Superalcolicida dipendenza
RIMINI -Sono circa 1.500 le persone che ogni anno frequentano i gruppi delle associazioni Alcolisti anonimi di Rimini e Riccione. Questo non significa che sono altrettanti gli alcolisti riminesi che si rivolgono annualmente ai gruppi in cerca di aiuto: un dato desunto dalla presenza agli incontri, bisettimanali a Rimini e settimanali a Riccione, di circa 35 persone a settimana che possono essere le stesse o cambiare ogni volta. “Molto dipende dal percorso che ognuno di noi vuole intraprendere - spiega una sessantenne alcolista anonima -. Io ho smesso di bere da 4 anni ma continuo a frequentare i gruppi; c’è una persona che da San Marino viene da 20 anni agli incontri settimanali, ma molti, soprattutto i giovani si allontanano presto nella convinzione di essere guariti. Purtroppo non è così, non si guarisce mai dall’alcolismo”. La maggior parte delle persone che riescono ad ammettere di avere un problema con l’alcol e che cerca aiuto è adulta, ma ci sono anche tanti giovani “soprattutto dai 25 ani in su che si rivolgono a noi. I superalcolici che trovano in discoteca, è questa la loro dipendenza mentre per i più grandi si tratta di vino o birra”.Secondo un rapporto di qualche anno fa dell’istituto di ricerca Eurispes, si stima che in Italia ci siano 1.500.000 di alcolisti e circa 4 milioni di persone, tra cui moltissimi giovani e sempre più ragazze, con problemi legati al bere. Circa 40mila sono i decessi all’anno per problemi legati all’abuso dell’alcol che è il responsabile del 60% degli incidenti stradali, e del 10% dei casi di invalidità fisica. Sarà proprio Rimini la sede del 22esimo raduno nazionale dell’associazione Alcolisti anonimi in programma da oggi a domenica al palacongressi di via della Fiera dal titolo “La sponsorizzazione: fondamento spirituale di Alcolisti anonimi”. L’ADIGE di SILVIA BRUNO Una bravata, la folle conseguenza
di una serata ad alta gradazione etilica, una malsana dimostrazione di sprezzo,
o ancora il turpe piano di una masnada d’iniziati di SILVIA BRUNO Una bravata, la folle conseguenza di una serata ad alta gradazione etilica, una malsana dimostrazione di sprezzo, o ancora il turpe piano di una masnada d’iniziati. Non è unanime, il giudizio della piccola comunità di Lenzima, di fronte alla messa in scena dei tre ragazzi che, domenica mattina, hanno sconvolto parroco e fedeli con una serie di iniziative degne del più navigato dei satanisti: bestemmie e ingiurie scarabocchiate sui canzonieri, sputi nelle acquasantiere, escrementi accanto ad un confessionale, una Bibbia in fiamme. Ad essere sconvolto, più di ogni altro, è don Diego Mengarda . Di fronte ad alcuni particolari della storia il parroco non riesce a mettersi il cuore in pace: «Qualcuno, in paese, dice di avere visto i tre salire in motorino a Lenzima quasi ogni giorno, la scorsa settimana. Altri fedeli mi hanno raccontato che l’altro giorno, quando già i carabinieri se n’erano andati, i tre sarebbero scesi verso la piazza a motore spento e avrebbero tentato di entrare un’ultima volta in chiesa, trovandola chiusa». É sconcertato, don Diego, dalla cocciuta intenzionalità dei ragazzi, e da quelli che ritiene i segnali evidenti di una certa lucidità mentale: «Verso la fine della cerimonia, un uomo del paese li ha visti entrare nella proprietà adiacente la chiesa. Lì sono stati intercettati dai carabinieri: si erano cambiati e vestiti a puntino, pare che si stessero accingendo a preparare il pranzo. Anzi, sembra che si siano difesi sostenendo di aver dato fuoco alla Bibbia per farsi una grigliata». La casetta (ce la indica il signor Nicolodi , così come ha fatto con le forze dell’ordine) nella quale i tre giovani si sarebbero "rifugiati" apparterrebbe alla famiglia di uno dei ragazzi. Proprio lì i giovani avrebbero trascorso l’intera nottata fra sabato e domenica: «Abbiamo sentito tanta confusione, l’altra notte - dice la signora Todesco in piazza San Martino - ricordo di essermi affacciata alla finestra e di aver visto dei fuochi, addirittura delle vampate». Anche lei era a messa, quella domenica; e i ragazzi li aveva visti, anche se non aveva prestato loro troppa attenzione. Una cosa, però, l’aveva sconcertata: che portassero le mutande calzate sopra i pantaloni. É lei a riferire che, nella stessa mattinata di domenica, prima della messa, una vicina aveva ripreso i tre ragazzi mentre tentavano di arrampicarsi sul monumento ai Caduti. L’altro giorno la chiesa di