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Rassegna stampa Alcol e guida del 26 settembre 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

IL MESSAGGERO (ANCONA)
Etilometri all’uscita della Sagra 
Il sindaco Fazi: l’esposto a questore e prefetto? Sciocchezze 

di LUCA GALEAZZI

CUPRAMONTANA - «Io non sono un sindaco che incita ad ubriacarsi, ma un sindaco che invita a divertirsi in maniera gioiosa e sana (*). Ed ho la gente dalla mia parte. In quei tre giorni a Cupramontana andrà in onda solamente l’elogio a Bacco e a tutto quello che gli gira attorno». E l’esposto dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada che ha denunciato il sindaco a prefetto e questore per le sue esternazioni? «Tutte fregnacce - risponde Fazi - (**) Non c’era bisogno di un intervento di questo genere. Chi può credere che io sia contro la sicurezza sulle strade? Su tutte le porte del paese è appeso il cartello con scritto "Chi beve non guida". E poi all’uscita regaliamo anche i test per misurare il livello dell’alcool nel sangue e ogni anno facciamo un summit con i carabinieri. Siamo i primi ad avere interesse che tutto fili liscio. E comunque non è mai successo niente di grave». Non lo sfiora nemmeno il polverone alzato dal suo editoriale in cui Cupramontana appare come il porto franco per chi vuole gettarsi senza limiti nelle braccia inebrianti del Verdicchio. «Sono polemiche che arrivano da una lista che in totale ha preso meno voti di un mio assessore. Perchè sono lontani dalla gente. Sono "riservisti indiani" che non riescono a capire l’importanza della sagra, come momento collettivo di gioia e divertimento. Mi devono dire quali elementi culturali ci sono in eventi come l’Oktober Fest di Monaco. Ringrazio comunque per la pubblicità che è stata fatta alla Sagra. Hanno creato un caso e non ci dispiace. Vuol dire che verrà più gente». E tra le mille polemiche salta fuori che Fazi anche nell’editoriale di tre anni fa invitasse i visitatori a tracannare Verdicchio, suggerendo loro però di non mettersi alla guida. Un invito che quest’anno ha dimenticato di inserire. «Nessun buon padre di famiglia inciterebbe suo figlio a ubriacarsi senza limiti - si legge sul sito del gruppo consiliare di minoranza CupraLiberaCupra - Quella di Fazi è una gaffe politica in stile Berlusconi e avrebbe dovuto semplicemente scusarsi, dirsi dispiaciuto, e raccomandarsi con la cittadinanza di godere in modo sano della bella festa. Invece attacca i "radicalchic" di sinistra che non vivono il paese. Nel frattempo la Regione Marche spende soldi per la campagna: "Drink, drive, love... Slowly". Quella stessa Regione che mette il suo patrocinio sulla copertina del volantino in questione».
Dopo giorni di polemiche ora non resta che attendere con trepidazione di ascoltare cosa dirà il sindaco Fabio Fazi quando domenica sera, in chiusura della 69° Sagra dell’Uva sarà chiamato sul palco di Piazza Cavour a presenziare il brindisi finale. I giovani ed i neopatentati che a frotte invadono il capoluogo del verdicchio nella tre giorni cuprense saranno costretti a sorbirsi un sermone sulla moderazione e l’autocontrollo? Da quello che dice il primo cittadino non sembra proprio.  

(*) Nota: … con l’alcol!

(**) Nota: dopo la mancanza di rispetto per le leggi, che oggi rinnega (aveva scritto: «a Cupramontana per tre giorni all’anno si viene per ubriacarsi di santa ragione senza che qualcuno si sogni di gridare al peccato o ad infrazioni a codici di leggi vari»), il signor sindaco è passato alla mancanza di rispetto per l’azione dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada («tutte fregnacce»).

In realtà io sono molto contento dell’iniziativa di questa Associazione, che presumo abbia appreso proprio da questa rassegna della polemica in corso a Cupramontana.

Quando ideai la rassegna stampa su vino, birra e altri alcolici, sulla scia dell’immenso lavoro di controinformazione che portava magistralmente avanti da anni (e da solo) il caro amico Andrea Mattei, pensavo proprio a questo, a far circolare velocemente le notizie su quanto avviene nell’ambito dell’alcol in Italia e all’estero tra le persone sensibili ai problemi alcolcorrelati, per fare informazione, certo, ma soprattutto per replicare, per intervenire, il più possibile numerosi, quando è il caso, di fronte a certe notizie o iniziative di dubbio gusto che spesso incontriamo qua e là per il nostro paese e per i nostri mass media.

Alessandro Sbarbada


PAGINEMEDICHE.IT

L’OMS ha presentato i dati relativi al consumo di alcol nel continente africano: numerosi i rischi connessi all’insorgenza di forme tumorali

Tradizionalmente, l’alcol ricopre un importante ruolo sociale presso numerose culture africane: da sempre accompagna numerosi riti propiziatori, festival e celebrazioni. Al fine di valutarne l’impatto sociale e sanitario sugli abitanti del continente africano, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha monitorato il consumo di alcol nei Paesi di quest’area, già ampiamente colpita da epidemie di AIDS e da carestie.

Ebbene, dai dati raccolti dal WHO è emerso che il 20-30% degli omicidi commessi in Africa è causato dallo stato di caos mentale generato dal massiccio consumo di alcol: il dato non è molto dissimile dalle percentuali registrate dall’OMS nei Paesi industrializzati.

Inoltre, dati pressoché identici sono da riferirsi anche ai rischi-insorgenza di cancro epatico, di cirrosi epatica, di cancro esofageo e di epilessia presso le popolazioni africane, come rilevato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.


