La singolare proposta parte dal segretario dell’Appe
Angelo Luni, per responsabilizzare le famiglie sui comportamenti dei giovani
che esagerano con l’alcol «Mandiamo ai genitori le foto dei figli ubriachi» In aiuto alle forze dell’ordine, le telecamere già
collocate in Ghetto e nelle piazze per il controllo del territorio Estrapolare dai fotogrammi delle telecamere che vigilano
sulle piazze e sul ghetto, le immagini dei minori che si ubriacano, orinano e
danno di stomaco in seguito alla sbornia. Procedere poi al riconoscimento
grazie a precedenti identificazioni, che la polizia può fare nel corso della
serata. Infine inviare ai genitori la foto del giovane immortalato nel suo
sfogo dissoluto, accompagnata da una lettera in cui si attesta l’identità del
minore. E’ la singolare idea lanciata dal segretario dell’Appe (Associazione
provinciale pubblici esercizi) (*) Angelo Luni, che rompe così i due mesi di
silenzio tenuti sul tema spritz. Lo fa con una proposta di non facile realizzazione
e destinata a suscitare polemiche, anche se alla luce dei tanti tentativi
falliti di governare il rito dell’aperitivo in ghetto e nelle piazze. Dopo la
sequela di proposte e contro-proposte per il decentramento del popolo degli
spritz, la ridda di polemiche per i chioschetti lungo il Piovego che da un lato
hanno fatto rifiatare il centro, dall’altro lo hanno svuotato, scartata l’idea
delle scalinate dell’Appiani per accogliere i giovani, il tormentone promette
nuove, movimentate "puntate". Due gli incontri che la scorsa settimana le associazioni
di categoria e l’assessore al Commercio hanno avuto, uno il documento che sarà
presentato oggi in Giunta, e che prevede la suddivisione virtuale del centro
storico in 12 spicchi. I locali chiuderanno tutti a mezzanotte con una proroga
all’orario a turno.«Vediamo - dice ancora Luni - se l’amministrazione e il
sindaco accetteranno le nostre proposte. Intanto il problema si sta già per
riproporre: mercoledì scorso ne abbiamo avuto le prime avvisaglie. La nostra idea
è quella di intervenire la sera deputata appunto all’incontro degli studenti
dell’Erasmus e il sabato, alleggerendo la pressione di pubblico che le piazze e
il ghetto non sono in grado di sopportare. Resta da capire come. Certo che se
poi l’amministrazione rilascia nuove licenze perché si aprano altri locali,
come sta facendo, l’impegno viene vanificato». E il segretario dell’Appe sembra uscire con l’ugola
decisamente rinforzata dopo i due mesi di silenzio auto-impostosi all’epoca in
cui le polemiche al vetriolo tra cittadini esasperati, amministratori in
difficoltà e commercianti in lotta, imperversavano. Torna infatti sulla
questione responsabilità. «Sappiamo bene - dice - che a creare scompiglio non sono
gli studenti nè tutti i giovani, ma solo alcuni appartenenti a gruppi noti, a
noi come alle forze dell’ordine. Quanto alla somministrazione dell’alcol,
dunque, non si possono accusare solo gli esercenti, gran parte dei quali
corretti. Va infatti ricordato che certi gruppi le damigiane di vino e le
cassette di birra le scaricano dalle loro auto per mettersi apposta a
consumarle nelle piazze. Qui è necessario siano le famiglie a responsabilizzare
i figli sul loro comportamento. Per questo, penso che le forze dell’ordine, una
volta identificati i minori che vomitano, orinano addosso ai muri, si
abbandonano per terra un pò ovunque perché ubriachi, potrebbero poi usare i
fotogrammi delle molte telecamere che controllano il centro, per farne foto da
inviare alle famiglie di quei ragazzi. Mi sembra un modo, non facile d’accordo,
ma efficace per richiamare i genitori e i figli alle rispettive
responsabilità». Michela Danieli (*) Nota: io ci metterei assieme anche la foto dell’esercente che ha somministrato le bevande alcoliche. IL GAZZETTINO (NORDEST) Spritz gratis per una guida più
sicura
Venerdì e sabato iniziativa della
Motorizzazione a Mestre. Dopo la bevuta verrà verificata la "tenuta"
dei ragazzi Mestre L’appuntamento è per le 20, giusto l’ora dello spritz. E
questa volta, guarda caso, lo offre gratuitamente nientemeno che il ministero
dei Trasporti e, per esso, la Motorizzazione civile di Venezia. Tutti
impazziti? Nossignori. Venerdì 22 tutti coloro che si troveranno dalle parti
degli uffici sul Terraglio avranno la possibilità di verificare la propria
tolleranza all’alcol. Infatti, dopo avere indossato un semplice braccialetto,
si potrà assaporare da uno a quattro bicchieri (non uno di più) di frizzante
Cartizze per verificare la "tenuta" all’alcol. Nel frattempo, dopo
ogni brindisi, ci si potrà sottoporre alla prova dell’etilometro e capire
singolarmente la propria capacità di "tenere" l’alcol. (*) É questa una delle iniziative presentate ieri mattina
nella sede dell’ufficio periferico del Triveneto del ministero dei Trasporti
che ha organizzato una manifestazione di due giorni per venerdì 22 e sabato 23
sul tema della prevenzione e della sicurezza stradale intitolato
"Mettiamoci sulla buona strada", che coinvolgerà in sede oltre 250
studenti delle scuole superiori di Venezia e Treviso e che si allargherà nel
corso dell’anno scolastico ad altri 40 mila studenti di Veneto, Trentino-Alto
Adige e Friuli Venezia Giulia sotto la supervisione degli uffici periferici del
ministero della Pubblica Istruzione (Miur). «Dobbiamo creare occasioni per
discutere di sicurezza - sottolinea Carmelo Trotta, responsabile della
Motorizzazione civile di Venezia -, soprattutto nelle aule scolastiche. I
ragazzi, quelli che più si avvicinano all’età della patente e che guidano già
il motorino, devono conoscere i rischi della guida. Quello che vogliamo è
offrire strumenti per la consapevolezza anche con prove tecniche mirate». Un’operazione che sarà resa possibile anche con la
partecipazione dei responsabili delle commissioni mediche per le patenti.
