33 persone, quasi tutte di origine campana, sono finite in
manette dopo 18 mesi di indagini accuratissime, che hanno svelato i meandri di
un disegno criminoso dalle propaggini impensabili. Manette, dunque, ma anche
tante perquisizioni ( Un’opera esemplare, che ha permesso di smascherare anche
alcune talpe tra le forze di polizia: una decina tra poliziotti e carabinieri secondo
l’accusa corrotti, che erano entrati a far parte dell’organizzazione e che
aiutavano dall’interno gli aderenti al sodalizio di delinquenti, divenendo essi
stessi criminali, sono stati identificati e arrestati. Grazie a migliaia di telefonate intercettate e di
altrettante conversazioni carpite dai detective, tutte puntualmente riscontrate
con una serie di operazioni civetta parallele, il cerchio è diventato sempre
più stretto ed alla fine il Pubblico Ministero di Ravenna che ha coordinato le
indagini, la dottoressa Cristina D’Aniello, ha richiesto al GIP del Tribunale
ravennate le misure cautelari: elementi inequivocabili, continue reiterazioni
del reato, rischi di fuga e di inquinamento delle prove, sono solo gli elementi
finali di un resoconto puntiglioso redatto dalla Squadra di PG della specialità
e sottoscritto dal dirigente della Sezione, il dottor Angelo Tancredi. Il GIP
ha letto, ha condiviso la tesi accusatoria ed ha spiccato la massiccia ordinanza
di custodia cautelare. Il gruppo, che aveva istituito la propria base operativa a
Ravenna, aveva ideato un sistema davvero formidabile per gabbare le
assicurazioni: centinaia di costose fuoriserie, comprate grazie a contratti di
leasing sottoscritti a nome di inesistenti imprese edili e rigorosamente
coperte dal rischio furto, venivano denunciate rubate presso vari comandi di
polizia, e dopo aver riscosso i lauti premi delle assicurazioni, tornavano
sulle normali reti commerciali grazie a verbali di rinvenimento redatti dalle
talpe interne alle forze di polizia. Questi atti, però, non venivano trasmessi
alle compagnie assicurative – che avendo ristorato i propri clienti – erano
divenute di fatto proprietarie dei beni a loro insaputa rubati solo sulla
carta: l’esistenza di verbali di rinvenimento consentiva di ottenere la revoca
della perdita di possesso presso il PRA e la cancellazione di targa e telaio
dalla banca dati in uso alle polizie di tutta l’area Schengen. E infatti, “passata la paura”, i costosi veicoli venivano
caricati su bisarche ed esportati all’estero, con profitti di tutto rispetto:
prima il premio dell’assicurazione e poi l’incasso della vendita, senza aver
pagato un euro, visto che l’onere del primo acquisto era tutto rigorosamente
versato dalle ignare società di locazione finanziaria che all’atto di esigere
il pagamento delle rate si vedevano tornare indietro le raccomandate, con
scritto a tergo “società inesistente” o “sconosciuto”. I reati ascritti a carico degli arrestati e dei
denunciati, quasi tutti originari dell’Agro Aversano (Caserta) sono
pesantissimi: associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio ed alla
truffa. Agli uomini ed alle donne del dottor Tancredi, alla
Stradale di Ravenna i complimenti dello staff dell’Asaps. (ASAPS) |
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