L’ADIGE

Un trentenne di Pergine è ricoverato nel reparto di rianimazione dopo essere caduto da un muretto al parco della Predara, vicino all’hotel Monaco

Un trentenne di Pergine è ricoverato nel reparto di rianimazione dopo essere caduto da un muretto al parco della Predara, vicino all’hotel Monaco. Il giovane è stato trovato alle 4.30 di ieri notte, semicosciente. A dare l’allarme è stato un extracomunitario che stava riposando su una panchina del parco: ha sentito un tonfo e subito è corso in piazza Mostra, presso la questura, per raccontare cosa ha visto. «Un uomo è caduto. Sembra morto», ha detto. Sul posto sono accorsi gli agenti della volante, assieme all’ambulanza del 118: il ferito, che nella caduta ha riportato numerose fratture, è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara, dove ieri mattina è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Per precauzione è stato trasferito per la notte nel reparto di rianimazione. La prognosi è di 30 giorni. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte della squadra mobile della questura. Per chiarire la dinamica della caduta e per fugare ogni dubbio, gli investigatori sentiranno nelle prossime ore il giovane ferito, anche se pare escluso in un primo momento il coinvolgimento di terze persone nell’accaduto. Il trentenne perginese, M.P. le iniziali del nome, stava tornando da una festa con alcuni amici; da quando accertato, avrebbe esagerato un po’ con l’alcol. Mentre uno del gruppo avrebbe preso un taxi per raggiungere casa, il perginese sarebbe rimasto solo nei pressi dell’hotel Monaco, «avventurandosi» in una delle stradine che attraversano il parco della Predara: all’improvviso avrebbe perso l’equilibrio finendo giù da un muretto, ruzzolando per una ventina di metri. Si è accorto della caduta un extracomunitario che era in zona: ha sentito un tonfo ed è corso a verificare cosa fosse accaduto. Quando ha visto il corpo del giovane riverso a terra, si è precipitato nella vicina questura per chiedere aiuto. Il trentenne è stato subito soccorso dall’ambulanza e sottoposto ad accertamenti all’ospedale di Trento. Date le numerose fratture riportate nella caduta, nella mattinata di ieri è stato operato, quindi trasferito nel reparto di terapia intensiva. Già oggi, se il quadro clinico lo permetterà, il giovane verrà sentito in ospedale dagli investigatori della polizia. Si vuole accertare infatti se fosse da solo al parco e se la caduta sia stata davvero accidentale. Quello che conta, intanto, è che, nonostante il volo, il trentenne non abbia battuto il capo a terra e non sia in pericolo di vita.


L’ADIGE

Spaventosa tragedia in Ecuador dopo una festa: 47 le vittime.
L’autista era ubriaco
Autobus nel burrone: strage di bambini

QUITO - I festeggiamenti organizzati da alcune famiglie ecuadoriane per il ritorno dalla Spagna di un parente emigrato tempo fa si sono trasformati in tragedia quando l’autobus noleggiato per l’occasione è finito in un precipizio non lontano da Quito con un bilancio di almeno 47 morti, tra cui 17 bambini. La tragedia, che è avvenuta ieri su una tortuosa strada di montagna fra le località di Pifo e Papallacta, ha causato anche il ferimento grave di altri cinque minori ricoverati in un ospedale della capitale. Le vittime erano legate fra loro da vincoli di parentela e viaggiavano a bordo di un autobus che al momento dell’incidente rientrava a Quito dopo una gita alle terme di Papallacta, una delle più attrattive mete turistiche ecuadoriane. Il veicolo, che viaggiava a forte velocità, è slittato al momento di affrontare una curva pericolosa ed è caduto nel burrone provocando la morte sul colpo degli occupanti, quasi tutti schiacciati dal tetto del bus e rimasti incastrati tra le lamiere della carrozzeria. I soccorritori hanno impiegato più di quattro ore, con l’ausilio di gru per riuscire ad estrarre i cadaveri, molti gli anziani, le donne e i bambini. Sulla base di varie testimonianze, gli inquirenti hanno poi ipotizzato una responsabilità nell’incidente dell’autista del veicolo, Juan Chauca, che dopo aver partecipato ai festeggiamenti si sarebbe messo alla guida dell’autobus ubriaco. (*) Il ritrovamento inoltre di bottiglie vuote di birra e di altre sostanze alcoliche hanno confermato che anche i passeggeri adulti fossero in stato di ebbrezza.

(*) Nota: il problema degli autisti di autobus che guidano dopo aver bevuto è molto presente anche in Italia.
Da quando mi occupo di problemi alcolcorrelati mi sono stati segnalati moltissimi episodi di questo tipo.
E’ una categoria di guidatori che dovrebbe essere sottoposta a controlli particolarmente rigorosi.


AFFARI ITALIANI (ONLINE)

Fiat/ Nelle mense arriva la birra Moretti senz’alcol

In Fiat si può: nelle mense dell’azienda del gruppo automobilistico torinese tutti i dipendenti potranno gustare la prima birra italiana a zero gradi alcolici, la Moretti. L’accordo, infatti, nel pieno rispetto della nuova normativa che vieta la somministrazione ed il consumo di alcolici all’interno delle aziende, ha l’obiettivo di tutelare la sicurezza sul posto di lavoro e di consentire ai dipendenti il consumo di una bevanda con le stesse caratteristiche di una birra tradizionale, ma senza gli effetti negativi dell’alcol. Per informare e rendere partecipi tutti i dipendenti di questa nuova iniziativa, il Lingotto ha realizzato un logo specifico che campeggerà in tutte le mense dell’azienda, oltre ad una camapagna di informazione che partirà nei prossimi giorni e toccherà tutte le sedi di Fiat Auto in Italia.
Il claim del progetto scelto da Fiat Auto è "Noi scegliamo 0% alcol, 100% sicurezza" e rimanda immediatamente al claim "100% birra, 0% alcol" di Birra Moretti Zero, la birra italiana a gradazione alcolica zero lanciata sul mercato quest’anno da Heineken Italia.
Da settembre nei distributori e nelle mense del Lingotto sono disponibili bottiglie di Birra Moretti Zero ed è prevista l’organizzazione di degustazioni dedicate ai dipendenti e momenti di informazione sul prodotto e sulle modalità ottimali di consumo negli stabilimenti e nelle sedi operative del gruppo.


