resta dentro e continui a vederlo anche dopo anni". Segue un cenno sugli interventi dell’ultima notte di lavoro: due ventenni impasticcati che non sapevano neppure trovarsi le chiavi della macchina in tasca, un extracomunitario talmente ubriaco da sembrare in coma, una signora con problemi psichiatrici che vagava per la città senza ricordare né il suo nome né l’indirizzo di casa. "Una normale notte da 118", dice Canestrini. Arturo Russo, tenente colonnello della polizia municipale, conferma: "Non passa notte senza che si verifichi almeno un incidente stradale, ubriachi e tossicodipendenti la fanno da padroni. Ci vorrebbe un esercito per stare dietro a tutti: noi siamo arrivati a pensare di spostare a dopo mezzanotte il turno ordinario e fare il pronto intervento di giorno: davvero, non è una battuta. E’ cambiata la vita, anche a Caserta: l’unica possibilità di migliorare le cose è riconquistare il ruolo delle famiglie che ormai è perso". "Forse, se fossimo intervenuti molti anni fa: ora è impossibile tornare indietro", ragiona Diego Paternosto, primario del Pronto Soccorso all’ospedale San Sebastiano. Dove le notti, dice, sono tutte bianche: "Gli incidenti stradali sono all’ordine giorno: normale, visto che i giovani vivono prevalentemente di notte. Ma le richieste di controlli notturni sono altrettanto frequenti: prima si aspettava che facesse giorno e si andava dal medico curante, oggi un banale mal di pancia ti fa correre in ospedale. In entrambi i casi, sono fenomeni da benessere. Il guaio è che la qualità di vita dei nostri ragazzi è bassissima: sono fragili e soli, davanti a sé hanno il vuoto". Se lo costruiscono con le loro mani, ribatte Antonio Pontillo, anche lui medico nel 118: "Se uno si mette in macchina ubriaco o impasticcato l’incidente è inevitabile. Così come la rissa: noi l’abbiamo sfiorata mille volte, specie nei week end, e spesso senza nessuna protezione perché le forze dell’ordine non riescono ad essere sempre presenti. I servizi, poi, sembra non esistano: svolgiamo continui lavori di supplenza, costretti anche ad un uso improprio della nostra professione e delle nostre attrezzature, perché di fatto siamo soli sul territorio. I personaggi della notte ormai noi li conosciamo tutti: possibile che di giorno non si possa fare niente per impedire che il buio trasformi la città?". IL GAZZETTINO (Treviso) Incontro (per ora) telefonico tra ... Incontro (per ora)
telefonico tra Luca Zaia, il trevigianissimo e vulcanico vicepresidente della
Regione Veneto e il presidente dell’Associazione Manuela per la sicurezza
stradale, Andrea Dan. Bravo, gli dice Dan, bravissimo che sei riuscito ad
ottenere l’apertura del tratto di A 28 che si sostituirà trionfalmente alla
Pontebbana. Un pezzo di strada famigerato, che "vanta" quasi 8
incidenti per chilometro ogni 12 mesi (il più pericoloso d’Italia), che ha
tormentato i sonni di chi abita nella zona per anni e anni; che ha fatto sì che
ben 120 aziende agricole abbiano regalato il terreno purchè si realizzasse il
tratto autostradale. Zaia è un caterpillar, forse anche più di Dan:
dall’incontro non nasceranno solamente complimenti e ringraziamenti. Sabato 16
settembre, all’inagurazione del tratto, Zaia ha invitato Dan, che da anni
caldeggia la creazione e l’apertura di quel tratto di strada. Quello che c’è
nella mente di Dan - però - è già qualcosa di concreto, qualcosa che sa già
anche il Procuratore di Treviso Antonio Fojadelli (presidente dell’Osservatorio
stradale della Regione Veneto): un Osservatorio Interforza Europeo. Strano come L’Europa abbia sfornato leggi su leggi
sovrannazionali a volte incomprensibili, se non anche sospette (gli alpeggi e i
fondi per allevatori), e non abbia invece mai pensato istituzionalmente ad una
