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Editoriali 04/06/2001

Dieci anni spesi bene

L’ASAPS, fondata nel 1991, ha compiuto 10 anni al servizio della sicurezza stradale.

Editoriale "Il Centauro" - Giugno 2001
Dieci anni spesi bene
L’ASAPS, fondata nel 1991, ha compiuto 10 anni al servizio della sicurezza stradale.    

di Giordano Biserni


Dieci anni sono un traguardo importante per tracciare un bilancio. Dieci anni, 1991-2001, sono un periodo più che sufficiente per la "stagionatura" di un’associazione. Quando nella primavera del 1991 in 16 soci fondatori, tutti appartenenti alla Polizia Stradale di Forlì, Cesena, Ravenna, Faenza e Lugo, depositammo presso un notaio l’atto costitutivo dell’ASAPS, in pochi avrebbero scommesso su questo traguardo, eppure è arrivato. Allora vuol dire che i nostri scopi sociali, incentrati sul perseguimento di una maggiore sicurezza stradale e sul rilancio della professionalità della Polizia Stradale, insieme con i principi di solidarietà, avevano radici solide. Ci costituimmo quando l’insensibilità verso lo stragismo stradale, quello quotidiano, quello del sabato sera, quello verso gli utenti deboli della strada, aveva toccato punte di profondissime apatia. Troppe volte all’alba di una domenica dovevamo avvertire una famiglia che un figlio non sarebbe più tornato a casa. Ci costituimmo quando l’indifferenza verso il ruolo della prevenzione giocato dalla Polizia Stradale e dalle altre forze di polizia aveva raggiunto punte di un tale e sottile cinismo che facevano mettere in dubbio, anche negli anni immediatamente successivi, financo l’esistenza della Specialità. Il CAPS attraversava una profonda crisi, il personale si assottigliava numericamente sempre più, la professionalità calava, i mezzi erano distribuiti col contagocce, le auto di servizio avevano percorrenze medie di 200.000 Km, gli strumenti specialistici erano pochi. Le pattuglie effettuate dalla Stradale, che erano oltre 530.000 negli anni 60, scivolavano sempre più verso quota 400.000! Si pensi che solo nel periodo 1994- 1998 si era passati da 463.799 pattuglie a 405.188. L’organico segnava una carenza cronica di 2.500 agenti. C’era più polizia di servizio allo stadio in 4 ore una domenica, che sulle strade del Paese in una settimana. C’era chi voleva chiudere 80 reparti della stradale su 390 per "razionalizzare"! Per questo decidemmo di rimboccarci le maniche attivando da una parte alcune iniziative tese a migliorare la professionalità degli operatori della Stradale e di quanti operano per la Sicurezza sulle strade. Innumerevoli sono stati gli stampati, le sinossi, i testi che abbiamo distribuito a quanti si associavano. Ciò ci ha fatto apprezzare, ci ha fatto lievitare il consenso, ci ha fatto crescere numericamente in modo esponenziale, tanto da superare oggi abbondantemente i 20.000 associati. Dall’altra parte abbiamo attivato una serie di sinergie col mondo esterno con altre associazioni, come Sicurstrada, l’ANVU della Polizia Municipale, l’Associazione Familiari e Vittime della Strada, poi a seguire col mondo della scuola, della sanità, del volontariato. Abbiamo portato verso quel mondo il nostro contributo di conoscenze tecniche, la nostra capacità di analisi e di proposta, ma ci siamo avvalsi anche del loro contributo di esperienze, di conoscenze. Abbiamo capito che non si poteva continuare a parlare come singoli ma in coro, tutti insieme, sulle cose più importanti. Oggi possiamo dire che qualche risultato si comincia a vedere. C’è una maggiore presa di coscienza della classe politica sul problema sicurezza stradale. Il Parlamento (anche se in modo confuso e spesso contraddittorio), ha iniziato a legiferare su molti aspetti importanti del codice. Ogni anno viene presentata un’esauriente "Relazione al Parlamento sullo stato della sicurezza stradale". L’Europa ci sprona, ci chiede di abbassare del 40% entro il 2010 la cifra globale della sinistrosità. La gente, anche con la spinta dell’informazione, a cui anche noi contribuiamo, (spesso le nostre proposte sono oggetto di dibattito) comincia lentamente a capire che è più pericoloso attraversare la strada per andare in macelleria, che mangiare la carne di un’eventuale mucca pazza. Anche il Dipartimento recentemente sulla spinta del Comitato Nazionale per la Sicurezza, sembra aver preso coscienza di un problema sicurezza stradale che prima aveva sicuramente trascurato o sottostimato. Sono cambiati tutti i vertici del Dipartimento e delle Specialità. Finalmente in 6 mesi sono stati assegnati oltre 1200 uomini e donne alla Stradale, in poco più di un anno è stato pressoché sostituito l’intero parco autoveicoli, le moto stanno iniziando ad essere nuovamente fornite, qualche segnale positivo si sta timidamente vedendo anche sul vestiario. Se è vero, ci sarebbe molto da discutere sui modelli dei veicoli, sulla qualità e quantità di molti capi di vestiario, sulle strutture, su alcune apparecchiature specialistiche. Però ?! Però saremmo disonesti se non dicessimo che qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione. Ci rimane un po’ di apprensione per un progetto di ristrutturazione della Specialità che non è ancora stato varato, e forse lo sarà subito dopo le elezioni, progetto che pur con alcuni aspetti positivi, presenta molte zone d’ombra. Progetto che sicuramente non ha il respiro di una grande e coraggiosa innovazione e reale trasformazione per la quale forse bisognerà attendere tempi migliori. Intanto anche sul versante della dirigenza compartimentale, quella storica, quella tradizionale, assistiamo a un nemmeno troppo lento esodo verso le Questure. Diversi nostri Dirigenti Compartimentali vanno a fare i questori in sede. Questo vuol dire che sanno fare bene anche quel lavoro, probabilmente perché un metodo una scuola come la Specialità sono utili anche sotto questo profilo. C’è da auspicare che tutto questo contribuisca almeno a far crescere una cultura della sicurezza stradale come tassello significativo della sicurezza pubblica intesa in senso complessivo. Il futuro è destinato a scrivere nuove e importanti pagine sul versante della sicurezza, del controllo del territorio, dell’immigrazione nel nostro Paese. Noi continueremo comunque a montare la guardia con determinazione affinché la sicurezza stradale trovi la giusta attenzione nell’agenda politica del Paese. Crediamo molto in quello che stiamo facendo e cercheremo di sfruttare al meglio il patrimonio di consenso e di stima che abbiamo conquistato, spendendolo per una causa giusta.

di Giordano Biserni

Editoriale "Il Centauro" - Giugno 2001
Lunedì, 04 Giugno 2001
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