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

SANTA GIUSTINA L’uomo era in stato di evidente ubriachezza ed è stato segnalato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni 

Abbatte capanno agganciandolo al trattore

Da anni chiedeva invano al fratello, precedente proprietario del fondo, di procedere alla demolizione

(g.l.) «Chi fa da sè...» con quel che segue, deve aver pensato M.D.M., 41 anni, di Salzan di Santa Giustina che verso le 2 di ieri mattina, insieme alla cognata M.T.P., di 46 anni, entrambi in evidente stato di ubriachezza, ha pensato di risolvere autonomamente e un volta per tutte, una questione che si trascinava da tempo, quella dell’abbattimento di un paio di prefabbricati rurali abusivi, uno dei quali in lamiera per il ricovero degli attrezzi, che sorgono su un terreno del quale da un paio di anni è diventato proprietario. Visto che con le buone il precedente proprietario del lotto, ovvero il fratello del protagonista, non aveva ancora provveduto, lui non ci ha pensato due volte: si è munito di un cavo di acciaio, ne ha agganciato un capo ad un palo portante del fabbricato e l’altro al gancio traino del suo trattore; poi è salito a bordo del mezzo agricolo, ha acceso il motore, innestato la marcia, staccato la frizione dando gas, prima piano per tendere bene il cavo, poi con uno strattone deciso fino a sradicare il capanno.
Non credevano ai loro occhi gli agenti della questura di Belluno che nel frattempo, qualcuno aveva fatto intervenire anche in previsione del fatto che un uomo ebbro alla guida di un trattore potesse combinare guai peggiori. Invece, quando gli agenti sono arrivati, M.D.M., seppure a fatica per la scarsa lucidità dovuta all’alcol, ha spiegato le ragioni del suo gesto, come se abbattere un casolare, ancorchè di lamiera e abusivo, agganciandolo a un trattore, fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
Agli agenti della Volante non è rimasto che verbalizzare il curioso episodio segnalando l’uomo all’autorità giudiziaria per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (*). Sono in corso ulteriori accertamenti per stabilire come effettivamente stanno le cose.

(*) Nota: andrebbe segnalato anche per guida in stato di ebbrezza.


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

LONGARONE
Guida in stato di ebbrezza

Condannato al pagamento di milleduecento euro di ammenda (pena condonata) per guida in stato di ebbrezza Sandro De Cesero, 53 anni, di Igne. L’accusa: aver guidato in stato di ebbrezza alcolica un motocarro. Fermato il 24 giugno 2002, venne trovato in stato confusionale e di precario equilibrio. Il giudice del Tribunale di Belluno, ha pure ordinato la sospensione della patente per due mesi.


LA PROVINCIA DI COMO

Il giovane arrestato per resistenza e guida in stato d’ebbrezza, 5 anni fa fu vittima di un incredibile incidente
Aveva commosso l’Italia: condannato, ora chiede scusa

Inverigo

Cinque anni fa la sua storia aveva commosso l’Italia: arpionato dalla Golf guidata da un pirata (che si scoprì poi essere l’amico compaesano) mentre era in sella al suo scooter, era rimasto incastrato per più di tre chilometri sotto il telaio dell’auto. Luca Emanuele Vender, che oggi ha 21 anni e come allora abita a Seveso, rimase cinque mesi all’ospedale di Verona, dove gli ricostruirono la schiena, mentre il guidatore della Golf (Kieron Meroni, oggi 31enne) fu rintracciato dopo tre giorni e poi condannato a 6 anni per tentato omicidio. Ieri in tribunale Luca ci è tornato, a Como, ma per comparire dall’altra parte del banco, quella dell’imputato. Resistenza, guida in stato di ebbrezza e alterazione da sostanze stupefacenti, danneggiamento e tentate lesioni le accuse mossegli dal pubblico ministero d’udienza, Maurizia Vezzoli, per la bravata consumata all’alba di domenica a Inverigo, quando alla guida della sua Smart ha rischiato di investire tre agenti della Polizia stradale di Como. Oltre agli 80 punti decurtati dalla patente, che a questo punto diventa un miraggio, Vender ha scelto di patteggiare davanti al giudice monocratico Giuseppe Donato Bocelli 8 mesi di reclusione, sospesi, per chiudere la parentesi di una nottata tutta da dimenticare. Luca Vender alla guida della sua Smart non si era fermato al posto di controllo della Stradale - svolto nell’ambito di un servizio di prevenzione delle stragi del sabato sera - era fuggito perdendo il controllo dell’auto, rischiando di investire i tre agenti, quindi inseguito per una ventina di chilometri e infine bloccato a Seveso, nei pressi di casa. Dopo aver passato il resto della notte in una camera di sicurezza, Luca Vender è stato portato ieri mattina in Tribunale a Como per il processo con rito direttissimo. Messo di fronte all’ineluttabilità dei verbali e degli accertamenti medici eseguiti dopo l’arresto - che hanno dimostrato l’assunzione di alcolici ben oltre i limiti, ma anche la presenza nel sangue di oppiacei - al ragazzo non è rimasto che chiedere venia per la sua reazione istintiva: «Chiedo scusa a tutti - ha detto al giudice - quando ho visto la pattuglia ho avuto paura, sapevo di non essere in regola e ho tentato di scappare». Per evitare la Marea dei poliziotti, però, Luca ha perso il controllo della vetturetta, che ha puntato dritto sugli agenti sbandando ripetutamente. Il 26 ottobre del 2001 la storia di Vender aveva commosso milioni di italiani: incastrato per più di tre chilometri sotto la Golf del Meroni, venne soccorso in condizioni terribili. Cinque anni dopo è diventato davvero un altro. A. G.