Lenzima era un più vuota del solito, c’erano soprattutto alcune anziane signore, ma sedevano nei primi banchi, e di quanto stava accadendo alle loro spalle non si sono accorte affatto. «Per fortuna - insiste don Diego - questa volta, a differenza del solito, non c’erano bambini». Proprio a loro va il primo pensiero delle signore di Lenzima: ai bimbi che oggi giocano allegri nel cortile dell’asilo, a pochi metri dalla chiesa. Lo spazio è stato controllato minuziosamente, ma, perlomeno lì, non è stato trovato nulla. «Di questi tempi - si lamenta la signora Frisinghelli affacciata alla finestra di casa - abbiamo paura soprattutto per loro. Non ci si fida più a lasciarli giocare per la strada». Concorda, la signora Ciaghi , mentre la piccola nipotina le trotterella fra le gambe, perché «i tempi sono cambiati, e nemmeno a Lenzima, oggi, si può star tranquilli». Grande preoccupazione anche da parte della giunta iserota: «Non solo per il singolo episodio - diceva ieri il vicesindaco Mario Cossali - ma ma per tutta una serie di episodi vandalici degli ultimi tempi. Comportamenti sempre oltre il limite. C’è un problema di ruolo per questi giovani. Vogliamo essere duri di fronte a certi esiti peggiori. Ma prima di passare a vie più repressive sollecitiamo le famiglie ad un maggiore controllo e ad una intensificazione dei rapporti in famiglia, per recuperare l’integrazione dei giovani nella comunità locale. I ragazzi hanno le loro colpe, ma non sono tutte lì». IL MATTINO (SALERNO) Vandali in azione nella notte dei
Santi
FRANCESCO FAENZA Eboli. Atti vandalici alla scuola Salita Ripa. Distrutti sei vetri di alcune aule, rovesciati i cassonetti della spazzatura, danneggiato un muro vicino alle scale d’ingresso, frantumata una pianta ornamentale. La sorpresa più sgradita è avvenuta nel cortile dell’istituto, dove sono stati ritrovati diversi escrementi umani. Davanti la scuola, infine, molte bottiglie di birra vuote erano rovesciate sul pavimento. Il blitz dei vandali sarebbe avvenuto la notte di San Cosimo e Damiano, festa religiosa che calamita a Eboli centinaia di fedeli. Alla veglia notturna nel santurario, molti ragazzi preferiscono bivaccare per la città fino all’alba. I dipendenti della scuola Salita Ripa, ieri mattina, hanno ritrovato anche un bastone di ferro. Probabilmente i vandali hanno tentato l’irruzione nell’istituto, ma non ci sono riusciti. «Abbiamo l’allarme, non è facile entrare nelle aule e nei laboratori- afferma Celestino Rocco, dirigente scolastico-. Ho chiesto ai bidelli di verificare se mancasse qualcosa. Per fortuna, non c’è stata alcuna irruzione all’interno dell’istituto. Siamo di fronte all’opera di ragazzacci che hanno bevuto troppo, hanno scavalcato il cancello di ingresso per bivaccare tra il cortile e il portone della scuola». I computer e il materiale informatico sono rimasti “blindati”. La sorpresa degli atti vandalici ha scosso soprattutto i genitori. Ieri mattina, infatti, le mamme giunte a scuola si sono ritrovate in uno scenario poco ospitale: «per gli escrementi nel cortile crediamo si debba fare subito una disinfestazione». L’appello lanciato alle insegnanti è stato dirottato al comune di Eboli. I dipendenti dell’ufficio manutenzione hanno effettuato un intervento di riparazione. I vetri rotti sono stati sostituiti. In un’ora e mezza i bidelli della scuola ha rimesso a posto quasi tutto. Alle mamme non è bastato: «non ci sentiamo tutelate, portiamo via i nostri figli. La situazione igienica è precaria». La tensione si è allentata lentamente. Banchi vuoti nelle aule danneggiate. La protesta continua, con la richiesta di bonifica del cortile. «Mi sembra un atto dovuto- afferma Antonio Lamanna, consigliere comunale - chiederemo agli uffici comunali di provvedere immediatamente al ripristino delle condizioni ottimali». Notte di festa, gli atti vandalici sono avvenuti anche nel centro storico. In assenza dei bagni biologici, nel complesso monumentale di San Francesco si è verificato lo stesso scenario di Salita Ripa. La struttura non ha riportato danni. Ma il passaggio di gente ubriaca ha lasciato il segno. Situazione tranquilla in città, durante la veglia ai santi medici. Solo una rissa si è verificata in un bar del viale Amendola. I due giovani violenti non sono nuovi a scenate del genere. Per fortuna, la lite non ha coinvolto i clienti del locale. Sicuramente più grave è stato il pestaggio di due ragazzi battipagliesi, picchiati a sangue domenica sera vicino la chiesa di San Bartolomeo. La lite è iniziata con un diverbio per un telefonino. I due giovani sono stati accerchiati e picchiati. IL GIORNALE DI VICENZA.IT Ladri all’opera ai confini tra Rosà e Tezze Entrano in pizzeria e rubano 1800
