«Una festa senza proteste e senza alcol» In 2.500 a piazzale Degasperi con il «Consorzio musicisti»
La città, è invero anche un po’ la cronaca, li ha quasi ignorati. Ma loro, che per contro una certa attenzione a quel che si dice sul loro conto ce l’hanno, non ci stanno a far passare sotto silenzio il successo della manifestazione organizzata in piazzale Degasperi. Un successo che non è soltanto nei numeri (si calcolano 2.500 presenze) ma è soprattutto nella totale assenze di proteste per la confusione, nel out out a tutti quelli che volevano consumare alcol, nell’ordine lasciato sul posto una volta che la festa è finita. «E’ brutto - scrive il direttivo del Consorzio Musicisti Roveretani - dover sentire parlare dei giovani e delle loro attività solo quando emergono problemi, per reali o presunti che siano. Tutti sono sempre pronti a spendere parole per fomentare polemiche o problematiche mentre quando in città avviene qualcosa che meriterebbe almeno mezza parola di riconoscimento, il silenzio cala implacabile. Questo è il caso della festa "Something To Do" (traduzione: qualcosa da fare), tenutasi a piazzale Degasperi nelle giornate di venerdì con dj set e sabato con musica dal vivo. Ci si potrebbe chiedere che cosa avrà di tanto speciale questa festa dalle altre tenute nel corso dell’anno. Di speciale ha che è stata interamente organizzata e gestita da noi ragazzi dell’associazione C.M.R. (Consorzio Musicisti Rovereto, www.cmrweb.it) che, con il prezioso aiuto dei giovani musicisti roveretani e di alcuni amici, abbiamo lavorato duramente, e gratuitamente, per montare, e in seguito smontare, tutte le strutture necessarie, come recinzioni in metallo, tendoni e strutture per i bar. Di speciale ha che le due serate hanno attirato più di duemilacinquecento giovani, sebbene sul palco non ci fossero i big del momento ma ragazzi come loro, alcuni addirittura giovanissimi e alle loro prime apparizioni in pubblico. Inoltre, visto che tanto si è parlato del problema dell’alcolismo troppo diffuso tra i giovanissimi, questa festa è stata speciale perché, sebbene fosse fornita di un servizio bar, all’interno non è stato possibile introdurre alcolici, grazie ad un efficacissimo sistema di sicurezza gestito tutta la notte dai ragazzi stessi. Evidente l’impatto di questa decisione, nessun coma etilico segnalato e pochi coloro che hanno consumato bottiglie sul perimetro della festa. Da sottolineare poi che l’intera zona è stata lasciata come era stata consegnata, cosa che non si vede fare a molte feste, e nessun vicino si è minimamente lamentato della musica che è andata avanti fino alle 2.30. Comprensibile che le attenzioni del grande pubblico fossero dedicate al bilancio della mostra che si è tenuta nel centro cittadino, ma ignorare completamente un evento che ha visto coinvolti così tanti giovani e si è svolto senza incidenti e all’insegna del divertimento è, a nostro parere, una chiara manifestazione dell’interesse che le istituzioni riservano ai giovani, futuro della città, e alle politiche che li riguardano. Cioè nessuno». D.P. CORRIERE ROMAGNA Fumo, nuovo giro di vite SAN MARINO - Nuovo giro di vite in vista contro il fumo. Adottando l’Istanza d’Arengo, martedì sera, che chiedeva di rivedere la normativa, il Segretario alla sanità Fabio Berardi ha assicurato di volersi impegnare a fondo sul versante della lotta al fumo, e di farne da subito uno dei punti principali della sua attività. “Il disagio è tangibile - ha detto - E’ sufficiente aggirarsi tra i locali della Repubblica per rendersene conto: l’ultima significativa lamentela al riguardo è stata presentata non più tardi di dieci giorni fa presso la Segreteria alla sanità, da parte di un gruppo di frequentatori del Ritrovo dei lavoratori di Dogana”.Per la legge vigente, ossia quella del 21 novembre 1990, seguita dal decreto del gennaio 2005, a San Marino è proibito fumare in ospedale, nei centri sanitari, nelle scuole, nelle farmacie, nei mezzi di trasporto, negli ascensori, nelle palestre, nei musei, nei negozi alimentari, negli uffici in cui vi siano più persone ed una di queste lo richieda, nei bar, nei ristoranti a meno che non vi siano impianti di depurazione o siano previste zone per fumatori. Insomma, il divieto esisterebbe. Ma in Repubblica non sembra essere rispettato, non ovunque almeno.E la Segreteria ha annunciato un nuovo progetto