Editoriale
"Il Centauro" - Novembre 2001 |
||||
Questo editoriale del Centauro di ottobre, avrebbe dovuto analizzare l’importante impegno estivo dell’Asaps per la sicurezza stradale, ad iniziare dal nostro fermo sbarramento all’assurda proposta dei 160 Km/h in autostrada. Avremmo dovuto e voluto parlare della nostra soddisfazione per essere entrati a far parte come Asaps, della Consulta nazionale per la sicurezza stradale presso il Cnel (ne parliamo in un altro articolo a pag.18), avremmo voluto parlare della nostra preziosa ammissione fra gli enti e associazioni di provata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale, che ci dà titolo all’esercizio di attività nello specifico settore. Motivi di profonda soddisfazione che concretizzano il risultato di un grande impegno decennale dell’Asaps a favore della sicurezza stradale in un Paese che conta ogni anno 7.000 morti e 300.000 feriti per incidenti stradali, una vera guerra. Ma non possiamo approfondire di pié questi significativi aspetti, perché una pié importante tragedia, una inusuale autentica e ancor pié drammatica guerra ha bussato alla porta dell’Occidente. Mentre stavamo per buttare gié queste righe, New -York era nel caos, le macerie a Manhattan fumavano, le torri gemelle non esistevano pié, migliaia di persone in pochi minuti erano scomparse fra le rovine del World Trade Center. Le Twin Towers maestoso simbolo della Grande Mela, non si stagliano pié verso il cielo. La mano belluina di uomini (sono tali?) sanguinari, di feroci soldati di un Dio che non può aver chiesto tanto, con quelle macerie e quei morti ha creato crepe profondissime nel nostro comodo insieme di certezza e sicurezza. Il nuovo millennio non poteva presentarsi in modo peggiore, l’Occidente pié avanzato, pié industrializzato, pié globalizzato, è stato colto di sorpresa, ferito pesantemente, messo in ginocchio, proprio lì, in casa sua. Si parla di guerra, una parola terribile che per la nostra generazione non è mai andata oltre un buon film, un buon libro, una svogliata lezione a scuola. Ora le cose sono cambiate: con le Twin Towers sono crollati la nostra percezione di sicurezza e i nostri miti di inviolabilità. La guerra, perché di guerra si tratta, si presenta oggi sotto sembianze nuove. Le vittime, a migliaia, si contano soprattutto fra i civili; i simboli non vengono risparmiati, anzi sono i pié appetibili; non esistono precisi confini fra stati contendenti. Il nemico è sfuggente, senza una precisa bandiera, geograficamente vago. Unico elemento caratterizzante è una profonda fede che è scivolata verso un fondamentalismo religioso di antica memoria, dai toni lugubri e minacciosi, una molla motivazionale capace dello scatto tremendo del suicidio (per loro martirio), che rende pericolosissimo ogni loro agire. Si pensi solo per un attimo se 3 o 4 aerei dirottati in Europa fossero fatti precipitare su alcune centrali nucleari francesi, o al lancio di gas o materiale batteriologico. Ci dovrà certamente essere, e quando si leggeranno queste righe ci sarà stata, una pronta, ferma risposta. Tuttavia c’è da augurarsi che venga innanzi tutto colpito il cuore del terrorismo con le sue basi, evitando inutili massacri fra le popolazioni civili, che potranno solo alimentare altro odio. Si dovranno capire e, se possibile, sradicare le basi motivazionali di tanto odio, alimentato da un profondo fanatismo religioso. Per noi occidentali invece la religione spesso è poco pié di una scaramantica tradizione. Si dovranno affrontare con pié convinzione e generosità i nodi della miseria, della fame, delle malattie, della scarsa cultura, in una visione complessivamente pié solidale, anche se tutto questo è reso difficile da troppi governi che trasformano gli aiuti in armamenti. Chiudiamo questa riflessione dedicando il nostro pensiero e le nostre preghiere a quelle migliaia di povere vittime. Di molte non si ritroveranno pié neppure i corpi. Fra loro anche tanti Vigili del Fuoco e Poliziotti generosamente caduti mentre tentavano di portare il loro aiuto in quell’inferno. La prima pagina, una brutta pagina, di questo terzo millennio è stata scritta col sangue. Ora cerchiamo di non far comparire sulle altre la parola guerra, una parola che oggi ci riguarda tutti. Da vicino. |