(ASAPS) – Di episodi cruenti,il
nostro osservatorio Sbirripikkiati ne annota parecchi. Questi due, però, sono
davvero incredibili, per cattiveria dimostrata e per l’espressione di un
disagio con cui la nostra professione continua a dover convivere e che poi sono
specchio di un danno non solo biologico od esistenziale, ma anche della
delusione provocata dal crollo di una certezza, quella di servire – lo diciamo
senza vergogna o repulsioni – la collettività. “Servire e proteggere”, dicono nei
paesi anglosassoni, e per molti di noi il motto è lo spirito con cui ogni
giorno indossano la divisa. Ma noi, chi ci protegge? Ringraziamo il collega
Stefano Mingoia, della Polizia Municipale di Bologna, che ogni giorno
contribuisce in maniera determinante al lavoro dell’osservatorio della nostra
associazione. (ASAPS).
Da “La Sicilia”, edizione di
Catania del 22.09.2006 Multata per il casco morde la
vigilessa
Di GIOVANNA
QUASIMODO
Una
vigilessa, mentre era in servizio, ci ha rimesso un pezzetto del proprio braccio,
addentato da una madre poco più che 30enne, fermata senza casco mentre
viaggiava sul sedile posteriore dello scooter guidato dal figlio quattordicenne
(anche lui rigorosamente sprovvisto del prezioso accessorio salvavita); un suo
collega, invece, si è dovuto sorbire in silenzio il violento ceffone che gli ha
sferrato l’adolescente sotto gli occhi della mamma, la quale non ha di certo
disapprovato il gesto. Anzi tutt’altro. È successo in piazza Europa, mercoledì
20 settembre verso le 17. La vigilessa e il suo collega, entrambi col grado di
ispettore, stavano fermando i motociclisti senza casco. C’è un gran dire in
questi giorni a Catania per l’alto numero di incidenti gravi e fare un po’ di
prevenzione è il minimo che la polizia municipale possa fare per dare una
risposta a una città che dall’inizio dell’estate sta facendo registrare più
morti e feriti di un campo di guerra. Certo l’indisciplinato che viene pizzicato
dai vigili non fa i salti di gioia; il verbale, la multa, il fermo amministrativo
della moto e tutte le seccature burocratiche per il dissequestro non sono
certo cose gradevoli, ma chi sbaglia deve pagare e in ogni caso mai nulla
legittima la reazione violenta, l’aggressione fisica, come quella subita dai
due vigili l’altro ieri. Per raccontarla tutta, prima di arrivare
all’aggressione, madre e figlio hanno inveito con una sequela di «bastardi» e
«fate schifo» contro i due pubblici ufficiali; a un certo punto il ragazzino ha
fatto addirittura cadere dalle mani il blocco dei verbali all’ispettore mentre stava
scrivendo e gli ha mollato il ceffone, per poi avventarsi contro di lui con la
madre che gli dava man
forte; la vigilessa naturalmente è intervenuta in difesa del collega, ma la
madre si è girata come una iena e le ha inflitto il poderoso morso. Nel
frattempo sono arrivati i rinforzi e madre e figlio sono stati portati nella
caserma di via Veniero. Anche lì insulti e vituperi venivano fuori a fiumi
dalla bocca di quella madre inferocita («Te ne darei di morsi non so quanti
altri! » ripeteva alla vigilessa); la donna (che risiede nella zona di corso
Indipendenza), accusata di violenza e resistenza a pubblico ufficiale è stata
dichiarata in arresto e ha potuto beneficiare della detenzione domiciliare che
le ha concesso la Procura
della Repubblica; il ragazzino è stato invece denunciato alla Procura presso il
tribunale dei minorenni. La vigilessa è stata medicata al pronto soccorso del Garibaldi
per la morsicatura umana (in un primo tempo nell’ambulatorio tutti avevano
creduto che si fosse trattato del morso di un cane) ed è stata giudicata guaribile
in 10 giorni; in più l’ispettrice nei prossimi mesi dovrà sottoporsi ad analisi
del sangue, onde evitare di contrarre eventuali malattie che la «morsicatrice»
potrebbe averle trasmesso. Ecco dove arriva il livello di inciviltà di alcuni
catanesi. E poi una madre così che esempio dà al proprio figlio adolescente?
Quest’incitazione alla violenza, al non rispetto delle regole e al non
riconoscimento dell’autorità delle forze dell’ordine fa proprio accapponare la pelle
e perdere la speranza che questa città possa crescere nel senso pieno della
parola. Della vicenda si è mostrato indignato anche il generale Aldo Torrisi, comandante
del corpo della polizia municipale catanese, che è rimasto senza parole: «In
tanti anni di servizio - ha detto - un fatto così non mi
era mai capitato».
Il Resto del Carlino online (edizione di
Bologna)
Disabile ubriaco al volante aggredisce i CC con le stampelle
Protagonista un 45enne che prima si è rifiutato di fare la prova del palloncino
poi, ha aggredito i militari: arrestato
MOLINELLA
(BOLOGNA), 23 SETTEMBRE 2006 - Le stampelle usate come arma per malmenare i Carabinieri
che tentavano di fargli fate la prova del palloncino. Prima si e’ rifiutato di
sottoporsi al controllo etilico poi ha aggredito i militari.C.F., 45 anni di
Lanusei (Ogliastra), ma residente a Budrio (Bologna) e’ stato arrestato a
Molinella, nel bolognese. I carabinieri, durante un servizio di pattuglia,
hanno notato l’uomo che stava girando in macchina visibilmente ubriaco. Quando
i militari gli hanno chiesto di sottoporsi al test dell’etilometro lui ha dato
in escandescenze, ha minacciato i carabinieri ed ha tentato di aggredirli. E’
accusato di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, disturbo della quiete
pubblica, ubriachezza molesta,guida in stato di ebbrezza e rifiuto di
sottoporsi a test alcolemici.
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