anti fumo, che prevede una campagna mirata da estendere a tutto il territorio, la costituzione di una commissione multidisciplinare in collaborazione con l’Iss per effettuare monitoraggi sul fenomeno, l’adeguamento dell’attuale quadro normativo a quello più rigoroso e restrittivo d’Europa, e a tal proposito saranno un esempio Irlanda, Italia, Malta, Svezia, che dovrà prevedere: l’estensione a tutti i locali aperti al pubblico, compresi quelli privati, del divieto di fumo; un importante innalzamento delle sanzioni previste per i trasgressori; l’individuazione tassativa delle caratteristiche tecniche degli impianti antifumo nei locali con salette riservate ai fumatori; un’efficace e concreta parte applicativa relativa alle responsabilità, ai controlli e all’applicazione delle sanzioni. Approvata anche l’Istanza che chiedeva una campagna informativa sull’abuso di alcol tra i giovani, altro fenomeno particolarmente sentito in Repubblica. “Dal Piano sanitario - ha fatto sapere al Consiglio il Segretario Berardi - apprendiamo che purtroppo l’alcol è responsabile, anche da noi, di un numero considerevole di morti e invalidi. In particolare è provato che il rischio d’incidenti d’auto è proporzionale alla quantità d’alcol ingerita dal conducente”. Non si esclude nemmeno la possibilità di ridurre ulteriormente il limite di tasso alcolico oggi consentito, che a San Marino è dello 0,80, “tra i più alti in Europa - ha rilevato Berardi - in Italia è dello 0,50, in altri Paesi europei dello 0,20 o addirittura dello 0,00. Una riflessione su questi dati, e sull’eventualità di intervenire può essere proficua. I controlli - ha concluso - che già vengono effettuati, andranno comunque intensificati, e le sanzioni, già previste dalle norme, valutate per ottenere la maggiore efficacia dissuasiva”. REDATTORE SOCIALE MINORI Cresce in Veneto il fenomeno delle baby gang: l’ultimo
arresto ieri a Treviso Luparelli (psicoterapeuta): ’’I ragazzi che ne fanno parte
sono figli della cosiddetta media borghesia, cresciuti nella cultura del sì’’.
Più colpite le province di Venezia e Padova PADOVA - Probabilmente ci sono sempre state, ma il loro
operare era più nascosto e meno monitorato. In questa estate e inizio autunno,
invece, il fenomeno delle baby gang è esploso con grande violenza in Veneto. La
cronaca locale di questo ultimo mese ha riportato più e più volte in primo
piano questo problema, che adesso nella regione è diventato un “caso da
risolvere”. aggiormente coinvolte le province di Venezia e Padova, ma casi sono
registrati anche nel rodigino e nel trevigiano. L’ultima notizia è di ieri – 13
settembre – quando a Padova è stato arrestato e portato nel carcere minorile di
Treviso il “baby-boss della Guizza”. Preso perché ha malmenato un “rivale in
amore”, mentre sempre lo stesso ragazzo in agosto era arrivato a picchiare per
avere 60 centesimi (che gli servivano a pagarsi le sigarette) e a inizio
settembre aveva aggredito un operaio ventunenne procurandogli naso fratturato,
volto tumefatto e quindici giorni di prognosi. Nel capoluogo lagunare, invece, l’ultimo episodio risale a fine agosto,
con una nuova segnalazione – l’ennesima - e l’intervento degli agenti della
Volante in piazzale Roma. I minorenni però sono riusciti a scappare. A
Ferragosto a Conegliano, in provincia di Treviso, è stato preso un bambino di
11 anni: rubava in tre case. A Rovigo, infine, la Lega ha richiesto
l’intervento del sindaco per frenare questo fenomeno, che ha lasciato anche in
questa città il segno. Ma chi sono, dunque, i ragazzi che compongono queste baby
gang? Perché entrano nei giri di delinquenza, cosa li spinge? “Gli adolescenti sentono il bisogno di avere
un gruppo – spiega lo psicoterapeuta dell’infanzia Diego Luparelli – La ricerca
dell’identità passa anche attraverso l’identità del gruppo. Un gruppo che può
essere di qualunque tipo, da quello parrocchiale a quello che gravita intorno
alla scuola: la cosa indispensabile è che abbia regole e rituali da
condividere”. Il gruppo, dunque, può essere buono, di influenza positiva,
oppure cattivo e influenzare negativamente il ragazzo. “Spesso – continua
Luparelli – le baby gang sono composte da bambini che fanno parte di famiglie
normali, figli della cosiddetta “media borghesia”. Soprattutto nel Nord questi
ragazzi hanno alle spalle famiglie senza alcun tipo di problema economico”.
