A proposito dei 3 motociclisti morti dopo aver partecipato
al "Motoraduno della Vernaccia" in Sardegna Il comunicato dell’Associazione Europea Familiari e
Vittime della Strada Da quanto si legge sulla stampa di oggi, dei circa 100 motociclisti
che hanno partecipato, in provincia di Oristano, alla 25° edizione del
"Motoraduno della Vernaccia", nove sono stati poi protagonisti in
diversi incidenti stradali, con un bilancio di 3 morti e 6 feriti. Non ho notizie sull’alcolemia dei motociclisti coinvolti
in questi sinistri, ma nove incidenti su cento moto non possono essere una
sfortunata coincidenza. Che qualcuno organizzi un incontro
di motociclisti nel nome dell’alcol, senza scatenare l’indignazione generale, è
la dimostrazione della mancanza di informazione e di sensibilità nel nostro
paese sui pericoli del bere per chi si mette alla guida: quando l’ignoranza si
coniuga con l’indifferenza i risultati non possono essere che disastrosi. A fronte di un evento così
evidentemente immorale, ci si chiede dove è andata a finire la responsabilità. La responsabilità di chi ha organizzato un raduno di
questo genere, la responsabilità di chi ha rilasciato le autorizzazioni, quella
di chi ha guidato dopo aver bevuto, e ha pagato così duramente questa sua
scelta, la responsabilità di chi, pur informato di questo evento, non ha
mandato pattuglie munite di etilometri su quelle strade, la responsabilità di
chi non ha saputo gridare l’assurdità di una manifestazione che coniuga la
guida al consumo di alcol. A fronte di tragedie umane così evidentemente
prevedibili noi oggi gridiamo con forza tutto il nostro sdegno e il
nostro dolore. Carla Mariani Portioli - vice Presidente ASAPS.IT Oristano Tre morti e sei feriti in poche ore Moto-raduno maledetto! Vino e strada un matrimonio sempre
infelice
(ASAPS) – Un moto-raduno in
Sardegna si trasforma in una vera ecatombe. Tre morti e sei feriti, di cui uno
gravissimo, tra i centauri che vi hanno preso parte. Si tratta della
manifestazione dedicata alla vernaccia, vino tipico sardo, a cui era stata
dedicata una tre giorni di appuntamenti. Tutti gli incidenti si sono verificati
intorno all’ora di pranzo e a poca distanza l’uno dall’altro. Nel primo,
avvenuto nella zona turistica di S’Archittu, hanno perso la vita F.M di 54 anni
e la sua compagna G.S. di 32. Dai primi accertamenti, sembra che lo scontro
frontale con un camioncino sia avvenuto a causa di una manovra azzardata del
centauro nell’affrontare una curva. La vittima del secondo incidente,
verificatosi sulla superstrada Carlo Felice, è un ragazzo di 25 anni che dopo
aver divelto un cartello stradale è finito su una cunetta perdendo il casco. E
in un altro incidente è rimasto gravemente ferito sempre un altro motociclista
che aveva partecipato al moto-raduno. Noi preferiamo non commentare l’opportunità di un
moto-raduno all’insegna di un vino. Non siamo certi che le due cose siano
collegate (*). Tuttavia quello fra le ruote e l’alcol dovrebbe essere un
matrimonio da non celebrare mai. Se non altro per scaramanzia. (ASAPS). (*) Nota: comprendiamo la prudenza degli amici dell’ASAPS,
in mancanza di dati sull’alcolemia dei protagonisti di questi nove diversi
incidenti. Ma nove incidenti su cento moto, in un motoraduno organizzato nel nome della vernaccia, è un dato così fuori statistica, così evidente, che non servono altre prove. LA NUOVA SARDEGNA tragedia dopo la festa
delle moto pochi dubbi, la colpa
è dei centauri - elia sanna tragica festa: muoiono
tre motociclisti L’UNIONE SARDA i precedenti Dramma anche un anno fa LA REPUBBLICA incidenti, tre morti e
sei feriti al moto raduno della vernaccia - pier giorgio pinna VINEALIA.ORG Puntuale da 25 anni il MOTORADUNO INTERNAZIONALE DELLA
