LA PROVINCIA DI COMO Pier Carlo Batté WALL STREET ITALIA Droga, consensi e ironie su test
Casini per parlamentari
Fiorello: perche’ io, Lapo e tanti sportivi messi in croce? (ANSA)- ROMA, 11 OTT- Ampi consensi nell’opposizione,
tutti contrari nella maggioranza: e’ la risposta alla proposta Casini di un
test antidroga per i parlamentari. Molti preferirebbero che la prova fosse
volontaria per tutelare la privacy, come Fini e Casini. ’Facciamo il test
dell’etilometro a chi esce dalle buvette delle Camere’, ironizza il ministro
per la Solidarietà Ferrero. (*) ’I politici sono stati tutelati - attacca
Fiorello - Ma come mai io, Lapo e tanti sportivi siamo stati sbattuti in prima
pagina?’. (*) Nota: l’idea di sottoporre alla misurazione
dell’alcolemia i parlamentari è accattivante, ma accettabile solo nell’ambito di
uno scherzo televisivo. Il protocollo d’intesa Stato-Regioni che ha fissato le attività lavorative a rischio per le quali e fatto divieto si assumere o somministrare alcolici non contempla senatori e deputati. L’incolumità e la sicurezza verso terzi è intesa solo come rischio di infortunio e non come responsabilità nelle proprie mansioni e nella capacità decisionale. Peccato. VIRGILIO NOTIZIE TOSCANA/ UN REALITY SHOW PER CHI NON BEVE ALCOOL IL SABATO
SERA In 7 discoteche anche premi per
chi rimane sobrio e poi guida
Firenze, 11 ott. (Apcom) - Rinunciare all’alcool il sabato
sera in cambio della possibilità di partecipare ad un reality show: è la
proposta lanciata ai giovani dalla Regione Toscana con il nuovo progetto
’Divertimento Sicuro 2006’ ed il gioco ’Il Pilota’. Secondo una recente
indagine, sette ragazzi su dieci, frequentatori abituali di discoteca, hanno
detto che sarebbero pronti a rinunciare a bere per tutta la notte pur di
vincere un premio importante o avere la possibilità di partecipare a un reality
show: così potranno partecipare al programma, in onda il martedì e il giovedì
sul canale satellitare Play Tv (e sul sito www.ilpilota.it), tutti coloro che
in ciascuna serata decidono di non bere e di riaccompagnare a casa gli amici.
Le selezioni si svolgeranno in sette discoteche toscane, con interviste ai
candidati nell’apposito video box che verrà allestito. All’uscita del locale il
concorrente sarà sottoposto alla prova dell’etilotest e potrà proseguire il
gioco nella fase televisiva propriamente detta solo se risulterà sobrio. I piloti che si aggiudicheranno il maggior numero di voti
tramite Sms verranno ammessi alla finale in onda il 16 dicembre e si
contenderanno i premi in palio: un’automobile, un motorino, un weekend per due
persone in una capitale europea. "Né prediche né lezioni a tavolino
potranno convincere i giovani a comportamenti corretti - ha spiegato
l’assessore regionale alla salute Enrico Rossi, che con l’assessore fiorentino
Graziano Cioni ha presentato oggi l’iniziativa nel corso di una conferenza
stampa - l’importante è parlare a questi ragazzi con il loro linguaggio,
scendendo sul loro terreno e facendo passare un messaggio di salute, spesso di
vera e propria salvezza, attraverso mezzi sintonizzati con l’universo giovanile
della comunicazione. Se ne basta uno sobrio per salvarne tanti agiamo su questa
leva, sul pilota, per raggiungere un numero sempre più ampio di persone che via
via si sensibilizzeranno".