euro
(m. b.) Ladri scatenati, senza ritegno, ancora in azione
nel rosatese. Nella notte fra domenica e lunedì, hanno preso di mira la
trattoria-pizzeria "Le Prese", da "Pache", lungo via Brega,
ai confini fra Rosà e Tezze. Per mettere a segno il colpo, hanno atteso il
turno di chiusura del locale e sono entrati in azione fra l’una e le cinque del
mattino, quando il titolare si è accorto di quanto era successo. Obiettivo dell’incursione, lo scambiatore di monete per il
videogiochi, contenente circa 1.600 euro, sparito. I ladri hanno inoltre
forzato il registratore di cassa, rubando altri 200 euro in moneta. Per entrare
nel locale pubblico, hanno preso di mira la porta antipanico. L’impresa non si
è rivelata facile e gli sconosciuti, per raggiungere il loro obiettivo, hanno
letteralmente distrutto il serramento in metallo. Per sostituirlo, si prevede
una spesa di altri duemila euro. Il problema della sicurezza sta diventando una vera e
propria emergenza nel rosatese. I ladri entrano nelle case, addormentano i
proprietari, come nel caso di Cusinati, fanno razzia di tutto, danneggiano
mobili e imbrattano muri. Come se non bastasse, nel fine settimana, orde di
giovani in preda ai fumi dell’alcol devastano il quartiere Cremona, scavalcano
le recinzioni, entrano nei giardini privati, incendiano le palme, danneggiano
le auto in sosta e la segnaletica stradale. Quello dell’ordine pubblico sta diventando una vera e propria emergenza. CORRIERE ADRIATICO Inaugurata la 69ª edizione, fino a domenica gruppi folcloristici,
stornellatori e buona cucina Questa sera il concerto di Grignani, domani c’è
Alexia. Gran finale con Edoardo Vianello Sagra dell’Uva, la vigilia
d’inebrianti accuse al sindaco Fazi lascia spazio alla tradizionale kermesse Le Fonti del verdicchio affogano
le polemiche
CUPRAMONTANA - Finalmente la Sagra. Dopo settimane di
preparativi per allestire capanne gastronomiche e carri allegorici, contattare
ospiti e artisti, scaldare l’attesa con polemiche a intensa gradazione
alcolica, a Cupramontana si sono finalmente aperte le Fonti del Verdicchio
dando l’avvio ufficiale, ieri pomeriggio, alla 69ª kermesse cuprense. Una prima
giornata salutata da tanti cuprensi, ma anche da tanti visitatori dei Comuni
della Vallesina, in attesa della festante invasione del weekend. Protagonista
della prima giornata sono stati gli intramontabili ingredienti della sagra
cuprense: gruppi folcloristici, stornellatori itineranti, buon cucina e
migliaia di calici svuotati, musica liscio e rock. Notte enogastronomica aperta
con la crescia con i grasselli più lunga del mondo che ha fatto bella mostra di
se sotto il loggiato comunale. Gustosa anteprima dell’Oktoberfest del Verdicchio che per
tre giorni continuerà continuando a celebrare gli ingredienti classici esaltati
dai concerti di Gianluca Grignani questa sera alle 22,30, di Alexia e Edoardo
Vianello rispettivamente sabato 30 e domenica 1 ottobre. Con numerosi gruppi
musicali ad animare vari punti dell’anello del centro storico e giochi per i
più piccoli in piazza IV Novembre. Mentre nel laboratorio di via San
Bartolomeo, rinfrancati dalle immancabili riserve di verdicchio, i carristi
cuprensi apportono gli ultimi ritocchi e appongono centinaia di grappoli e
migliaia di chicchi d’uva ai carri allegorici che sfileranno domenica
pomeriggio dalle 15,30. Sei, lo ricordiamo, le contrade partecipanti a questa
goliardica e amichevole quanto sentita competizione: San Giovanni, San Michele,
Badia Colli, San Bartolomeo, Centro Storico e Gruppo Trebbia 2000. “Sarà l’occasione per scoprire le eccellenze
enogastronomiche della nostra terra, passeggiando tra le bellezze
architettoniche del paese - è l’invito del sindaco Fabio Fazi, che assieme alla
Giunta ha deciso di distribuire gratuitamente 5.000 alcooltest come misura di
sensibilizzazione verso i pericoli dell’abuso di alcolici -. Per rendere
veramente uniche queste prime giornate d’autunno deicate all’impareggiabile
vino che risponde la nome di Verdicchio”. Dalla fine degli anni Venti sino al boom industriale, in
tempo di sagra, nel cuore del rito della vendemmia, il centro di Cupramontana
era un grande scricchiolar di carri provenienti dalle campagane carichi di uve.