VERNACCIA ravviva la provincia di Oristano. Si tratta di una manifestazione
motociclistica con partenza da Riola Sardo, comprese escursioni nella Penisola
del Sinis, territorio dove nasce la Vernaccia, toccando anche Santulussurgiu e
Santa Cristina . Durante i tre giorni non vi sono solamente momenti
sportivi, ma anche visite guidate e intrattenimenti presso le aziende storiche
vitivinicole, in
particolare Contini, Perra, Iosto Puddu, Produttori riuniti e Silvio Carta. L’appuntamento annuale richiama numerosi partecipanti provenienti da tutta Europa e anche da altri continenti per un appuntamento con il quale la Vernaccia vive un momento di promozione e di divulgazione. Dall’Associazione Italiana Club
degli Alcolisti in Trattamento Gentile Alex Zanardi, i miei complimenti per il
suo spot che sta andando per radio contro l’alcol alla guida. Sono lieto che un nome famoso
come il suo si sia prestato a fare uno spot contro una delle passioni
nazionali, l’alcol. Ma la gente deve capire che
l’alcol, al massimo, si può consumare fra le mura domestiche (e sempre con
moderazone), già al ristorante non si dovrebbe più consumare, non parliamo poi
di quelli che promuovono il "turismo del vino" o "le strade del
vino", presupponendo che la gente vada in giro a guidare ed assaggiare,
poi di nuovo guidare e di nuovo assaggiare. Ma nessuno si rende conto
che stiamo scherzando col fuoco ? Ci sono migliaia di morti in
Italia di "alcol passivo" cioè persone inconsapevoli ed innocenti che
vengono uccise da guidatori che avevano bevuto, eppure si fa finta di non
saperlo. Ci sono ovviamente forti
interessi commerciali, dai produttori, che hanno purtroppo molti Santi in
Paradiso (cioè a Roma), ai ristoratori e gestori di bar, interessi che molti
considerano intoccabili, ma proprio per questo il suo spot è efficace, serve a
far capire che gli interessi commerciali vengono dopo la sicurezza
(e, bisognerebbe aggiungere, dopo la salute). E’ un cambiamento
culturale quello di cui abbiamo bisogno, e credo che il suo spot servirà a cambiare le
convinzioni personali di molte persone. Grazie !!!! Ennio Palmesino - Presidente AICAT IL GAZZETTINO Padova Lo slavo clandestino che sabato notte, ubriaco, ha causato
l’incidente mortale a Chioggia, è scappato ed è stato preso in città Scarcerato e subito riarrestato Ha precedenti penali e vari alias. Adesso è dentro per
violazione della Bossi-Fini Ieri mattina è comparso in manette davanti al giudice monocratico Sonia Bello con il nome di Boris Parlov. Probabilmente uno dei tanti. Sì, perchè le sue impronte digitali sono legate ad una decine di alias. E forse il suo nome vero è Rifat Mehovic, quarantotto anni, slavo clandestino, senza una fissa dimora. Quando nella notte tra sabato e domenica ha causato l’incidente mortale a Chioggia era ubriaco da non stare in piedi. Ed è scappato. Ha confessato di far uso anche di eroina e di cocaina. E di avere una caterva di procedimenti penali e di precedenti. Poi, in udienza di convalida del suo arresto per guida in stato di ebbrezza, omicidio colposo e lesioni, false generalità e omissione di soccorso, ha detto di essere domiciliato in un campo nomadi a Padova in un via che non esiste. E il giudice Bello lo ha scarcerato. Poi è stato subito riarrestato per violazione della Bossi - Fini. IL GAZZETTINO (PORDENONE) PINZANO AL TAGLIAMENTO Festeggiato l’anniversario del primo club. Accolte in un
quarto di secolo oltre 600 persone (*) Alcolisti in trattamento, 25 anni di attività Pinzano al Tagliamento (lor.pad.) C’è stata festa grande, nei giorni scorsi, a
Pinzano, per il 25. di fondazione del primo club degli Alcolisti in trattamento
(sodalizio che non va confuso con gli Alcolisti anonimi) della zona, che ha