Giovani, l’alcol diventa un killer
Incontro in Provincia con gli studenti. Forniti i
dati degli incidenti provocati dall’ebbrezza Aperitivo con gli amici, l’assunzione di superalcolici e
poi via di corsa in auto a caccia di un divertimento giovane. Una serata come
tante altre, secondo il solito copione del week-end. E invece, no, un incidente
stravolge l’esistenza. Non c’è rewind come nei film. La vita è diversa.Lo
vogliono far capire attraverso metafore agghiaccianti i relatori ospiti nella
sede della Provincia per offrire agli studenti delle superiori un quadro reale
quanto sconvolgente degli incidenti stradali. Rimane freddo e impettito e parla
con il linguaggio dei giovani, l’ispettore capo, responsabile dell’ufficio
infortunistica della Polizia stradale, Bruno Chiggiato. «La strada - questo la
tragica verità - non è la pista delle moto gp della Playstation. Al game over o
non ci siete più o avete ucciso qualcuno». Il
monito che arriva non riguarda soltanto l’alta velocità, ma l’assunzione di
alcol, dato che oltre il 70% degli incidenti stradali è causato dall’assunzione
di questa sostanza che rientra a pieno titolo nel circolo delle dipendenze,
come lo è il fumo, l’eroina e la cocaina. Una sostanza che viene completamente
metabolizzata solo a partire dai 18-20 anni.Tra i 15 e i 24 anni la principale
causa di mortalità tra i maschi della provincia di Pordenone è dovuta a
incidenti stradali. Tuttavia, va sottolineato che è in aumento l’abuso di
sostanze alcoliche anche tra le femmine. Da un anno a questa parte in tutti gli
incidenti stradali o sul posto o, in alternativa, all’ospedale, viene
verificata la presenza dell’alcol nel sangue e, in molti casi, anche nelle
urine. Rispetto agli anni passati si registra un più 15 per cento di incidenti
provocati da ebbrezza alcolica. In
Italia sono circa 8 mila i morti sulle strade causati dall’alcol. Ma non c’è
solo la morte. Spesso infatti ci si dimentica dell’invalidità permanente, vale
a dire una vita rovinata per sempre. Ed è senza ombra di dubbio un altro dato
da non sottovalutare.In Friuli Venezia Giulia dal 1991 al 2000 sono stati
registrati 59257 incidenti e 80382 feriti, mentre 2084 i decessi. Dal 1991 al
2002 secondo i dati presentati dall’Azienda sanitaria i sinistri sono saliti a
11093 di cui 25 per cento nel solo capoluogo. Numeri
da paura che dovrebbero far riflettere chiunque giri la chiave della propria
auto, se pensiamo che ogni mille incidenti, le statistiche parlano di
42,6morti. Ed è proprio sul fronte mortalità, che Pordenone supera tutte le
altre province. Vanno ad incidere sulle cause, l’abuso di alcol, ma anche
l’inosservanza del codice della strada, la stanchezza, il mancato utilizzo dei
dispositivi di sicurezza. «Ora
è la società che deve fare un salto di qualità - ha affermato Silvana Widmann
del Dipartimento di prevenzione dell’Ass6 - affinché tutti noi siamo
responsabili della nostra vita e di quella degli altri. L’alcol, come si pensa
non colpisce in primis il fegato, ma incide pesantemente sulle cellule
cerebrali, ha un’azione diretta sui neuroni. A poche dosi ha un effetto euforizzante,
ma se si eccede, influisce nella coordinazione dei movimenti, sullo stato
psico-fisico del soggetto». Il
consiglio di bere moderatamente, (*) dunque, è inevitabile. Ma cosa
precisamente significa? «Uno o due bicchieri al pasto per un uomo adulto -
spiega Widmann - al massimo due bicchieri al giorno per una donna, in quanto
non possiede un enzima a livello epatico». Divieto assoluto di assunzione di
alcol in gravidanza e durante l’allattamento. Sara
Carnelos (*) Nota: sbagliato! Il consiglio è di non bere nessun alcolico soprattutto prima di mettersi alla guida. IL GAZZETTINO (Pordenone) L’INIZIATIVA Etilometri elettronici ai ragazzi
delle quinte classi superiori
Avranno uno strumento in più per misurare il proprio grado
di consapevolezza nell’affrontare la strada dopo aver bevuto un drink, gli
