Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in
Trattamento
La Legge Finanziaria (http://www.giurdanella.it/mainf.php?id=7610
) prevedeva, all’articolo 90, di introdurre in Italia, così come già
avviene in molti altri paesi, il divieto di vendita e somministrazione di
bevande alcoliche ai minorenni negli esercizi pubblici, nonché il divieto di
vendita e somministrazione di bevande alcoliche nelle aree di servizio
autostradali. I primi sondaggi dimostravano
come la stragrande maggioranza degli italiani fosse favorevole a questo
provvedimento. Il dato di
"Repubblica" è vicino all’ottanta per cento di favorevoli (http://www.repubblica.it/speciale/poll/2006/politica/risultato_alcool.html
): è un dato interessante perchè raccolto su Internet, e quindi, si presume, su
un campione che comprende parecchie persone giovani. Eppure questa proposta di legge
è subito finita "al macero" (http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/finanziaria0609.html
). Qualcuno, in questi giorni,
aveva scritto che introdurre un divieto per legge aumenta i problemi, perchè
crea il fascino del proibito. Seguendo questa logica dovremmo
mandare al macero tutta la nostra legislazione, che è lo strumento utilizzato
da uno stato per regolamentare la vita sociale: se proibisco di guidare
ubriaco, aumentano gli incidenti dovuti all’alcol? Se proibisco di rubare, aumentano
i furti? Se proibisco di uccidere, aumentano gli omicidi?... Il fascino del
proibito. Uno strano modo di ragionare. Il più autorevole organismo
scientifico del pianeta, L’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ragiona
così: "L’aumento
dell’età minima legale per consumare alcol può contribuire a ridurre gli
incidenti stradali alcol correlati, oltre che il consumo di alcol e le morti
alcol correlate" (http://www.alcoldrogalegale.com/salute_21obiettivi%20OMS.htm , alla voce
"strategie proposte"). Vino, birra e altri alcolici in
Italia godono di una protezione mediatica e politica che non ha
eguali, sarebbe bello che qualcuno provasse a fare uno studio su quanto denaro pubblico
viene investito, per esempio, nella promozione del vino (dai fondi europei, a
quelli del Ministero delle Politiche Agricole... fino ai piccoli comuni). Chissà se questi
soldi davvero finiscono tutti alla loro destinazione. Spendiamo un sacco di denaro in
questo modo, e l’OMS ci chiede, come fondamentale obiettivo di salute
pubblica, di lavorare per ridurre i consumi (http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/alcol.asp ): una
bella contraddizione, mi pare. Ogni tanto qualcuno di buona
volontà prova a toccare il Sacro Alcol, con progetti di legge per
proibirne la pubblicità, regolamentarne gli orari di vendita nei locali
notturni... fino a questa Finanziaria. Alla fine vincono sempre gli
interessi economici delle potenti lobbies dei produttori e dei
commercianti di bevande alcoliche. Alla faccia dell’opinione
pubblica, che sarebbe favorevole a questi provvedimenti. Alessandro Sbarbada esperto
Aicat Giordano Biserni |
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