Un paese inebriato dal sapore del mosto che saliva dalle cantine dove uomini e
donne pigiavano scalzi l’uva nei tini. Al fondo di questa dura e spontanea fatica si spremevano melodie dagli organetti e si ballava nella piazza centrale con taverne e osterie agghindati a mitici antri di Bacco. Anno dopo anno, sino all’epoca del mondo globale, quell’atmosfera solenne e antica si respira ancora mescolata ai pregiati vini gustati in allegre brigate. Mitologia vuole che Bacco donasse agli uomini la vite e l’ebbrezza che sgorga dai suoi frutti per rinfrancare gli uomini dalle fatiche della quotidianità, alimentando la speranza e lo spirito di amicizia tra la gente. Un mito che a Cupramontana, ogni primo fine settimana di ottobre, è praticamente attualità. IL GAZZETTINO (PADOVA) PATTEGGIA UN ANNO E DUE MESI DI RECLUSIONE IL TRAGICO
INVESTIMENTO IN VIA TURAZZA Ubriaco al volante uccise un
anziano e il suo bastardino
Il pensionato stava rientrando a casa con il suo cagnolino
al guinzaglio. Come faceva tutte le sere. Giuseppe Ferrulli, settantaduenne, è
stato travolto da una Bmw 320 a pochi metri da casa. È morto sul colpo. Sbalzato
in aria dall’urto, ricadendo ha sbattuto violentemente il capo sull’asfalto. A
pochi metri di distanza è rotolato il bastardino di piccola taglia che
l’anziano portava al guinzaglio. Alla guida dell’auto c’era Mario Mottin,
cinquantatreenne, residente in città, in via Riostori 31. Nel capo
d’imputazione c’è scritto che al momento del fatto conduceva l’auto in stato di
ebbrezza. Erano le 21, circa, del 27 agosto dell’anno scorso. Il pensionato è
stato travolto e ucciso nei pressi delle strisce pedonali, in via Turazza. «Non
l’ho visto», ha detto l’investitore agli agenti della polizia municipale
arrivati sul posto per i rilievi del caso. Probabilmente a causa delle prime
gocce di pioggia e della scarsa illuminazione della zona, il conducente della
Bmw non ha scorto l’anziano mentre attraversava la strada. I sanitari del Suem
hanno dovuto anche soccorrere la moglie dell’anziano, colta da malore pochi
istanti dopo aver visto il marito riverso a terra immobile. Pochi passi di
distanza separavano infatti Giuseppe Ferrulli dal rientro a casa. Otto o dieci
metri al massimo. La moglie e i due figli hanno udito nettamente il rumore
dell’auto che sbalzava in aria il corpo del loro congiunto. Ieri mattina Mario Mottin, assistito dagli avvocati Giorgio Pasquale e Marco Mazzucato, ha chiesto il patteggiamento. Un anno e due mesi di reclusione per l’omicidio colposo, venti giorni di arresto per la guida in stato di ebbrezza, un anno di sospensione della patente, 3 mila euro per le spese di costituzione di parte civile sostenute dai congiunti della vittima, tutelati dagli avvocati Maria Infantolino e Mario Mennini. IL GAZZETTINO (PADOVA) Limena Notte movimentata ... (A.F.) Notte movimentata per i vigili urbani. Hanno dovuto rincorrere un automobilista che uscito dalla tangenziale con direzione Cittadella percorreva zizagando la statale 47. Dopo averlo intercettato e fermato hanno subito constatato che era in stato di ebbrezza. Sottoposto al test dell’etilometro è risultato avere uno stato di alcoolicità di 2,62 contro il massimo di 0,5 consentito dalla legge. Per l’uomo di nazionalità rumena, in possesso del permesso di soggiorno, è scattato il ritiro immediato della patente, rilasciata in Romania, scaduta da oltre due mesi e, tra l’altro, non convertita in quella italiana entro i termini di legge. La vettura, una Audi A4, è stata posta sotto sequestro e fatta trasportare con carro attrezzi presso un deposito autorizzato Aci. Il rumeno sarà denunciato all’autorità giudiziaria per guida in stato di ebrezza; inoltre dovrà pagare la contravvenzione elevata in base alle norme del codice della strada. Per farlo "ragionare" gli agenti hanno impiegato più di due ore; alla fine sono riusciti a "convincerlo" e per non lasciarlo solo di notte in mezzo alla strada gli agenti l’hanno accompagnato alla sua residenza temporanea presso l’abitazione di un amico alla periferia di Padova, dai documenti esibiti risulta risiedere abitualmente in provincia di Ancona. Prima di essere impegnati con il rumeno gli agenti hanno ritirato la patente di guida in via Monte Grappa ad un automobilista che transitava ad una velocità superiore di 40 chilometri a quella consentita e il libretto di circolazione ad un’altro per mancata revisione. Elevate 5 contravvenzioni ad altrettanti automobilisti per mancato allacciamento delle cinture di sicurezza. LA GAZZETTA DI PARMA Alla guida con una pistola in