studenti delle classe quinte degli istituti superiori, grazie alla consegna di
etilometri elettronici avvenuta ieri in Provincia alla presenza dell’assessore
Giancarlo Ossena, che ha portato avanti un progetto della Lega nord iniziato da
Marco Pottino. Gli studenti, inoltre, sono chiamati alla realizzazione di spot
che vedono come focus la prevenzione di incidenti stradali e che andranno in
onda sulle emittenti locali. Il
rischio maggiore che si corre lungo le strade è la guida in stato di ebbrezza,
tanto che la concentrazione massima di alcol nel corpo si ha dopo 30-50 minuti
dall’assunzione. La legge italiana prevede il limite di 0,50 grammi/litro, ma
già a 0,30 ci sono degli effetti anche se non manifesti. Da 0,30 a 0,50 si nota
una certa disinibizione, mentre da 0,50 a 0,80 è evidente un’alterazione nella
coordinazione dei movimenti e un peggioramento dello stadio di ubriachezza che
può sfociare nel coma. L’etilometro misura dopo averci soffiato dentro il tasso
alcolico presente nel sangue. Due sono le prove che vengono effettuate a meno
di cinque minuti di distanza sul posto una volta fermati dalle forze
dell’ordine, oppure in ospedale. Se il tasso alcolico è fuori dagli standard
stabiliti, si subisce una denuncia penale e la sospensione della patente di
guida. Inoltre, si viene sottoposti a una visita da una commissione medica
locale entro 60 giorni. Se il risultato è inferiore a 0,50 grammi/litro viene
restituita la patente, altrimenti sono necessarie nuove verifiche e i tempi per
poter rimettersi alla guida inevitabilmente si allungano. S.C. LO STUDENTE «Molto spesso i ragazzi bevono troppo per sentirsi un po’
diversi e superiori agli altri. Si esagera con l’alcol quando non ci si sente
soddisfatti. O magari pronti o preparati per certe sfide. E per
"competere" quando si è in compagnia. Per questo motivo le iniziative
e le giornate contro l’abuso di bevande alcoliche organizzate dentro le scuole
servono sempre moltissimo». Iacopo Chiaruttini ha vent’anni ed è ormai un ex
studente delle scuole superiori che ha lasciato l’anno scorso. Ma lui, quando
era uno dei rappresentanti dell’istituto pordenonese per geometri "Sandro
Pertini" di giornate contro l’abuso di alcol tra i giovani ne ha
organizzate più di una. «Bisognerebbe
- aggiunge il giovane - però organizzare manifestazioni simili non solo nelle
scuole, ma anche nelle discoteche, negli oratori e nei centri di aggregazione
dove i giovani si ritrovano nel loro tempo libero. La mia esperienza di
rappresentante di un istituto superiore mi ha insegnato che iniziative come
quella degli etilometri hanno un grande significato e servono molto. Spesso,
tra i ragazzi, c’è molta disinformazione: non si sa qual è il limite oltre il
quale non si può andare e non si conoscono gli effetti devastanti che può avere
la sbornia del fine settimana». IL BARISTA «La passione per lo sprtiz» «Bevono, eccome se bevono. Ragazzi e ragazze in eguale misura, senza distinzioni tra sesso. Direi che prediligono lo spritz, è la loro bevanda preferita; ma non disdegnano nemmeno i cocktail, anche quelli con superalcolici». Piero Cattaruzza è il gestore dello storico Caffè Nuovo di piazzetta Cavour, a Pordenone: nel suo bar sono passate generazioni di pordenonesi che, asserisce, «bevevano certamente meno di quanto facciano i giovani di oggi, e certamente le donne che chiedevano vino o superalolici erano una rarità. Adesso è tutto diverso». Quello di Piero Cattaruzza è sicuramente un osservatorio privilegiato per capire il fenomeno dell’abuso di alcol, ma il barista spiega che «gli eccessi da noi sono comunque una rarità. È difficile vedere ragazzi ubriachi o alticci che poi si mettono in auto. Se bevono lo fanno quando poi sanno che potranno rimanere seduti al bar per alcune ore». Pochi anche i tentativi di under 16 che tentano di aumentarsi l’età per poter bere uno spritz piuttosto che un gin-tonic. «Certo, c’è anche chi arriva la mattina e vorrebbe bere vino. Ma se ho dubbi sugli anni che dichiarano di avere e non hanno documenti, certamente da bere non glielo concedo nel modo più assoluto». LA PROVINCIA DI LECCO Alcol e alta velocità: ora scatta l’offensiva Firmato il
