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La sicurezza stradale in Belgio e Lussemburgo: “risultati eccezionali – dice l’Europa – frutto di una volontà decisa”

Le armi migliori? Autovelox, etilometro e patente a punti
L’UE rallentata dai nuovi stati membri



(ASAPS) BRUXELLES – Abbiamo scritto nei giorni scorsi che il commissario europeo ai trasporti Jacques Barrot, aveva elogiato grandemente la Francia per i suoi risultati ottenuti in tema di sicurezza stradale, bacchettando in generale l’Unione per un 2010 che si avvicina troppo velocemente. L’intervento di Barrot, francese, potrebbe essere giudicato eccessivamente di parte, anche se la statistica sancisce l’impegno di Parigi (agosto 2006, -11,1% vittime rispetto al 2005), e forse per per questo da Bruxelles è scattato l’immediato riconoscimento, da parte del Consiglio europeo della Sicurezza Stradale (ETSC), dei risultati ottenuti anche da Belgio e Lussemburgo, capaci di ridurre la mortalità stradale sulle proprie arterie rispettivamente del 34% e del 27% tra il 2001 ed il 2005. è ovvio che la rete viaria dei due paesi non può nemmeno essere paragonata a quella di altre realtà, tra le quali l’Italia appunto, ed ecco che l’esempio della Francia (-35% tra il 2001 ed il 2005) torna a pesare. “Le cifre di Francia, Belgio e Lussemburgo – scrive in una nota il direttore dell’ETSC, Jorg Beckmann – dimostrano che tutti i paesi europei possono farcela e, se lo vogliono veramente, possono ottenere risultati eccezionali in materia di sicurezza stradale utilizzando strumenti appropriati”. Beckmann, nella sua relazione, ha analizzato a fondo la filosofia che anima i primi della classe, rilevando che i tre paesi sono animati da una reale volontà politica, che ha “rinforzato l’arsenale legislativo” e migliorato enormemente le infrastrutture stradali. I risultati migliori, poi, sono stati ottenuti dove l’impegno delle autorità è stato incentrato sul controllo della velocità (e le strade con postazioni fisse autovelox hanno dato risultati eccellenti), grazie alla crescente attenzione al contrasto dell’uso di sostanze (alcol e droga) e infine grazie alla “grande sorella”, la patente a punti. Il ministro belga dei trasporti, Renaat Landuyt, ha spiegato che i brillanti risultati ottenuti sul fronte della sicurezza stradale sono largamente dovuti all’entrata in vigore della patente a punti, che ha consentito di ottenere una crescente sensibilità da parte dell’utente, ed all’aumento dei controlli di polizia. L’ETSC ha poi confermato che l’ingresso nell’Unione di paesi dell’est ha compromesso in maniera determinante l’andamento della sinistrosità continentale. Lituania, Malta, Cipro e Repubblica Ceca – infatti – sono ben lontane dal veder calare le vittime sulla strada. (ASAPS)


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Lunedì, 02 Ottobre 2006
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