Editoriale
"Il Centauro" - Dicembre 2001 |
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Riva del Garda è la sempre amena località sul magnifico omonimo lago nella quale da diversi anni si tiene la solita Conferenza del Traffico e della Circolazione organizzata dall’ACI. Quest’anno il tema era incentrato su "La spesa degli italiani per l’automobile" ed è venuto fuori che i costi ammontano a circa 6 milioni e mezzo per famiglia. Non è una grande novità, anzi forse gli italiani pensano in cuor loro di spendere per le quattro ruote anche di più! E’ stato sottolineato anche che degli oltre 80.000 miliardi versati fra tasse e imposte allo Stato dagli automobilisti, una ben scarsa quota parte viene reinvestita per migliorare la sicurezza stradale. E si vede! Sono state infatti le statistiche relative alla sinistrosità del 2000 nel nostro Paese rese pubbliche dall’ISTAT proprio a Riva, col solito inspiegabile ritardo, che hanno attirato la nostra attenzione. Ad un primo sguardo emergono subito 2 notizie. Una buona (solo in parte) e una cattiva. Iniziamo con quella buona. Secondo gli indici dell’ISTAT nel 2000 gli incidenti stradali rilevati dalle "autorità di polizia", sono stati 211.941 con un modesto calo del 3,2% rispetto ai 219.032 del 1999. I morti sarebbero stati (poi spiegheremo il sarebbero) 6.410, con un calo del 3,4% rispetto ai 6.633 del 1999. I feriti sarebbero stati 301.559 rispetto ai 316.698 con un calo del 4,8%. Le buone notizie finiscono qui, con un calo modestissimo e inferiore non solo alle aspettative ma anche alla media europea, peraltro lontano dall’obiettivo meno 50% entro il 2010 rivisitato di recente dall’Ue. Obiettivo sottolineato dallo stesso Presidente della Commissione Europea Romano Prodi nell’articolo che segue a pag. 6 scritto in esclusiva per il Centauro. Infatti mentre la diminuzione media della mortalità nell’Ue dal 1991 al 1999 è stata del 26,8%, la diminuzione negli stessi anni in Italia è stata del 19%. Ecco ora la cattiva notizia: i numeri riportati del 2000 e che avete appena letto probabilmente sono errati per difetto. Infatti lo stesso ISTAT si premura diligentemente di informarci che: "Vi è motivo di ritenere che almeno parte di tale diminuzione sia apparente e dovuta cioè all’impossibilità di una parte delle autorità competenti (forze di polizia - n.d.r.) a trasmettere i dati all’ISTAT in tempo utile". Tutto questo viene affermato tranquillamente dopo 10 mesi dalla chiusura del 2000 e per un fenomeno che ogni anno in Italia continua a far contare più morti che quelli tragici rimasti sotto le macerie delle TWIN TOWERS. Ecco perché continuiamo a pensare che nel nostro Paese la sicurezza stradale continui a non essere considerata dalle autorità competenti una cosa seria. D’altra parte proprio il ministro delle Infrastrutture Lunardi negli stessi giorni della Conferenza parlando ad altre più dignitose platee, in quanto a Riva del Garda non si è visto, ha insistito con la sua proposta di elevare la velocità nelle autostrade a 3 corsie, limitandosi in questa seconda fase ai 150 km/h. Non entriamo nel merito delle 160 argomentazioni per dire non ai 160 (o 150), le abbiamo già raccolte in un simpatico fascicolo distribuito insieme a Sicurstrada, intitolato "E’ meglio perdere un secondo della vita che la vita in un secondo". Vi risparmiamo. Però quando il ministro sostiene che l’elevazione della velocità, insieme a misure più severe per i veicoli lenti che occupano le "sorpasso", è dettata da ragioni di sicurezza, ci si drizzano i (quattro) capelli che ci sono rimasti. Allora noi che pur non siamo furbi come quelli di Striscia la notizia e non abbiamo i potenti mezzi di Canale 5, abbiamo voluto però spulciare e approfondire l’esame delle statistiche dell’ISTAT. Almeno su queste e sulla sinistrosità crediamo di avere un pò di esperienza. Innanzi tutto cominciamo subito a sottolineare che nelle autostrade nel 2000, di fronte a un lieve calo dei sinistri passati da 13.836 nel 1999 a 13.396 nel 2000 - 3,2%, e dei feriti 22.542 contro i 24.356 - 7,5%, si sono contati nel 2000 ben 750 morti, con un aumento del 13,6% rispetto ai 660 dell’anno precedente (se i numeri sono esatti). E questo è un fatto che dovrebbe far riflettere gli sponsor della velocità autostradale. Andiamo poi, sempre in tema di velocità, ad osservare una stranezza. Nel corso dei 12 mesi del 2000 la media mensile degli incidenti nelle sole strade urbane è stata di 13.184, con punte di 14/15.000 a maggio, giugno, luglio e ottobre. Ovviamente agosto è il mese con il più basso numero di incidenti stradali in aree urbane con 11.515, questo per evidenti ragioni di diminuzione del traffico. I morti nelle strade urbane nel 2000 sono stati 2.667, con una media di 222 decessi al mese. Ebbene in questo caso agosto col minor numero di incidenti nelle aree urbane fa toccare un picco di ben 307 morti, distanziandosi abbondantemente dalla media degli altri mesi (222). Come mai? Non sarà forse che in agosto nelle città c’è meno traffico, ci sono minori controlli, e quindi si corre (e si muore) di più? Lo stesso discorso si può fare per tutte le festività: Capodanno, Epifania, 25 Aprile, 1° Maggio, Pasqua, Lunedì dell’Angelo. Niente da fare. In rapporto agli incidenti stradali di tutte le festività che fanno segnare un indice di mortalità (incidenti/morti) del 4,4% rispetto alla media annuale del 3%, ancora una volta è il pacioso ferragosto da tutti considerato tranquillo a far segnare la peggiore performance con un indice di mortalità del 6,7%. Andiamo a vedere ora gli orari degli incidenti. L’indice di mortalità vede il suo minimo ovviamente negli orari di punta, alle 12, e dalle 17 alle 19. Orari nei quali avviene il maggior numero di sinistri però con un indice di mortalità del 2 - 2,5% rispetto a quello medio del 3%. Sapete quali sono le ore più tragiche? Quelle che vanno dalle 4 alle 6 del mattino con indici di mortalità rispettivamente del 6,7% per la 4° ora, del 9,2% della 5° ora. Certo in larga parte tutto questo è addebitabile alla stanchezza, al sonno, all’alcol, ma non ci sarà anche qui lo zampino della velocità? Allora aumentate, aumentate pure la velocità nelle autostrade a 3 corsie (quelle nelle quali gli americani la riducono da 65 a 55 miglia, poco più di 90 km/h), ci rendiamo conto che forse non si determinerà una catastrofe rispetto ad oggi perché tanto già si viaggia a quelle velocità. Questo anche perché non si è messa la Polizia Stradale nelle condizioni di poter fare rigidamente osservare gli attuali limiti con sistematici controlli elettronici a distanza e la contestazione successiva, tenendola peraltro con un organico sempre in deficit. Aumentare i limiti di velocità anche nelle sole autostrade a 3 corsie determinerebbe risultati deleteri dal solo punto di vista dell’effetto psicologico e di disinibizione anche per tutti gli altri limiti. E’ normale. Fatelo, fatelo pure, però per favore non diteci che lo fate anche per una maggiore sicurezza stradale! |