dato vita nell’83 - all’Acat dello Spilimberghese e Maniaghese. L’iniziativa è
stata patrocinata da Regione, Arcat (associazione regionale degli Acat), Comune
di Pinzano, Provincia, Centro servizi volontariato Fvg e Ass 6. Nel suo
intervento, il segretario dell’Acat Spilimberghese, Tita De Stefano ha
ricordato come il club Tignìn dr di Pinzano sia stato aperto nel maggio 1981,
grazie al fattivo impegno e interessamento del compianto Livio Brosolo, che fu
la prima persona alcolista trattata secondo il metodo del professor Vladimir
Hudolin nell’intero mandamento. Da allora i club si sono rapidamente
moltiplicati: nell’ottobre 82 nacque Dinsi una man a Spilimbergo. Prima della costituzione dell’associazione mandamentale
dei club degli alcolisti in trattamento sono sorti altri 4 club: Club 87 di
Maniago (ottobre ’82); Club 102 Uniz par vivi mior di Spilimbergo (maggio ’83);
Club 114 Valcellina di Claut (maggio ’83); Club 117 La Richinvelda di San
Giorgio (luglio 83). In seguito, all’associazione si sono uniti altri 21 Club
del territorio della montagna e pedemontana pordenonese. In questi 25 anni di vita, i club sono stati frequentati
da oltre 600 alcolisti in trattamento oltre alle loro famiglie, vi hanno
operato un’ottantina di servitori/insegnanti, mentre l’Acat ha sempre cercato
di lavorare per il bene delle famiglie, visto anche il continuo evolversi della
metodologia, cercando di farsi conoscere sempre di più sul territorio facendo
gli Interclub zonali, serate di sensibilizzazione, scuole alcologiche
informative rivolte alla popolazione e anche ai ragazzi delle scuole medie e
superiori. (*) Nota: non 660 persone, ma 600 famiglie: c’è una grande differenza. IL GAZZETTINO Padova Il caso della donna che qualche sera fa ha recuperato il
figlio quindicenne ubriaco nelle piazze, è solo uno dei tanti segnalati. Il fenomeno dilaga e il dito viene puntato sui
baristi Spritz a minori, madri in rivolta alla Confesercenti Il divieto di servire alcolici a chi ha meno di 16 anni
vige già da diversi anni, ma non sempre e non da tutti viene rispettato Troppi spritz fanno male alla testa e al fegato. Se poi ad
ingurgitarli è un minore, l’effetto è ancora più devastante. Non credeva ai
suoi occhi una signora di Padova quando, qualche settimana fa, ha trovato il
figlio quindicenne completamente ubriaco davanti a un bar del centro. Imbufalita
e non sapendo a che santo votarsi, ha preso in mano la cornetta del telefono ed
ha chiamato una nota associazione di categoria per denunciare il comportamento
dell’esercente che avrebbe somministrato la bevanda (*). Una telefonata
durissima, dettata certamente dall’esasperazione ma pure dall’impotenza nei
confronti delle pubbliche istituzioni che non sanno garantire il rispetto della
legge. Ma effettuata anche per avanzare una richiesta di aiuto. «Era veramente disperata - spiega Maurizio Francescon,
direttore della Confesercenti, che ha raccolto lo sfogo - Pensava che fossimo
noi i responsabili. Abbiamo dovuto spiegarle che i nostri associati hanno da
tempo adottato un codice di comportamento molto rigoroso che impedisce la
somministrazione di alcolici a minori». L’episodio è accaduto in un locale di
una delle tre piazze, che peraltro nulla ha a che fare con la Confesercenti. Il
ragazzino, trascinato da alcuni compagni più grandi, è entrato nel bar ed ha
iniziato a trangugiare un spritz dietro l’altro. Dopo un’ora non stava più in
piedi. A quel punto, qualcuno ha avvertito la madre che si è immediatamente
precipitata a riportare a casa il figlio. Un’altra chiamata, riguardava invece
un quattordicenne, anche lui nelle stesse condizioni. Ed episodi simili, che
vedono protagonisti minori, vengono segnalati con sempre maggiore frequenza.