progetto chiamato «Valmadrera e Malgrate sicure» Previsti per i vigili nuove
auto e altri strumenti di controllo VALMADRERA «Valmadrera e Malgrate sicure» è il titolo del progetto che vede nuovamente alleati i due Comuni per dichiarare guerra anzitutto all’alta velocità e all’abuso di alcol sulle strade, ma anche alla microcriminalità. L’accordo è stato firmato dai sindaci Mario Anghileri e Gianni Codega: si attende ora il sì della Regione a una quota del finanziamento. Il piano è stato suddiviso in quattro sottoprogetti grazie ai quali, spiegano i sindaci: «Si pensa di raggiungere gli standard ottimali per lo svolgimento dei servizi necessari alla cittadinanza: sostituzione delle auto della polizia locale complete di allestimento e attrezzature per i servizi di controllo stradale; dotazione di strumenti di autodifesa per gli agenti; strumentazione per garantire la sicurezza stradale; ammodernamento tecnologico per la gestione dell’ufficio e delle comunicazioni». Per quanto riguarda le auto, attualmente il comando di Valmadrera ne ha solo due, di cui una «difficilmente impiegabile per servizi di polizia stradale» in quanto ha già percorso 164.192 chilometri ed è «evidente il deperimento»; la seconda ne ha 98.800 e viene quotidianamente usata. «La sostituzione delle macchine risulta essenziale» secondo i sindaci, che affermano: «Valmadrera e Malgrate sono percorse da strade di notevole importanza, come la Sp 639 di comunicazione tra Milano e la Valtellina, la Sp 583 Lecco-Bellagio su cui la contemporanea presenza di veicoli pesanti e di motocicli comporta spesso incidenti di notevole gravità, quando non mortali: la mancanza di strumenti adatti per la rilevazione non consente oggi ai nostri agenti lo svolgimento di questa mansione». Nei due comuni «ricorrono, inoltre, lamentele per furti nelle abitazioni e atti di vandalismo, ma il comando di Malgrate non è dotato di attrezzature per autodifesa». Entrambi i comandi intendono dotare «ogni agente di manette e giubbotti antiproiettili necessari per intervenire in caso di reati e per tutelarsi durante i posti di controllo e di blocco». Inoltre, specie nei fine settimana le zone montane sovrastanti Valmadrera e la zona lago vengono «invase da centinaia di turisti e sempre più frequenti risultano i furti di auto o di oggetti negli abitacoli». Per di più la zona a lago di Malgrate conta «numerose attività commerciali: pub, ristoranti e pizzerie frequentati specie la sera, con conseguenti lamentele per schiamazzi, disturbo della quiete e parcheggi irregolari». Patrizia Zucchi IL QUOTIDIANO.IT Giro di vite per bar e ristoranti
mascherati da circoli privati
ASCOLI PICENO - Appello della Confcommercio ai sindaci
della provincia perché effettuino un controllo più puntuale. In questa era di liberalizzazioni che sta inevitabilmente
interessando anche i settori del commercio e del turismo, sembrerebbe che si
stiano amplificando certi casi di abusivismo commerciale, alla luce di una
incomprensibile tolleranza, instauratasi di fatto nei confronti di quanti non
rispettano le norme e le regole, pur ancora a tutti gli effetti vigenti. E’ il caso ad esempio dei CIRCOLI PRIVATI che, spuntati
come funghi negli ultimi anni, anche in tante realtà della provincia di Ascoli
Piceno, sono ormai divenuti, in buona parte, bar e ristoranti fruibili da tutti
e non dai soli soci come dovrebbero, determinando l’esercizio di attività
imprenditoriali in frode alle leggi. Infatti i Circoli Privati si differenziano dai pubblici
esercizi, come ben noto, in quanto sono costituiti non in forma di impresa come
questi ultimi, bensì in forma di associazioni non riconosciute, senza scopo di
lucro. Pertanto, se ai pubblici esercizi può accedere chiunque indistintamente,