L’ARENA.IT

SOAVE. Giornaliste al volante delle nuove Bmw
Vini e motori tutti doc

Soave. Generalmente vendemmia e vinificazione sono processi che hanno poco a che vedere con la velocità: ma la casa automobilistica Bmw Italia ha scelto la zona del Soave per presentare nei giorni scorsi alla stampa la nuova Bmw serie 3 coupé proprio nel momento precedente alla vendemmia, che conferisce particolare fascino al territorio.
E il direttore del Consorzio di tutela del Soave, Aldo Lorenzoni, ha pensato di approfittarne per mettere in luce in particolare le donne del vino, invitando le giornaliste del settore enologico a sperimentare la guida della nuova auto lungo un percorso fatto di vigneti e cantine. «Il paesaggio», dice Lorenzoni, «costituisce un elemento essenziale della doc Soave: il territorio da cui questo vino nasce esprime infatti tutta la storia e la cultura del luogo di origine».
Il «tour» a bordo delle Bmw, partito dalla Cantina di Soave, ha attraversato le tre vallate che compongono la zona della doc, facendo la prima tappa in val d’Alpone nell’azienda agricola La Cappuccina, dove la produttrice Elena Tessari ha fatto visitare la cantina con le caratteristiche «torri» di rocce basaltiche che costituiscono una delle particolarità del Soave.
E’ stata quindi la volta dell’azienda Vicentini in val d’Illasi, con la produttrice Teresa Bacco, e poi della casa vinicola Coffele, situata a Castelcerino, con Chiara a fare gli onori di casa; papà Giuseppe ha parlato agli ospiti del successo che i suoi vini riscuotono in Vaticano, dove sono conosciuti forse più del libro del fratello teologo, Gianfranco, dal titolo «Dilexit ecclesiam», la cui prefazione fu scritta da papa Ratzinger prima che fosse eletto alla più alta carica della Chiesa cattolica. (l.z.)


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

stupro I giovani sono stati fermati: sui volti i segni della difesa di lei 
Due amici la violentano lei li ferisce e li fa arrestare
Bologna, avevano passato la nottata in giro per locali

BOLOGNA Una serata passata tra osterie e piazze, a ridere con due amici a Bologna. Poi, essere stuprata e picchiata da entrambi, per ore, nella notte tra sabato e domenica. È la drammatica denuncia di una studentessa universitaria bolognese di 26 anni, che dopo la aggressione è fuggita dall’appartamento dove era avvenuta la violenza. In strada i passanti che l’hanno vista ferita, piangente e sanguinante, hanno chiamato la polizia, che sulla base del suo racconto ha fermato i due presunti aggressori, F.F., 27enne romano con precedenti per droga, e F.L., 20enne del Cagliaritano. L’autorità giudiziaria ha ipotizzato l’accusa di violenza sessuale di gruppo, violenza privata e lesioni personali per i due, entrambi studenti e residenti in città. Uno dei due, il romano, ha spiegato la polizia, conosceva la studentessa bolognese: a maggio per un po’ si erano frequentati. Entrambi hanno cercato di difendersi dicendo che la ragazza era stata consenziente. Non sono stati creduti: hanno in volto i segni del tentativo di lei di difendersi. Gli esami clinici hanno accertato che la 26enne è stata violentata. Tutto è iniziato attorno alle 23.30 di sabato. La studentessa ha raccontato di essere uscita con l’amico 27enne. Hanno bevuto una birra in un’osteria e poi si sono fermati in Piazza Santo Stefano, nel centro. Ad un certo punto il 27enne si è allontanato per tornare poco dopo con il cagliaritano. La ragazza conosceva anche lui. I tre hanno continuato la serata assieme. Un’altra birra in un altro locale, fino a che il terzetto attorno alle 3 ha preso un taxi per finire la serata nell’appartamento del 27enne, in via Libia, prima periferia cittadina. Lei aveva bevuto, ha spiegato, ma non era ubriaca. Lì, nella casa, secondo il racconto della studentessa, il romano ha tentato il primo approccio sessuale. Lei ha rifiutato. Lui l’ha picchiata, poi violentata. Una violenza ignorata, per la ragazza, dal ventenne, che si era appartato su un letto a castello. Lei per difendersi ha anche preso una bottiglia con cui ha cercato di colpire l’aggressore. Dopo il primo abuso, la donna ha tentato di fuggire; solo a quel punto il ventenne è intervenuto, ma per bloccarla, picchiarla e violentarla. Solo a quel punto la studentessa è scappata in strada, inseguita dal cagliaritano, ma quattro passanti l’hanno soccorsa e hanno chiamato la polizia.Quando sono arrivati gli agenti del 113 hanno trovato la ragazza, vestita, e poco distante il 20enne. Lo studente ha detto che si trattava di un litigio, ma questa versione ha retto per poco. Messo alle strette dai poliziotti, il ragazzo ha fatto parziali ammissioni e ha portato gli agenti all’appartamento di via Libia dove i poliziotti hanno trovato l’altro aggressore, il 27enne. Contro di loro anche le ecchimosi e le contusioni che la ragazza, nel tentativo di difendersi, ha loro inferto. Domani alle 10 è prevista l’udienza davanti al gip Rita Zaccariello.