pugno
Alla guida con una pistola in pugno Minaccia un automobilista in piazzale Corridoni: denunciato un 51enne parmigiano Una pistola con 500 colpi a disposizione per avere la sua personale, indecifrabile « giustizia stradale » . Forse pensava di viaggiare nelle strade polverose del Far West e di poter risolvere tutto con un duello, il cinquantunenne fermato mercoled« sera dagli uomini delle Volanti in piazzale Corridoni. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza, è stato trovato mentre brandiva una pistola ad aria compressa, che avrebbe potuto utilizzare grazie ai 500 pallini e alla bomboletta a gas per il suo funzionamento trovati sull’auto. IL MESSAGGERO (ANCONA) Spari nel centro storico
Denunciato un giovane
Si improvvisa pistolero sotto gli effetti di alcolici nel centro storico di Fabriano. Ma per fortuna la pistola era giocattolo. E’ accaduto martedì sera intorno a mezzanotte. La Polizia ha rintracciato il "cowboy" vicino agli impianti sportivi. P.N., 30 anni, che era con un amico, alla vista dei poliziotti ha continuato a fare il gradasso rifiutandosi di sottoporsi al test dell’etilometro. Poi è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e per esplosioni pericolose. Oltre al ritiro della patente e il sequestro della pistola priva dell’obbligatorio tappo rosso. LA GAZZETTA DI PARMA 4 automobilisti nei guai: sorpresi ubriachi alla guida BORGOTARO ( f. b.) Nuovi servizi di controllo, su tutta l’area comprensoriale, disposti dal comandante dei carabinieri di Borgotaro, tenente Angelo Balletta. Decine le persone controllate e identificate. Sei le persone indagate, in stato di libertà e una settima segnalata, quale "assuntore di sostanze stupefacenti". Sono state poste sotto sequestro due piante di "marijuana" , tre grammi di sostanza stupefacente tipo "hashish". IL MESSAGGERO (MARCHE) Scoppia la guerra del Borghetti,
Vagnoni: "Disparità e abusi" Scoppia la “guerra del Borghetti” bevanda molto di moda
tra chi va alla partita. Il sindaco, con un’ordinanza, ha vietato la vendita di
alcolici in qualsiasi forma, in un’ampia aria limitrofa allo stadio Del Duca,
durante le partite in casa dell’Ascoli Calcio: 3 ore prima dell’inizio e due
ore dopo la conclusione. Il presidente della Confesercenti Paride Vagnoni, in
una lettera al sindaco, oltre a denunciare la violazione dell’ordinanza da
parte di tanti esercenti, pone anche una domanda: «Perché mai una nota bevanda
nazionale a base di caffé ( Borghetti, ndr), contenente ben il 20% di alcol, è
ammessa alla somministrazione ed alla vendita, seppur in confezioni mignon da
30 ml., mentre le birre, che generalmente posseggono un contenuto alcolico di
4% o 6%, sono vietate?». Tra gli esercenti il malumore è alto e Vagnoni se ne
fa interprete. «Parlo a nome e per conto di quei pubblici esercizi che, afferma
Vagnoni pur non entusiasti delle conseguenze economiche dell’ordinanza, ne
condividono gli scopi di tutela dell’ordine pubblico e si sforzano di
applicarla in maniera corretta. Ma in base base ad alcune segnalazioni
effettuate da nostri associati ci risulta che alcuni esercenti con vari
escamotages violano disinvoltamente l’ordinanza fuori e dentro lo stadio». «Poiché non riteniamo che il nostro compito sia quello di effettuare ispezioni e controlli sugli abusi, conclude Vagnoni rivolgendosi sempre al sindaco ci limitiamo a segnalare i fatti e ad invitarla a disporre una vigilanza più attenta e capillare sul territorio in modo da garantire a tutti gli operatori parità di condizioni di fronte alla legge». IL GIORNALE DI VICENZA.IT Il barista Simone Sanna di Cornedo è agli arresti
domiciliari perché avrebbe violentato la cameriera Stupro? Intercettazioni decisive
Il barista Simone Sanna e l’amico dj Raffaele
Coppola, accusati di avere violentato una cameriera dell’Est al “Central Park
Cafè” di Monte di Malo, sarebbero stati incastrati dalle intercettazioni
telefoniche. L’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari per
violenza sessuale firmata dal gip Massimo Gerace che l’altra mattina è stata
consegnata a Sanna, 37 anni, residente a Cornedo, poggia le sue basi
sull’ascolto delle conversazioni registrate dei due ipotetici complici. L’ordine ai domiciliari ha la durata di più di due mesi,
se non interverranno fatti esterni, perchè è attivo fino al 30 novembre. I due indagati hanno appreso dall’ordinanza di custodia
che i carabinieri della procura, coordinati dal pm Marco Peraro, li avevano
