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Rassegna stampa Alcol e guida del 13 ottobre 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

ADNKRONOS SALUTE.IT
ALCOL: SCAFATO (ISS), PRESSIONI INDUSTRIA SOTTO STRALCIO DIVIETO MINORI IN FINANZIARIA

Roma, 13 ott. (Adnkronos Salute) - Lo stralcio dalla legge finanziaria della norma che vieta la vendita e il consumo di alcolici ai minori di 18 anni? ’’Probabilmente un risultato frutto delle pressioni dell’industria produttrice di queste bevande’’. Questa la posizione di Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol, del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità.


ADSKRONOS SALUTE.IT

ALCOL: TURCO SU STRALCIO DIVIETO UNDER 18 IN FINANZIARIA, RICONSIDERARE QUESTIONE

Verona, (Dall’inviata dell’Adnkronos Salute Paola Olgiati) - ’’Spero che durante l’esame della Finanziaria venga riconsiderato un punto che mi sta molto a cuore: il divieto di vendere alcolici agli ’under 18’, per contrastare la diffusione dell’alcolismo fra gli adolescenti italiani’’. Così il ministro della Salute Livia Turco, a margine del simposio su ’Scienza, salute, persona’ in corso all’auditorium GSK di Verona, ha commentato lo stralcio della norma in materia durante l’esame della Finanziaria in Commissione Bilancio del Senato.


LA PROVINCIA DI SONDRIO

Dal tunnel dell’alcol si può riemergere

Uscire dal tunnel dell’alcol si può. Basta volerlo e, laddove la tentazione è più forte della volontà, rivolgersi alle persone giuste. Anche in provincia di Sondrio il problema è sentito, anzi è in incremento, soprattutto nelle fasce giovanili, per cui vale la pena di non abbassare la guardia. Per questo l’Acat di Sondrio (Associazione dei Club degli alcolisti in trattamento) e l’Asl della provincia di Sondrio, propongono un corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi che si terrà nella settimana dal 23 al 28 ottobre all’auditorium La Piastra di Largo Sindelfingen a Sondrio. Un corso diretto dal dott. Bachisio Carta e in cui tutti gli insegnanti sono servitori-insegnanti attivi nei Club degli alcolisti in trattamento del loro territorio. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e trasmettere conoscenze teorico-pratiche relative all’alcologia generale e ai problemi correlati all’alcol, dare informazioni circa lo sviluppo dei programmi alcologici territoriali e promuovere il confronto con operatori e famiglie già attive nei programmi di trattamento oltre che approfondire le problematiche delle famiglie soprattutto laddove l’abuso di alcol si accompagna a problemi psichici, all’uso di psicofarmaci o di droghe illegali. Un corso certo impegnativo, ma esaustivo di una importante problematica che coinvolge più persone e più famiglie di quante si possa pensare anche in provincia di Sondrio e quindi rivolto a chiunque, a qualunque titolo, intenda approfondire tematiche di questo tipo. Ai partecipanti per intero al corso (che avranno effettuato anche le due visite previste ai Club degli alcolisti in trattamento) verrà rilasciato un attestato di frequenza.


IL GAZZETTINO (UDINE)
DIRIGENTI E STUDENTI  

«Il problema esiste, ma non nel mio istituto»

Che il fenomeno esista, nessun preside se lo nasconde. Ma, se i ragazzi abusano di alcolici o arrivano in classe brilli, dicono i medesimi presidi che riconoscono che il problema c’è, certo non accade nel loro istituto. O, quantomeno, non accade ora. «L’abuso di alcol da parte degli studenti? È un problema che tutte le scuole, come la nostra, affrontano a livello di prevenzione. Purtroppo, capita che i ragazzi tendano ad abusare di alcolici nel tempo libero: anche durante le gite, se non si vigila attentamente, può accadere. Ma non nel nostro liceo. Casi di studenti che arrivano alticci a lezione si sono verificati in passato, ma ora no e, comunque, non nella mia scuola», dice Anna Maria Germini, dirigente dello Stellini, che è interessata al progetto di "sportello" di dialogo con gli studenti che la Questura intende attivare.Si è candidato anche il Malignani: «Dovremo sottoporre la decisione al consiglio d’istituto, ma questo sportello si sposerebbe appieno con due iniziative che stiamo già facendo per l’educazione alla legalità e alla salute. L’abuso di alcolici? Il problema non è all’interno delle scuole. Piuttosto, l’emergenza è fuori, nel mondo giovanile dei ritrovi e degli happy hour. Al Malignani l’ultimo caso di una ragazza alterata dall’alcol è successo dieci anni fa. Anche a Tolmezzo succedeva, ma 10-12 anni fa. Ora non sussiste più», dice Alberto Della Piana, responsabile dei rapporti con gli studenti dell’Iti. E anche al Deganutti (pure interessato al progetto dello sportello) «non ho mai sentito parlare di un abuso di alcolici da parte degli studenti dell’istituto. Noi non abbiamo un simile problema», dice il preside Modugno. Idem al Sello guidato da De Ruosi, dove magari sono comparse svastiche e scrittacce fuori dall’istituto, ma «studenti che vengano in classe ubriachi non ce ne sono assolutamente. Non succede neppure durante le gite scolastiche. Diciamo che su questo fronte per il momento siamo tranquilli».
A volersi mettere nei panni degli studenti per vedere come loro vivono il problema (e "se" lo sentono tale) basta parlare con il presidente uscente della Consulta provinciale studentesca, Serse Raccanello. Che ammette: «Il fenomeno dell’abuso di alcolici da parte dei ragazzi delle scuole friulane esiste, ma si tratta, ci tengo a precisarlo, di casi sporadici. Come Consulta, siamo molto attenti al problema, come dimostra il convegno sulle dipendenze che abbiamo organizzato all’ultima settimana dello studente». I ragazzi che entrano nelle scuole alticci? «Mi è capitato di vederne due, - dice Serse - ma l’episodio risale ormai a due anni fa».

