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Editoriali 20/12/2000

Un 25 dicembre di pattuglia Bianco - celeste Natal

Editoriale "Il Centauro" - Dicembre 2000
Un 25 dicembre di pattuglia
Bianco ‹ celeste Natal

di Lorenzo Borselli


Quelle macchie bianche che vestono l’Appennino in questa sera d’inverno, tra le luci sgargianti dei cortili delle case lungo il nastro scuro dell’autostrada, riverberano la luce crepuscolare e fantastica del tramonto, mentre la bora gelida, che la montagna ti fa scivolare addosso quando scendi dalla macchina, ti sveglia all’improvviso. Corre la macchina verso nord, corre la lancetta dell’orologio. Passano, tutti frettolosi, sulla tangenziale della festa a casa, mentre le vetrate delle cucine si appannano e tradiscono la privacy di gente allegra che festeggia, mentre due bambini imbacuccati sul terrazzo di quella casa, al 278 brandiscono alla luce ormai notturna una stella di scintille, come per salutare i viandanti in ritardo sulla via di casa. Suonano le campane del paese, che nel silenzio di una sera d’inverno per niente trafficata riesci a sentire nonostante i finestrini chiusi e la ventola del riscaldamento a tutta birra, nonostante la velocità con cui sfrecci davanti alla collina sacra al paese. C’è un altro incidente lassù, ma niente sirena stasera. Un po’ perché in strada non c’è nessuno, un po’ perché ti riguardi a turbare la festa di quei fortunati. I cattivi pensieri stasera li tieni tutti per te. Ti dicono che è grave e corri. Speravi in qualcosa di diverso, una ragazza in panne, un piccolo sbandamento, un motore fuso. Invece arrivi e ti trovi davanti quella cuspide distrutta, con il pulmino demolito. Scendi come al solito pieno di adrenalina, col cuore in gola perché non sai mai quello che trovi quando scendi, mentre la collega apre veloce un pacco di torce e le accende. Nella notte di Natale le stelle dei bambini illuminano la felicità dell’attesa per i regali, della famiglia finalmente riunita: nella notte di Natale le torce in autostrada illuminano la via drammatica dell’incidente. Solo qualche graffio, per fortuna. L’ambulanza riparte con i lampeggianti spenti: buon segno stavolta. Sgomberi e riparti, ti riavvicini alla caserma, dove i colleghi che come te vengono da lontano ti aspettano per stappare una bottiglia e farti mangiare una fetta di panettone. E’ così che passi un Natale dietro l’altro, un capodanno dietro l’altro. Oddìo, non che il lavoro sia diverso da quello degli altri giorni, ma ti senti quasi in dovere di non sciupargliela quella festa. E allora cerchi di fare il tuo dovere, ma senza strafare. E’ più forte di te. Ti prodighi per quel signore un po’ anziano rimasto senza benzina, in ritardo per la cena a casa dai figli, e porti il caffè al casellante di quella stazioncina isolata. Natale in pattuglia. Quando la gente ti guarda e ti sorride, almeno una volta l’anno, mica capisce che sei lì a vegliare su di loro, mica capisce che a stare lontani dalla fidanzata anche in quel giorno così importante oltre che tutto l’anno, non è un divertimento... Certo, scelta tua, ma insomma... E sì che stasera è andata bene finora. Niente discussioni con i "lei non sa chi sono io", niente multe salate. E’ vero, qualcuno senza cintura lo hai mandato via, senza scrivere verbali, ma il sorriso di ringraziamento ti ha fatto capire ancora una volta che non hanno capito niente: sono ancora convinti che gli hai fatto un regalo a non macchiare il modello 352 con la tua penna a sfera; sono convinti che gli hai fatto risparmiare qualche foglio da diecimila lire; mica lo sanno che forse, almeno per quel piccolo pezzo di strada in cui sono alla portata della tua vista prima di sparire ai tuoi occhi e slacciarsela nuovamente, gli hai salvato la vita. Mica lo sa quella ragazzina di 16 anni che a farle allacciare il casco la vita gliel’hai salvata di sicuro. E quello che si ferma per dirti Buon Natale e la cintura non l’aveva? Glielo dici? Si offenderà, ti prenderà per il solito ignorantotto che fa così perché ha la divisa e deve farla valere a tutti i costi, anche con lui che pure è stato così educato? O ti ringrazierà? Decisioni, sempre decisioni. Eppure vanno prese, e in fretta. Come quella volta, quando per l’ultimo dell’anno la Rai arrivò in autostrada a riprendere gli Angeli al lavoro e tu fermasti una macchina per riempire la cassetta del cameramen... "Soffi qui, è per far vedere alla gente come lavoriamo, al Tg...". Forse avresti dovuto prevederlo dalla faccia mica tanto convinta di quel ragazzo, che dopo aver soffiato pensò a uno scherzo, quando sul display dell’etilometro apparve un valore di 1.70, mentre la giornalista si avvicinava quatta quatta pronta all’azione, e tu, malgrado San Silvestro che arrivava, lo mandasti a piedi al veglione. E insomma, via... Pensa all’oggi, pensa al domani, hai fatto quasi mezzanotte. Ecco ora in autostrada non c’è proprio più nessuno. Deserto, ma deserto tranquillo, non come quel sinistro silenzio che ti viaggia alle spalle e ti raggiunge quando dietro a te succede il finimondo e ti si blocca il traffico. Silenzio di pace, mentre la campana della collina sacra al paese comincia a suonare forte. Non batte le ore ora, è Natale. E allora buon Natale collega, fermati un po’ e godiamoci il panorama della città che si rilassa, che per una notte cercherà di staccare. Noi... Va beh, sarà per il prossimo anno.


di Lorenzo Borselli

Mercoledì, 20 Dicembre 2000
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