ai circoli può accedere solo chi è socio. Inoltre i circoli privati sono assimilati agli esercizi
pubblici solo per gli obblighi inerenti alle normative igienico sanitarie e di
vendita di alcolici (*) ma gli stessi, in particolare, devono essere ubicati
all’interno delle strutture adibite a sede del circolo e non devono avere
accesso diretto da strade, piazze ed altri luoghi pubblici. Ne tanto meno
all’esterno possono essere apposte targhe, insegne o altre indicazioni che
pubblicizzino le attività di somministrazione esercitate all’interno. Ma tutto questo sembrerebbe spesso superato, da alcuni
circoli, che esercitano l’attività di ristorante e di bar, aperti a tutti, con
ingressi in qualche caso anche nella pubblica via e con tanto di insegne
pubblicitarie all’esterno. Per tentare di arginare l’attività abusiva di quanti, in
barba alle leggi, esercitano una concorrenza sleale nei confronti delle imprese
regolari, mascherando una attività economica di pubblico esercizio con quella
di associazione non riconosciuta, con tutto ciò che ne consegue, la
Confcommercio provinciale con una circostanziata nota a firma del presidente Benito Calvaresi e del direttore Giorgio Fiori, ha rivolto un appello
ai Sindaci della provincia Picena affinché effettuino un controllo più puntuale
di tutti i Circoli Privati censiti nei loro territori, adottando i previsti
provvedimenti sanzionatori, nei confronti di quanti, se del caso, eludano la
legge. “Certo - sottolinea Giorgio
Fiori- non si deve generalizzare poiché oltre agli
abusivi esistono tanti circoli regolari che assolvono spesso anche ad una
funzione sociale ma, un giro di vite si rende indispensabile nei confronti
degli abusi poiché non è assolutamente tollerabile che sussistano certi
privilegi tra cui anche quello dell’ultima ora di poter somministrare
legittimamente alcolici a chicchessia e non ai soli maggiorenni, come previsto
dalla Finanziaria in atto, per tutti i bar impresa” (*) Nota: questa norma è molto importante. Nel breve periodo in cui sembrava dovesse entrare in vigore il provvedimento che vietava la somministrazione e vendita di alcolici ai minorenni c’era già chi pensava che la legge potesse essere aggirata nei circoli privati. LA PROVINCIA DI COMO Controlli
nel fine settimana Sequestrate cinque patenti Si è concluso con cinque arresti e tre denunce a piede libero un servizio di controllo del territorio coordinato, nel fine settimana, dal comando regionale dei carabinieri. Una quarantina di militari della compagnia di Como hanno battuto a tappeto strade e Comuni della provincia procedendo all’identificazione di 143 persone e al fermo di circa 90 autoveicoli. Posti di blocco e di controllo, verifiche all’interno di locali pubblici, perquisizioni da Erba a Como. Il bilancio è quello tipico di questo genere di servizi, per certi versi un piccolo spaccato dei week-end lariani, con l’inevitabile corollario di ubriachi e "fracassoni". Così, accanto a due segnalazioni di altrettanti consumatori di stupefacenti (la legge impone una comunicazione in prefettura), nel giro di poche ore sono state inoltrate due denunce per guida in stato di ebbrezza, sono state ritirate cinque patenti, sono stati bruciati 45 punti di abilitazione alla guida. In tutto sono 21 le contravvenzioni al Codice della strada, per un totale di circa 650 euro. Gli arresti, invece, riguardano essenzialmente violazioni della legge Bossi Fini sulla immigrazione clandestina, e sono stati eseguiti per la maggior parte dai militari della stazione di Erba. Si tratta di cittadini di passaporto siriano e tunisino, tutti tra i venti e i trent’anni, che in qualche caso - cinque appunto - sono risultati essere già oggetto di provvedimenti di espulsione cui si erano ben guardati dall’ottemperare. Una denuncia riguarda un comasco di 39 anni, già noto alle forze dell’ordine per reati connessi soprattutto agli stupefacenti; è stato fermato nel corso