Camilla De Mori


IL GAZZETTINO (UDINE)

Ieri in Questura l’incontro con una trentina di dirigenti scolastici. La Polizia intensificherà i controlli nei bar 

Abuso di alcolici, allarme nelle scuole 

Il fenomeno sta dilagando. I presidi chiedono aiuto al questore: «È il problema prioritario»

Cresce l’abuso di alcolici tra gli studenti friulani. Si beve durante assemblee e gite scolastiche. Si passa al bar prima di cominciare scuola e durante la ricreazione. Il fenomeno sta assumendo proporzioni preoccupanti, tanto che i alcuni dirigenti scolastici hanno chiesto aiuto alla polizia. «È un problema prioritario, ci sono tanti bar attorno alle scuole e spesso i ragazzi arrivano in classe già alticci», ha detto ieri il questore Giuseppe Padulano al termine di un incontro con una trentina di dirigenti scolastici di Udine e provincia. Erano stati invitati in Questura su indicazione del prefetto Camillo Andreana: lo scopo era quello di stabilire alcune linee guida per avviare azioni comuni di educazione alla legalità nelle scuole. «Il fenomeno dell’abuso di alcol fra i ragazzi esiste. - conferma il presidente della consulta provinciale studentesca Serse Raccanello - Ma si tratta di casi sporadici. Anche la Consulta fa molto per prevenire il problema, come dimostra la conferenza sulle dipendenze che abbiamo organizzato all’ultima settimana studentesca». E anche i dirigenti scolastici puntano molto sulla prevenzione, con progetti mirati. «Purtroppo accade che i ragazzi abusino di alcolici. Tendono a farlo nel tempo libero, ma anche durante le gite se non si vigila attentamente può accadere», dice la preside del liceo classico Stellini di Udine Anna Maria Germini.

Antonutti, De Mori


IL GAZZETTINO (NORDEST)
Binge-drinking, moda nordica
Il primo bicchiere già a 11 anni

Distruggersi, volontariamente. Bruciando uno spritz dietro l’altro e gli alcol-pops: è la drammatica realtà dei minorenni friulani, come emerge dalle parole del responsabile del Dipartimento delle dipendenze dell’Azienda sanitaria 4 Medio Friuli, Francesco Piani che chiede alle istituzioni di usare tutte le armi possibili contro la "droga liquida". Apocalittico il quadro: ogni giorno consuma bevande alcoliche un terzo della popolazione fra i 15 e 16 anni. Il 6,8% degli undicenni, sì proprio 11 anni, assume alcol fuori pasto almeno una volta alla settimana (11.6% di maschi, 2.3 di femmine).
A preoccupare è il fenomeno delbinge drinking, ovvero il bere fino ad ubriacarsi, moda dei Paesi nordici che sta infestando il Friuli: si tratta di bere 6 o più bicchieri in meno di due ore. L’11% dei giovani friulani fra i 13 e 15 anni ha avuto, negli ultimi tre mesi, esperienze di binge drinking: forti consumi alcolici concentrati in tempi brevi e fuori dai pasti. "Se consideriamo - osserva l’esperto - la frequenza nell’abitudine al binge drinking, più della metà degli under 16 che hanno dichiarato di essersi ubriacati negli ultimi 12 mesi, lo ha fatto da 1 a 3 volte, ma 15 su cento da 4 a 6 volte". E la lista degli orrori prosegue: sfiora l’8\% la quota di chi ha bevuto nella stessa occasione 6 o più bicchieri di alcol una volta al mese. Questo sballo alcolico che caratterizza soprattutto il maschio, sta interessando anche l’universo femminile. Sempre più precoce l’iniziazione ai gradi: il primo bicchiere di vino arriva a 10-11 anni in Friuli.
Di fronte a un’emergenza fuori dagli argini, il Dipartimento delle dipendenze esige maggiori controlli nei locali dove "troppo spesso avviene somministrazione illegale di alcol agli under 16". I medici friulani chiedono che "le forze dell’ordine intervengano a sanzionare i gestori, che rischiano anche la chiusura dell’attività. Inoltre va frenato l’incitamento al consumo di birra, vero flagello, assieme agli energy drinks, dei teenager".
Sul fronte della prevenzione, "sarebbe utile che la Polizia municipale si dotasse di seri rilevatori di alcol, non certo di palloncini e strumenti simili poco utili, per scoraggiare un consumo sempre più fuori misura". Non è soltanto una questione di sicurezza stradale, ma prima ancora di sicurezza fisica, dal momento che "sotto i 15 anni l’apparato digerente non ha completato la maturazione del sistema enzimatico che ’smonta’ l’alcol, quindi tutte le bevande alcoliche espongono l’organismo a pesanti rischi".