IL MESSAGGERO (ABRUZZO)

Un uomo accusato di violenza a una diciassettenne 

Avrebbe costretto una minorenne a subire una violenza sessuale. Con quest’ccusa M.S., aquilano di 52 anni, residente nell’immediata periferia della città, dovrà comparire dinanzi il Gup nell’udienza preliminare che è stata fissata per il prossimo 10 ottobre.
Secondo l’accusa, nel mese di dicembre dell’anno scorso l’uomo, a quanto sembra in stato di ubriachezza, avrebbe costretto la diciassettenne Anna (nome di fantasia) a subire violenza sessuale attraverso palpeggiamenti. Al rientro a casa all’ora di cena era stata la stessa giovane a raccontare ai genitori quanto le era appena capitato, dopo che gli stessi avevano notato che lei aveva un atteggiamento strano. I familiari della ragazza non avevano perso tempo ed avevano convinto la giovane a denunciare i fatti ai carabinieri. Sulla vicenda vige ancora uno stretto riserbo. L’uomo è assistito dall’avvocato Stefano Rossi, mentre la parte civile è rappresentata dall’avvocato Roberto Tinari.


IL MESSAGGERO (ABRUZZO)

Birra a scuola, stop agli ambulanti 
I presidi istituiscono ronde anti-abusivi. La nuova moda: bere a digiuno 

di LUCIANO TROIANO

Il fiume di birra che scorre tra i banchi delle superiori è l’emergenza del pianeta scuola. Colpa di ambulanti con pochi scrupoli che cedono la bevanda alcolica agli studenti nonostante la legge ed il buon senso lo vietino. Ma colpa, soprattutto, di un costume dilagante tra giovani e giovanssimi, che non è andato in archivio con la fine della stagione estiva. L’allarme è scattato dopo il ritrovamento di lattine di birra, vuote ovviamente, all’interno dell’istituto Volta. Birra che, come ogni altro alcolico, il bar interno chiaramente non vende e che, dunque arriva dall’esterno. Da dove? Forse dagli ambulanti, come quelli più o meno nascosti in mezzo ad un canneto nei pressi della scuola al quale si accede da via comunale Piana, tra il Volta e l’istituto d’arte, al riparo da occhi indiscreti come testimoniano le foto raccolte ieri da Il Messaggero. Dal furgone, bianco e senza scritte commerciali, spuntano come d’incanto panini e altri generi di conforto, ma soprattutto birra in lattine che i ragazzi gradiscono sopra ogni altra cosa. Di prima mattina.
Insomma, occorre fare chiarezza. Che siano due problemi collegati, quello dell’alcol e degli ambulanti, l’ha riconosciuto anche Domenico Di Carlo, dirigente scolastico del Volta. «Il problema dell’alcol c’è, inutile negarlo - spiega Di Carlo - ma abbiamo organizzato dei corsi di prevenzione con la Asl. Inoltre abbiamo attivato un servizio di psicologia interna, dove i ragazzi, mantenendo il più assoluto anonimato, possono affrontare e risolvere i problemi legati alla dipendenza da alcol. Poco possiamo, però, contro chi, dall’esterno rifornisce di lattine gli alunni. Noi controlliamo, addirittura per entrare si deve esibire un documento di identità ma per contrastare ed azzerare il fenomeno dovrebbe esserci una presenza continua e discreta delle forze dell’ordine». L’allarme è serio, lo conferma anche la dottoressa Splendora Rapini, responsabile del servizio di alcoologia della Asl. «Bere birra è di moda - afferma Rapini -. I giovani sono bombardati da pubblicità in cui sono presenti personaggi vincenti con la bevanda in mano. Ovvio che passi un messaggio fuorviante».
Ma quel che è peggio è la diffusione dell’alcol durate l’orario scolastico. E questo chiama in causa tutti, a partire dalle famiglie. «La nuova moda è bere a digiuno - aggiunge la responsabile del servizio di alcoologia -, una sorta di grande abbuffata costituita solo da birra chiamata beanch drinking che si svolge nel fine settimana, una sorta di rito, per poi tornare alla normalità». Una normalità costituita dalla lattina sempre pronta ad essere stappata e tracannata in compagnia. «Infatti il beanch drinking si sta dilatando agli altri giorni della settimana - prosegue la dottoressa Rapini -. La testimonianza è la diffusione delle birra tra gli adolescenti durante l’orario di pausa tra le lezioni». Le soluzioni sono diverse. Alcuni presidi hanno blindato le proprie scuole, istituendo delle vere e proprie ronde antiabusivi. Lo ha fatto il preside Eliseo Marrone dell’Aterno, il suo collega Ciardulli dirigente del Marconi ed altri stanno seguendo l’esempio. Anche l’amministrazione comunale ha iniziato con una ronda composta da due agenti della polizia municipale. Anche se qualche preside invoca l’arrivo della Finanza in modo da fare le pulci agli ambulanti e, soprattutto, sanzionarli in modo pesante se riscontrino la vendita di birra a minorenni. «Abbiamo fatto dei corsi di informazione nelle scuole - conclude la dottoressa Rapini - ed altri ancora ne terreno per sensibilizzare i giovani. A loro occorre fornire le notizie per fare in modo che, loro stessi, sappiano tutelare la salute. Ma occorrono i controlli delle forze dell’ordine e le eventuali sanzioni affinché il nostro lavoro abbia i giusti effetti».