"normalizzazione" di quelle sul traffico: la comparazione delle leggi
in vigore nel nord Europa con le nostre farebbe molto bene. Intanto in molti
Paesi (Germania, Svezia, Finlandia, Norvegia...) la guida in stato di ebbrezza
o il superamento dei limiti di velocità sono sanzionati in maniera
pesantissima, tanto da essere un effettivo deterrente; in secondo luogo la
pubblicizzazione che qualche Regione sta tentando degli esiti degli incidenti
stradali, in altre nazioni (come la Spagna) è in vigore da decenni. Trent’anni
fa, in Spagna, lungo tutte le principali strade c’erano cartelli enormi con la
scritta: «Conductor, siempre con una copa de menos», «guidatore, sempre con un
bicchiere in meno». (*) Così la coppia Zaia-Dan ben potrebbe organizzare un
sistema per continuare ed estendere al Veneto il miracolo che deve gran parte
del merito proprio a Luca Zaia: far scendere di una sensibile percentuale gli
incidenti, che nella Marca (soprattutto per la costruzione delle rotatorie)
sono scesi del 30\%. Ma Zaia non fa scuola solo in questo: la Provincia di
Padova per esempio gli ha copiato pochi giorni fa i libretti per gli studenti,
più o meno giovani, con cui mettere in testa da subito che le strade sono ben
diverse dalle piste. Il nuovo tratto autostradale - dice Dan - sarà munito di
sistemi tali da rendere la sicurezza molto più alta e più veloce l’allarme
eventuale e le possibilità di intervento dei soccorsi. «E con quello che è
capitato mille volte sulla A4 - dice Dan - l’apertura di questo tratto dovrebbe
essere festeggiata come un evento straordinario e, soprattutto, concreto». Antonella Federici (*) Nota: oggi lo slogan condiviso da tutti gli esperti del settore è “se guidi non bere, se bevi non guidare”. SESTOPOTERE.COM GUIDA SICURA: UN PROGETTO PER I
GIOVANI (Sesto Potere) -
Fidenza - 10 settembre 2006 - Si torna a parlare di giovani e della sicurezza
nella guida , un tema al quale l’Amministrazione comunale ha dedicato anche nel
recente passato diverse iniziative mirate a far crescere nella giovani
generazioni maggiore consapevolezza dei rischi che si possono correre se si
guida in condizioni non ottimali. Nella sala consiliare del Comune di Fidenza si è tenuta la
presentazione alle scuole del territorio del progetto “Giovani alla Guida”
promosso dal Comune. Sono intervenuti all’incontro Andrea Massari, assessore
alla viabilità del comune, Benvenuto Uni, insegnante e vicepresidente del
Consiglio comunale, ideatore del progetto, Luciano Soranno comandante della Polizia
municipale del Distretto di Fidenza. Nel corso della riunione, a cui hanno
parteciperanno dirigenti e referenti sull’educazione stradale degli istituti
superiori di Fidenza e San Secondo, si sono condivisi i contenuti del progetto
a cominciare dalla sua finalità: promuovere la cultura dello svago senza
sballo, libero da usi ed abusi di droga e alcol. E’ incentrato su iniziative
legate alla promozione della sicurezza stradale, da svolgersi La proposta riguarda una campagna di sensibilizzazione da
svolgersi nel periodo compreso tra ottobre 2006 e maggio 2007, articolata in
tre fasi. la prima è incentrata su "la vetrina della sicurezza
stradale" da organizzarsi nei giorni di San Donnino e finalizzata a
sensibilizzare, informare e coinvolgere tutti gli utenti della strada in
particolare i giovani neopatentati. La seconda fase è caratterizzata da momenti si
sensibilizzazione all’interno ed esterno degli Istituti scolastici superiori
come le visite di studenti neopatentati presso strutture riabilitative o incontri
mirati a discutere del tema della sicurezza. La terza fase a maggio 2007 avrà
invece come obiettivo quello di coinvolgere i giovani nell’organizzazione della
"Giornata dell’educazione stradale", un programma- spettacolo sulla