Irene Giurovich


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

AGORDO

Incontro sui problemi dell’alcol

L’amministrazione comunale di Agordo, in collaborazione con l’Acat Agordina e il Centro alcoologico territoriale della provincia di Belluno, ha organizzato una riunione con le associazioni socio-culturali e sportive del paese per martedì alle 10 nella sala consiliare del municipio. Sarà discusso il progetto regionale di formazione e sensibilizzazione territoriale sui problemi alcool correlati. E’ prevista la presenza della dottoressa Milena Maia con il suo staff.


LA GAZZETTA DI PARMA
Un impegno per contrastare il fenomeno dell’alcolismo

Un impegno per contrastare il fenomeno dell’alcolismo
Contrastare il dilagante fenomeno dell’alcolismo. La proposta è stata portata in Consiglio comunale grazie ad una interrogazione di Roberto Casetti del gruppo Ds. Lo stesso consigliere ha spiegato che « i dati Istat relativi al consumo di sostanze alcoliche, forniti dal ministero della Salute, hanno evidenziato un aumento esponenziale tra la popolazione giovanile.


IL MESSAGGERO
Perché non è stata vietata la vendita di bevande in vetro fuori dei locali?

Staremo a vedere, mi sembrano misure insufficienti. Così il presidente del I Municipio, Giuseppe Lobefaro commenta gli interventi presi dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. E aggiunge: L’unico provvedimento che andava preso non è stato ripristinato: parlo del divieto di vendita delle bottiglie di alcolici e birra fuori dai locali. Lobefaro ricorda con piacere l’estate del 2004. Il provvidimento che prevedeva il divieto di vendita di bottiglie funzionò benissimo. I risultati si videro e bene. Ma questa è una misura che ai commercianti non piace.

R.Tro.


VIRGILIO NOTIZIE

BOLOGNA/ COFFERATI: NIENTE ALCOLICI DA ASPORTO DOPO LE 22

E per i locali notturni chiusura all’una con deroghe

Bologna, (Apcom) - Divieto di vendita di alcolici da asporto dopo le 22 e chiusura dei locali notturni all’una, con deroghe fino alle tre per i "virtuosi". Questo in sintesi il contenuto dell’ordinanza che il sindaco di Bologna Sergio Cofferati emetterà nei prossimi giorni. Ad anticiparlo è stato lui stesso al termine di una serie di incontri con tutte le categorie coinvolte, dai commercianti agli artigiani, dai sindacati ai quartieri, dalle associazioni studentesche ai comitati anti-degrado. Alla fine l’impianto dell’ordinanza è comunque rimasto quello inizialmente pensato da Cofferati. "Tutti gli esercizi commerciali e artigianali - ha spiegato il sindaco - non potranno più vendere bibite in lattina o in bottiglia dopo le 22, anche se alcune categorie potranno tenere aperto fino a mezzanotte". "Per i locali notturni - ha poi proseguito - prevediamo un’assunzione di responsabilità dei singoli gestori. Ciascuno potrà ottenere una deroga per tenere aperto fino alle tre solo se firmerà un accordo in tre punti con il Comune: dovrà contribuire ad una campagna di comunicazione anti-alcol, mantenere condizioni di igiene e sicurezza nel locale e impegnarsi a non utilizzare lavoro nero". "Noi - ha concluso Cofferati - ci impegnamo ad intensificare i controlli e a garantire la gestione dell’ordine pubblico: alla fine i cittadini capiranno l’efficacia della nostra azione".