«Quello che più preoccupa - sottolinea Trotta - è la cosiddetta"zona
grigia" e riguarda tutti quei conducenti che, anche dopo una grave
patologia o un ricovero in ospedale, continuano a guidare imperterriti senza
sottoporsi ad alcuna visita medica che possa certificare la propria idoneità
totale o parziale alla guida. A nostro avviso occorrerebbe che gli ospedali
segnalassero, senza ledere la privacy di nessuno, queste situazioni e se si
tratta di debilitazioni temporanee o permanenti. Ma tutto ciò non accade con
tutti i pericoli connessi». Una sollecitazione immediatamente raccolta da Sergio
Lafisca, dirigente del Servizio igiene e prevenzione dell’Ulss 12 di Venezia.
«Al più presto - spiega anche come rappresentante dei medici legali -
proporremo che venga emessa una circolare ministeriale che indichi alcune
patologie, tra le più gravi, da segnalare per una revisione della patente di
guida. Chi ha avuto un infarto o soffre di diabete oppure ha subìto una
delicata operazione chirurgica dovrà sottoporsi a una visita medica che riconosca
la piena o parziale idoneità a condurre un’auto. Il nostro obiettivo non è
quello di togliere la patente, ma di garantire la sicurezza dello stesso
automobilista e degli altri». E i numeri la dicono lunga: in Italia vengono effettuati
12 milioni di revisioni auto, ma solo centomila controlli alle patenti di
guida. «Sappiamo benissimo - conclude Lafisca - che l’80 per cento degli
incidenti è causato dall’auto e solo il 20 per cento da guasti meccanici». Al
di là della prevenzione, comunque, l’impegno della Motorizzazione civile del
Triveneto si misurerà nella lotta all’alcol. «Abbiamo verificato, anche in
recenti studi - spiega Gianna Miola, dirigente del Miur - dati allarmanti
sull’incremento all’uso dell’alcol. Abbiamo statistiche che ci rivelano come anche
ragazzini di undici-dodici anni, sorseggiano più di un bicchiere al giorno.
Percentuali che fanno riflettere e vanno conosciute per debellarle». Non mancheranno anche altri argomenti all’ordine del
giorno della due giorni organizzata dalla Motorizzazione civile. «Oltre alla
lotta all’alcol e ai temi della sicurezza stradale - conclude Trotta - insieme
agli studenti verranno affrontate anche le questioni legate all’inquinamento
atmosferico e allo smog. In questo senso ci sarà un confronto tra le politiche
degli enti locali (targhe alterne, ztl, riduzioni di traffico) e le esigenze di
chi lavora lungo le strade del Nordest, come i camionisti e le migliaia di
pendolari che viaggiano sulla rete stradale di tutto il Triveneto». Paolo Navarro Dina (*) Nota: sotto l’effetto dell’alcol la maggior parte delle persone ha la sensazione di “tenere” bene l’alcol, ed anche di fronte all’esito dell’etilometro non cambia idea. Per contro iniziative come queste rischiano di dare ancora di più per scontata l’associazione alcol-guida. L’etilometro è più efficace nella mani delle forze dell’ordine, gli altri è preferibile che si attivino per offrire ai giovani situazioni alternative al bere alcolico. IL GAZZETTINO (NORDEST) IL PROGRAMMA Il "galateo
dell’automobilista" spiegato dallo psichiatra Crepet Mestre (p.n.d.) L’ospite d’onore sarà senz’altro lo psichiatra
Paolo Crepet. E toccherà a lui discutere con gli studenti le "dieci
proposte salvavita" che la Motorizzazione ha elaborato per un corretto comportamento
alla guida. Sarà questa una delle iniziative in programma nei due giorni della
manifestazione "Mettiamoci sulla buona strada" organizzata
dall’ufficio periferico del ministero dei Trasporti in collaborazione con un
pool di enti locali di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia,
associazioni, sindacati di categoria (autotrasportatori, scuole guida) e
aziende. Dopo l’inaugurazione della manifestazione da parte del
sottosegretario ai Trasporti, Cesare De Piccoli, venerdì 22, dalle 17 alle
19.15, vi saranno spettacoli teatrali, proiezione di film e informazioni con un
unico argomento: la prevenzione stradale. Alle 20, lo "Spritz Stop",
bere in consapevolezza con aperitivo gratis e determinazione del tasso di alcol
nel sangue con l’etilometro. Il giorno dopo, sabato 23, camionisti a convegno sulla
sicurezza dell’autotrasporto; il commento con Crepet di una serie di spot
televisivi dedicati alla strada e ai suoi pericoli e infine gli incontri con i
ragazzini delle elementari fino ai licei sui metodi di apprendimento delle
regole della sicurezza stradale. Nell’ambito dell’incontro vi saranno anche le premiazioni del concorso riservato agli studenti dal titolo "Il genio della sicurezza". LA PROVINCIA DI SONDRIO Disagio giovanile, "La
