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Editoriali 09/04/2001

Modifiche al Codice: fra tanti dubbi e molte occasioni perse!

Approvata anche la legge quadro in materia di alcol

Editoriale "Il Centauro" - Aprile 2001
Modifiche al Codice: fra tanti dubbi e molte occasioni perse! 
Approvata anche la legge quadro in materia di alcol

di Giordano Biserni


Eppure c’eravamo anche noi dell’A.S.A.P.S., insieme all’Associazione Familiari e Vittime della strada, quel 30 gennaio scorso, sotto la pioggia a manifestare davanti alla Camera dei Deputati a favore dell’approvazione della legge delega per la riforma del Codice della Strada. Un codice che nato solo 8 anni fa sembra già vecchio. Però lette tutte le 9 fitte pagine della legge delega (consultabili sul nostro sito: www.asaps.it) abbiamo subito intuito che qualcosa non quadrava. Ci siamo perciò mossi subito affinché al Senato venissero apportate alcune modifiche, integrazioni e precisazioni. Ma invano. I tempi ristretti per lo scioglimento delle Camere non permettevano riesami e c¹è stato detto: “o bere o annegare”. Per cui, con la tipica fretta di fine legislatura, il provvedimento è stato approvato dal Senato nella stessa stesura della Camera ed è legge. Entro nove mesi il Governo dovrà emettere i provvedimenti di sua competenza per rendere operative le modifiche che riguarderanno un centinaio di articoli. Certo fra le modifiche, sparate sulla stampa come se entrassero subito in vigore, ce ne sono sicuramente di attese e condivisibili, come la patente a punti (con i rischi che però esamineremo), il certificato per i ciclomotoristi minorenni, le disposizioni sulle gare automobilistiche finalmente punite come reato, la scuola guida nelle autostrade e nelle ore notturne, l’ABS e il doppio air-bag obbligatori per tutti i veicoli immatricolati dal luglio 2002, la riduzione dei limiti di velocità di 20 km/h in caso di maltempo, l’obbligo di accensione delle luci anche di giorno per motoveicoli e ciclomotori, la dotazione di giubbetti o bandoliere catarifrangenti da indossare in caso in cui il conducente sia costretto ad uscire dal veicolo in situazioni di emergenza o pericolo, provvedimenti contro le manomissioni dei ciclomotori. Fra le altre misure ne sono state approvate alcune di cui non si sentiva uno spasmodico bisogno, come la personalizzazione delle targhe o la possibilità di trasportare un secondo passeggero per i ciclomotoristi maggiorenni.
Ma vediamo quali sono, secondo noi, i dubbi che creano perplessità e quali le occasioni perse. Partiamo subito dalla patente a punti. La legge in proposito è poco chiara, puntualizza che ogni patentato sarà inizialmente dotato di 20 punti. Ogni infrazione - dice la delega al punto pp) 2 - per la quale “ai sensi dell’attuale formulazione del citato art. 129 comma 1, del nuovo codice della strada, è prevista la sospensione della patente già alla prima violazione (quelle più gravi) comporta la sanzione della sottrazione di dieci punti". Si tratta delle ipotesi di superamento del limite di oltre 40 km/h, di inversione di marcia in autostrada, di guida in stato di ebbrezza ecc. Per le ipotesi per le quali oggi è prevista la sospensione della patente alla seconda violazione (come la mancata precedenza) verranno tolti 5 punti. La violazione di una delle restanti norme del titolo V° comporterà la sottrazione da 1 a 4 punti. Tenuto conto che la delega darà la possibilità di recuperare 6 punti nei tre anni, con l’apposita frequenza di non meglio definiti corsi di "aggiornamento" presso una scuola guida, è facile immaginare che là dove oggi era sufficiente una violazione grave per il ritiro immediato del documento di guida, domani saranno necessarie probabilmente almeno 2 violazioni o addirittura 3 se nel frattempo ci si sarà "aggiornati". Per le violazioni che oggi facevano scattare il ritiro alla seconda infrazione, domani se ne dovranno commettere almeno 4 o forse 5. Non male! Temiamo che appena il patentato (però per i neo patentati nei primi 5 anni i punti tolti saranno doppi), avrà capito il funzionamento potrà solo rallegrarsene. Se questa modifica voleva avere effetti dissuasivi doveva mantenere, in una sorta di doppio binario sanzionatorio, il ritiro immediato della patente almeno per le sanzioni più gravi che abbiamo citato, questo in un Paese che conta ancora 7.000 morti l’anno in incidenti stradali. Fatichiamo