IL MATTINO (AREA COSTIERA)

AGEROLA Ubriaco aggredisce i carabinieri

Domenica pomeriggio movimentata ad Agerola. Luciano Buonocore, 32 anni, dapprima ha creato problemi al proprietario del bar Blue Moon in Piazza Municipio in cui si era stabilito da qualche tempo e poi, alla vista dei carabinieri, si è scagliato contro di loro prima di essere ammanettato.È stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.


IL MESSAGGERO (UMBRIA)

I carabinieri bloccano un ubriaco rissoso 

CASTEL RITALDI - Un ragazzo preso a calci da un uomo in evidente stato di ubriachezza: tanta paura ma non è accaduto niente di grave. La situazione è stata gestita in maniera esemplare dalle forze dell’ordine: due carabinieri della stazione di Castel Ritaldi, mentre stavanno effettuando il loro quotidiano servizio nel territorio, prontamente allertati si sono recati sul posto ed hanno fermato l’uomo. I militari hanno dovuto energicamente bloccare l’individuo che ha provato ad alzare le mani anche contro di loro. Alle fine sono scattate le manette e la situazione si è normalizzata. Il sindaco di Castel Ritaldi Francesco Venturi, proprio in questi ultimi giorni, ha salutato il nuovo maresciallo nel palazzo comunale.


IL MATTINO (BENEVENTO)

Movida violenta, parte la controffensiva

CINZIA PUOPOLO

Parte la controffensiva delle forze dell’ordine contro la movida violenta. Saranno adottate misure urgenti per contrastare il fenomeno delle risse in viale Italia e in via De Concilii. Il piano speciale, deciso dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, partirà dal prossimo fine settimana. Il vertice è stato convocato d’urgenza dal prefetto, Costantino Ippolito, su richiesta del sindaco, Giuseppe Galasso. Chiusura anticipata dei locali pubblici, divieto di vendita di superalcolici dopo le venti (*) e pedonalizzazione di via De Concilii e viale Italia nelle ore notturne: queste le prime misure che scatteranno contro la movida selvaggia. Il prefetto ha disposto, inoltre, un massiccio spiegamento di forze dell’ordine: «Non sarà una strategia del terrore, vogliamo solo garantire una maggiore tranquillità ai cittadini». La presenza di poliziotti e carabinieri, dunque, per quanto aumenterà la visibilità delle forze dell’ordine, sarà discreta. Al vertice in prefettura, oltre al questore Rochira, al maggiore dei carabinieri Francesco Merone, al comandante della guardia di finanza, D’Ambrosio, hanno partecipato il sindaco Galasso, il comandante dei vigili urbani Tirri e la presidente della Provincia, Alberta De Simone. «Già dal prossimo fine settimana saranno potenziati i controlli con l’attivazione di un presidio fisso di carabinieri - ha annunciato il prefetto Ippolito al termine del Comitato - ogni venerdì e sabato sera stazionerà in via De Concilii il mezzo mobile dell’Arma affiancato da un servizio di pattugliamento. Opereranno anche agenti in borghese che impegneremo soprattutto nell’opera di prevenzione». La zona della movida sarà, dunque, blindata. Anche i vigili urbani effettueranno turni notturni, dalle 22 alle due, per il controllo sul rispetto delle ordinanze in materia di vendita di alcolici. Tra le disposizioni del Comitato, infatti, c’è il rigoroso rispetto, da parte degli esercenti, dei provvedimenti che il Comune ha emesso o si appresta ad emettere, a cominciare dal divieto di somministrare bevande in bottiglie di vetro e superalcolici dopo le venti. Novità anche sull’orario di chiusura dei locali. A mezzanotte in punto, secondo quanto richiesto direttamente dal prefetto Ippolito, dovranno abbassare la saracinesca. Il provvedimento relativo alla chiusura anticipata dei locali pubblici dovrà essere, però, oggetto di un ulteriore approfondimento poiché la maggior parte dei bar che operano tra viale Italia e via De Concilii appartiene alla tabella "C" per la quale la legge non prevede limiti di orario. La strategia delle forze dell’ordine per contrastare la movida violenta è pronta a partire anche se, come ha evidenziato il prefetto «nessun piano di prevenzione o repressione può funzionare senza la collaborazione delle famiglie». Intanto, l’ufficio traffico è già a lavoro per definire l’ordinanza che istituirà l’isola pedonale in via De Concilii e viale Italia. Il provvedimento, che esclude i residenti, dovrebbe scattare, ogni venerdì e sabato, a partire dalle 22.  

(*) Nota: la distinzione tra alcolici e superalcolici non ha senso in provvedimenti di questo tipo.

E’ figlio di un’idea, sbagliata ma molto diffusa, che vorrebbe i superalcolici come i principali responsabili dei problemi alcolcorrelati.

In realtà essi sono responsabili circa di un quinto di tali problemi.