Centralina" ne parla domani in un convegno MORBEGNO (m.c.p.) Una settimana intensa per “La Centralina” che intende ricordare i suoi primi quindici anni di attività con una serie di incontri per parlare del disagio giovanile. Si parte domani mattina, mercoledì 21 settembre con il convegno dal titolo “Crisi della società, disagio giovanile, prevenzione” a cui sono stati invitati illustri personalità che operano attivamente in questo campo. Ospiti della giornata il professor Gianluca Castelnuovo, psicoterapeuta presso l’IRCCS Istituto Auxiologico di Verbania e docente presso la facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica Milano che parlerà di un argomento di scottante attualità la seduzione dell’alcol fra i giovani, mentre il sociologo Guglielmo Giumelli interverrà sul tema del rapporto fra il disagio giovanile e le istituzioni. Il convegno si aprirà alle 9 con i saluti del sindaco di Morbegno Giacomo Ciapponi e di don Diego Fognini. Dopo le relazioni dei due ospiti, interverranno il prefetto di Sondrio Sante Frantellizzi, il presidente del Tribunale di Sondrio Saverio Francesco Cerracchio, il direttore generale dell’Asl Emilio Triaca e la presidente della conferenza provinciale dei sindaci Bianca Bianchini. IL GAZZETTINO (BELLUNO) Giornata della sicurezza stradale
L’Usl 7 distribuisce un Decalogo Vittorio Veneto Distribuzione, in tutte le scuole superiori dei comuni dell’Usl 7 e nelle autoscuole, del Decalogo del buon conducente: consegna del vademecum anche a tutti coloro che chiederanno il rinnovo della patente. E’, questa, la più importante tra le iniziative decise dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Pieve di Soligo nell’ambito della Giornata per la sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, fissata a livello regionale per sabato 23 settembre. «Giornata cui - spiega la dottoressa Paola Paludetti, referente del programma "Traumi da Traffico" per l’Usl7 - abbiamo deciso di aderire, programmando appunto una serie di iniziative». Iniziative che coinvolgeranno, in particolare le scuole e le autoscuole: gli istituti superiori del territorio dell’Usl riceveranno copie del Decalogo del buon conducente da esporre e, altre copie da distribuire agli studenti. Stessa prassi sarà seguita anche con le autoscuole che saranno invitate a consegnare il vademecum, con annesse indicazioni sull’uso improprio dell’alcol, ai neopatentati. Il Decalogo sarà inoltre esposto negli ospedali e negli ambulatori dell’Usl. Esporranno copie del vademecum, infine, anche i Comuni. L’Usl 7 è già da anni impegnata sul fronte della sicurezza stradale e della prevenzione dei traumi da traffico. IL GAZZETTINO (VENEZIA) «Repressione, prevenzione e servizi sociali» Venezia (M.Lamb.) "Non è il primo protocollo d’intesa che
facciamo in questa Provincia. E’ il segno importante di un impegno comune che
oggi viene formalizzato. A dire il vero l’impegno già c’era, perchè c’è sempre
stata una grande collaborazione delle collettività locali sul tema della
sicurezza". A parlare è il prefetto di Venezia, Guido Nardone, che ieri ha
espresso la propria soddisfazione per la sigla del protocollo d’intesa sulla
sicurezza. "Per sicurezza noi intendiamo un concetto più allargato, che non significa solo prevenzione e repressione della criminalità - specifica - ma significa anche servizi sociali e qualità della vita". L’impegno, spiega Nardone, sarà su tutti i fronti. "Da parte nostra punteremo sull’intensificazione della prevenzione e repressione, il controllo del territorio, la polizia vicina ai cittadini e tutti quei concetti che caratterizzano da tempo l’impegno che le istituzioni hanno a difesa del cittadino - illustra - e da parte dei comuni ci sarà l’impegno per avviare una serie di attività indirizzate a una collaborazione sempre più stretta tra le polizie municipali e le forze dell’ordine, in modo tale da alleviare le forze dell’ordine da certe incombenze che a volte sottraggono dai compiti di controllo del territorio, come le verifiche nel caso di indicenti stradali, e affidarle se possibile alle polizie municipali per tenere sul territorio le pattuglie, con compiti di controllo e prevenzione". Sul campo, inoltre, saranno promosse altre attività per contrastare il fenomeno dell’usura e dell’estorsione, per diffondere la cultura della legalità. "Saranno inoltre intensificate misure nei confronti dei giovani per allontanarli da abitudini dannose, come l’alcool, l’uso di sostanze stupefacenti e mi permetterei di dire anche il fumo che fa altrettanto male - conclude Nardone - come si vede, è un impegno comune per costruire un sistema di sicurezza più integrato ed efficace possibile". IL GAZZETTINO (TREVISO) «In tanto degrado contribuiscono
all’arredo urbano però non devono diventare esibizione di ubriachi» "I plateatici? In un quadro complessivo di
progressivo e pauroso degrado della città rappresentano un’operazione da
raccomandare, purché non si trasformino in un’esibizione di ubriachi".