di un controllo in via Pio XI, a Sagnino. Nascondeva un coltello a serramanico, ed è stato inevitabilmente denunciato, sia pure a piede libero, per porto abusivo d’arma da taglio. Altri, invece, sono stati semplicemente denunciati: hanno un foglio di via cui dovranno adeguarsi rapidamente. I cosiddetti servizi coordinati di controllo vengono organizzati ciclicamente a scopo preventivo. Preoccupano, storicamente, rapine e, soprattutto, furti in abitazione, i principali fenomeni che giustificano questo genere di servizio. Altri "coordinati" saranno effettuati nelle prossime settimane anche nei territori di competenza delle altre compagnie comasche, quella di Menaggio e quella di Cantù LA REPUBBLICA Dalla
cella, Dembelé Garra, 20 anni, attaccante ex Auxerre respinge le accuse Era in
Italia alla ricerca di un ingaggio. Stava facendo dei provini Roma arrestato calciatore francese "E’ lui lo stupratore di
piazza Navona" Il giorno dopo l’abuso nei bagni
di un esclusivo locale della capitale nuova violenza di gruppo, la quarta in 3
giorni: arrestati due romeni ROMA - Il presunto stupratore della studentessa americana
aggredita la notte scorsa nei bagni di un locale vicino a piazza Navona è un calciatore francese, ex
attaccante nell’Auxerre, squadra di serie A transalpina. Dembelè Garra, 20
anni, era a Roma perchè la settimana scorsa aveva sostenuto un provino alla
Cisco Roma, la terza squadra della capitale che milita in C2. E’ stato
arrestato nella notte dagli agenti della Squadra mobile vicino alla stazione
Termini: era diretto verso il nord Italia dove aveva appuntamento con altre
società sportive: dopo che l’Auxerre aveva rescisso il suo contratto per motivi
disciplinari, Garra stava cercando un nuovo ingaggio. Quest’estate aveva fatto
un provino anche con la Lazio e un paio di settimane fa era stato esaminato da
due società in Inghilterra. Nuova violenza su una romena. Intanto a Roma si è consumata la
quarta violenza sessuale in tre giorni. Un gruppo di cinque romeni ha
violentato una connazionale di 38 anni aggredita in uno stabile abbandonato di
viale della Primavera, alla perfieria della capitale. I carabinieri hanno
arrestato due dei violentatori, di 20 e 34 anni. Sono stati fermarti vicino
alla stazione Tiburtina.
IL MESSAGGERO Quegli angoli bui nel triangolo delle bevute Tra birrerie e club esclusivi per clienti danarosi, la
doppia vita notturna della Capitale di PAOLO POGGIO (*) Nota: quello che ha reso il locale più alla moda di Roma pericoloso come un vicolo buio della Capitale è stato l’alcol. L’effetto degli alcolici non dipende dal luogo dove si bevono. L’unica differenza sta nella visibilità. Quando accadono incidenti o aggressioni in eventi o locali alla moda vengono sottaciuti o attribuiti a persone che non hanno niente a che fare con quell’ambiente. IL SECOLO XIX Sta meglio l’uomo colpito dal fratello con una martellata L’aggressore resta in carcere
Silvano d’Orba. In paese il tragico episodio del giovane
colpito con una martellata in testa dal fratello minore, accaduto domenica sera
in una villetta di via Cesare Pavese 12, alla periferia di Silvano d’Orba, è
oggetto di discreti commenti. La gente sembra non conoscere bene i Gualco, e
sopratuttto particolari sulla vita dei componenti la famiglia. «Non
partecipavano molto alla vita sociale, forse anche perchè abitano fuori» si
limitano a dire alcune donne impegnate a discutere davanti a un negozio. Due fratelli che bisticciano per l’ennesima volta. Perchè
uno, Roberto 38 anni, ha problemi di etilismo e non lavora, poi l’altro,
Alessandro, 37 anni, agguanta un martello a portata di mano e lo colpisce alla
testa fratturandogli la cassa cranica. Sembra comunque, pur rimanendo critiche
le sue condizioni e la prognosi riservata, che ci sia stato ieri un lieve
miglioramento. «Da fonte attendibile - conferma il parroco don Sandro Cassulo -
ho saputo che le condizioni generali di Roberto starebbero migliorando».