«La situazione è grave - spiega Silvia Serafini, psicologa della Confesercenti-
perché, un conto è servire lo spritz agli universitari, un altro a dei
ragazzini». Va da sè che i genitori, preoccupati, finiscono con il prendersela
con gli esercenti. P.G. (*) Nota: chi infrange il Codice Penale non va denunciato ad una Associazione di categoria, ma va portato a rispondere del suo comportamento in Tribunale. LA PROVINCIA DI COMO Ancora violenze: due polacche stuprate FOGGIa Due ragazze polacche sono state stuprate a Foggia
ieri mattina nel giro di poche ore, in due episodi distinti. Uno dei presunti
responsabili è stato arrestato dai carabinieri, mentre un altro viene
attivamente ricercato. Le due ragazze erano state invitate da un ivoriano e da
un marocchino in una scuola abbandonata della periferia del capoluogo. Dopo
aver fatto bere alcolici alle ragazze uno dei due ne avrebbe condotta una
ragazza nel cortile dove l’avrebbe violentata (*) . Alla scena hanno
però assistono due rumeni che hanno avvertito i carabinieri, che sono
intervenuti dovendo anche fare i conti con la resistenza di alcuni amici dei
violentatori e hanno arrestato il 32enne Mouhamedi Diabx, e un marocchino di 24
anni per resistenza a pubblico ufficiale. Nel frattempo l’altra ragazza polacca
veniva aiutata a fuggire da altri presenti e raggiungeva la stazione
ferroviaria, ma solo per finire nelle mani di un altro aggressore, pare sempre
di origini nordafricane che ha abusato di lei e che non è ancora stato
identificato. A Milano Anche a Milano un nuovo caso di violenza sessuale. In
questo caso la vittima sarebbe una romena 29enne che lavora come ballerina in
un locale di striptease. La donna ha denunciato un connazionale, Cristian B. di
27 anni, anch’egli romeno, che è stato arrestato dalla polizia. La violenza
sarebbe avvenuta attorno alle 6.30 nell’androne del palazzo dove abita l’uomo,
in via Porpora e dove i due romeni si erano recati dopo una notte passata in
discoteca. Lì l’uomo, secondo la denuncia, l’avrebbe picchiata e violentata. La
donna, che ha chiamato il 118 e la polizia, è stata trasportata alla clinica
Mangiagalli dove gli esami hanno accertato un avvenuto rapporto sessuale con
caratteristiche compatibili alla violenza. Secondo quanto si è appreso la
giovane, che si trova regolarmente in Italia, lavora come ballerina di
striptease in un locale milanese dove l’uomo che l’ha aggredita fa da
buttafuori: i due si frequentavano da circa tre mesi. Quando è stato bloccato
dagli agenti delle volanti a casa sua, ieri, l’uomo ha ammesso di avere avuto
un rapporto con la donna ma ha negato la violenza. Nel Varesotto Una quarantenne ha denunciato ai carabinieri di essere
stata violentata da un barista pakistano in una camera da letto annessa al
locale dove lavora. I militari stanno indagando per verificare l’attendibilità
del racconto. Il fatto è avvenuto a Gallarate. In base a quanto detto dalla
presunta vittima, l’altra notte la donna, che pare fosse piuttosto alticcia (*),
è andata con il pakistano nella stanza del titolare del locale e qui sarebbe
stata violentata. Più tardi l’uomo è tornato al bar a servire i clienti, mentre
la quarantenne è andata in caserma dai carabinieri. Ha fornito anche un
identikit del pakistano che è stato denunciato a piede libero. (*) Nota: quello dei rapporti sessuali non desiderati (e
quasi sempre non “protetti”), con le conseguenze del caso, a volte drammatiche,
è un problema alcolcorrelato estremamente diffuso, ma poco considerato. A questo proposito mi viene in mente il modo in cui le bevande alcoliche vengono descritte dagli spot pubblicitari, e quanto differente sappia poi essere, molte volte, la realtà. IL GAZZETTINO Rovigo Occhiobello Ha perso il controllo ... Ha perso il controllo della sua Volkswagen Golf a causa
dell’eccessiva velocità. L’uscita di strada gli è costata cara. Ha rimediato
infatti due denunce a piede libero. Protagonista della disavventura C.D.,
ventotto anni, di Occhiobello. All’alba di sabato il giovane si è messo al
volante dopo aver ecceduto con le sostanze alcoliche. In condizioni di scarsa
lucidità, è incappato in un incidente stradale all’altezza di via del Lavoro.