Tuttavia, nonostante siano benestanti, i membri della baby gang arrivano a
delinquere per procurarsi altro denaro: “Questi ragazzi sono cresciuti nella
cultura del “sì” e non del “no”, sono abituati ad avere tutto ciò che chiedono
e se le loro richieste sono inappagabili dai genitori si arriva a delinquere”. È difficile dire a cosa servano i soldi ottenuti dai membri della baby gang, in genere per comprare quello che non si può avere, come abiti di marca, ultime tecnologie, ma va anche ricordato che il fenomeno dell’abuso di alcol in età infantile e adolescenziale è in crescita e potrebbe essere un motivo della delinquenza”. L’età in cui in genere si formano questi gruppi è nel passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza. Tra i 13 e i 16 anni, quando cioè la presenza del gruppo diventa fondamentale nella formazione del ragazzo. Ma esistono segnali d un possibile ingresso in un gruppo diquesto tipo? Come può un genitore o un educatore accorgersene? “Bisogna essere un po’ più genitori – conclude lo psicoterapeuta Luparelli – Se si è attenti e presenti in genere ci si può rendere conto di cosa sta succedendo. Se un figlio arriva con un paio di scarpe nuove sarebbe importante notarlo. Sarebbe un chiaro segnale”. E come far uscire il bambino dal giro? “Credo che nessuno abbia soluzioni in mano. È difficile far rientrare il ragazzo nella legalità, perché manca la cultura della pena”. (Giorgia Gay) IL GAZZETTINO (PADOVA) SPRITZ Tre ore di colloquio a tutto spritz, per cercare una
soluzione che accontenti tutti: baristi, commercianti e residenti delle Piazze
e del Ghetto e, naturalmente i consumatori: quelle migliaia di giovani che fra
un paio di settimane, quando chiuderanno i chioschi lungo il Piovego,
torneranno inevitabilmente a riversarsi nel cuore di Padova. Intorno allo
stesso tavolo, ieri mattina, si sono incontrati l’assessore al commercio
Ruggero Pieruz ed i "tecnici" di Ascom, Confesercenti e Appe. Il
progetto c’è, è condiviso da tutte e tre le associazioni, e prevede anche il
coinvolgimento di altri soggetti: un rappresentante degli studenti, uno della
Diocesi, e di altre forze sociali. «Il piano è tuttavia "top secret" - spiega
Pieruz - perché deve ancora essere messo a punto. Verrà comunque presentato
ufficialmente entro la fine del mese». Qualcosa però trapela ugualmente. Le
Piazze e il Ghetto non verranno penalizzate, ma il consumo della bevanda sarà
allargato ad altre aree. In questo modo, Ascom, Confesercenti ed Appe, vogliono
evitare la desertificazione del centro storico e fare in modo che non si
ripetano i grandi assembramenti degli anni scorsi. Le associazioni hanno
inoltre chiesto a Pieruz che vengano applicate regole trasparenti ed uguali per
tutti gli esercenti. Nei giorni più affollati, come il sabato sera, saranno
organizzati spettacoli di vario genere in prossimità dei locali. Non
mancheranno infine iniziative per sensibilizzare i giovani sui rischi che
comporta l’abuso di alcolici. Il dialogo è insomma aperto, e associazioni e
Comune torneranno a riunirsi anche la prossima settimana. «Non siamo contrari
allo spritz - spiega Fernando Zilio, presidente dell’Ascom - ma una
regolamentazione s’impone». Intanto, i chioschi collocati provvisoriamente lungo il
Piovego hanno i giorni contati. «So per certo - continua Zilio - che ad
esprimere perplessità sulla loro collocazione sarebbe stato lo stesso Rettore».