Senza giri di parole, Ciro Perusini, ingegnere urbanista, denuncia il presunto
scadimento del centro storico, ma salva i plateatici, quali esempio di
"arredo urbano per cui nutrire una sostanziale simpatia". Insomma i tavolini all’esterno di bar, pizzerie e trattorie adeguatamente posizionati sulle piazze cittadine non dispiacciono a Perusini, a patto però che tale soluzione adottata in modo particolare durante l’estate non degeneri. "I plateatici vanno bene - conclude l’ingegnere - purché non siano il pretesto per alimentare il vizietto dei trevigiani di ubriacarsi e vomitare per strada". L’ARENA.IT In vigore
l’ordinanza del sindaco
Vietati gli alcolici dentro e
fuori lo stadio prima delle partite Il divieto scatterà già con il
Brescia
Entrano in vigore sabato pomeriggio, in occasione della
partita di calcio di serie B Verona-Brescia (inizio alle 16) le normative di
sicurezza nella zona dello stadio Bentegodi. La gara contro la squadra bresciana viene considerata «a
rischio» e quindi scatteranno due diverse disposizioni, determinate da
un’ordinanza del sindaco. Anche in applicazione alla legge Pisanu, i 30 banchi
dei venditori ambulanti di panini e patatine fritte che normalmente sono
disposti nel primo anello esterno ai cancelli dello stadio, dovranno sistemarsi
oltre la fascia delle aree verdi. Inoltre, fin da tre ore prima l’inizio della
partita, quindi dalle 13, e sino a un’ora a mezza dopo la fine, quindi circa
alle 19.30, non si potranno vendere alcolici, ma neanche lattine di bibite e
bottiglie di vetro nei bar, nei ristoranti, nei banchi degli ambulanti, nei
negozi e anche nei circoli della zona attorno allo stadio, cioè piazzale
Olimpia e le strade che lì convergono. In più, non sarà possibile nemmeno
consumare alcolici e portare lattine e bottiglie nella zona fuori dallo stadio
e, naturalmente, dentro. A decidere le disposizioni per le partite a rischio è
stato il tavolo formato da Comune, Polizia municipale, Questura, d’accordo con
le categiorie degli ambulanti e dei commercianti di Confcommercio e
Confesercenti. «Si presume che nell’arco del campionato le partite a rischio
sicurezza giocate allo stadio Bentegodi non siano più di sei», spiega
l’assessore comunale al Commercio, Francesca Tamellini, «e comunque decideremo
volta per volta quali misure prendere per garantire uno svolgimento ordinato
dell’evento sportivo, senza voler fare un processo alle intenzioni, ma con
l’obiettivo di rendere la più sicura possibile la zona esterna dello stadio». L’assessore precisa che «le associazioni di categoria hanno coscienza della necessità di salvaguardare la sicurezza dei cittadini che vanno allo stadio, ma anche di quelli del quartiere vicino. Riteniamo che questa collaborazione fra categorie, Comune e forze dell’ordine sia la strada migliore per trovare delle soluzioni». (e.g.) IL GAZZETTINO In 13 anni altri 6 casi ventuno le
vittime
Se il crollo fosse stato causato da un suicidio, come pare certo, si tratterebbe di un caso purtroppo frequente. Fra i precedenti recenti ci sono altri 6 casi con ben 21 vittime: 18 novembre ’93 sempre a Milano un palazzo che esplode per un tentato suicidio col gas, il crollo provoca 3 morti e 6 feriti (fra cui l’aspirante suicida); il 30 settembre ’94 ancora a Milano crolla una palazzo di 4 piani in viale Monza. I morti sono 7, 13 i feriti. Il 9 marzo ’96 a Bologna un alcolista tenta il suicidio col gas e fa esplodere la "sua" palazzina uccidendo 3 vicini e ferendone 4; il 17 ottobre 2000 a Crema una coppia tenta il suicidio aprendo il gas e provoca il crollo di una palazzina, muore lui e un’inquilina; 13 giugno 2001 a Besozzo (Va) un 41enne psicolabile si suicida: lo scoppio provoca altre 2 vittime; 20 marzo 2003 a Livorno 3 persone muoiono in un’esplosione causata sempre dal gas aperto da un altro aspirante suicida. VIRGILIO NOTIZIE MOTORI/NEL 2006 IN VALLE D’AOSTA 9MILA MULTE PER VELOCITA’ Ancora troppi "piloti" e
guide in stato di ebbrezza (*)
Aosta, 20 set. (Apcom) - In Valle d’Aosta le Forze
dell’Ordine hanno redatto nel 2005 oltre 13mila multe per eccesso di velocità,
mentre nei primi otto mesi del 2006 sono già 9mila gli automobilisti,
motociclisti e camionisti sanzionati per non aver rispettato i limiti di
velocità. I dati sono stati resi noti questa mattina, nel corso
della prima assemblea del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta dopo la pausa
estiva, da parte del Presidente della Regione Luciano Caveri, che ha risposto
ad un interpellanza dei gruppo dei Democratici di Sinistra - Gauche Valdôtaine.
