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Articoli 16/09/2006

La cultura della prevenzione



La medicina moderna riserva un grande interesse al momento della prevenzione, volto a ridurre in maniera significativa sia l’incidenza sia la mortalità di molte malattie. La prevenzione si attua in maniera diversa in base al tipo di patologia, in molti casi con l’ausilio di esami semplici, a volte con la necessità di metodiche più complesse, che consentono di effettuare uno “screening” della popolazione. Per screening si intende il distinguere soggetti che presentano o meno una certa caratteristica da coloro che non la presentano. Lo screening può essere applicato per identificare le persone suscettibili di interventi di prevenzione efficaci, al fine di evitare successivi eventi negativi. La prevenzione si può attuare in forma primaria, agendo sulle cause della malattia, oppure in forma secondaria, al fine di evitare gli eventi associati alla malattia (ad esempio, la prevenzione della metastatizzazione di una neoplasia attraverso la sua diagnosi in fase preinvasiva). In tutti e due i casi è fondamentale la conoscenza della sequenza di eventi e stati che caratterizzano la malattia, per prevenire i successivi effetti avversi. In alcuni casi gli interventi di prevenzione primaria e secondaria coincidono tra di loro e con la terapia. Nella diagnosi precoce di alcune neoplasie vengono individuati tumori invasivi asintomatici e lesioni che precorrono il cancro (per esempio carcinomi colorettali e adenomi). Lo stesso esame, la colonscopia, agisce sia a livello di prevenzione primaria (la rimozione degli adenomi riduce l’incidenza di cancro) sia secondaria (la terapia dei carcinomi diagnosticati in fase precoce riduce la mortalità). Gli attuali programmi di prevenzione riguardano molte malattie, soprattutto di natura infettiva, cardiologica e tumorale. Molti coinvolgono lo stile di vita, come nel controllo del peso corporeo, poiché l’obesità può favorire il diabete e le malattie cardiovascolari, altri si basano su semplici esami. Attraverso l’esame del sangue, si possono controllare innumerevoli funzioni ed attività dell’organismo, ed individuare eventuali anomalie. Il corpo umano funziona, infatti, grazie a molte complesse reazioni chimiche, che avvengono tramite l’energia e gli elementi ricavati dal cibo ingerito. Il sistema cardiocircolatorio utilizza proprio il sangue pompato dal cuore come mezzo per distribuire il necessario alla sopravvivenza delle cellule e per eliminare i prodotti di rifiuto delle reazioni chimiche da tutti i tessuti. Grazie all’analisi del sangue, possiamo, quindi, capire se un organo sta funzionando bene o se ha qualche difetto. Dall’emocromo si può verificare la presenza di anemia, di alterazioni del sistema immunitario, di variazione del numero o delle dimensioni di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, indicativi di anomalie della produzione da parte del midollo osseo, anche di natura tumorale, e di deficit della coagulazione. Il valore della glicemia può individuare uno stato di diabete, quello della creatinina un problema renale; i valori di trigliceridi e colesterolo una iperlipidemia, con un aumentato rischio di patologie cardiocircolatorie; i valori delle transaminasi possono individuare disfunzioni del fegato. Ai fini della prevenzione è importante effettuare periodicamente l’esame, anche in assenza di sintomi morbosi; la periodicità dipende dall’età, dalla salute del soggetto, dalla valutazione dello stile di vita, dalla presenza di determinati fattori di rischio (sedentarietà, fumo, eccessi alimentari, stress, fattori ereditari, ecc.). La cultura della prevenzione sta diventando anche un problema di politica sanitaria, e, sulla base di accurate valutazioni dei costi/benefici dei programmi di screening, sono state introdotte normative che consentono di erogare alcune prestazioni sanitarie senza oneri a carico dell’assistito. Ad esempio, la Legge 23 dicembre 2000 n. 338 prevede la mammografia ogni due anni per le donne di età compresa tra quarantacinque e sessantanove anni, per la prevenzione del tumore della mammella; l’esame citologico cervico-vaginale (PAP test) ogni tre anni per le donne di età compresa tra venticinque e sessantacinque anni, per la prevenzione del tumore del collo dell’utero; una colonscopia ogni cinque anni, per soggetti di età superiore a quarantacinque anni e per soggetti a rischio che hanno avuto in famiglia casi di poliposi adenomatosa o malattie infiammatorie intestinali, per la prevenzione del cancro del colon-retto. Per proteggersi dalla minaccia dei tumori, bisogna innanzitutto attuare la prevenzione primaria, eliminando le cause (non fumare, evitare l’eccessiva esposizione al sole, mangiare molta verdura e frutta fresca, limitando l’uso di alcolici, grassi e carne), ma anche identificare precocemente i piccoli tumori o le lesioni benigne che potrebbero degenerare con il tempo. La conoscenza della storia familiare di parenti stretti e consanguinei che abbiano contratto il cancro consente di conoscere il proprio rischio e di sottoporsi ad accertamenti diagnostici più idonei. L’esame periodico del proprio corpo è importante per scoprire precocemente eventuali anomalie; l’autopalpazione del seno nella donna o il controllo della forma, dimensione e colorazione di nei e forme verrucoidi della cute sono esempi di prevenzione secondaria molto validi.  

*Medico Capo Polizia di Stato Questura di Ragusa
   

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di Antonia Liaci *

Da "il Centauro" n. 105
Sabato, 16 Settembre 2006
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