Correva troppo e non è riuscito a tenere il mezzo in carreggiata. La Golf è
uscita di strada finendo praticamente distrutta. C.D. è rimasto miracolosamente
illeso. Ha però dovuto fare i conti con una pattuglia dei carabinieri del
Nucleo radiomobile di Castelmassa, accorsi sul posto per i rilievi di legge. I
militari si sono subito resi conto che l’incidente era stato provocato
dall’alta velocità. Il ventottenne denotava chiari sintomi di alterazione
alcolica. C.D. è stato invitato a sottoporsi all’alcoltest. Ha però opposto un
netto rifiuto. I carabinieri hanno così dovuto procedere d’ufficio ad una
doppia denuncia, per guida in stato di ebbrezza e per rifiuto a sottoporsi
all’alcoltest. C.D. si è ritrovato appiedato e senza patente. La Golf è stata
sottoposta al fermo amministrativo. L.I. LA SICILIA Picchia a sangue la ex fidanzata Milano. Picchia a sangue la ex fidanzata e si giustifica dicendo di aver perso il controllo a causa di alcol e droga. L’uomo, un italiano di 29 anni, è stato arrestato per lesioni personali aggravate, l’altra notte, dai carabinieri, in un appartamento in via dei Fiordalisi, a Milano. I militari dell’Arma sono stati chiamati proprio dalla donna, che per sfuggire alle botte era scappata in strada. La ragazza, 34 anni, aveva detto al telefono ai carabinieri di essere inseguita dall’ex fidanzato, e aveva fornito il suo indirizzo. Una pattuglia è giunta sul posto dopo pochi minuti e dopo diversi tentativi è riuscita a farsi aprire la porta di casa. La ragazza, insanguinata e in stato confusionale, è svenuta alla vista dei militari. Movente del pestaggio, la gelosia. IL MESSAGGERO Rieti Ubriachi al volante, denunciati due giovani e patenti
ritirate I carabinieri hanno effettuato un servizio di prevenzione per il consumo di sostanze alcoliche ricorrendo all’utilizzo dell’etilometro/alcool - test) in sei locali cittadini, identificando oltre 120 giovani. I controlli straordinari attivati nelle scorse settimane, hanno fatto registrare un calo di danneggiamenti, lamentele o chiamate al 112 per schiamazzi notturni e inoltre, solo due dei giovani, sottoposti ad alcool – test, aveva superato il limite massimo di 0.50 g/l, per cui gli è stata ritirata la patente e denunciati a piede libero per guida in stato di ebbrezza. ROCKOL.IT Jay Kay dei Jamiroquai arrestato questa mattina Jay Kay, il frontman dei Jamiroquai, è stato arrestato nel corso della scorsa notte dopo aver colpito un fotografo davanti ad un locale di Londra. Pare, da una prima versione dei fatti, che Jay, dopo abbondanti libagioni alcoliche, abbia prima dato in escandescenze contro i paparazzi riuniti in strada e poi preso a schiaffi un fotografo. L’episodio è accaduto di fronte al Kabaret di Beak Street, nella zona centrale di Soho. La polizia ha ammanettato Kay e lo ha portato presso il commissariato di Saville Row. LA PROVINCIA DI CREMONA Castelvetro. In giugno avevano messo a ferro e fuoco il
paese: danni per 10mila euro. Ora l’Arma presenta il conto di Mauro Cabrini CASTELVETRO — Scacco agli irlandesi. Dopo tre mesi di indagine, complicata e minuziosa, i carabinieri di Monticelli hanno chiuso il cerchio sui nomadi che all’inizio dell’estate avevano messo a ferro e fuoco Castelvetro, causando danni per diecimila euro tra l’hotel Parco e l’hotel ‘900’, rubando birre e generi alimentari al Bennet, seminando il panico tra i clienti del centro commerciale e costringendo i militari dell’Arma ad arrivare in forze, con caschi e manganelli, per arginare la furia del gruppo di ‘travellers’. Nelle ultime ore gli inquirenti hanno completato gli accertamenti e inviato il fascicolo alla procura della Repubblica: i denunciati sono 26. Tutti dovranno rispondere di insolvenza fraudolenta, furto, danneggiamenti, molestie