IL GAZZETTINO (PADOVA)

IL PROBLEMA DELLO SPRITZ 

L’ennesimo mercoledì sera universitario con migliaia di giovani tra piazza delle Erbe e Ghetto, ha mandato su tutte le furie i residenti del centro storico. Abitanti rappresentati da Dino Ponchio, portavoce dell’associazione culturale "Per le piazze" che vanta oltre 300 iscritti. «Sono gli ottimisti come l’assessore alla Polizia municipale Marco Carrai - afferma Ponchio - che hanno negato il problema del fenomeno spritz. Questo significa non essere attenti. Siamo tornati alla medesima situazione di maggio e giugno e abbiamo registrato le stesse nefandezze compiute da quei cento delinquenti che si mischiano ai ragazzi che vogliono bere l’aperitivo in maniera tranquilla e spensierata. Il problema dello spritz va risolto con più soluzioni e soprattutto è doveroso individuare e punire quel gruppetto di maleducati che continua a lordare e a disturbare».
«Sembra quasi che la città fino alle 16 - sottolinea Ponchio - debba rispettare un regime di civiltà e poi dalle 18 tutto, invece, sia permesso. Stiamo cercando con le altre associazioni che gravitano nel centro storico di costituire una rete per avere maggiore potere e maggiore forza. Credo che per la fine di ottobre riusciremo a organizzare una raccolta firme, speriamo di arrivare almeno a 3 mila, per confezionare un esposto denuncia contro lo scempio che ogni mercoledì sera e non solo avviene tra le piazze e il Ghetto».
Sulla confusione e sulla sporcizia prodotta dall’ultimo rave party universitario in centro, un commento arriva anche da Federico Contin presidente del comitato "Bar per il centro". »Sono passato per piazza delle Erbe alle 4 e 30 del mattino - racconta Contin - e per terra ho visto un tappeto di bottiglie di birra e di bicchieri di plastica. I ragazzi si sono riversati ancora una volta nel centro storico per aggregarsi e per divertirsi. Del resto non avendo valide alternative non possono agire diversamente. Che piazze e Ghetto si riempissero era un avvenimento annunciato, gli unici che non hanno voluto capirlo sono stati l’assessore al Commercio Ruggero Pieruz e l’assessore Marco Carrai».«Noi come Comitato - conclude Contin - avevamo offerto al Comune di continuare anche per la stagione invernale l’esperienza dei gazebo-bar lungo il Piovego al Portello, ma non siamo stati ascoltati. Abbiamo, poi, proposto la soluzione Appiani e pure questa volta la giunta Zanonato non ne ha voluto sapere. Amministrazione comunale che preferisce dare in gestione il problema del fenomeno dello spritz alle tre associazioni di categoria che, però, non hanno prodotto nulla».

Marco Aldighieri


VIRGILIO NOTIZIE

GERMANIA/ ITALIANO CHE FINSE AGGRESSIONE, 6 MESI CON CONDIZIONALE

Dovrà scontare anche 100 ore di lavori sociali

Berlino, (Apcom) - Il tribunale di prima istanza di Berlino-Tiergarten ha condannato a sei mesi di reclusione con la condizionale l’italiano che nel maggio scorso finse di essere stato vittima di un’aggressione neonazista. Nella sentenza, il tribunale ha riconosciuto che Gianni Congia, 30 anni, non era stato picchiato da estremisti di destra come dichiarato, ma si era procurato da solo la frattura al ginocchio e le contusioni alla testa, cadendo sui binari della vicina stazione ferroviaria di Alexanderplatz.
L’italiano, originario della Sardegna ma residente da anni a Berlino, è stato inoltre condannato a 100 ore di lavori socialmente utili, che, come affermato dalla giudice, serviranno come "piccola riparazione verso la società". Il pubblico ministero aveva chiesto un anno con la condizionale; la difesa puntava all’assoluzione.
Agli inquirenti che lo avevano interrogato in ospedale, Congia aveva raccontato di essere stato avvicinato da tre sconosciuti "dal cranio rasato e vestiti di nero", di essere stato insultato perché italiano e infine colpito al ginocchio con un oggetto simile a una mazza da baseball.
L’assenza di testimoni, pur trattandosi di un sabato sera, il luogo dell’aggressione, molto frequentato da giovani e turisti e non considerato tra quelli a rischio della capitale, e alcune incongruenze nel racconto di Congia avevano insospettito ben presto gli investigatori.
Meno di una settimana dopo la presunta aggressione, la magistratura tedesca aveva spiccato un ordine di arresto nei suoi confronti, dopo aver esaminato le riprese delle telecamere a circuito chiuso della stazione di Alexanderplatz, in cui si vede l’uomo, ubriaco, cadere da solo sui binari. Le stesse immagini che il tribunale ha usato oggi per condannarlo.