"Nel 2005 la Polizia Stradale ha effettuato 1.435 controlli del tasso
alcometrico - ha detto Caveri - rilevando ben 751 superamenti del limite
massimo, mentre quest’anno sono state invece 167 le violazioni del codice su un
totale di 751 controlli. I Carabinieri nel 2005 hanno effettuato 158 controlli,
di cui 121 sono risultati positivi, mentre per la prima parte di quest’anno le
infrazioni sono state 82 su 97 test realizzati". Proprio nella serata di domenica una famiglia (marito e
moglie di 48 e 46 anni e figli di 14 e 6 anni) di Gressan, località della
cintura di Aosta, si era scontrata frontalmente con un’auto, guidata da un
quarantunnene di Pollein, altro paese nei dintorni del capoluogo, che aveva
invaso la loro corsia. L’uomo è stato sottoposto al test che ha evidenziato un
tasso alcolemico superiore di tre volte rispetto al limite consentito, e questo
gli è costato una denuncia per guida in stato di ebbrezza ed il ritiro della
patente. Lunedì mattina, nel centro di Aosta, una cinquantenne è
stata investita sulle strisce pedonali da parte di un’auto che, arrivando a
forte velocità, non è riuscita a fermarsi in tempo: la donna è stata soccorsa
dai Vigili Urbani ed è ricoverata all’ospedale regionale con un trauma cranico
e alcune contusioni. Le sue condizioni, secondo i medici, non sono gravi. Nella notte di sabato 16 settembre è stata ritirata la
patente ad un ventenne di Aymavilles che, commettendo una serie di infrazioni,
dalla guida contromano alla velocità elevata, ha accumulato ben 24 punti di
decurtazione, oltre ad una multa di diverse centinaia di euro. "Queste
bravate si possono commettere quando si è giovani", si è giustificato
davanti agli esterrefatti agenti della Polizia Locale. (*) Nota: la regione Valle d’Aosta, sia pure nella sua specificità di zona montana, ha da sempre il primato della più alta incidenza di problemi alcol correlati. LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BASILICATA) Carabinieri Violenze e stupri dal padre-orco
Segregati e minacciati di morte,
giocattoli distrutti a colpi d’ascia. Ora è in carcere
SENISE Se questo è un padre. Se questo è un uomo. Violenze
continue sui quattro figli, da prima che nascesse l’ultimo, appena quattro anni
fa. Abbandonato dalla moglie, poco dopo, e, successivamente, accanitosi a
violentare la figlia appena adolescente, anche davanti ai tre fratelli, anche
più volte al giorno. Continuamente impegnato a vessare i figli, imponendogli
digiuni di intere giornate, minacciandoli di morte con l’ascia e con lo stesso
arnese, per punirli e terrorizzarli, distruggendogli uno di quei pochi
giocattoli, una bicicletta, con cui passavano il tempo quando li chiudeva in
casa e per separarli dal resto del mondo. Una storia di uno squallore senza
fine quella che hanno scoperto i carabinieri della Compagnia di Senise, guidati
dal capitano Biagio Simonetti, in uno dei paesi del circondario. Un’indagine
serrata, sentita, scrupolosa, partita dalla lettera anonima di qualcuno che
sapeva ma proprio non poteva sopportare quella situazione. Il padre-padrone, 50
anni, occupato saltuariamente come operaio e molto più spesso dedito all’alcol,
da ieri è in carcere. I suoi figli, di diverse età, sono affidati ad un’amica
di famiglia. La loro madre ancora non sa nulla: due anni fa, sembra proprio
perchè stanca di continue violenze, lasciò tutto e andò via, sembra fuori
Italia, ma al momento non è stata ancora raggiunta. Vittima anche lei, a quel
che sembra, ma non in grado di salvare i suoi figli che avrebbe dapprima
portato con sè ma che avrebbe poi dovuto «restituire» al marito. Per lui, un motivo
in più di rabbia. Per i bambini una pena in più da scontare, in una vita
diventato un piccolo campionario dell’orrore. Le botte non sono mai mancate,
come testimoniano anche i referti medici, e ogni tanto dalla cantina veniva
rispolverata qualche ascia che serviva a rendere ancora più consistenti le
minacce di morte. Un dramma vissuto tra quattro mura. Ma fuori, qualcuno
sapeva, qualche altro poteva sospettare. Il biglietto, anonimo ma comunque
coraggioso, recapitato ai carabinieri ha trovato conferme in decine e decine di
testimonianze raccolte sui diversi aspetti della vicenda (solo ieri sono state
sentite 30 persone), poi sono scattate le manette. E le indagini non sono
finite. «Responsabilità penali circoscritte al padre» sottolineano gli
investigatori. Ma ci sono ancora altri elementi da chiarire, in particolare
rispetto ad altre ipotesi di violenza emerse in alcuni racconti, e,
soprattutto, c’è da restituire serenità ai figli, attualmente affidati a
un’amica di famiglia. Un aspetto su cui stanno lavorando educatori e assistenti
