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Notizie brevi 30/09/2006

Finanziaria, arriva la gabella per i SUV: superbollo in funzione di cilindrata ed emissioni. Dubbi e polemiche - 5 anni “esentasse” per i veicoli Euro 4

Noi avremmo preferito un superbollo per le superveloci. Sono tante: 72 modelli superano i 250 Km/h e 20 modelli i 300 km/h

Una poderosa Lamborghini, in versione SUV

(ASAPS) ROMA – L’avevano detto, e l’hanno fatto. I SUV erano nel mirino di molti tra coloro che oggi siedono sui banchi della maggioranza, ed ora – a pochi mesi dalla finanziaria 2007 – i primi colpi sembrano partire. “Indiscrezioni” – dice il quotidiano La Repubblica, tra i primi a battere la notizia riportata anche dal Corriere della Sera – ma aldilà dello slang giornalistico, la sensazione è che i reporter siano davvero ben informati. Poi, con il passare delle ore, le notizie si fanno più chiare, fino a quando il senatore dei Verdi Natale Ripamonti riferisce che chi acquisterà un’ Euro 4 sarà esentato dal pagare il bollo auto per 5 anni, premiando con la quiete del portafogli la scelta di stare dalla parte dell’ambiente (ma anche chi può permettersi un’auto nuova), mentre per gli sventurati proprietari delle contestatissime SUV si profilano disastrosi fortunali all’orizzonte: per loro, alla già piuttosto cara tassa di proprietà, si aggiungerà un vero e proprio superbollo, calcolato sulla base della cilindrata e delle emissioni inquinanti.
Tutto già nero su bianco, o quasi, ed il destino commerciale dei poderosi macchinoni, terreno di scontro tra vere e proprie classi sociali, con tutta la confusione che una bagarre del genere può provocare, potrebbe essere segnato: se il copione reggerà, le quotazioni cadranno, i veicoli nuovi saranno venduti a suon di promozioni ed il mercato italiano di questo segmento potrebbe cadere in letargo.
Ambientalisti in testa sperano nell’oblìo, e non ne fanno mistero, di questa specie ibrida, nata con l’idea di mettere su strada un veicolo quattrostagioni, poderoso come un fuoristrada ma aggraziato come una berlina, capace di prestazioni offroad ma anche di correre a 200 ed oltre, spesso col confort di una business class ed alla portata di pochi facoltosi.
In realtà, tra i SUV, ci sono anche veicoli popolari, e la confusione ha fatto poi il resto, facendo finire nello stesso calderone veicoli fuoristrada a tutti gli effetti, quelli con marce ridotte e blocco del differenziale, oggetto sempre più raro di culto tra gli appassionati dei percorsi accidentati o semplice strumento di chi, fuoristrada, ci vive o ci lavora.
Resta da vedere, ma questo lo lasciamo ai giornalisti abituati a cogliere anche i sussurri dei politici a passeggio tra i corridoi di Montecitorio o Palazzo Madama, se il provvedimento passerà, visto che sono molti anche tra le fila dell’esecutivo quelli che non sono affatto d’accordo con il progetto di massima messo a punto dal ministro Padoa Schioppa e dal suo vice Visco.
Anche sul fronte popolare, c’è da scommettere che non tutti la prenderanno bene: si pensi infatti che tutti i veicoli oggi in vendita, ovviamente nuovi, sono classificati Euro 4, per cui si potrebbe anche verificare – ove non fosse prevista la retroattività del provvedimento – che chi già ha firmato il contratto si troverebbe nella scomodissima posizione di chi deve continuare a pagare. È probabile però che il lasciapassare riguardi poi tutti i veicoli della categoria, visto che le prime Euro 4 sono state immatricolate nel 2002.

Per sapere se la propria auto, anche se già “vecchia” appartiene a questa fascia, è necessario visionare la carta di circolazione e verificare se vi sia riportata la dicitura rispetta la normativa “98/69 B” oppure quella “98/77- Rif. 98/69 B” o infine la “99/102 B.
Non dimentichiamo poi, tornando per un attimo ai SUV, che anche questa categoria di veicoli è classificata Euro 4, e da un punto di vista numerico siamo ancora al di sotto del 10% del parco veicolare circolante in Italia: insomma, c’era bisogno del superbollo?
Perché se da una parte c’è chi lo reclama, dall’altra c’è chi lo dovrà pagare e che ribatte all’antagonista che del problema se n’è fatta una questione sociale: “anche i ricchi piangano”, scrive Il Corriere, e la frase la dice tutta.
Il fatto è che chi può permettersi di spendere 120mila euro per una macchina, avrà poi problemi a pagare una supertassa pari a 4 volte il bollo?
Il 10 % del parco veicolare è una percentuale molto bassa, dunque, che secondo i proprietari degli Sport Utility Veichle non giustifica affatto quella che essi stessi definiscono una “crociata integralista” contro un simbolo, sul quale permangono molti interrogativi.
Uno su tutti lo rilancia proprio il quotidiano di Scalfari: cos’è un SUV? Come si fa a dare una definizione ad una classe di veicoli che sulla carta nemmeno esiste? Si misurano le gomme, la sagoma, la cilindrata? Perché allora non cominciare a tassare anche i cavalli potenza, con questa logica, colpendo anche le supersportive più performanti a vantaggio della sicurezza?
Inoltre, se l’esclusiva Porsche Cayenne o la bellissima Audi Q4, solo per citarne due, sono senz’altro “roba da ricchi”, una Panda 4x4 o un Suzuki Jimmy, altri due banali esempi – che hanno cilindrata, emissioni e consumi bassissimi – restano utilitarie ma senz’altro appartenenti alla specie contestata.
Consumano assai di più le tantissime ammiraglie, che hanno pneumatici enormi, motori assetati di propellente, ingombri da natante da diporto e velocità da aereo in decollo: 72 modelli in vendita in Italia superano i 250 Km/h e 20 modelli i 300 Km/h; per fare un favore alla sicurezza stradale, poi, quante supersportive, surrogato delle formula uno o dei campionati supersport, dovrebbero con una logica del genere finire nell’elenco di cui si parla?
In effetti, dice Repubblica, il governo starebbe lavorando ad una lista – già attesa come un elenco di epurazione – nella quale sarebbero riportati i modelli SUV da tassare, particolare questo che animerà i focosi rendendoli feroci, c’è da scommetterci. (ASAPS)


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Sabato, 30 Settembre 2006
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