L’ADIGE

Fanno pipì per strada, 50 euro di multa
«Retata» dei vigili urbani durante gli «Happy hour» nei bar della città

Bere troppa birra fa male, si sa: fa ingrassare, il fegato ne risente e non solo lui. Questo a lungo termine; ma c’è pure un altro effetto, quasi immediato, che accompagna la ben nota sensazione di euforia indotta dall’alcool e che colpisce la parti basse del corpo. Liquido chiama liquido e dopo mezz’ora di bevute, l’impulso di andare in bagno diventa quasi insostenibile. Ma se ci si trova per strada e ci sono altre 300 persone intorno che provano lo stesso virulento impulso, trovare una toilette libera diventa un’impresa impossibile. Così capita che, senza farsi troppi problemi, decine di persone espletano ai loro personali bisogni utilizzando i vicoli del centro come bagno. Quindici, per la precisione, puniti con 50 euro di multa: tante ne hanno beccate i vigili municipali in una «retata» che martedì sera ha visto entrare in azione ben tre pattuglie in borghese. 50 birre a un euro di meno. L’operazione dei vigili urbani nei locali della città aveva l’obiettivo di scoraggiare i comportamenti illeciti dei clienti durante gli «Happy hour». Gli agenti in borghese hanno visitato il pub Alla Posta di via Roccabruna, il locale Corte Sconta, di via Dordi, il ristorante Spagoburgher di via Bonporto, il pub Soultrain di via Briamasco, il Tetley’s Pub di via degli Orti, il bar Open di Povo e il bar Fiorentina di via Calepina. Ed è davanti a quest’ultimo locale che si concentrava, come ogni martedì sera, la maggiore folla di giovani (erano circa 200-300), attratti dalla birra a un euro: «Il problema - spiega Marco Antonucci, il titolare - è che ci sono troppe persone e pochi gabinetti pubblici in città. Davanti al nostro bagno ogni martedì c’è una fila di un quarto d’ora». Ma il problema non è forse la sua birra a un euro? «Io la birra smetto di darla alle 21. E poi non è solo per quello che la gente viene: ormai si è creato un appuntamento settimanale. Mi dispiace per i clienti, ma capisco anche i vigili. Comunque io pulisco sempre, con la canna dell’acqua e la varechina». E infatti i vigili urbani hanno imposto al titolare, viste le condizioni dell’area davanti al locale, di raccogliere i rifiuti accumulati e di lavare la strada. «Finalmente - dice Nicola Malossini, presidente della Fiepet-Confesercenti - il Comune è intervenuto. Se Trento è morta la sera è per colpa di alcuni clienti imbecilli, che quando escono dai locali fanno rumore e sporcano. A subirne le conseguenze sono i locali, che vengono fatti chiudere prima. Questo per alcuni vuol dire la fine». E per due dei bar visitati martedì sera dai vigili è scattata una multa di 100 euro per per aver diffuso musica all’esterno del locale anche dopo le 23. Ma.P.


L’ADIGE

Il calciatore si difende

«Non l’ho stuprata. Lei era consenziente»