anche a comprendere con quali sistemi si effettueranno i controlli sull’osservanza dei limiti massimi di velocità delle autostrade e strade principali extraurbane, diminuiti di 20 km/h in caso di precipitazioni atmosferiche, vista la pratica impossibilità di far osservare i limiti ordinari o quelli abbassati a 50 km/h in caso di nebbia. C’è da domandarsi poi anche perché per l’organizzazione dei corsi per conseguire il certificato di idoneità dei ciclomotoristi sia destinato il 7,5% dei proventi delle sanzioni pecuniarie spettanti ai soli organi dello Stato, e non anche quelli spettanti alle amministrazioni comunali, dall¹intensa attività delle polizie municipali, visto che serviranno a formare un conducente tipico da area urbana. Sarà forse la solita furbata degli amministratori dei comuni? Ci ha stupito anche il silenzio delle rappresentanze di categoria degli autotrasportatori sulla previsione della sanzione del fermo amministrativo per i veicoli di massa complessiva superiore a 3,5 t. per la violazione delle norme del titolo V° (quindi anche la banale dimenticanza dei documenti di guida) subordinando la revoca del fermo amministrativo al pagamento della sanzione pecuniaria, ovvero alla prestazione di una garanzia.
A prescindere dai dubbi di legittimità costituzionale per la disparità di trattamento fra cittadini italiani patentati, forse nel trasporto non ci si è resi ben conto delle conseguenze che ne deriveranno. Volendo poi passare, per ragioni di spazio, alle occasioni perse con questa legge delega, non possiamo non evidenziare subito il rifiuto del Parlamento dell’ipotesi (sostenuta anche dal nostro Dipartimento della P.S.) del sistema dei controlli elettronici a distanza della velocità per le autostrade e superstrade. In pratica un sistema di telecamere che nelle 24 ore riprendono il traffico in più punti, rilevano la velocità dei veicoli e la loro targa, per poter garantire agli emuli di Schumacher non l’impunità come oggi, ma la quasi certezza della sanzione.
Si è invocata la violazione della privacy (una vera foglia di fico) per respingere questa proposta. E pensare che in ogni banca e supermercato siamo ripresi da decine di telecamere che in questo caso, però, non suscitano soverchie reazioni. Tutto questo accade in un Paese nel quale la violazione dei limiti di velocità è sistematica e nel quale, secondo una nostra precisa inchiesta promossa sulla base dei dati di Quattroruote, (vedi comunicato a seguire) su 2.236 veicoli omologati e venduti, ben 309 superano i 230 km/h, e ben 123 addirittura i 250 km/h. Attenzione le Ferrari sono solo 7. La maggior parte sono berline di lusso, specie straniere, specie tedesche. Una seria modifica al codice avrebbe dovuto prevedere poi una sanzione più elevata delle previste 63.000 per chi usa il cellulare alla guida, specie viaggiando a 150-180 km/h in un¹autostrada. Nel finale di legislatura il Parlamento ha poi approvato la legge quadro in materia di alcol che non ha avuto la dovuta pubblicità. La nuova legge prevede che il Governo (entro 3 mesi) abbassi il limite alcolemico dagli attuali 0,8 g/l a 0,5 g/l come nella maggior parte dei paesi europei. Viene poi previsto il divieto di vendita degli alcolici al banco negli autogrill delle aree di servizio dalle 22 alle 6 e il divieto di pubblicità degli alcolici in Tv negli orari destinati alla visione dei ragazzi. Ottimi provvedimenti, finalmente. Anche in questo caso non si è avuto però il coraggio di adottare il provvedimento forse più efficace, cioè il divieto di vendita degli alcolici dopo un certo orario, esempio le 1 o le 2 di notte, in tutti i locali. Non è chiaro neppure il motivo che ha indotto il legislatore ad eliminare dall’art. 186, comma 4, la parole: “in caso di incidente o”, rimanendo così la possibilità di controlli alcolemici solo “quando si ha motivo di ritenere che...”. Insomma dall’esame complessivo delle modifiche approvate sorge netta la sensazione che le varie lobby degli interessi economici da tutelare abbiano fatto la loro parte. Ci dobbiamo fermare qui, anche se le cose da dire sarebbero ancora tante, ma lo spazio stringe. Se dovessimo dire in una parola se nel complesso la legge delega ci soddisfa, la risposta sarebbe semplice. No.


di Giordano Biserni

Editoriale "Il Centauro" - Aprile 2001
Lunedì, 09 Aprile 2001
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