messi nel mirino e li tenevano d’occhio da giorni. Registravano tutto quello
che facevano e dicevano in un pedinamento da film che ha messo in luce
l’efficienza dell’apparato investigativo a disposizione del procuratore capo
Ivano Nelson Salvarani. Se alla base dell’inchiesta c’è la denuncia della ventenne
straniera ai carabinieri di Piombino (Livorno), ai quali si era rivolta dopo
una movimentata fuga dal locale grazie a un tassista che l’aveva accompagnata
fino a Bologna, dov’era andata a prenderla l’ex convivente toscano, la
successiva attività d’indagine con le intercettazioni avrebbe disegnato un
quadro molto critico soprattutto per Sanna. Coppola, che ha 22 anni, residente a Torri di Quartesolo
in via degli Ippocastani, invece, ha una posizione più sfumata, anche se
avrebbe partecipato al banchetto del sesso. Il barista, come ha spiegato il suo legale di fiducia
Renato Ellero, ai militari del luogotenente Barichello l’altro giorno ha negato
di avere avuto rapporti sessuali con la ragazza. Come spiegare, allora, il
contenuto delle telefonate nelle quali i due indagati qualche ammissioni
l’avrebbero fatta? Non solo quella in cui Sanna si sarebbe scusato ammettendo
di avere sbagliato assieme a Coppola, ma spiegandole che avrebbero agito in
quel modo perchè erano ubriachi. Ma anche nelle telefonate tra loro due in cui
avrebbero disprezzato la ragazza, definendola una poco di buono, dicendosi
l’uno con l’altro che avrebbero dovuta liquidarla. In realtà, afferma il giudice, la denuncia della ragazze è
equilibrata, i riscontri ci sono e la presunta vittima non avrebbe avuto motivi
di rivalsa nei confronti soprattutto del datore di lavoro, che da poco tempo
l’aveva assunta. L’imboscata sessuale, infatti, sarebbe avvenuta al termine
della giornata di lavoro quando la clientela se n’era andata. Erano rimasti nel
bar i due uomini e la ragazza, quindi ci sarebbe stata l’aggressione. «Non è vero, non l’abbiamo toccata, quello che racconta quella donna è falso», hanno sostenuto i due indagati. Il primo ad essere interrogato, all’inizio della prossima settimana, sarà il barista Sanna. Poi sarà il turno di Coppola, il quale essendo indagato in libertà non ha problemi temporali. Entrambi si dicono innocenti, mentre la presunta vittima rimarca le loro responsabilità. «Mi hanno umiliata, trasformando il bar nel set di un film porno». È stato così? CORRIERE ROMAGNA Otto anni al mostro
RIMINI – Aveva aggredito senza motivo un ristoratore
provocandone la morte, sopraggiunta - per le lesioni riportate - dopo sette
mesi di ospedale. Ieri Lorenzo Boselli, 34 anni di Lodi, è stato condannato dal
giudice Lucio Ardigò, con rito abbreviato, alla pena di otto anni di
reclusione. Allo sconto di un terzo, previsto dalla scelta processuale, potrà
aggiungere quello previsto dall’indulto. Alla fine il “conto” effettivo è di
cinque anni di carcere, di cui uno già trascorso in cella: tra pochi mesi potrà
ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali con conseguente
liberazione.In aula è caduta l’accusa di omicidio volontario (il Pm sosteneva
l’ipotesi di dolo eventuale e aveva chiesto dieci anni di reclusione):
l’imputato è stato riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale. E’
andato cioè oltre le sue intenzioni: “Ero ubriaco, gli ho dato una spinta, non
volevo ucciderlo”, ha sempre sostenuto. La vittima, Tommaso Vara, aveva 72
anni. Assieme alla convivente – Angela, 50 anni - gestiva la rosticceria
“Gastronomia del Buongustaio” in via Lucio Lando, a San Giuliano.Il 16 luglio,
2005, alle 11 di mattina Boselli si presenta per la prima volta nel locale. Ha
intenzione di mangiare qualcosa, ma soprattutto di bere. Lo fa in modo
compulsivo: ha trascorso un periodo in una comunità di San Marino, ma non si è
liberato del problema. E’ senza patente perchè due settimane prima la polizia
riminese lo ha trovato ubriaco al volante: tasso alcolico nel sangue cinque
volte oltre in consentito. Alle tre del pomeriggio è ancora lì, davanti al
bicchiere. Dà fastidio ai clienti. Vara lo invita ad andarsene. Come fa lui di
solito, con le buone. Boselli gli si scaglia contro. Lo spinge una prima volta.
Vara si rialza e l’avventore, ubriaco, lo scaraventa di nuovo a terra. Fuori
della porta, sull’asfalto. Poi gli assesta dei calci. A difendere il convivente
interviene Angela (assistita nel processo dall’avvocato Umberto De Gregorio), e
sono botte anche per lei. Sette giorni di prognosi. Il suo uomo non dà segni di
vita. Ha battuto la testa, “grave emorragia cerebrale”. Non si riprenderà più.