ROMA - Violenza o rapporto consensuale? Un approccio sessuale prima accettato e, magari, poi rifiutato per paura o piuttosto l’epilogo brutale di una notte consumata a bere alcool? Una prima verità sul presunto stupro del Supper club, locale trendy della movida di Piazza Navona a Roma, verrà probabilmente dal Tribunale del Riesame di Roma. Domenico Naccari, legale del calciatore ex Auxerre Dembelè Garra, originario del Mali, che ieri è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia, ha infatti preannunciato ricorso al Tribunale della Libertà chiedendo la scarcerazione del giovane. Il gip Sandro Di Lorenzo, per ora, ha ritenuto validi gli indizi a carico di Garra ed ha confermato l’arresto del calciatore. Garra, secondo quanto si è appreso, è apparso disperato e nel corso dell’interrogatorio (reso in francese e con l’ausilio di un interprete), avrebbe addirittura pianto. Garra si trova a Regina Coeli e, ironia della sorte, è rinchiuso nella cella vicino a quella dove è detenuto Nabil, il giovane coinvolto nella morte della turista tedesca Vera Heinzl. Un’altra analogia è quella che l’avvocato Naccari, tra l’altro, difende anche Nabil. «Non l’ho violentata. Sì abbiamo fatto l’amore nel bagno del locale, ma lei era consenziente» ha detto Garra ammettendo di aver avuto un rapporto sessuale con la giovane americana, nel bagno del club. «Mi ha costretta, mi ha chiuso in bagno e mi ha violentata»: questa, invece, la versione della giovane studentessa americana, un racconto che sarà passato al vaglio della difesa, nel tentativo di trovare e insinuare dubbi sulla versione della giovane donna. Il primo è il luogo dove si sarebbe consumata la violenza: una toilette, un luogo pubblico dove in caso di uno stupro, sottolinea la difesa, qualcuno si sarebbe accorto di qualcosa. Circostanza che non è emersa. Garra, secondo la sua difesa, non si spiega il perchè dell’arresto e della versione, diametralmente opposta, della giovane studentessa americana che accusa il calciatore ex Auxerre, di averla costretta con la forza. «Sì - ha detto Garra - avevo bevuto. Era una festa e non c’era nulla di male. E poi non sono scappato, sono rimasto in quel locale». Intanto l’ultimo episodio di violenza sessuale ha convinto il prefetto di Roma Achille Serra a convocare il comitato provinciale sull’ordine e la sicurezza pubblica. «Sono convinto che a Roma non c’è alcuna emergenza - ha detto Serra - la risposta delle forze dell’ordine è stata prontissima. Sono stati arrestati quasi tutti i responsabili di questi atti tremendi, perchè considero lo stupro uno degli atti peggiori. L’augurio ora è che i responsabili vengano condannati a pene severe».


VIRGILIO NOTIZIE

AGGREDITA A ROMA STUDENTESSA INGLESE
Carabinieri indagano per individuare aggressore della minorenne

Roma, (Apcom) - Una ragazza inglese di 14 anni ha dichiarato ai carabinieri di essere stata aggredita da un barbone ubriaco mercoledì scorso, ma la storia è stata resa nota soltanto oggi. Da quanto si è appreso da fonti investigative sembra che la quattordicenne, in gita scolastica nella Capitale, mentre si trovava col gruppo nei pressi di piazza Navona, sarebbe stata avvicinata da un barbone dall’apparente età di 40-50 anni che l’avrebbe spinta in un vicolo del centro tentando di baciarla e palpeggiandola. La ragazza infatti aveva fatto perdere le sue tracce da circa un’ora. Quando poi ha ritrovato il gruppo ha raccontato al professore quello che le era accaduto mostrandosi piuttosto sconvolta. A quel punto il docente ha deciso di sporgere denuncia accompagnando la ragazza dai carabinieri. I militari dell’Arma le hanno mostrato delle fotografie dove però lei non è riuscita a riconoscere il suo aggressore. La quattordicenne non ha voluto neanche recarsi in ospedale. Sulla storia ci sono ancora alcuni punti da chiarire e le indagini dei carabinieri proseguono per tentare di individuare l’aggressore.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (BARI)

Irruzione nella notte un cittadino protesta

Mi chiamo Francesco e vorrei un suo parere sulla situazione che di seguito delucido. In relazione all’episodio di cronaca menzionato anche sulla Gazzetta - il ragazzo suicidatosi lanciandosi dall’8° piano, a seguito dell’ingestione di semi di «argyrea nervosa» - il 23 settembre scorso sono comparsi nel cuore della notte una dozzina di agenti della Digos sull’uscio della mia casa con un mandato del giudice Elisabetta Ginefra che ingiungeva una meticolosissima perquisizione domiciliare onde rinvenire non precisati quantitativi di sostanza stupefacente o quant’altro, senza per altro nulla trovare. Tengo a precisare che sono dottore agrario, che gestisco (pagando tutte le tasse) una rivendita agricola con famiglia e prole assolutamente estraneo a qualsiasi giro malavitoso o di spaccio, con una esemplare condotta civile incensurato e con la sola passione dell’etnobotanica che coltivo costantemente da ormai 20 anni. Nonostante mi sia arrovellato sul perché di questa intrusione così a buon mercato, non sono ancora riuscito a capire il castello probatorio che ha portato la «giudice» ad ordinare una perquisizione così devastante per la tranquillità della mia famiglia. Sono arrivato alla conclusione che un paio di anni fa telefonai allo smart-shop (regolarmente autorizzato ad esercitare) il cui gestore è tuttora in carcere per chiedere dei semi di «argyrea nervosa» per culto botanico non certo per alienarmi e sognare di volare decollando dall’8° piano, numero telefonico normalmente acquisito dalla rubrica. Inoltre la «argyrea nervosa» è perfettamente ancora legale non comparendo nelle tabelle ministeriali. Mi chiedo: è giusto interferire con la tranquillità di un garbato cittadino in base ad una telefonata rilevata dallo Stato spione? È forse giusto che se un’automobilista ubriaco uccide un passante, si arresti il barista che l’ha servito? (*) È giusto che una sola persona (in questo caso la dott.sa Ginefra) sciupi i soldi dei contribuenti mandando una ciurma di agenti e mezzi a casa di un cittadino che non c’entra nulla senza uno straccio di prove ? È giusto che un ignaro cittadino arrivi al punto di avere più timore dello Stato che dei delinquenti? È giusto che un qualsivoglia giudice abbia il potere di distruggere la vita familiare di un qualsiasi signor Nessuno senza renderne conto a nessuno? Questa non è democrazia ma intimidazione e stalinismo bello e buono. Francesco Cosentino Valenzano (Bari) agrifarm@tiscali.it
Bisognerebbe conoscere tutti i risvolti della vicenda guidiziaria per esprimersi, e in ogni caso non compete a nessuno se non ai protagonisti. Ma una sua frase mi ha impressionato: «è giusto che un ignaro cittadino arrivi al punto di avere più timore dello Stato che dei delinquenti?». Questa frase è una spia preoccupante.