sociali, ma anche i carabinieri. Obiettivo, rintracciare la madre e
ricostituire una famiglia. Senza padre. Ma questo è il male minore. IL GAZZETTINO (BELLUNO) REVINE Notte
movimenta a Santa Maria
La lite tra vicini finisce a colpi
di fucile
Colpito il furgone con a bordo 2
persone
Spara con il fucile da caccia verso il furgone di un
conoscente che aveva usufruito per l’ennesima volta, forse disturbandolo, di
una servitù di passaggio per andare a trovare un parente. Danni al mezzo, paura
per D.D.R., 32 anni, che era a bordo con la sua compagna e che stava tornando a
suo dire dalla visita allo zio, che abita nello stesso cortile di M.M., 44
anni. Sarebbe stato lui, poichè data l’ora, erano le 23 di sabato, nel piccolo
borgo della frazione di Santa Maria tutti hanno sentito i colpi ma nessuno ha
visto niente a parte l’andirivieni delle auto dei carabinieri nel borgo, a
sparare con un fucile da caccia. Forse quei vicini e i loro parenti
approfittavano sempre più spesso della servitù di passaggio davanti alla sua
abitazione in un vecchio cortile e quando passavano in auto o sul furgone si
accendevano a volte discussioni a non finire. Magari anche in bar. Così anche
lo scorso sabato sera, quando verso le 23, M.M., di ritorno dal locale dove
aveva avuto una discussione, complici per entrambi anche gli alcolici, proprio
con D.D.R., 32 anni e parente del suo vicino, ha perduto le staffe per quello
che deve aver considerato l’ennesimo "sgarbo" del giovane con il
quale aveva appena litigato qualche ora prima. Quando questi, di ritorno dalla
visita allo zio è passato con la sua ragazza a bordo del furgone, M.M. avrebbe
pensato bene di uscire con il fucile da caccia e tirare un paio di colpi verso
il mezzo che si stava allontanando. Un condizionale d’obbligo, poichè non ci
sono state denunce specifiche, ma in effetti i carabinieri - che su questo
fatto mantengono un rigido riserbo - sono stati visti andare proprio da M.M.,
date anche le liti precedenti col vicino. I pallini comunque hanno infranto lo
specchietto retrovisore e danneggiato fortunatamente solo il cassone del
furgone. Al presunto sparatore sarebbe stato requisito il fucile e fatto il
guanto di paraffina, mentre sono stati recuperati due bossoli. Si dovranno
attendere ulteriori riscontri per avere gli elementi utili per una denuncia per
danneggiamento o altro, che data la gravità del fatto potrebbe essere
d’ufficio. Fulvio Fioretti IL MESSAGGERO (UMBRIA) Tenta di mettere alla guida l’amica
per sfuggire all’alcool test, denunciato Sorpresi alla guida sotto l’effetto dell’alcol due ternani
sono stati denunciati in stato di libertà dai Carabinieri del Nucleo Operativo
e Radiomobile di Terni per guida in stato d’ebbrezza. Il primo, un ternano di 26 anni, è stato fermato nelle
prime ore di questa mattina alla guida di una Golf, dopo che non si era fermato
allo stop intimatogli dai militari. Bloccato dopo un breve inseguimento il ragazzo è stato
sottoposto all’esame dell’etilometro, dal quale è risultato un tasso alcolemico
superiore al limite consentito. Il secondo, invece, un ternano di 33 anni, è stato fermato
nella notte di domenica mentre si trovava alla guida di una ”Punto” in viale
Borzacchini. Al segnale di stop il 33enne ha proseguito la marcia per alcune
decine di metri per poi scambiarsi di posto con il passeggero che gli sedeva
accanto, una sua amica. Accortisi di quanto era accaduto i militari hanno
sottoposto l’uomo all’alcoltest al quale è risultato positivo. Per entrambi il
ritiro della patente e la decurtazione di dieci punti. Nel pomeriggio di domenica una pattuglia dei Carabinieri della Radiomobile si è recata in Piazza Bosco dove era stata segnalata una persona stesa a terra priva di sensi. L’uomo, un ucraino di 30 anni, era completamente ubriaco, tanto da aver perso i sensi. L’ADIGE BREVI
Brillo in bici, è in chirurgia È ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale Santa Chiara l’uomo, originario della Moldavia, che domenica pomeriggio è caduto in bicicletta lungo via Sanseverino, a causa del troppo alcol ingerito. Lo straniero, infatti, aveva esagerato con le bevande alcoliche e anche a causa della forte botta in testa era entrato in coma. È fuori pericolo. Bimbo caduto a San Michele È inciampato per strada sbattendo il viso a terra il bimbo che ieri pomeriggio è stato soccorso dall’ambulanza a San Michele all’Adige, davanti alla pizzeria Capriccio. Il piccolo si trovava con la madre nel piazzale e non ha mai perso conoscenza. Per controlli è stato portato al pronto soccorso pediatrico del Santa Chiara. Piano sviluppo al Buonconsiglio Il Piano di sviluppo provinciale, il documento realizzato dal Comitato per lo sviluppo che traccia le coordinate dello sviluppo del territorio, è stato presentato ieri ai dirigenti della Provincia. I principi base del Piano - è stato detto - sono sostenibilità, sussidiarietà, responsabilità, modernizzazione responsabile e riflessiva. Nel suo intervento l’assessore Gianluca Salvatori ha puntato sull’importanza dell’innovazione quale fattore chiave dello sviluppo. L’ADIGE Donna brilla al volante