Quella zona ospita infatti molti istituti universitari, ed è meglio che gli
studenti non cadano in tentazione. P.G. IL GAZZETTINO (ROVIGO) Nei giorni scorsi, ubriaco, aveva causato un
incidente dove era morto Luigi Nordio Otto mesi di reclusione per il croato Non aveva rispettato
l’espulsione Mestre Condannato a otto mesi di reclusione li trascorrerà tutti
in carcere. É questa la decisione assunta ieri mattina in Tribunale a Mestre,
(giudice Sara Natto) nei confronti di Rifat Mehovic, 48 anni, croato, per
violazione della legge Bossi-Fini sospendendo la condizionale della pena e
applicando la misura cautelare nei suoi confronti in attesa che la sentenza
diventi definitiva. Domenica notte, sulla statale Romea, a bordo della sua
auto, completamente ubriaco, aveva causato un incidente mortale nel quale era
rimasto vittima Luigi Nordio, 64 anni, lungo il tratto del ponte translagunare
di Chioggia verso le due di notte. Nordio, a bordo della sua Volvo, insieme
alla moglie Rossana Beltrame, anch’essa di 64 anni, che era rimasta ferita in
modo grave. Nordio era molto conosciuto nella sua città per essere stato per
molti anni alla guida della cooperativa di pesca San Marco. La vittima
proveniva da una delle più importanti e storiche famiglie che operano nella
pesca. A causare quell’incidente proprio Mehovic che era finito
in carcere a Padova dopo l’incidente, ma che stava per essere rimesso in
libertà su decisione del Tribunale patavino fino a quando non è stato
verificato che sullo stesso Mehovic vi era un provvedimento di espulsione
dall’Italia che non aveva mai rispettato. Per questo Mehovic, residente a
Codevigo (Pd) era stato riarrestato. Gli atti che lo riguardavano sono quindi
passati dall’autorità giudiziaria di Padova a quella di Venezia, competente sul
territorio in cui è avvenuto l’incidente. I carabinieri della Compagnia di Chioggia hanno inoltre scoperto a carico del croato numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio, e l’inosservanza del provvedimento di espulsione dal Paese notificatogli il 10 gennaio scorso dalla questura di Bologna. IL GAZZETTINO (BELLUNO) PONTE NELLE ALPI L’episodio si è verificato l’altra notte
in un’abitazione nella frazione di Roncan. Il feritore è accusato di lesioni
volontarie Una coltellata all’addome, ma non per uccidere La vittima dell’aggressione è stata medicata al pronto
soccorso, ma non versa in gravi condizioni. Indagini dei carabinieri L’alcool carbura gli animi e una discussione su una
questione di donne fa perdere la testa. Ed uno accoltella l’altro. È accaduto l’altra notte in un’abitazione nella frazione
di Roncan, in Comune di Ponte nelle Alpi. Si sa come iniziano, ma sono
imprevedibili nella loro conclusione situazioni come queste. Fortunatamente lo
scontro notturno in tal caso non ha avuto esiti particolarmente gravi. Ma sempre
di una coltellata si tratta, tale che Alain Canzian, 45 anni, che l’ha ricevuta
è dovuto ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso. Per l’altro, che
avrebbe messo in atto l’azione, il 38enne Francesco Melis, padrone di casa, ora
ci saranno prevedibili conseguenze. Ma a quanto è dato di sapere ha scansato
l’ipotesi di reato di tentato omicidio, dovendo fare però i conti con la più
modesta accusa di lesioni personali volontarie. Dunque un episodio che forse è stato determinato da
un’abbondante assunzione di sostanze alcoliche. I due si trovavano in una casa
in via Roncan. La discussione è venuta a vertere su una donna. Un argomento
scottante quello. Scottante perchè attorno al nome di quella ragazza si era
condensato del livore. Insomma una faccenda in cui la gelosia ha agito da molla
determinante facendo alzare i toni. I contendenti si devono essere
reciprocamente rinfacciati cose che hanno contribuito ad elevare la
temperatura. Probabilmente una parola ne ha innescata un’altra e questa ha
determinato l’uscita di quella che ha fatto traboccare il vaso. Sta di fatto