IL MATTINO (BENEVENTO)

«Le nostre notti da sballo tra alcol e musica»

BORIS AMBROSONE

Per molti è il punto di arrivo e di partenze per notti più o meno folli, per qualcuno è il punto di non ritorno. Difficilmente ci sono leader, ma c’è una geografia ben definita, con target specifici di frequentatori, divisi per età, classe sociale, gusti e tendenze. Via De Concilii e via Colombo sono la meta preferita dagli adolescenti che stazionano anche per dieci ore, tra birre e cocktail: «Si arriva sul fare della notte – spiega Vittorio, poco meno di 15 anni, capelli che sembrano tagliati dal morso di un asino – se arrivi primi sei uno sfigato, uno di quelli che a casa viene controllato. È obbligatoria una birra per iniziare, la seconda la prendiamo dopo una decina di minuti. Si entra un paio di volte nei locali ma oltre 5 euro non puoi spendere e non è un problema. Il pomeriggio c’è sempre qualcuno che ha pensato a comprare vodka e whiskey per tutti, ci limitiamo ad acquistare la Coca cola nei locali. Verso le due siamo belli carichi e l’alcol si fa sentire. A quel punto possiamo anche tentare una sortita verso viale Italia, dove ci sono quelli più grandi e le ragazze più adulte, con la vodka riusciamo ad essere più socievoli». Nei pressi della Villa comunale, la mappa si arricchisce di un target ben diverso. Qui si incontra sempre la stessa gente. L’alcol è sempre il comune denominatore, ma qui spesso c’è la musica fatta in casa, con bonghetti ed altri strumenti. «Qui ci conosciamo tutti – spiega Carmine – difficilmente ci “contaminiamo” con quelli di viale Italia e difficilmente “quelli” vengono tra noi. Ci basta poco per divertirci, qualche birra, il vino quando ci va di lusso. Droga? Non ne uso ma non posso dire che non ne ho vista girare». Inoltrandosi lungo il serpentone d’auto, raggiungendo l’incrocio tra viale Platani e via Dorso, ci si imbatte in un fiume variegato, ma comunque ben delineato per età e gusti. I primi sono ragazzi dai 18 ai 22, massimo 24 anni. Tutti fuori dal primo bar. Le campane per il vetro si riempiono in pochi minuti, sintomo che vengono utilizzate ma che sono insufficienti, poi è la volta della plastica che invade le aiuole: «Siamo soliti sostare davanti al bar, siamo un gruppo che ha scelto il nostro luogo di fronte la Solimena – spiegano Amalia e Sabrina – si beve, si chiacchiera, nulla più. Qualcuno alza un po’ il gomito, qualcuno fuma». Più avanti c’è una movida più adulta, con qualche soldo in più in tasca viene naturale bere un po’ di più. «Qui prima di mezzanotte, ormai, non incontri nessuno – spiega Angelo – però poi si finisce solo per incontrarsi e partire per qualche altra destinazione. Ubriacarsi? Non è necessario. Qualcuno esagera, ma non è la norma. La rissa spesso ci scappa, ma sono i soliti noti». Nelle traverse tra viale Platani e via Colombo, altri locali richiamano nuovamente un target molto giovane. Auto e motorini si accalcano in pochi metri di strada. Di solito è una Movida “mordi e fuggi” un drink e via, continuando il tour alcolico fino all’alba.


IL MESSAGGERO (VITERBO)

Sputa a un carabiniere: sei mesi di reclusione 

di LELLA GIULIETTI VIRGULTI

Era stato fermato da una pattuglia dei carabinieri ma lui, alla richiesta di esibizione della patente ha reagito sputando in direzione del militare, colpendolo con uno schiaffo e pronunciando parole oltraggiose. I fatti sono avvenuti a Vetralla nella serata di sabato, intorno alle ore 20 e 35.
S.G., un trentacinquenne del posto, mentre transitava lungo la statale Cassia alla guida di una Ford Mondeo, non si era fermato allo stop intimato da due agenti della locale stazione dei carabinieri che stavano effettuando dei normali controlli. Bloccato nel centro urbano, l’uomo - visibilmente alterato - aveva opposto un netto rifiuto alla richiesta del pubblico ufficiale di consegnare la patente e aveva reagito sputando e ingiuriando. Infine, dopo un inutile tentativo di resistenza, il documento veniva esibito e se ne poteva accertare la sospensione con provvedimento della Prefettura di Roma per guida in stato di ebbrezza. L’uomo, a cui carico sono poi risultati diversi precedenti, veniva quindi condotto in caserma e qui trattenuto in stato di fermo.
Ieri, nelle aule del Tribunale, si è celebrato il processo per direttissima; fra i capi di imputazione contestati, oltre alla guida senza patente, i reati di oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e lesione.
Dopo la testimonianza dell’agente colpito e una dichiarazione dell’imputato in cui ha contestato i fatti, il giudice, Franca Marinelli, ha convalidato l’arresto e ha accolto la richiesta di patteggiamento concordata dal pm Paola Conti e dal difensore di ufficio. Ha quindi condannato l’uomo a 6 mesi di reclusione, pena poi convertita in una multa di 6.800 euro, di cui è stata disposta la rateizzazione.


IL GIORNALE DI VICENZA.IT

AMERICANO ERA UBRIACO?

Si scontra con l’Harley

Due persone sono rimaste ferite in un incidente stradale avvenuto l’altra notte alle due in viale D’Alviano. Per cause da accertare da parte della polizia stradale, l’Audi A4 guidata da Maurizio Bellosi, 41 anni, residente in città, si è scontrata con l’Harley Davidson condotta dall’americano Kristipher Kerksick, 33 anni, che trasportava Amy Elisabeth Kerksick, 31.
L’impatto è stato violento e i due statunitensi sono volati a terra, restando feriti. L’uomo guarirà in una dozzina di giorni, la donna in almeno un mese. Gli agenti effettueranno degli approfondimenti per accertare se Kerksick avesse bevuto troppo prima di salire in moto.