Brilla alla guida della sua auto, alle tre di ieri notte. Una donna di 36 anni è stata pizzicata dalla pattuglia del Radiomobile di Trento in via Montegrappa mentre guidava in stato d’ebbrezza: era così alterata da non vedere nemmeno il posto di controllo e di proseguire per la sua strada nonostante l’alt intimato con la paletta. Dopo qualche centinaio di metri di inseguimento, i militari hanno raggiunto la Volkswagen Polo guidata dalla donna. La conducente si è arrabbiata parecchio quando è stata invitata a soffiare nella cannuccia dell’alcoltest: superava di cinque volte il limite di alcol previsto dal codice della strada per mettersi al volante. Oltre alla prima «soffiata» non è riuscita a farne altre, date le sue condizioni. La donna è stata quindi denunciata per guida in stato d’ebbrezza e per non essersi fermata all’alt dei carabinieri. La sua patente è stata ritirata. L’ARENA.IT Il giudice
respinge la richiesta dell’avvocato dell’uomo accusato di omicidio volontario
Negati gli arresti domiciliari a
Liguori
Nella motivazione il gip sostiene
che il detenuto è socialmente pericoloso
È ancora in carcere a Salerno, Luigi Liguori, l’uomo
accusato di aver volontariamente investito Alessandro Patrone il 28 maggio
scorso a Porto di Brenzone. Lunedì mattina l’avvocato Domenico Squillante è
stato a colloquio con il giudice Enrico Sandrini in tribunale a Verona. Un colloquio chiesto dallo stesso legale per informarsi
della situazione processuale e per avanzare di nuovo la richiesta di arresti
domiciliari già rigettata a giugno dal tribunale del riesame di Venezia. «Il
giudice Sandrini mi ha risposto che continua a ritenere il mio cliente
pericoloso socialmente e quindi mi ha sostanzialmente detto che nega la
concessione degli arresti domiciliari. Io ritengo che non sia così. Aspetto la
chiusura delle indagini perché soltanto allora potrò fornire i nuovi elementi
per chiedere ancora una volta i domiciliari». Liguori è in carcere con l’accusa di omicidio volontario,
omissione di soccorso e guida in stato d’ebbrezza. Alla guida della sua Alfa
155 Liguori aveva investito Patrone che guidava la propria Suzuki. Dietro a lui
l’amico Giuseppe Perbellini che era rimasto ferito, ma aveva reso una
testimonianza nitida di quanto accaduto. Proprio Perbellini aveva fatto a tempo a dire a Patrone: «Questo ci viene addosso», vedendo i fanali dell’auto avvicinarsi sempre di più, udendo il motore fuori giri che urlava. Poi l’impatto, la moto agganciata e trascinata per diversi metri. All’origine di tutto un diverbio, cui Patrone aveva cercato di fare da pacere. (a.v.) METRONEWS Ha confessato
Bologna, - (Adnkronos) - El Hadar Yassine, marocchino di 18 anni in carcere dalla fine di luglio, ha violentato una turista svedese di 17 anni nella notte tra il 15 e 16 luglio su un prato dei giardini Margherita di Bologna. Lo ha confessato lo stesso giovane magrebino in un lungo interrogatorio davanti al pm della Procura felsinea Valter Giovannini al quale aveva chiesto un incontro dopo aver negato la circostanza per mesi. Ma al magistrato ha cercato di spiegare che quanto accaduto e’ da addebitare al suo stato di alterazione alcolica. Yassine era finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata alcuni giorni dopo il fatto quando era stato rintracciato dagli investigatori della squadra mobile e poi riconosciuto dalla stessa vittima, da due sue compagne di viaggio e da un amico bolognese. IL GIORNALE.IT Lui, lei e il
coltello del babbo
- di Redazione - Genitore geloso fermato mentre
tenta di uccidere il fidanzatino della figlia Lui di Santo Domingo, lei dell’Ecuador, entrambi diciannovenni, teneri, carini e innamorati. Si conoscono qui in Liguria, dove le rispettive famiglie sono immigrate. Si frequentano, si baciano. Nasce un sentimento. Che si fa sempre più profondo, ma non riesce a convincere il padre della ragazza, tipo sanguigno e sospettoso. I due colombi, comunque, non si rassegnano. E quando si presenta l’occasione - padre di lei fuori casa per almeno ventiquattr’ore, notte compresa - non ci pensano un attimo: «Sali da me, che ti faccio vedere la collezione di conchiglie» fa lei, che pensa d’aver temporeggiato fin troppo. «Fai conto che sono già lì» replica lui che sa di non poter più frenare gli impulsi. Due convenevoli, una