Editoriale "Il Centauro" - Febbraio
2002 I BOTTI DI CAPODANNO E I BOTTI SULLE STRADE LETTERA APERTA AL MINISTRO CLAUDIO SCAJOLA di Giordano Biserni |
Il nostro
ministro dell’Interno Claudio Scajola, bisogna ammetterlo, è persona
che al di là di come la si pensi, in questi mesi si è guadagnato
una certa stima per la sua capacità di lavoro, per la sua riservatezza
(pregio di elevato conio per un ministro dell’Interno) e per la sua concretezza
nei non facili obiettivi che si sta prefiggendo sulla sicurezza. Nella sua
agenda dei risultati da conseguire si dice ci fosse, fra gli altri, anche
quello di ridurre drasticamente il numero dei morti e dei feriti per gli
scoppi di Capodanno. Le iniziative di informazione nelle scuole da parte
di polizia, carabinieri, Guardia di finanza sono state numerosissime specie
nelle città a rischio. Efficaci le azioni di uomini in divisa con
filmati truculenti di mani spappolate, di occhi accecati, di pronti soccorso
stipati di feriti. Grande e diffusa l’azione delle forze dell’ordine sul
territorio con sequestri a catena, controllo di fabbricati e mezzi di trasporto.
Il risultato? Positivissimo! Nel Capodanno 2002 non si sono contati morti
per i botti, furono invece 4 nel 2001 e 2 nel 2000, i feriti quest’anno
sono diminuiti di quasi il 50%, attestandosi a poco più di 500. La
battaglia di sensibilizzazione (direi di civilizzazione) se non è
stata vinta certamente ha dato risultato eccellenti. Non dimentichiamo che
per l’italica vocazione al petardo, alla bomba "Maradona" o alla
moderna "Bin Laden", negli ultimo 10 anni si erano contati ben
25 morti di cui 7 minorenni e circa 1000 feriti per ogni anno. Una incivile
ecatombe. Dopo la soddisfazione per i risultati a dir poco molto positivi,
a noi che da tempo ci occupiamo di sicurezza stradale, riflettendo, è
venuto un amaro sorriso sulla bocca. Sì perché sulle strade
per i "botti" fra i veicoli si contano quasi 20 morti al giorno
e oltre 800 feriti. In pratica è come fosse tutti i giorni un Capodanno
moltiplicato per dieci. Però non abbiamo mai visto un così
massiccio e costante impiego delle forze di polizia nelle scuole con la
proiezione di filmati di ragazzi o adulti stesi sotto un lenzuolo bianco
dopo un incidente stradale o su una triste sedia a rotelle. Non abbiamo
quasi mai visto convinti e duraturi schieramenti di forze dell’ordine per
una seria battaglia contro la velocità, il mancato uso del casco
o delle cinture (eppure in quelle stesse zone dove scoppiano molti petardi,
ci sembra non se ne faccia un gran uso), contro l’abuso di alcolici e droghe
alla guida. Sì insomma, ci sembra che su questo versante il profilo
sia stato molto più basso (e anche i risultati molto più modesti).
Eppure signor ministro quasi il 40% di quei 7.000 morti e 300.000 feriti
che si contano ogni anno sulle strade ha meno di 30 anni. Nei fine settimana
quasi 500 giovani hanno perso la vita da e per i locali della notte. Allora
signor ministro a lei che è così concreto, a lei che ama poco
le chiacchiere, a lei che si dà innovativi obiettivi sulla sicurezza
che vuole perseguire anche pensando di riposizionare le forze di polizia
sul territorio, a lei che non si è lasciato incantare e coinvolgere
dalle accattivanti sirene dei 160 o 150 km/h in autostrada, a lei, fiduciosi,
chiediamo di collocare nel posto giusto della sua agenda questa sicurezza
stradale che, per gli scarsi risultati ottenuti fino ad oggi, ci sta allontanando
sempre più dall’Europa ed è noto quanto non ce ne sia oggi
bisogno. A lei signor ministro rimettiamo le nostre aspettative per una
incisiva riforma del codice della strada (superando i continui rinvii e
interessi lobbistici), per una maggiore e più organica presenza di
divise nelle scuole a favore di una convinta educazione stradale, per una
lotta seria all’alcol e alla droga su strada, per un ripianamento dell’organico
e dei mezzi anche tecnici della Polizia Stradale e delle altre polizie che
operano sulla strada. * Presidente Asaps |