Editoriale
"Il Centauro" - Luglio 2001 |
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Che la vita di una divisa sull’asfalto in mezzo al traffico, al caldo asfissiante estivo o al freddo e alla pioggia invernali, in mezzo alla superficialità o all’arroganza di molti automobilisti, fosse molto difficile lo sapevamo. Ora però i nostri poliziotti devono fare i conti anche con la frustrazione, la demotivazione e il senso di inutilità del loro lavoro che scaturiscono dall’attività “cassatoria” posta in essere in modo sempre più sistematico e sempre meno convincente da molti Giudici di pace. Un istituto nato per snellire l’attività della magistratura ordinaria che doveva essere collocato in una posizione di reale terzietà fra la pubblica amministrazione e il conducente che aveva asseritamene commesso una violazione sta sempre più frequentemente, troppo frequentemente, diventando non un arbitro imparziale, ma il vero paladino degli automobilisti anche i più indisciplinati. Come abbiamo detto nella relazione letta durante il 10° anniversario dell’ASAPS a Cesena, troppo spesso assistiamo atterriti a sentenze a dir poco discutibili che denotano scarse competenze, elementi contraddittori, insufficienti motivazioni e scarsa conoscenza degli apparati procedurali. In alcune sedi la percentuale delle archiviazioni sfiora cifre abbondantemente superiori al 60-70%. Verrebbe da pensare che il Ministero dell’Interno, l’Arma dei carabinieri, i Comuni governano schiere di inetti e incapaci che in divisa lavorano con assoluta superficialità e incompetenza. Ma così non è. Questo atteggiamento dei Giudici di pace - oggi limitato solo alla materia amministrativa e c’è da preoccuparsi per quando, presto, dovranno affrontare anche alcune competenze penali - sta contribuendo a creare, come si è detto, demotivazione e disistima fra il personale in divisa e ci pare porti un importante mattone, se non corretto molto presto, all’edificio sempre più alto dell’insicurezza stradale e dell’incertezza del diritto. Qualche esempio di perle di provvedimenti. Ore 16 di un pomeriggio estivo in un reparto del meridione, a un avvocato viene ritirata la patente perché viaggiava ad una velocità, misurata con strumentazione, 50 Km/h oltre il limite. Il mattino seguente un Giudice di pace, neppure competente per territorio, ha disposto la restituzione del documento di guida, ovviamente l’avvocato ha espresso tutta la sua palese soddisfazione di fronte agli agenti. Un altro Giudice di pace in Emilia Romagna per la stessa infrazione rilevata con telelaser ha annullato il verbale perché, essendo la strada bagnata, un riflesso del veicolo avrebbe potuto ingannare la fotocellula nella fase di misurazione. In un incidente stradale rilevato dalla Polizia Municipale un Giudice di pace ha annullato la sanzione a carico dell’automobilista che aveva commesso la violazione di mancata precedenza, segnalata da apposito cartello, perché in quell’ora (di punta) e in quel particolare incrocio era pressoché impossibile inserirsi nel flusso della circolazione senza creare comunque una turbativa. Tutto questo con buona pace del codice della strada. In altri casi ci è stato segnalato che di fronte a un ricorso relativo a un verbale per il superamento dei limiti un Giudice di pace ha ritenuto giusto annullare anche la sanzione amministrativa relativa al mancato uso delle cinture di sicurezza di cui il ricorrente non aveva fatto menzione nel ricorso. Anche sulla contestazione del 186 C.d.S. numerose sono le perplessità. Si pensi al caso verificatosi a Forlì nel quale il Giudice di pace ha annullato il verbale e restituito la patente ad un automobilista perché, nonostante fosse stato sorpreso alla guida in stato di oggettiva ebbrezza constatata con etilometro (0,94 g/l), non risultava “annotata a verbale alcuna delle situazioni previste dal quarto comma dell’art. 186 del codice della strada per sottoporre gli automobilisti a tale esame “incidente stradale o segni caratteristici della situazione alcolica”. (Su questo fatto rimandiamo all’articolo del Dr. Michele Leoni GIP presso il Tribunale di Forlì, pubblicato a pag. 15 di questo numero). Appare non più rinviabile un intervento del legislatore per correggere questo stato di cose. Lo stesso Ministero dell’Interno - Dipartimento della P. S. - dovrebbe istituire un apposito ufficio per la valutazione e istruzione dei ricorsi da inoltrare sistematicamente in Cassazione. Crediamo anche sia opportuno che vengano rese note le cifre ufficiali dei ricorsi accolti dai Giudici di pace ogni 6 mesi. Intanto nel primo Week-end di giugno, quando l’estate era ancora molto timida, si sono contati 1.013 incidenti con 1.537 feriti e ben 71 morti sulle strade. Loro non potranno più ricorrere a nessun Giudice di pace. |