di Giordano Biserni
La fine di
un anno invita a fare riflessioni su tutti i settori, e noi non possiamo
che farlo sulla sicurezza stradale, analizzando quanto ci ha offerto il
menù del 2002 in termini di proposte ed iniziative.
L’anno si era presentato "molto motivato". Pronti via e
sulla base della legge delega il Consiglio dei Ministri il 15 gennaio
2002 stralciava 19 articoli del C.d.S. (degli 82 previsti) approvando
il relativo Decreto Legislativo che stabiliva importanti novità
come la patente a punti, il certificato per i ciclomotori, la personalizzazione
delle targhe, il controllo telematico a distanza, le luci sempre accese,
nonché sanzioni più severe per le gare automobilistiche,
provvedimenti che sarebbero dovuti entrare tutti in vigore dal 1°
gennaio 2003. Diciamo sarebbero, perché con D.L. 20 giugno 2002
nr. 121, convertito con la legge 1 agosto 2002 nr. 168, alcuni provvedimenti,
con una sorta di colpo di scena, venivano anticipati. Primo fra tutti
il provvedimento sull’obbligo delle luci accese (chi non ricorda
il pasticciaccio brutto del decreto che di fatto non conteneva quell’obbligo,
annunciato invece con clamore in conferenza stampa e sul quale il servizio
Polizia Stradale ha saggiamente richiamato l’attenzione), e ancora
l’uso dell’auricolare per il telefonino, l’abbassamento
immediato del limite alcolemico a 0,5 g/l rispetto ai precedenti 0,8.
L’incremento delle sanzioni per le gare di velocità. Tutte
misure sicuramente utili e condivisibili.
Se dovessimo però giudicare il quadro d’insieme diciamo subito
che questo CdS da troppo tempo è un cantiere sempre aperto che
rischia di intralciare la circolazione della certezza e della logica della
sanzione, con aspetti che sembrano cedere in qualche caso alla deriva
della demagogia e alla pressione del lobbismo.
Qualche esempio? Intanto diciamo subito che il D.L.vo del 15 gennaio 2002
ha introdotto incredibilmente la possibilità di elevare il limite
di velocità a 150 km/h in alcune autostrade a 3 corsie. Ci siamo
già pronunciati su questo aspetto che consideriamo un veleno gettato
nel pozzo, già poco profondo, della sicurezza stradale. Mentre
nessun Paese europeo adotta una misura simile, mentre l’Ue raccomanda
addirittura di diminuire la sinistrosità del 50% entro il 2010,
noi che siamo in fondo alla classifica nella sicurezza, andiamo ad adottare
iniziative che avranno, se non altro, un effetto psicologico di traino
a dir poco deleterio.
Che dire poi del lancio lobbistico, nella scorsa primavera, dello sconto
per la patente a punti dei camionisti e degli altri "professionisti"
della strada? Subito l’iniziativa è stata stoppata per la
levata di scudi dell’ASAPS e delle altre associazioni a cui preme
la sicurezza. Noi, ingenui, pensavamo di avere vinto questa battaglia
nel più vasto fronte della guerra sulle strade. Eravamo degli illusi.
Infatti ciò che è uscito dalla porta sta per rientrare dalla
finestra. L’accordo fra Governo e Associazioni di categoria dei trasportatori
del 5 settembre scorso, al punto f), stabilisce che comunque per i trasportatori
sia prevista la possibilità di recuperare un maggior numero di
punti rispetto ai 6 che possiamo recuperare noi comuni mortali nei 3 anni.
Per di più i ca
mionisti potranno recuperarli anche con corsi organizzati dalle associazioni
di categoria e non presso le autoscuole. Avete capito?
Come possiamo giudicare positivamente questo quadro d’insieme? Cosa
si dovrebbe invece fare? Semplice si dovrebbe adottare una politica seria
della sicurezza come in Inghilterra. Educazione stradale fatta con convinzione
nelle scuole, spot televisivi forti fino alla crudeltà, messaggi
alle famiglie, controllo nei pub, presenza di polizia nelle strade e là
dove l’elemento quantitativo non è sufficiente subentra quello
qualitativo. 700 sono le telecamere installate in tutta Londra, negli
incroci e nelle strade a maggior rischio, altro che tutela della privacy
o sole autostrade. Chi non paga la sanzione rischia poi l’arresto,
altro che conversioni in moneta o ricorsi a Giudici di Pace che più
che un sistema di tutela rischiano di diventare strumento di demolizione
dell’efficacia della sanzione.
Il 2002 per la Polizia Stradale
Sul fronte casalingo della Specialità il 2002 ci ha portato invece
un nuovo Direttore (4 cambi in pochi anni), viene dalla Stradale, è
esperto, conosce i meccanismi sia del territorio che del Palazzo, confidiamo
che queste capacità portino frutti, ce lo auguriamo di vivo cuore.
Intanto strutture e mezzi, pur con qualche segnale di potenziamento,
non ci sembrano ancora adeguati, le uniformi vengono centellinate nonostante
che da 15 anni si strilli su questo problema, ma la cosa più preoccupante
è la costante carenza di organico sempre fissa a meno 1000-1500
operatori, quasi fosse stabilita per decreto e questo accade proprio mentre
la Polizia di Stato sta completando l’organico previsto dalla legge.
Dove sono gli agenti in più che mancano alla Stradale? Forse nei
nuovi ispettorati interregionali che sembrano dover assorbire alcune migliaia
di unità? Ancora una volta il carrozzone della burocrazia sembra
prendere il sopravvento sull’operatività. Eppure la Stradale
ha dimostrato ampiamente cosa sa fare. Tanto per non dimenticare il sacrificio
degli uomini e delle donne del Centauro vogliamo ricordare che alla Festa
della Polizia dello scorso aprile sono state assegnate 3 medaglie d’oro
al valor civile tutte a uomini della Stradale, di cui due alla memoria,
rispettivamente all’Assistente capo Giuseppe Ronca della Stradale
di Foggia travolto e ucciso il 26 marzo 2001, al Sostituto Commissario
Lamberto Crescentini gravemente ferito in un conflitto a fuoco a Perugia
il 22 marzo scorso e nel quale perdeva la vita l’Assistente Luca
Benincasa e proprio ricordando Luca, vittima del dovere e della strada
del 2002, vogliamo concludere questa nostra riflessione.