e disturbo della quiete pubblica. Raggiungerli per comunicare loro gli avvisi delle incriminazioni non sarà semplice, dal momento che si spostano in continuazione. Sarà comunque interessato il Consolato Italiano. Erano i primi giorni dello scorso mese di giugno, quando gli oltre 150 irlandesi erano arrivati a Cremona a bordo di fuoristrada lussuosi e camper a cinque stelle. Si erano sistemati al camping di via Lungo Po Europa e avevano assicurato che la loro sarebbe stata una ‘friendly invasion’, un’invasione amichevole. Nel giro di poche ore, però, la permanenza del gruppo nella Bassa Padana si era trasformata in un vero e proprio incubo, fatto di giornate di danni e botte, e di nottate all’insegna dell’alcol e del terrore. Ne aveva fatto le spese anche Castelvetro. Una trentina dei nomadi, ricchissimi e di origine celtica, tradizioni segnate da legami di parentela e dall’abitudine di battersi a mani nude dopo aver bevuto fiumi di birra (‘Drink and fighting’), avevano scelto di dormire nei due hotel del paese. Era il 3 giugno, un sabato. E all’alba della domenica, dopo una notte trascorsa in piedi nel tentativo di tenere a bada l’orda barbara e trattenere i clienti infastiditi dal rumore, i titolari degli alberghi si erano trovati le stanze sfasciate. Gli irlandesi, con gli abiti imbrattati di sangue, dopo essersi divertiti massacrandosi di calci e pugni, se n’erano pure andati senza pagare per poi spostarsi al Bennet. Lì, erano finiti nel mirino dei carabinieri. Che, ora, hanno presentato loro il conto. BRESCIA OGGI Alla Bornata Un successo per la Festa della Birra Si è conclusa con successo la Festa della Birra all’Antica
birreria della Bornata: dieci giorni di musica, cabaret e divertimento
accompagnati da fiumi di birra. Domenica sera la kermesse si è chiusa con l’applaudito
spettacolo di cabaret di Andrea, ma la serata-clou è stata quella di lunedì 4
settembre, quando si sono alternati sul palcoscenico della birreria numerosi
gruppi musicali per un concerto benefico a favore della ricerca sulle cellule
staminali: il ricavato della serata infatti, pari a 1.900 euro, è andato
all’Ospedale San Raffaele di Milano. Sul palcoscenico all’aperto della birreria si sono esibiti
per l’occasione il gruppo reggae afroitaliano Ciakaba, i Two for Six formato
dai chitarristi Edoardo Baroni e Davide Rovati, l’Alien Jazz Trio di Luciano
Poli, Roberto Ghenone e Pierre Bettoni (ospite anche il saxofonista Angelo
Peli) ed infine i Traffika. Serata riuscita dunque, come pure tutta la rassegna, che quest’anno è tornata in viale Bornata per la seconda edizione. Soddisfazione naturalmente tra gli addetti ai lavori e gli organizzatori, e pubblico soddisfatto: la Festa della Birra sta diventando ormai un tradizionale appuntamento estivo. BRESCIAOGGI Carabinieri di Verolanuova al lavoro per arginare stragi
del sabato e clandestinità Controlli, due in manette E in 12 restano senza patente: guidavano dopo aver bevuto Prevenzione e contrasto. È il binomio chiave dei
carabinieri della compagnia di Verolanuova che nel fine settimana hanno
impegnato uomini e mezzi per arginare il fenomeno dell’immigrazione
clandestina. I carabinieri hanno effettuato servizi specifici: i
militari hanno perquisito appartamenti, controllato campi nomadi e identificato
numerosi extracomunitari, alcuni dei quali sono stati accompagnati in caserma
per ulteriori approfondimenti. L’impegno dei carabinieri, come detto, si è anche
concentrato sulla circolazione stradale per arginare il fenomeno delle stragi
del sabato sera. I controlli sono stati effettuati nella zona di Orzinuovi e i
risultati non sono mancati. Alla fine dell’intervento il bilancio è di: 80