Il ristoratore muore in ospedale a Santarcangelo il 22 febbraio 2006.“Prego per
lui ogni notte - ha detto ieri in aula l’imputato -Non ho chiesto di uscire dal
carcere perché intendo espiare la mia pena e risolvere i problemi di alcolismo
all’origine della tragedia. Non volevo fargli del male. Chiedo perdono alla sua
famiglia”. Andrea Rossini CORRIERE ADRIATICO Con due gol…
PALERMO - Con due gol di Simplicio e una rete di Di Michele, il Palermo batte il West Ham per la seconda volta (1-0 all’andata) e si qualifica per il turno successivo di Coppa Uefa. Il match ha vissuto una vigilia ad alta tensione, tanto che alla fine è di 21 arresti il bilancio della guerriglia urbana scatenata da centinaia di tifosi inglesi nella notte di mercoledì. I supporter del West Ham hanno provocato una maxi rissa a pochi metri dal teatro Massimo. Per riportare la calma sono dovute intervenire decine di volanti della polizia supportate poi da carabinieri e guardia di finanza. A scatenare gli inglesi è stato l’alcol, fiumi di birra consumati fin dal loro arrivo a Palermo. Gli agenti hanno identificato in totale 109 inglesi, nei confronti dei quali saranno adottate misure interdittive. CORRIERE ADRIATICO Pedofilo omosessuale violenta un
ragazzino
Pesaro - Un’insidia sottile ma senza via di fuga. E’
quella a cui è stato sottoposto un sedicenne pesarese, psicologicamente labile,
che è stato avvicinato, all’inizio di settembre, da un pedofilo omosessuale
elvetico, un ex assicuratore di 40 anni, già conosciuto e schedato per episodi
simili. Con tatto e pazienza gli agenti della polizia minorile della squadra
mobile di Pesaro, coordinati dal vicequestore Zeloni, sono riusciti a farsi
raccontare dal ragazzo i particolari di una storia davvero orrenda e sono
riusciti, anche con l’ausilio della polizia elvetica, a rintracciare l’uomo
(tutt’ora in attesa di provvedimento). Tutto ha inizio in provincia di Rimini, in un locale della
riviera: il 40enne ha avvicinato il 16enne con l’offerta di bevande alcoliche.
E’ stato sufficiente un invito, unito ai complimenti e all’effetto dell’alcol
per convincere il ragazzino a seguire l’uomo a casa sua. Si è trattato di una
breve ospitalità ma terribile, durante la quale i rapporti tra i due si sono
stretti, troppo. Per il ragazzino è stata un’esperienza davvero orrenda e a
fatica è riuscito a confidarsi con gli agenti che, grazie agli elementi
raccolti attraverso la sua testimonianza sono riusciti a rintracciare e a
segnalare l’uomo. L’accusa è quella di aver usato violenza nei confronti di un
minore psicologicamente labile ma da parte della magistratura non è stato
ancora emesso alcun provvedimento. Anche l’autorità giudiziaria minorile di
Bologna e di Ancona si è attivata attuando interventi a tutela del giovane e
ancora una volta la polizia ha dimostrato di sapersi muovere con estrema
sensibilità riuscendo a catturare la fiducia di un ragazzino vittima di una
così sconvolgente disavventura. a.m. IL TEMPO Controlli a tappeto su bus e
autoarticolati
AUTOARTICOLATI ed autobus sotto la lente delle forze dell’ordine. Nell’ultimo periodo, coinciso con il rientro definitivo dalla vacanze estive, gli uomini della Polstrada hanno monitorato attentamente le principali arterie della regione, con un occhio di riguardo ai mezzi pesanti che transitavano in Molise. 1210 gli autocarri controllati con 231 multati perchè trasportavano più materiale del consentito (gli autoarticolati, come si ricorderà, non possono superare, per l’incolumità propria e degli altri, un determinato peso). 731 invece le infrazioni accertate (a seguito del controllo del disco del cronotachigrafo) per eccesso di velocità, inosservanza dei tempi di guida e inosservanza dei tempi di riposo. 68 invece gli autobus controllati per accertare eventuali irregolarità. La Polstrda di Campobasso, Larino e Termoli inoltre, durante controlli generici, negli ultimi week-end ha fatto tornare a casa senza patente circa 48 conducenti, con minimo 15 giorni di sospensione e in alcuni casi 10 punti decurtati. Eccessi di velocità e sorpassi irregolari alla base della maggior parte delle sanzioni. 19 infine le persone denunciate perchè sorprese alla guida della propria autovettura in stato di ebbrezza alcolica. Una opera costante, quella della polstrada. Gli agenti infatti sono sempre attenti nel ricordare ai cittadini che esiste una cultura della strada e che quest’ultima va vissuta nel segno della sicurezza. E sembra che i molisani in questo stiano dando una risposta positiva. Nell’ultimo periodo estivo infatti c’è stato un lieve calo di infrazioni per mancato uso del casco e delle cinture di sicurezza. Cos.San. CORRIERE ROMAGNA Controlli dei carabinieri