che ad un certo punto Canzian è stato colpito all’addome. Le cose, a quel punto, si erano messe male per davvero. L’accoltellato nel cuore della notte si è presentato al pronto soccorso del San Martino dove veniva effettivamente accertata una lesione da taglio. È stato ricoverato. Ma nulla da determinare particolari situazioni di pericolo. Frattanto dell’accaduto erano informati i carabinieri che si muovevano subito, e cercavano di appurare come erano andate le cose e come si era giunti al ferimento. Dell’episodio è stata informata l’autorità giudiziaria.Bruno De Donà IL GAZZETTINO (ROVIGO) Per evitare ... CASTELMASSA - (L.I.) Per evitare guai con la giustizia ha sporto denuncia ai carabinieri simulando un furto ed incolpando l’amico. I carabinieri del Norm di Castelmassa hanno però verificato l’inattendibilità delle sue dichiarazioni. M.G., 28 anni, di Castelmassa, ha rimediato in questo modo una denuncia per calunnia. È una vicenda che ha dell’incredibile. Una decina di giorni fa il giovane decide di prestare il suo scooterone a O.K., ventidue anni, di nazionalità turca, domiciliato a Castelnovo Bariano. Lo straniero, già sottoposto ad un provvedimento di ritiro della patente, finisce fuori strada danneggiando seriamente il Ducati Monster. Fortunatamente nel sinistro non vengono coinvolti altri mezzi. Anche O.K. ne esce illeso. Sul posto giungono i carabinieri di Castelmassa per i rilievi di legge. Il ventiduenne è in evidente stato di alterazione alcolica. I militari lo sottopongono al test dell’etilometro. Gli viene riscontrato un tasso alcolemico quasi doppio rispetto al massimo consentito. O.K. rimedia una denuncia per guida in stato di ebbrezza e senza patente. I militari accertano inoltre che lo scooterone viaggiava sprovvisto di tagliando assicurativo. Vengono avviati accertamenti per risalire all’identità del proprietario del ciclomotore. Nel frattempo M.G. sente puzza di bruciato. Si precipita a denunciare il furto del Ducati. Accusa senza mezzi termini il ventiduenne turco. I carabinieri acquisiscono varie testimonianze tra amici e conoscenti dei due. Vengono a sapere che M.G. aveva prestato lo scooterone allo straniero. Scatta a quel punto la denuncia per calunnia. IL GAZZETTINO (VICENZA) GIARDINI SALVI Dormiva ubriaco su una panchina, ghanese denunciato Gli agenti della polizia locale di Vicenza lo hanno sorpreso ieri verso le 10 che dormiva su una panchina dei Giardini Salvi. L’uomo, un ghanese di 37 anni, pluripregiudicato e clandestino, in evidente stato di ubriachezza, si è anche rifiutato di fornire le proprie generalità. È stato denunciato ed espulso. AFFARI ITALIANI (ONLINE) Tifo violento Un gruppo di ultras greci spacca la vetrina dell’Autogrill
in Duomo: ferita un’israeliana Scene di ordinario tifo violento a Milano. Un gruppo di
tifosi greci ha spaccato la vetrina dell’Autogrill in Duomo, ferendo una
modella israeliana e picchiando l’addetto alla sicurezza. Arrestato il capo del
gruppo con le accuse di danneggiamento aggravato, lesioni, lancio di cose
pericolose e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio è avvenuto ieri pomeriggio, poche ore prima
della partita di Champions League Milan - Aek Atene a San Siro. Intorno alle
16.30, circa trenta tifosi greci siedono ai tavolini esterni dell’Autogrill,
sotto il porticato di Galleria Vittorio Emanuele, in Duomo, quando vedono
l’addetto alla sicurezza senegalese invitare due tifosi a uscire dal bar perché
ubriachi. La reazione dei greci è violenta: cominciano a scagliare bottiglie e
sedie contro il senegalese, ancora sulla soglia dell’ingresso. L’uomo si rifugia all’interno, quindi Eleftherios S., 20
anni, prende una sedia e la scaglia ripetutamente contro la grande vetrata
dell’Autogrill, finché riesce a infrangerla. I vetri feriscono una modella
israeliana che si trova all’interno, mentre i tifosi si scagliano sul
senegalese armati delle gambe dei tavolini. All’arrivo della polizia il gruppo