carezzina, poi si spalancano le porte dell’alcova. Altro che le effusioni furtive per la strada! Finalmente siamo sotto un tetto, fra quattro mura, senza nessuno intorno... Pare fin troppo bello, la notte fila via che sembra un sogno. Lui e lei non si risparmiano, anzi, s’impegnano a fondo, non si sa mai quanto dovrà passare prima che il babbo sanguigno e sospettoso se ne vada per altre ventiquattr’ore. Sono le quattro del mattino, il silenzio è rotto solo dai sospiri. Ma, un momento: «Lo senti anche tu?». È un cigolio, uno stridore di serratura, uno, due, tre giri di chiave nella toppa. «?» fa lui. «??» risponde lei. ci vuole un attimo per capire. Anche perché sull’uscio dell’alcova spunta lui, il babbo. Vede tutto, agita le braccia, urla. Poi corre in cucina, afferra un coltello, lama 20 centimetri. Non contento, afferra un machete, cinquanta centimetri di taglio. Ora è pronto a scagliarsi sul responsabile della virtù violata della figlia. Il giovane si scuote, capisce che non è il caso di spiegare che è tutta colpa degli ormoni in libertà. E decide per la fuga strategica. Solo che non c’è tempo di rivestirsi. Un balzo, guadagna la porta di casa, si precipita nelle scale, sbuca in strada, sempre inseguito dal «suocero» che brandisce le lame. L’inseguimento attira l’attenzione di una pattuglia dei carabinieri. È la salvezza, per il fidanzatino nudo come un verme, infreddolito e quasi morto di paura. I militi si gettano sul genitore, e lo disarmano. A quel punto, scoprono che è anche ubriaco: parte una raffica di denunce a suo carico. Per il ragazzo, invece, nessuna imputazione. Neanche di atti osceni. E non è neanche il caso di spiegare perché. IL TEMPO La relazione degli esami sul corpo
della trentenne è stata consegnata ieri sul tavolo del magistrato di STEFANIA BELMONTE LATINA — Un tasso alcolemico elevatissimo nel sangue di Chiara Rizzo. Talmente alto - 3.5 circa - da rendere compatibile l’ipotesi del coma etilico come reale causa della morte della giovane. Questo l’esito dell’esame chimico-tossicologico richiesto dalla magistratura, tre mesi fa, sul corpo della psicologa pontina, avvenuta la scorso 19 giugno in circostanze tutt’altro che limpide. La relazione redatta dagli specialisti dell’istituto di medicina legale dell’università «La Sapienza» di Roma, è finalmente giunta sul tavolo di Carlo Luberti. Il sostituto procuratore della Repubblica di Roma si occupa della morte di Chiara da quando i genitori della trentenne avevano segnalato alla magistratura i propri dubbi su una morte naturale della figlia. Omicidio volontario: questa era stata la denuncia, contro ignoti, presentata in Procura dalla famiglia Rizzo, a distanza di poche ore dalla tragedia. L’esito parla chiaro: c’era solo alcool nel sangue di Chiara, nessun tipo di sostanza stupefacente. Durante l’esame autopstico, poi, nessun segno rilevante che potesse far pensare ad una eventuale colluttazione. La ferita alla testa sin da subito era stata dichiarata non mortale: solo una contusione, ma nessuna frattura al cranio né emorragie in corso. Forse, potrebbe essere stata provocata da una caduta. Sul fronte delle indagini portate avanti dalla Squadra Mobile di Roma, intanto, importanti ricostruzioni. Ieri mattina sono stati ascoltati nuovamente gli amici di Chiara. Proprio i ragazzi - Z.M. e A.M. entrambi di 25enni e studenti universitari - che quella sera erano nell’appartamento al civico 6 di piazzale De Cristoforis. Le ultime ore di Chiara sarebbero state ormai del tutto ricostruite. Preso il treno per la stazione Tiburtina alle 16, arrivata nello scalo ferroviario, si sarebbe recata ad un appuntamento con il suo amico Z.M. In un bar, poi, avrebbero acquistato due o tre bottiglie di gin e le avrebbero consumate insieme una volta arrivati a casa. Nell’appartamento, in assenza di A.M. che intanto si trovava da un amico al piano di sopra (I.C., il dentista che ha invano tentato di soccorrere Chiara), i due - dopo aver bevuto - si sarebbero sdraiati sul letto prima di addormentarsi. Quel versamento di mezzo litro di sangue, interno all’addome, secondo gli specialisti, potrebbe essere il risultato di complicazioni favorite da una fluidificazione del sangue dovuta alla pesante assunzione di superalcolici, che potrebbe aver fatto scoppiare diversi capillari generando un versamento simile. Situazione aggravata dal fatto che Chiara, quella sera, non aveva mangiato. Soltanto per caso, il giovane si sarebbe poi svegliato e si sarebbe accorto che Chiara stava male e non respirava più. VIRGILIO NOTIZIE NE/ REP. CECA,BOOM BIRRA ANALCOLICA CON NUOVE REGOLE DELLA
STRADA Giovedì, 21 Settembre 2006
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