Sarebbe auspicabile per lui e anche per Alessandro che, a causa del gesto
disperato compiuto, è ora rinchiuso nel carcere di Alessandria con l’accusa
provvisoria di lesioni personali aggravate. «Carità cristiana - aggiunge il
Parroco - per tutti. Per chi ha sbagliato e chi ha subito. Quello che ha fatto
il gesto era il più bravo di tutti. Bisogna comprendere le situazioni che a
volte si creano all’interno delle famiglie, anche le più stimate». Esasperazione, gesto estremo e incontrollato per
Alessandro Gualco di fronte alla situazione del fratello ormai succube
dell’etilismo. Per essere arrivato a questi punti sembra ci sia stata una causa
indiretta che ha interessato la sfera familiare personale: la separazione dalla
moglie. Succede spesso che persone coinvolte in situazioni del genere si
lascino poi andare e pensino di trovare nell’oblio dell’alcol una soluzione. Forse,
anche per Roberto è stato così. Per il momento c’è solo da sperare che riesca a
superare questi difficili momenti per ricominciare un vita nuova. Bruno Mattana TGCOM Madre accoltella figlia disabile
Ancona, la donna era ubriaca
Alla periferia di Jesi, in provincia di Ancona, una donna di 66 anni è stata arrestata dopo aver accoltellato all’addome la figlia disabile di 29 anni. L’aggressione è avvenuta in una roulotte. Secondo quanto si apprende, la donna, di professione giostraia, era ubriaca e in evidente stato confusionale. La ragazza è stata soccorsa e trasportata in ospedale dal fratello. Le sue condizioni non sono gravi IL GAZZETTINO (Treviso) IN TRIBUNALE «Ti spacco la testa» Minacce e molestie alla ex costano 6 mesi Un rapporto durato dieci anni e naufragato nell’alcool è
degenerato ulteriormente, fino a far condannare il responsabile di una lunga
persecuzione ai danni dell’ex compagna, a 6 mesi di carcere con la
condizionale. Si tratta della storia finita in aula di Tribunale tra Roberto
Barzan, 34 anni, e la sua ex, da cui ebbe anche una figlia; entrambi sono
trevigiani. Unitisi nel ’94, i due si erano separati dieci anni dopo, ma l’uomo
la separazione non la voleva accettare. Così,
dal maggio del 2004 fino all’aprile del 2005 la donna, che ha 32 anni è stata
vessata tanto da finire terrorizzata e in cura. Minacce,
ingiurie e molestie i capi di imputazione per cui l’uomo è stato condannato
ieri; duemila euro li dovrà versare alla signora come parte civile, 1580
saranno il pagamento che lui dovrà affrontare per le spese della costituzione
di parte civile, oltre alle spese del processo. La
storia è cominciata con la solita minaccia: ti ammazzo. Poi la minaccia si è
raffinata: ti ammazzo con una 44 Magnum. Poi è diventata: «Vengo da te con un
bastone e ti spacco la testa»; intanto, al telefono e in pubblico, l’uomo non
mancava di apostrofare la poveretta con epiteti immaginabili riferiti alla sua
moralità.E per un inetro anno, la donna è stata vittima di telefonate e
inseguimenti, da cui il sistema nervoso è uscito devastato. Certo non è un caso raro: di storie come questa, nel trevigiano, se ne incontrano ogni giorno, segno anche di un progressivo indebolimento del maschio, che troppo spesso finisce per cercare aiuto nell’alcool, dove invece trova la devastazione e l’impossibilità di sanare civilmente ogni rapporto umano. IL
GAZZETTINO (Belluno) In preda ad un raptus a causa dell’alcol ... In preda ad un raptus a causa dell’alcol un tunisino ha
aggredito un alpino prendendolo a pugni in piazza dei Martiri. L’uomo, Hadfi
Abdelkader che vive a Belluno, è stato acciuffato e fermato dai carabinieri
che, nonostante la violenta resistenza opposta dallo straniero, riuscivano ad
