(ASAPS) – La Provincia di Reggio Emilia mette in atto il
“Piano per la moderazione del traffico”. Il Piano dovrà regolare gli strumenti
a “norma di legge” da poter utilizzare sugli oltre mille km di strade
provinciali. Ma quali sono questi strumenti? Dai principali elementi per limitare la
velocità (rallentatori ottici e bande sonore, dossi artificiali, attraversamenti
pedonali rialzati, semafori ‘intelligenti’ ecc.) fino agli autovelox e ai
photored. Il progetto che la provincia emiliana si appresta a mettere in atto
ha come obiettivo quello di aumentare la sicurezza per gli automobilisti, in
modo particolare quella degli utenti più deboli della strada: pedoni e
ciclisti. Secondo i dati presentati nel corso di una conferenza stampa, i
maggiori fattori di rischio sono rappresentati dall’attraversamento dei centri
abitati e dall’alta velocità. E proprio per intervenire su questi due aspetti,
la Provincia ha indicato più di 15 tipologie di intervento operativo per
migliorare la struttura delle strade e il monitoraggio del rispetto delle
regole. Interventi raccolti in una sorta di “decalogo” da cui trarre ispirazione
per trovare le soluzioni più idonee a ogni problema. L’esigenza di attuare un
piano d mobilità è nata perché la vie provinciali insieme a quelle statali
vengono usate per gli spostamenti su medie e lunghe distanze. Per assorbire al
meglio il bacino d’utenza che quotidianamente vi transita, queste dovrebbero
essere sicure e sufficientemente veloci. Sino ad oggi la semplice segnaletica
con i limiti di velocità non è servita a far rallentare chi attraversa i centri
abitati a “tutta birra”. Oltre alla velocità sostenuta un altro problema della
rete viaria è rappresentato dall’età. Si tratta infatti in molti casi di strade
realizzate parecchi anni fa quando le esigenze sia di spostamento che i mezzi
di trasporto avevano caratteristiche profondamente diverse. All’epoca della
loro attuazione era più importante assicurarsi che la strada attraversasse i
diversi centri abitati al fine di garantire un collegamento tra gli stessi.
Oggi però la situazione è notevolmente cambiata e le stesse vie rappresentano
una fonte di pericolo notevole. Per queste arterie, infatti, sono in programma
modifiche radicali, con la costruzione di nuovi tratti, varianti ai centri
abitati, limitazione dei punti di accesso all’asse viario stesso e
riorganizzazione degli incroci con la viabilità storica. Alla stesura del piano
hanno collaborato anche i Comuni e le forze di polizia. (ASAPS).
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