si sparpaglia. Gli agenti tentano di bloccare l’uomo che ha rotto la vetrata,
ma vengono aggrediti dai suoi connazionali. Ai poliziotti resta in mano la
maglietta del greco, che fugge a torso nudo con un vistoso tatuaggio a forma di
ragnatela sulla spalla sinistra e una ferita alla nuca. Per evitare ulteriori
disordini in Duomo, i poliziotti decidono di pedinarlo. Gli agenti osservano il 20enne mentre si fa medicare la
ferita a un presidio del 118. Due ore dopo, intorno alle 18.30, circa 300
tifosi cominciano a dirigersi verso tram e metropolitana per andare allo
stadio. Il greco si muove con un gruppo di circa 100 connazionali verso i pullman parcheggiati in piazza Cairoli. Durante il tragitto verso il Meazza, l’uomo si toglie la benda alla testa, si fa prestare una maglietta dagli amici e si rade la barba. I poliziotti, però, non lo perdono di vista e decidono di intervenire quando il pullman si ferma alle 20 al parcheggio dello stadio. Quando raggiungono Eleftherios S., però, alcuni tifosi intervengono per proteggerlo. Non serve perché il 20enne, dopo qualche spintone, finisce in manette. Numerose le accuse a suo carico: oltre il danneggiamento aggravato, le lesioni nei confronti della modella, che ha riportato una prognosi di 10 giorni, e del senegalese, 5 giorni. Inoltre è accusato di lancio di oggetti pericolosi e resistenza a pubblico ufficiale. IL MESSAGGERO (ABRUZZO) La città violenta. Sergio Del Principe finisce in cella
per resistenza e lesioni a una poliziotta e una vigilessa Rissa sulla riviera, coinvolte cento persone In manette un uomo di 49 anni, denunciati i suoi dieci
amici: tutti di Pescasseroli Una rissa così grande non si vedeva da anni, a memoria di
pescaresi doc. Al culmine della grande zuffa erano un centinaio le persone
coinvolte tra picchiatori, picchiati, curiosi, vigili e polizia. Uno, al momento,
è l’arrestato con l’accusa di resistenza e lesioni. Altri dieci, gli indagati. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe a andata così.
Pomeriggio, stabilimento ”Oriente”, riviera nord. Spiaggia affollata. Un gruppo
di uomini, tutti adulti, quasi tutti di Pescasseroli, viene redarguito dal
bagnino: forse per l’ebbrezza dell’aria, forse per l’ebbrezza dell’alcol, (*)
urlano, cantano, si muovono in modo assai scomposto e invadono gli spazi delle
altre persone che si attardano a prendere gli ultimi raggi di un incantevole
sole di settembre. Il rimprovero non calma gli umori ma anzi li esaspera. Gli
undici di Pescasseroli, sempre secondo la ricostruzione della Polizia,
aggrediscono il bagnino. I bagnanti lo difendono. Finisce qui? No, neanche per idea. La bolgia infernale si
allarga sempre di più, di qui e di là e cammina a ritroso: dal bagnasciuga
risale allo stabilimento, dallo stabilimento si trasferisce sul marciapiede e
infine invade la sede stradale. Arriva una pattuglia della Polizia Municipale. La
vigilessa inquadra quello che le sembra essere il leader del gruppo. In maniera
civile, in una città e in una società sempre più incivile, gli dice di
fermarsi. Quello, per convincerla ancora di più che era effettivamente lui il capo
della allegra comitiva, le prende la mano e gliela piega. Risultato, al Pronto
Soccorso: dieci giorni di prognosi. Per la vigilessa, ovviamente. Arriva in pochi istanti la Polizia, in forze. E il cerchio
dantesco continua a crescere. Lo stesso individuo che aveva picchiato la
vigilessa, avendo evidentemente un debole per le donne in divisa, torna alla
carica, adocchia una poliziotta e l’aggredisce. Risultato: quindici giorni di
prognosi, anche per lei. Le pattuglie riescono, con grande impegno, a separare i
litiganti e a individuare gli aggressori e gli aggrediti. Secondo la prima
ricostruzione dei fatti, quelli di Pescasseroli appartengono alla categoria dei
”provocatori”, gli altri, i pescaresi, avrebbero picchiato semplicemente per
difendersi. E’ una tesi ovviamente contestata dalla comitiva di Pescasseroli.