persone controllate, di cui 30 stranieri, 70 mezzi controllati, 22 contravvenzioni,
12 patenti di guida ritirate, 12 persone denunciate per guida in stato di
ebbrezza alcolica, 3 persone denunciate per altri reati, 2 segnalati alla
prefettura per consumo di stupefacenti, una carta di circolazione ritirata e un
veicolo sottoposto a fermo amministrativo. Nell’ambito del controllo sono state arrestate anche due
persone. w.p. L’ARENA Il giornale di Verona Il presidente provinciale
dell’Associazione familiari e vittime della strada sta elaborando un progetto
con l’università Un sostegno per superare il dramma Pallotti:«Le famiglie spesso restano da sole con la loro
disperazione e con pochi aiuti» di Elena Cardinali «La gente continua a morire sulle strade ma nessuno pensa
a modificare i propri atteggiamenti alla guida. Anzi, c’è chi invoca maggiori
liberalizzazioni sulla strada, come l’aumento dei limiti di velocità. Un
atteggiamento da sconsiderati in un Paese dove ogni anno si contano oltre
ottomila morti e 300.000 feriti, di cui molti con conseguenze gravi e
permanenti». Sono parole amare quelle di Alberto Pallotti, presidente
provinciale dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada che in
Italia conta diecimila soci, di cui 300 a Verona. Tutti hanno avuto un lutto in
famiglia a causa di un incidente stradale. «Sulle scuole si può lavorare fin che si vuole ma si
tratta di risultati che si vedranno tra anni», dice Pallotti. «Contro la strage
sulle strade bisogna agire subito. E la prima cosa da fare è applicare più
severamente le pene per i responsabili di incidenti mortali causati per
superficialità, ubriachezza e mancato rispetto delle norme». Ma ci sono anche
altri atteggiamenti che Pallotti trova assurdi:«Sono rimasto molto sorpreso nel
leggere la notizia che un gruppo di abitanti del Porto ha raccolto centinaia di
firme per far innalzare il limite di velocità in zona 30 a 50 chilometri l’ora.
A questi signori vorrei dire solo una cosa: un pedone investito a 30 chilometri
l’ora ha qualche probabilità di cavarsela, a 50 è già impossibile. È questo che
vuole la gente?» Ricorda, Alberto Pallotti, il dramma dei familiari delle
vittime degli incidenti stradali lutto:«Alla disperazione iniziale subentra la
solitudine, l’isolamento, talvolta persino la rovina economica. Un incidente
non fa mai una sola vittima ma molte di più. Sconvolge la vita delle coppie,
dei genitori, dei figli. Persone che da un giorno all’altro si trovano senza la
persona cara, in un vuoto difficile da descrivere se non si prova. Bisognerebbe
pensare a tutto questo quando si pigia sull’acceleratore, quando si fanno
sorpassi azzardati, quando si tira dritto ai semafori rossi e agli stop». Proprio per dare un aiuto ai familiari delle vittime della
strada l’associazione presieduta da Pallotti ha elaborato un progetto di
assistenza psicologica in collaborazione con l’Università di Verona,
Dipartimento di psicologia e antropologia culturale, per il quale occorre
l’approvazione del Dipartimento, della facoltà di Scienze delle formazione e
degli organi amministrativi dell’ateneo scaligero. L’associazione finanzierà un
assegno di circa 20.000 euro da destinare a uno psicologo specializzato in
psicologia clinica o psicoterapia il cui primo compito sarà quello di
raccogliere materiale in tema di psicologia delle emergenze e di interventi sui
traumi. Contemporaneamente verrà raccolta la storia di un ampio numero di
famiglie con congiunti vittime di incidenti stradali, per verificare come sia
cambiata la loro vita dopo un evento tanto traumatico. Tutto questo per
elaborare, alla fine, dei percorsi di sostegno psicologico da fornire a chi ha
sofferto per la perdita traumatica di una persona cara, in vista della