(*) Nota: se il fatto avviene nelle vicinanze del locale si. Secondo una sentenza della Corte di Cassazione, (sentenza 45484 del 24/11/2004), i baristi sono responsabili del comportamento dei loro clienti anche fuori dal loro esercizio pubblico.


LA SICILIA

Carabinieri

Sedata rissa tra polacchi in stato di ebbrezza

(a.b.)Una rissa tra polacchi ormai da tempo cittadini augustani è stata sedata nei giorni scorsi dai carabinieri del nucleo radiomobile del Comando Compagnia di Augusta. A scatenarla sarebbe stato un futile motivo. I contendenti erano anche in stato di ebbrezza. All’arrivo dei militari si sono chetati subito. Nessuno di loro ha poi sporto denuncia né si sono presentati al pronto soccorso: le lesioni riportate erano comunque delle contusioni molto lievi dovuti agli schiaffoni partite dalle due parti. Non è la prima volta che in città si registrano risse tra gli stessi concittadini dell’est Europa fra di loro. Nella maggior parte dei casi sono aggravate e motivate dal fatto che i litiganti fanno abuso di sostanze alcoliche prima della lite.


IL GAZZETTINO (PADOVA)

Quali messaggi i media passano agli adolescenti?

Sono mamma di una ragazzina di tredici anni e sto faticosamente cercando di trasmetterle quelli che a mio avviso sono dei dogmi fondamentali per una sana crescita; le mie armi si stanno però inesorabilmente spuntando e mi spiego subito. Negli anni che hanno visto campione d’incassi il film "Cristiana F. noi ragazzi dello zoo di Berlino" avevo più o meno l’età di mia figlia e sono quindi cresciuta con la consapevolezza che droga equivale a fallimento nonchè a morte. Sembro un disco rotto ma sono spesso a ripeterle "amore mio, droga e alcol portano in un tunnel tortuoso che non sfocia in nulla di buono. Stanne alla larga!"
Ora, cosa combinano televisione e carta stampata, i mezzi che ci dovrebbero informare? Sbattono sotto i nasini acerbi degli adolescenti le immagini della rediviva Kate Moss contesa dalle più grandi case di moda, osannata su tutte le passerelle, testimonial di un nuovo profumo... piena di magia, frizzi e lazzi! Qualche mese fa l’abbiamo vista abbruttita e involgarita mentre era intenta a consumare la droga quotidiana e adesso, miracolo, ci appare più bella che mai e strapagata per prestare il personalino alle campagne pubblicitarie. Ma io dico, e m’indigno profondamente, ma quale sarebbe il messaggio che si vuole trasmettere ai nostri ragazzi? Quale esempio può dare una donna che mortifica il proprio corpo con diete insane e che per reggersi sui trampoli sniffa cocaina? Mi sfugge forse qualcosa? Entra ed esce dalla clinica per la disintossicazione come fosse il coiffeur! A "Studio aperto" ci hanno anche spiegato che con 28 giorni di ricovero si torna meglio di prima...
Il buon paolo calissano concede poi una pur pregevole intervista nella quale mette in guardia dal consumo di stupefacenti ma ci ricorda anche che se ne puo’ uscire.. mi sfugge ancora qualcosa? Perchè a questo punto mia figlia, fragile ma curiosa adolescente può tranquillamente mettere in dubbio le mie crociate contro la droga e convincersi che si puo’ benissimo provare, tanto se ne esce...
Ma che cavolo di società e mai questa, dove la parola valere è sostituita da silicone e dove non serve la laurea per farsi strada ma la mano esperta di un chirurgo estetico? Dove tutto sembra lecito, ammesso, plausibile, dove la morale e’ continuamente lacerata e dove i valori sono calpestati da gente come la signora littizzetto che in orario preserale sostiene che il Papa ha torto nel predicare la sacralità del matrimonio perchè sembra che tale sia solo la Carrà? O ancora, che spettacolo di civiltà e rispetto dovrebbe essere quello messo in atto da Sgarbi e dalla Mussolini i quali si insultano con un gergo di una volgarità’ inaudita? Com’è avvilente lottare contro i mulini a vento... quanta ipocrisia in questa parentesi storica; dico parentesi perche’ spero che prima o poi ci si svigli e ci si renda conto della pericolosa deriva che sta prendendo questa nostra fettina di mondo. Poveri questi nostri adolescenti, figli dell’indifferenza e del consumismo sfrenato, usati e sbatacchiati come pupazzi inanimati, vittime inconsapevoli di adulti che non vogliono il loro bene perchè altrimenti li tutelerebbero e li terrebbero per mano un po’ di più. Tengo a precisare che non sono bigotta; amo la bella vita e gli agi che posso concedermi ma se tutto ha un prezzo, sono qui a chiedermi e a chiedervi se non sia troppo alto quello che stiamo pagando.