arrestarlo. Un episodio movimentato avvenuto lunedì sera intorno alle 20 in pieno centro e del quale è rimasto vittima il maresciallo capo degli alpini Luigi Olive, in servizio presso il Settimo Reggimento di Belluno. Il militare stava transitando a bordo della sua auto quando l’extracomunitario l’ha bloccato e gli ha intimato di scendere dall’auto battendo ripetutamente sul cofano. Una volta sceso dall’auto però il maresciallo è stato aggredito dall’uomo che gli ha sferrato numerosi pugni al volto. Olive, benché stordito e riverso sanguinante a terra, è riuscito a chiamare il 112 con il suo cellulare facendo intervenire una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Belluno in servizio nelle vicinanze. I carabinieri sono riusciti ad individuare l’aggressore ancora nella zona della piazza mentre tentava la fuga. L’uomo, vistosi bloccato, ha sferrato calci e pugni anche all’indirizzo dei militari per opporsi all’arresto.Una reazione violenta, quella del cittadino straniero, che ha richiesto perfino l’intervento del personale medico dell’ospedale San Martino, autorizzato ad eseguire un trattamento sanitario obbligatorio. Le successive indagini, svolte in parte anche nel corso della mattinata di ieri, hanno consentito di identificare l’arrestato. Si tratta dunque di Hadfi Abdelkader, tunisino regolarmente dimorante in Belluno, autore di un’altra aggressione avvenuta nella giornata di ieri. Qualche ora prima infatti il tunisino si era scagliato contro l’ingegner Walter Mazzoran, sulle scale mobili del parcheggio di Lambioi, causandogli la frattura del setto nasale e un lieve trauma cranico.Il tunisino è nel frattempo stato associato alla Casa Circondariale di Baldenich, a disposizione della Autorità Giudiziaria competente. LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Un 40enne Ubriaco
picchia i Cc, arrestato Pronto
soccorso: testata a un poliziotto
Un nordafricano ubriaco aggredisce un agente:
patteggia sei mesi. Pena sospesa
SENTENZA Un nordafricano ubriaco aggredisce un agente: patteggia sei mesi. Pena sospesa Pronto soccorso: testata a un poliziotto Due anni prima di Zidane: e senza nemmeno essere provocato. O giocarsi una finale mondiale. In preda ai fumi dell’alcol, un nordafricano sulla trentina, dopo avere messo a soqquadro il Pronto soccorso, ha assestato una clamorosa testata al volto al poliziotto che cercava di riportarlo alla calma, procurandogli lesioni guaribili in un mese IL
MATTINO (Avellino) «Premiato
un ottimo progetto» GIANLUCA GALASSO Il Ministro per l’Università Fabio Mussi
plaude alla facoltà di Enologia, fortemente voluta dall’Amministrazione
Provinciale. Un nuovo corso che arriva in una fase in cui «bisogna bloccare la
proliferazione di atenei e di specializzazioni». «Sono fermamente contrario a questo
fenomeno - ha spiegato l’esponente del Governo Prodi -. Infatti, l’ho stoppato
con la Finanziaria. In questo caso, invece, il progetto è da apprezzare».
Perché, ministro, questa è un’iniziativa da promuovere a differenza di altre?
«In questa realtà c’è la storia di un’idea, quella di De Sanctis, nata con la
Scuola di Enologia. Che è una bella idea di prospettiva, la quale prende corpo
da un pezzo importante di cultura locale ed è agganciata alle esigenze
territoriali. Vanno fatte le cose che servono e non spingere per realizzare
corsi in maniera scriteriata, con una competizione assurda tra diverse
università. La facoltà che nasce è unica nel suo genere nel Mezzogiorno
d’Italia. Ne esistono solo altre due a Cuneo e Siena. L’incontro
vino-università è molto promettente». In che senso? «Il vino non è un prodotto
artigianale. Tutt’altro. È un prodotto hi-tech che richiede un importante gioco
di squadra e, soprattutto, grandi competenze. La scelta dell’Italia è di
competere col vino di qualità. In questo quadro s’inserisce la provincia di
Avellino, che ha raggiunto straordinari livelli d’eccellenza nella produzione.
Eccellenza che è fondamentale per poter concorrere sul mercato». Con l’avvio
della Facoltà di Enologia anche l’Irpinia può dire di avere la propria
Università. «Negli ultimi anni ne sono sorte a dismisura, senza contare quelle
telematiche aumentate con il passato governo. Su 120 province sono 3
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