ORVIETO SI’

Tanti cittadini esasperati dal chiasso e dalla maleducazione. L’azione dei militari ha portato in due serate (quelle di venerdì e di sabato scorso) alla denuncia di 9 giovani

Alcol e risse, scattano i controlli dei carabinieri fuori dai locali notturni

ORVIETO – Alcol e risse, scattano i controlli dei carabinieri fuori dai locali notturni. Sollecitata dalle regolari esigenze di servizio in occasione dei fine settimana che hanno segnato la riapertura di molti locali e dalle lamentele di tanti cittadini esasperati dal chiasso e dalla maleducazione, l’azione dei militari ha portato in due serate (quelle di venerdì e di sabato scorso) alla denuncia di 9 giovani.
Tutti tra i venti e i trent’anni e tutti ubriachi. In quattro erano al volante dopo aver alzato troppo il gomito e sono stati denunciati, col ritiro della patente, per guida in stato di ebbrezza. In cinque hanno attaccato briga fuori dai locali e si sono presi una denuncia per ebbrezza  molesta. La situazione pare preoccupante specie ad Orvieto scalo dove gli abitanti protestano a gran voce.  Altrettanto preoccupante la statistica che emerge dal raffronto tra denunciati e vetture controllate. Praticamente è stato scoperto in stato di ebbrezza alcolica un quinto delle persone fermate. Il problema sta assumendo proporzioni preoccupanti e sembra non più circoscrivibile alla “semplice” abitudine di bere un bicchiere di più nel fine settimana. Sconcertante il caso di una giovane orvietana, con precedenti per droga, che, completamente ubriaca, è stata addirittura trovata a dormire nella cuccia del cane.


L’ARENA.IT

Intenso fine settimana in città e sulle strade, controllati 215 veicoli e rilevati nove scontri
Calci e pugni al cane, denunciato
Intervento dei vigili, elevate anche 13 multe ed eseguite 15 rimozioni

Questa settimana eventi e manifestazioni hanno impegnato su vari fronti, per garantire viabilità e ordine, le pattuglie della polizia municipale. Gli appuntamenti più importanti sono stati la partita Verona-Brescia, l’inaugurazione in fiera di «Abitare il Tempo» e «Tocatì» la manifestazione internazionale dedicata ai giochi di strada. Un appuntamento che ha catalizzato l’attenzione su Verona anche dei mezzi di comunicazione nazionali e internazionali, e che ha trovato una grande partecipazione tra i cittadini.
Gli sforzi organizzativi dei vigili si sono concentrati su queste tre esigenze e sui problemi di traffico che ne sono derivati. Qualche rallentamento in fiera e allo stadio, alcuni intralci e rimozioni nella zona immediatamente vicina alla ztl. In piazza Cittadella sono state sanzionate 13 auto che intralciavano la circolazione dei bus a cui si aggiungono 15 veicoli rimossi.
Non sono mancati comunque gli interventi sul territorio. In via XXIV Maggio per un cornicione pericolante e in strada Le Grazie per un cane che vagava senza padrone. Un Vigile di quartiere lo ha avvicinato ed è riuscito a tenerlo tranquillo fino all’arrivo del servizio veterinario. Il proprietario di un altro cane è invece stato denunciato per maltrattamento di animali. Ubriaco, aveva preso a calci e pugni il suo animale, un meticcio beige di media taglia. Un passante ha segnalato la cosa agli agenti che hanno chiesto l’intervento dei veterinari e comunicato il fatto all’autorità giudiziaria.
In piazzale XXV Aprile sono stati sequestrati un carrello e due borse-frigo. Il responsabile, un imprenditore extracomunitario già noto alla polizia municipale, vendeva bibite ai passanti utilizzando le borse frigo domestiche per mantenere la temperatura. Le bevande sono state sequestrate e a lui è stata contestata la violazione delle leggi sul commercio, con una sanzione di 1.032 euro.
E 1.032 euro di multa anche per un barista di borgo Venezia, sorpreso in tarda notte con i videogiochi ancora accesi. Una specifica ordinanza del sindaco del 2000 prevede che si possa giocare dalle 10 alle 24. In particolare, è vietato consentire il gioco agli studenti prima di mezzogiorno e i controlli in tal senso sono già iniziati. A questi si aggiungono 18 «visite» nei bar ed esercizi pubblici.
Sempre sabato notte due ventenni sono stati identificati mentre esaudivano i loro bisogni corporali sul muro di una casa, in zona Mizzole. Un comportamento incivile che ultimamene gli agenti stanno rilevando con una certa frequenza e vietato dal regolamento di polizia urbana.
Le pattuglie del Reparto motorizzato e territoriale hanno controllato 215 veicoli e 237 persone. Diverse le violazioni accertate: tre ciclomotori sono stati confiscati per trasporto irregolare del passeggero e mancanza di patentino. Due i permessi invalidi ritirati per utilizzo irregolare.
Con i 9 di questo fine settimana, passano a quota 1.632 gli incidenti rilevati dalla polizia municipale dall’inizio dell’anno, 16 le persone decedute e 32 quelle ricoverate in prognosi riservata.


ROMAGNAOGGI.IT

RIMINI - Clandestino in stato di ebbrezza provoca incidente: arrestato

RIMINI - Si trovava alla guida in stato di ebbrezza, causando un incidente. E’ finito in carcere in quanto clandestino in Italia. E’ quanto capitato nella giornata di domenica ad un cittadino moldavo di 26 anni.
Il 26enne ha provocato un sinistro in cui sono intervenuti i Vigili Urbani il quale non ha provocato feriti. Sottoposto al test etilometrico è risultato però al di sopra dei limiti consentiti dalla legge (0,50 grammi/litro). Sprovvisto di documenti, il moldavo è stato portato in Questura ed arrestato, in attesa di essere espulso.


LIBERO NEWS

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Mercoledì, 27 Settembre 2006
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