tematica e un momento di svago e ricezione di quanto verrà proposto nell’ambito
della sicurezza. Il progetto verrà ora inviato alle scuole superiori per un confronto fra docenti. Nel prossimo incontro saranno decisi nel dettaglio tempi e modalità di attuazione. (Sesto Potere) LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO CANDELA Contro il suo trasferimento a Carapelle Creato un «comitato» per don
Angelo Festa
Appuntamento con la commedia questa sera nella Fortezza
Svevo Angioina LUCERA Appuntamento con la commedia del buon umore questa sera
alla fortezza Svevo Angioina. Di scena infatti, nell’ambito della rassegna
«Eventi d’estate», la rappresentazione teatrale «La doppia vita di un tassista»
che sarà messa in scena, apertura del palcoscenico alle 21.30, dalla compagnia
teatrale «Daunia spettacoli» diretta da Germano Benincaso. Ed il fondatore
degli «amici dell’arte» è anche regista della commedia di questa sera, che sarà
rappresentata da attori giovani rigorosamente under 30. La commedia racconta
delle avventure di un tassista alle prese non con gli effetti del decreto di
liberalizzazioni targato Bersani ma con una vita sentimentale avventurosa,
fatta di una moglie e un’amante. Il classico triangolo amoroso anima questa
commedia che si caratterizza, come promettono gli interpreti, per un ritmo
vivace e brioso e ripetuti colpi di scena. All’insegna dell’ironia e della
spensieratezza, così come sottolinea lo stesso titolo «la doppia vita di un
tassista» e la simpatica locandina con il giovane protagonista diviso nel suo
taxi fra la moglie e l’amante. Se il programma di «eventi d’estate» prosegue
con una commedia leggera non accennano a placarsi invece le polemiche che hanno
accompagnato lo svolgimento della manifestazione fatta con i fondi regionali
del piano sociale di zona. A destare il disappunto infatti lo stato in cui
venerdì mattina versava parte della fortezza e delle aree circostanti,
ricoperte di bottiglie di birra, boccioni di vino e bicchieri lasciati in terra
dalle centinaia di spettatori del «Lucera music live». La manifestazione ha
visto alternarsi giovedì sera sul palco band locali gli «Almamegretta» e i «24
grana», assenti dell’ultima ora i «Bisca». Centinaia gli amanti della musica
alternativa, modello centro sociale, giunti al castello e che hanno assistito
al concerto in compagnia di bottiglie di vino e birra. Nulla di strano o di
insolito, tutto secondo la tradizione di questi rave solitamente dall’elevato
tasso alcolico del tipo «Voglio un vita spericolata» del Vasco Rossi anni
’80. Quello di giovedì non era certo un concerto di musica classica rivolto a
tranquilli cinquantenni ma un evento destinato ad un pubblico giovanile che si
sapeva irrequieto. Nessuno però, al di là della difficoltà oggettiva di
effettuare controlli preventivi a centinaia di ragazzi nel buio della sera, ha
pensato a programmare un turno di pulizia speciale venerdì mattina. In modo da
rendere il castello più presentabile ai turisti che hanno visto quella eredità
di bottiglie lasciate a terra. (*) Francesco Barbaro (*) Nota: gli ultimi due articoli sono emblematici. Il primo parla di “promuovere la cultura dello svago senza sballo”, il secondo, di fronte allo svago con sballo, lo considera una cosa normale ed inevitabile, e si scandalizza solo perché nessuno ha pulito per tempo i vetri delle bottiglie di birra e di vino. ALICE.IT La Ferrari volta pagina,
arriva Raikkonen Arriva
Kimi Raikkonen, l’uomo di ghiaccio, e la Ferrari volta pagina dopo 10 anni di
Schumacher. La Rossa perde il pilota più forte del mondo ma si assicura il pilota
più promettente e talentuoso, sebbene abbia solo 25 anni A MARANELLO ARRIVA ’ICEMAN’ Il dopo Schumacher alla Ferrari è lui: Kimi Raikkonen, 26