Considerato che, comunque, una vigilessa e una poliziotta sono finite in
ospedale la Polizia ha arrestato a tarda ora il presunto autore di queste
”gentilezze”, Sergio Del Principe, 49 anni. E’ accusato di lesioni e resistenza
ma deve rispondere anche di rissa aggravata. Al momento gli altri dieci sono
accusati solo di rissa. Il numero dei denunciati potrebbe crescere nei prossimi
giorni. Alla fine, tutti in Questura, per l’intera notte. E
stamane, per una ricostruzione più precisa, in Questura sfileranno i testimoni.
(*) Nota: sarà forse che sono prevenuto verso l’alcol, ma anche in questo caso mi sembra che la colpa sia dell’alcol e non dell’aria. CORRIERE ROMAGNA Travolto e ucciso da pirata ubriaco RIMINI - E’ stato investito sulle strisce pedonali mentre
faceva ritorno in albergo. Un’ora più tardi, quando il pirata bloccato dal 113
veniva sottoposto all’etilometro risultando ubriaco fradicio, è morto
all’ospedale Infermi.La vittima, un turista norvegese che domenica avrebbe
dovuto far ritorno in patria si chiamava Odd Vold, aveva 73 anni. Ad ucciderlo
la Golf condotta da Ahmed Jaafar, operaio marocchino classe ’62 che abita a
Coriano. Con lui viaggiava un altro connazionale che è riuscito a fuggire e far
perdere al momento le proprie tracce.La tragedia si è consumata a cavallo delle
22,30. Vold stava attraversando viale Regina Margherita all’altezza di viale
Viareggio per raggiungere l’hotel Monica di viale Bergamo dove alloggiava con
un gruppo di amici. Mentre si trovava sulle strisce pedonali è stato centrato
in pieno dalla Golf arrivata zigzagando a tutta velocità: caricato sul cofano è
stato trascinato per decine di metri, per poi finire sull’asfalto. Alla scena
ha assistito in diretta un equipaggio dell’Ufficio prevenzione generale della
Questura sul posto per un altro intervento. Gli agenti si sono fermati per
prestare le prime cure, dando contemporaneamente l’allarme. Intanto Jaafar ha
proseguito la sua folle corsa con 2.8 milligrammi di alcol nel sangue:
praticamente era alla guida in coma etilico. Nonostante ciò, raccontano i
testimoni, ha avuto la lucidità di fermarsi un attimo e far scendere dalla Golf
il trasportato. Quindi ha imboccato contromano viale Tirrenia; qui la sua corsa
è finita contro la recinzione esterna dell’hotel Touring dove alloggiano parte
dei rinforzi estivi della polizia di Stato che scesi in strada hanno
collaborato con i colleghi a bloccarlo. Intanto all’Infermi i medici cercavano
di fare il possibile per salvare la vita al turista che aveva compiuto 73 anni
lo scorso 2 settembre: arrivato a Rimini il 9, come detto, sarebbe dovuto
ripartire per Andalsnes città di residenza, domenica prossima. Purtroppo tutti
gli sforzi si sono rivelati vani. Ahmed Jaafar è stato arrestato con l’accusa
di omicido colposo, omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza.Un tratto
di strada maledetto quello si è consumato il dramma del turista norvegese. A un
centinaio di metri, domenica 28 agosto 2005, aveva trovato la morte Maria
Covarelli, 58 anni. Il corpo della turista perugina venne straziato davanti
all’hotel Auriga dalla’Aprilia 125 presa in affitto da un sedicenne impegnato
in una gara di velocità con un amico. Enrico Chiavegatti IL GIORNALE.IT Pronta la vettura che non parte se il guidatore ha bevuto
troppo - di Redazione - da Tokyo Il Giappone tecnologico sfida gli ubriachi al volante, con
l’intento di arginare la piaga degli incidenti stradali causati dalla guida in
stato di ebbrezza. La casa automobilistica Nissan ha annunciato ieri a Tokyo
un progetto per realizzare a breve autoveicoli che non possano essere messi in
moto da conducenti ubriachi. Tra le proposte allo studio dell’azienda giapponese, un
sistema che funziona con lo stesso principio del «palloncino» usato dalla