CERVIA - Tre le persone arrestate nel corso di un’operazione condotta nelle giornate di martedì e mercoledì dai carabinieri di Milano Marittima.Un rumeno di 28 anni, Ghiorghita Scortanu, e un 24enne originario delle isole Mauritius, Samba Haidhara sono finiti in carcere per la violazione di un decreto di espulsione.Antonino Latino, originario di Pachino, in provincia di Siracusa è stato invece trovato dai carabinieri alla guida una Fiat Uno con un finestrino rotto. L’auto era stata rubato poco prima. I due extracomunitari sono stati condannati a 4 mesi e 10 giorni, Latino a 3 mesi. Per tutti e tre la pena è stata sospesa. I carabinieri hanno, inoltre, sequestrato 800 capi di merce contraffatta (tra cui borse, cinture e magliette) e 200 cd e dvd. L’operazione ha portato anche alla denuncia e al ritiro della patente per otto persone per guida in stato di ebbrezza, altre due sono state denunciate per ricettazione, perché al controllo stradale hanno presentato documenti falsi. CLICMEDICINA.IT Al gottoso neanche un drink
Il consumo di alcool, anche in piccole quantità, può favorire gli attacchi di gotta. L"effetto si verifica entro poco tempo, verosimilmente meno di 24 ore. È quanto verificato da un gruppo di ricercatori di Boston in uno studio pubblicato sull’American Journal of Medicine. La gotta è una forma molto comune di artrite, caratterizzata da episodi ricorrenti di dolore e gonfiore delle articolazioni: nonostante esistano terapie efficaci, i pazienti che ne sono affetti continuano spesso a manifestare episodi ricorrenti. Il consumo di alcool è da molto tempo sospettato di essere una delle cause in grado di innescare un attacco ma questa ipotesi non era mai stata testata fino ad ora. Nello studio in questione sono stati analizzati 179 pazienti ed è stato dimostrato che anche una piccola quantità di vino, birra o superalcolico è sufficiente a causare un attacco di gotta. Inevitabile suggerire di evitare del tutto il consumo di alcolici. LA PROVINCIA DI COMO A processo un suo collaboratore (M. Cast.) Con il “sole delle Alpi” sul petto e sulla fibbia dei pantaloni, Alberto da Giussano d’oro sul bavero, il leghista comasco della prim’ora Diego Seminari s’è presentato ieri mattina in tribunale a chiedere giustizia in nome del popolo italiano. Giustizia per 490 bottiglie di finissimi liquori ed anche di Barolo doc sparite dal Consorzio agrario di via Mentana di cui era gestore, nei primi mesi del 2003. Sospettato di appropriazione indebita da 7.000 euro di superalcoolici, forse per grandi cin cin in magazzino, forse per commercio sottobanco a cinque euro la bottiglia, un collaboratore, Maurizio Trombetta, 45 anni, preso da Seminari a lavorare per buon cuore. «Ti darò lavoro e soldi, ma ti spacco la faccia, se bevi», era stato il buongiorno di Seminari, che stava alla cassa, mentre Trombetta trasportava bottiglie dal magazzino grande e le riponeva sugli scaffali. Ma, ad un certo punto, il Consorzio si rese conto che qualcosa non andava. Stampò l’inventario di metà anno e la cifra era rossa, 490 bottiglie trasportate in proprio, nel proprio sangue o fuori dal negozio. È seguita la denuncia e ieri è cominciato il processo davanti al giudice Luisa Lo Gatto, pm Maurizia Vezzoli. Con l’avvocato Pietro Bassi, il gestore Seminari si è costituito parte civile: in tribunale, si era già rivisto con Trombetta per una causa di lavoro e l’aveva vinta. «Ma le sembra possibile che nell’arco di sei mesi, Maurizio Trombetta abbia preso quasi 500 bottiglie e il gestore non se ne sia mai accorto?», ha chiesto la difesa dell’avvocato Stefano Plenzick. Seminari ha spiegato che non poteva accorgersene: era il collaboratore ad occuparsi di movimentare bottiglie in magazzino e in negozio. Dopo, ha trovato bottiglie vuote, ben scolate, in magazzino, ma è venuto pure a sapere che sono state rivendute all’esterno e chissà chi le ha comperate. «Gli ho dato le chiavi e il Trombetta mi ha fregato», s’è rammaricato Seminari. Le conclusioni sono state rinviate alla prossima udienza, per sentire altri testimoni. Ieri, s’è saputo, non si sono voluti presentare perchè davanti ad un giudice s’impappinano quando parlano. La Stampa I consigli del medico di Elisir stasera alla Banca del
vino Condannato a star lontano dai bar Più sicurezza ai giardini Zumaglini Ultrà del West Ham assediano Palermo Corriere del Veneto Ubriaco alla guida, un anno senza patente per l’omicidio Il Tirreno fine settimana all’insegna di bacco La Repubblica 11 ore fa da domenica si torna a bere - valerio
varesi La Provincia Pavese happy hour? basta, grazie ora va di moda il dim sum La Repubblica ubriacanti più che mai tornano i gallon drunk - federica
grappasonni cori, bastoni, fiumi di birra la folle gita degli
hooligans da domenica si torna a bere L’Unione Sarda (Nazionale) Brillo al volante ma per dovere, patente restituita Gazzetta di Parma (abbonati) Borgotaro, 4 automobilisti nei guai: sorpresi ubriachi
alla guida Il Giorno (Varese) Sei rapine in banca la gang del limoncello finisce al
fresco Alto Adige diversi anche su droga e alcolici La Nazione (Grosseto) Al volante alticcio Il Resto del Carlino (R. Emilia) Fermato alla guida ubriaco Dà un pugno al carabiniere Alcolici, stop al divieto delle 21 Tornano le birre in
piazza Verdi La Nuova Venezia vendemmia, addio col botto per il tocai grappa, treviso riconquista il mercato Il Resto del Carlino (Ancona) |