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Notizie brevi 05/10/2006

Ravenna, operazione “Potter” della Polizia Stradale - 33 arresti e 60 perquisizioni, 30 veicoli riciclati sequestrati. Indagini da manuale

Distrutta un’associazione a delinquere specializzata in un riciclaggio d’auto tutto particolare



(ASAPS) RAVENNA – La Polizia Stradale ha una struttura investigativa di altissimo profilo, e questo è ormai un dato di fatto. I nostri abituali lettori sanno bene che le Squadre di Polizia Giudiziaria presso i Compartimenti sono formidabili strumenti di contrasto a quella fetta di criminalità organizzata dedita al riciclaggio di veicoli, ai sequestri di persona in scopo di rapina o ai reati contro il patrimonio in genere, frodi assicurative comprese. Tutto fa capo alla Terza Divisione istituita presso il Servizio Polizia Stradale, quindi al ministero dell’Interno. Negli ultimi tempi, però, il vizio dell’indagine è cresciuto anche nelle realtà periferiche, in sezioni, sottosezioni e perfino distaccamenti. L’operazione “Potter”, scattata all’alba del 4 ottobre, è stata condotta dagli investigatori della Polizia Stradale di Ravenna, quindi una piccola Sezione, ed ha permesso di dare scacco matto ad un’agguerrita “consorteria criminale” – tanto per usare uno slang da rapporto giudiziario – specializzata in una particolarissima forma di riciclaggio di auto.

33 persone, quasi tutte di origine campana, sono finite in manette dopo 18 mesi di indagini accuratissime, che hanno svelato i meandri di un disegno criminoso dalle propaggini impensabili. Manette, dunque, ma anche tante perquisizioni (60 in tutto), delle quali una cinquantina presso aziende o imprese collegate al mercato automobilistico, e moltissimi sequestri, in particolare 30 vetture, tutte di alta gamma e tutte risultate puntualmente di provenienza illecita.

Un’opera esemplare, che ha permesso di smascherare anche alcune talpe tra le forze di polizia: una decina tra poliziotti e carabinieri secondo l’accusa corrotti, che erano entrati a far parte dell’organizzazione e che aiutavano dall’interno gli aderenti al sodalizio di delinquenti, divenendo essi stessi criminali, sono stati identificati e arrestati.

Grazie a migliaia di telefonate intercettate e di altrettante conversazioni carpite dai detective, tutte puntualmente riscontrate con una serie di operazioni civetta parallele, il cerchio è diventato sempre più stretto ed alla fine il Pubblico Ministero di Ravenna che ha coordinato le indagini, la dottoressa Cristina D’Aniello, ha richiesto al GIP del Tribunale ravennate le misure cautelari: elementi inequivocabili, continue reiterazioni del reato, rischi di fuga e di inquinamento delle prove, sono solo gli elementi finali di un resoconto puntiglioso redatto dalla Squadra di PG della specialità e sottoscritto dal dirigente della Sezione, il dottor Angelo Tancredi. Il GIP ha letto, ha condiviso la tesi accusatoria ed ha spiccato la massiccia ordinanza di custodia cautelare.

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Il gruppo, che aveva istituito la propria base operativa a Ravenna, aveva ideato un sistema davvero formidabile per gabbare le assicurazioni: centinaia di costose fuoriserie, comprate grazie a contratti di leasing sottoscritti a nome di inesistenti imprese edili e rigorosamente coperte dal rischio furto, venivano denunciate rubate presso vari comandi di polizia, e dopo aver riscosso i lauti premi delle assicurazioni, tornavano sulle normali reti commerciali grazie a verbali di rinvenimento redatti dalle talpe interne alle forze di polizia. Questi atti, però, non venivano trasmessi alle compagnie assicurative – che avendo ristorato i propri clienti – erano divenute di fatto proprietarie dei beni a loro insaputa rubati solo sulla carta: l’esistenza di verbali di rinvenimento consentiva di ottenere la revoca della perdita di possesso presso il PRA e la cancellazione di targa e telaio dalla banca dati in uso alle polizie di tutta l’area Schengen.

E infatti, “passata la paura”, i costosi veicoli venivano caricati su bisarche ed esportati all’estero, con profitti di tutto rispetto: prima il premio dell’assicurazione e poi l’incasso della vendita, senza aver pagato un euro, visto che l’onere del primo acquisto era tutto rigorosamente versato dalle ignare società di locazione finanziaria che all’atto di esigere il pagamento delle rate si vedevano tornare indietro le raccomandate, con scritto a tergo “società inesistente” o “sconosciuto”.

I reati ascritti a carico degli arrestati e dei denunciati, quasi tutti originari dell’Agro Aversano (Caserta) sono pesantissimi: associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio ed alla truffa.

Agli uomini ed alle donne del dottor Tancredi, alla Stradale di Ravenna i complimenti dello staff dell’Asaps. (ASAPS)


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Giovedì, 05 Ottobre 2006
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