polizia per controllare il tasso alcolico dei guidatori: una cannuccia posta vicino al guidatore ne
valuterà in tempo reale il grado di ebbrezza, e in base al risultato impedirà o
meno l’accensione del motore. Un’altra idea riguarda un meccanismo che richiede la
digitazione di un codice numerico molto lungo per far partire l’auto: in caso
di livello etilico superiore al consentito, hanno spiegato i tecnici, è
improbabile che il guidatore eccessivamente «brillo» riesca a ricordare
l’esatta sequenza del PIN. I responsabili della Nissan hanno dichiarato che non sarà
affatto complicato montare i nuovi meccanismi sulle auto già in
produzione, poichè simili
apparecchiature sono già in uso in altre parti del mondo, tra cui Europa e
Stati Uniti. La piaga degli incidenti stradali dovuti a stato di
ebbrezza ha catalizzato fortemente l’attenzione di media e opinione pubblica in
Giappone, soprattutto dopo alcuni fatti di cronaca particolarmente incresciosi
avvenuti di recente. Primo fra tutti il caso che ha visto come vittime tre
bambini sotto i quattro anni, rimasti uccisi in un incidente stradale causato
da un autista di camion ubriaco, nella prefettura meridionale di Fukuoka. La legislazione giapponese è estremamente severa in
materia di guida in stato di ebbrezza: nel 2001 la pena massima per i
responsabili degli incidenti è stata innalzata da 5 a 20 anni di detenzione. Nonostante un netto calo dei sinistri nel 2005, che sono
scesi a 707 contro i 1.191 del 2001, la tendenza per l’anno in corso sembra in
peggioramento: nel semestre gennaio-luglio si sono registrati 364 casi, 13 in
più dell’anno precedente. Rispetto ai sistemi di prevenzione alla guida in stato di ebbrezza, la Saab ha già realizzato una speciale chiavetta che, dopo aver soffiato al suo interno, è in grado di indicare il tasso alcolico della persona che sta per mettersi alla guida. La Nazione (Viareggio) Ubriaco: caos nel bar Il Secolo XIX I savonesi all’Oktoberfest : «Fiumi di birra e uno spettacolo
unico» Ubriaco al volante?
Il motore non si avvia Il Tirreno ubriaco molesta gli avventori di un locale Gazzetta di Parma (abbonati) Nel Sud degli Stati Uniti l’alcol è ancora un nemico Il Mattino di Padova giovani ubriachi fanno il disastro vicino al patronato
imbrattano i muri, fanno danni e bestemmiano Il Giorno (Varese) Aggredita da un polacco ubriaco, salvata dalla polizia Il Piccolo di Trieste ubriaco al pronto soccorso allontanato con foglio di via Il Resto del Carlino (Imola) Turista travolto e ucciso sulle strisce Arrestato
l’investitore: era ubriaco L’Eco di Bergamo Giovani, la lotta all’alcol passa per i locali serali Il Giornale di Vicenza Dorme ubriaco denunciato un clandestino Alto Adige sequestrato un fiume di grappa illegale La Stampa Ecco i nuovi bar del centro si ripopola la Savona da bere Conto alla rovescia per la Festa del Vino ora fa Roppolo apre
le porte alla tre-giorni celtica eptember fest,
sport a tutta birra : è lo slogan scelto per la festa che inizier... Il Denaro Vino e sviluppo, l’Irpinia è un laboratorio Il Tirreno festa della birra sicura: niente più vandalismi il viaggio di nugola alla scoperta del vino - sara
luperini Il Piccolo di Alessandria Menù delle Pro loco alla ‘Festa del vino’ Il Tirreno festa della birra sicura: niente più vandalismi Il Piccolo di Alessandria Menù delle Pro loco alla ‘Festa del vino’ L’Arena C’è vino buono? Controlli alle cisterne Il Mattino di Padova giovani ubriachi fanno il disastro vicino al patronato
imbrattano i muri, fanno danni e bestemmiano Il Resto del Carlino (Ascoli) Per quattro giorni il vino inonderà il centro storico L’Eco di Bergamo Festival rock Stand e birra per 10.000 Il Messaggero Veneto sarà una npg a tutta birra Il Centro arte, sport e versi per celebrare il vino |
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