anni non ancora compiuti, ultimo talento sfornato dalla scuola finnica dopo
Mika Hakkinen. Raikkonen detto "Iceman" per gli occhi di ghiaccio ed
il sangue freddo. A lui Maranello affiderà l’inizio di una nuova era, un’era in
cui cambierà sostanzialmente l’organigramma di una scuderia che viene da dieci
anni esaltanti al servizio di Sua Maestà il tedesco, e che ora riparte da
tecnici giovani e motivati e da quello che, insieme a Fernando Alonso, è senza
ombra di dubbio il nuovo talento della Formula 1. Raikkonen era entrato già da
qualche anno nelle grazie di Jean Todt, che non aveva mai mancato di incensarlo
quando gli si chiedeva un parere su Fernando Alonso. Ora, con l’addio di
Schumacher e l’ingaggio di Alonso da parte della McLaren, è il momento del
passo finale. IN FERRARI FINO AL 2011 Kimi sarà ferrarista per cinque anni, e dividerà il box con
Felipe Massa, che si è guadagnato la fiducia di Maranello con una positiva
seconda parte di stagione. Nato e Espoo, Finlandia, il 19 ottobre 1979, Kimi si
è avvicinato fina da piccolo alle corse nazionali ed internazionali con i kart,
su cui ha iniziato la lunga trafila all’età di otto anni. IN SAUBER E’ SUBITO FENOMENO Nel 1999 passa alle monoposto, e inizia a bruciare le
tappe che lo porteranno in Formula 1 in poco più di due anni. Corre con la
Haywood Racing raccogliendo successi in serie, e contemporaneamente chiude al
quinto posto il campionato europeo di Formula Ford. Firma quindi per la Manor
Motor, con cui conquista facilmente le Formula Renault Winter Series. Nel 2000,
sempre con la Manor Motor, si trasferisce in Inghilterra per partecipare al
campionato britannico di Formula Renault, dominando la stagione con sette
vittorie, sette pole positions, sei giri veloci e salendo sempre sul podio.
Nello stesso anno prende parte al campionato europeo, sempre di Formula
Renault, centrando due vittorie, due pole e due giri veloci. A fine stagione,
su 23 gare disputate, ha una media di vittorie che supera il 50%, e Peter
Sauber lo contatta per fargli provare una Formula 1. Fin dai primi test sulla
monoposto svizzera Kimi si mostra sorprendentemente veloce, tanto che Sauber
deve in un certo senso "sfidare" la Federazione per farlo correre in
Formula 1. SENZA SUPERLICENZA Raikkonen non ha mai corso nè in Formula 3 nè in Formula
3000, considerate propedeutiche al grande salto, ma Sauber vuole
fortissimamente affidargli una monoposto per il Mondiale: "Le prestazioni
di Kimi in Formula Renault hanno attirato la nostra attenzione - disse allora
Sauber -, e quando ha provato per noi, a settembre, siamo rimasti veramente
impressionati dalle sue capacità di guida, nonostante l’esperienza
limitata". Alla fine la Fia dovrà concedergli la superlicenza motivandola
con le ottime prestazioni nei test con la Sauber, ma solo per quattro gare; un
errore, un incidente o una squalifica e il giovane finlandese sarà sbattuto fuori
dalla F1. Non ce n’è stato ovviamente bisogno. Memorabile la sua dichiarazione
in quell’occasione: "A ognuno dovrebbe essere data una possibilità :
Mazzacane è arrivato in F.1 dalla Formula Nissan, io provengo dalla Formula
Renault e credo che questa sia molto più vicina alla F.3". LA MCLAREN LO STRAPPA ALLA FERRARI Nell’arena del Mondiale di Formula 1, Kimi non tradisce le
attese: al debutto centra subito un sesto posto, e a fine stagione i suoi punti
saranno importantissimi per permettere alla Sauber di piazzarsi al quarto posto
nella classifica costruttori. Fra l’altro Kimi dà quasi sempre la
"paga" al suo compagno di squadra Nick Heidfeld, considerato il più
promettente pilota tedesco. Su di lui convergono le attenzioni di diversi team,
primo fra tutti la McLaren-Mercedes di Ron Dennis, che punta su di lui per