formazione di gruppi di auto aiuto e di sedute di psicoterapia. «Noi intanto stiamo fornendo consulenze alle persone che
hanno avuto congiunti deceduti morti in incidenti stradali, anche dal punto di
vista legale, e continueremo a costituirci parte civile nei processi per
omicidio colposo», conclude Pallotti, che ricorda il sito dell’associazione, www.vittimestrada.org
, e-mail: vittimestradaverona@tiscali.it . IL SECOLO XIX Accusato di due omicidi arrestato in stazione il BLITZ Ventimiglia. Durante un controllo di routine all’interno della stazione
ferroviaria, la polizia di frontiera di Ventimiglia ha fermato ed arrestato un
polacco di 28 anni, Piotr Chmielowicz accusato di aver barbaramente ucciso
due persone. Nel corso dei servizi, intensificati durante il fine settimane
gli agenti hanno poi arrestato anche altre quattro persone: un italiano colpito
da ordine di carcerazione, un passeur e due stranieri per inosservanza alla
legge sull’immigrazione. Il fermo del giovane polacco, ricercato come altri due connazionali e accusato di aver brutalmente ucciso una giovane polacca ed il suo compagno marocchino, è avvenuto durante un controllo nell’ambito di un servizio alla stazione ferroviaria. La verifica dei dati ha permesso ai poliziotti di accertare che Piotr Chmielowich nato l’11 dicembre 1978 a Jaroslaw, risultava colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma. Lo straniero risulta indagato con l’accusa di aver ucciso con calci e colpi di rete metallica, lo scorso gennaio a Roma, in un cortile di un condominio di via di Bravetta, una donna polacca ed il convivente marocchino, probabilmente per il futile ed abietto motivo di non essere d’accordo che un arabo intrattenesse una relazione con una connazionale. Secondo l’accusa, lo straniero ed i suoi complici, dopo aver ucciso la coppia, probabilmente sotto influenza di droga ed alcool, avevano lasciato i due corpi senza vita sul piazzale ed erano andati a rovistare e rubare nell’appartamento delle vittime nel tentativo di far sparire tutto ciò che potesse ricondurre a loro. Sempre in queste ore, presso il Centro di Cooperazione di Polizia e Dogana Ventimiglia, personale della Squadra Giudiziaria della Polizia di Frontiera, ha estradato Pierpaolo Bianco 49 anni di Saluzzo:: deve espiare 9 anni. L’ARENA Il giornale di Verona Oltre tremila i rumeni «veronesi» Nel resto del territorio della provincia sono quasi
settemila. Moltissime le famiglie Rispetto agli altri immigrati sono avvantaggiati dalla
lingua: discende dal latino e dunque non è lontana dall’italiano Oltre a
Veronetta vivono a Borgo Roma, Santa Lucia e Golosine. Altri si sono stabiliti
in Lessinia, a Cerro e Roveré Gli ortodossi hanno un pope e i cattolici un loro
sacerdote I NUOVI SCALIGERI di Giancarlo
Beltrame Al secondo posto tra i nuovi veronesi ci sono i rumeni. I
dati al 31 dicembre scorso ne censiscono nel nostro Comune oltre tremila, per
la precisione 3.040. Sono un po’ meno della metà dell’intera comunità che si è stabilita
in provincia, che conta un totale di 6.617 immigrati. Percentualmente il 46%
abita entro i confini cittadini e il 54% nei vari paesi. E proprio questa forte
presenza a macchia di leopardo colloca i rumeni alla seconda piazza anche a
livello provinciale, subito dietro i marocchini. Nella città di Verona essi
costituiscono il 13,1% di tutti i veronesi di origine straniera, quasi uno ogni
otto. Essi sono certamente avvantaggiati rispetto agli immigrati
da altri Paesi per la lingua. Il rumeno infatti è una lingua neolatina, della
sottofamiglia italica, ereditata dagli abitanti dell’antica Dacia quando
l’impero romano iniziò a dare ai vecchi legionari piccoli appezzamenti di
terreno come una spec
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