sostituire l’altro finlandese di ghiaccio MIka Hakkinen. Così Kimi passa alla
McLaren e trova subito il modo di confermare il proprio talento qualificandosi
in più di un’occasione davanti al ben più esperto David Coulthard. Sfiora anche
la prima vittoria ad Adelaide, quando a causa di problemi tecnici deve cedere
il passo a Michael Schumacher. Al tramonto di Hakkinen corrisponde l’alba di un
nuovo "finlandese volante’’. L’ANNO DELLE CONFERME Il 2003 è l’anno delle conferme: Kimi è veloce e costante,
vince il suo primo Gran Premio in Malesia, e nonostante una McLaren competitiva
a singhiozzo resta in corsa per il titolo fino all’ultima gara con Schumacher e
Montoya, titolo che andrà al tedesco. L’anno dopo le Frecce d’Argento accusano
invece un netto calo di prestazioni, e pur vincendo a Spa e piazzandosi a punti
in diverse gare Kimi non va oltre il settimo posto nella classifica finale. SETTE VITTORIE NEL 2005 La stagione 2005 vede invece ai nastri di partenza una
McLaren dall’altissimo potenziale con la Mp4 20 disegnata dal greco Nick
Tombazis, proprio mentre la Ferrari accusa grossi problemi con le coperture
Bridgestone lasciando alle Frecce d’Argento e alla Renault il compito di
sfidarsi per l’iride. Kimi vince ben sette gare, ma i problemi di affidabilità
della vettura anglo-tedesca, soprattutto per quanto concerne il propulsore
Mercedes, gli impediscono di battere Fernando Alonso, che con una Renault
decisamente più robusta diviene il più giovane campione del mondo della storia
della Formula 1. IL MATRIMONIO CON LA FERRARI Il 2006 vede ancora una volta la McLaren protagonista di
prestazioni altalenanti, situazione che convince Kimi ad accettare la corte
della Ferrari. Ron Denis capisce l’antifona e si affretta ad assicurarsi
Fernando Alonso per il 2007, e per Kimi si aprono a Maranello le porte della
scuderia per cui ogni pilota sogna di poter guidare. Veloce, freddo, umile e
affidabile in pista, Kimi è l’esatto opposto quando è lontano dalle gare,
allorchè si concede qualche comportamento "originale". Universalmente
nota la sua insana passione per l’alcool, in particolare la vodka, che in
qualche occasione gli ha causato anche il rimprovero di Ron Dennis. Kimi ha
sempre risposto col candore che esprime la sua faccia da adolescente vispo:
"Un pilota va giudicato per quello che fa in pista"(*).
Intanto ha trovato modo di sposarsi con la bellissima Jenni Dhalman, già miss
Finlandia, condendo anche la festa nuziale con una trovata originale: l’orchestra
ingaggiata per la cerimonia erano i Leningrad Cowboys, rock and roll band
russo-finlandese divenuta di culto anche grazie ad un film di Aki Kaurismaki. (*) Nota: è una vecchia questione, tra chi sostiene che
nella sua vita privata il campione fa quello che vuole e chi afferma che
l’idolo sportivo deve, con il suo comportamento, essere da esempio per i
giovani. Certo che un campione di Formula 1, simbolo di velocità nella guida, che ogni tanto manifesta problemi alcolcorrelati non da’ una grande immagine di sé, in un mondo dove proprio l’alcol e la velocità riempiono con giovani vite le sedie a rotelle e i cimiteri delle nostre comunità. IL MESSAGGERO (Latina) Ubriaco alla guida si scontra con
un’altra auto: denunciato Ubriaco al volante ha seminato il caos alla periferia di
Ladispoli. E solo la buona sorte ha evitato che accadesse una tragedia. A
fermare la folle corsa di G.F., 40 anni di Viterbo, sono stati i carabinieri
che lo hanno denunciato per guida in stato di ubriachezza e gli hanno ritirato
la patente. Prima di essere bloccato, alla guida di un fuoristrada aveva
proceduto a zig zag in via di Palo Laziale, sfiorato alcune vetture, andandosi
poi a
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