Lettera firmata


IL GAZZETTINO (TREVISO)

SPRESIANO Disavventura sulla Pontebbana per una signora nigeriana che si salva buttandosi nel fossato. L’autista è stato arrestato dopo un inseguimento 

Prima le dà un passaggio, poi tenta di investirla 

La donna vede che è ubriaco, scende e chiama il 113 per recuperare la valigia rimasta sull’auto. Lui se ne accorge e fa dietro-front

Spresiano

Lei gli aveva soltanto chiesto un passaggio, trovandosi a piedi a percorrere la Pontebbana in piena notte. Ma lui, I.B. bosniaco 39 enne, l’ha caricata in auto, l’ha fatta scendere poco lontano ed ha tentato di investirla, ripartendo senza averle restituito la sua valigia. L’episodio è avvenuto la scorsa notte in comune di Spresiano, lungo la Pontebbana. Erano circa le 3.35, e B.R., nigeriana 48enne, ha chiesto un passaggio alla prima auto che le si è fermata accanto. E’ salita nella vettura, una Peugeot bianca condotta appunto dal bosniaco, sistemando i suoi effetti personali sul seggiolino posteriore. Ad un certo punto, fatti appena pochi metri, lei s’è accorta dello stato di ubriachezza del 39enne, che procedeva zigzagando a centro strada. "Fammi scendere, vado da sola", gli avrebbe detto. L’uomo s’è fermato, l’ha scaricata ripartendo immediatamente prima che lei potesse ritirare dal seggiolino la propria valigia. Disperata, la signora ha telefonato al 113, chiedendo soccorso. Avvedendosi di quanto stava accadendo, il bosniaco ha invertito la marcia tentando di investirla. B.R. per sfuggirgli s’è gettata in uno dei fossati che delimitano la Pontebbana. Nel frattempo giungeva una volante della Polizia, che iniziava un inseguimento del bosniaco, evidentemente ubriaco. Riusciti a bloccarlo, gli agenti lo hanno ammanettato per impedirgli altri colpi di testa: l’uomo, in stato di ebbrezza, si è anche rifiutato di fornire le proprie generalità rimanendo nell’auto aggrappato al volante. Condotto in Questura, è stato fotosegnalato ed identificato: si tratta appunto di un cittadino bosniaco regolarmente in Italia da anni, con documenti validi ed una occupazione. E’ stato comunque arrestato per furto, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità e guida in stato di ebbrezza. S.M.


IL GAZZETTINO (VENEZIA)

MARTELLAGO Grave oltraggio l’altra notte a un luogo sacro da parte di ignoti teppisti svastiche sul muro della chiesa 
Ciò che è successo - ha detto don Boffo - è una cosa ignobile ma non intendo ingigantirla 

Martellago

Disegnare delle svastiche e croci celtiche è sempre un atto obbrobrioso, ma farlo in un luogo sacro... La comunità di Martellago, dove ieri non si parlava che di questa "vergogna", è stata scossa dalla "prodezza" di alcuni ignoti che giovedì notte hanno lordato una parete esterna della chiesa, peraltro appena ritinteggiata, dipingendovi con vernice spray nera due dei simboli per eccellenza del nazismo, e per di più nel lato che dà sulla Castellana, in modo che tutti vedessero.Non è la prima volta che la parrocchia è al centro di episodi così inquietanti: alcuni anni fa due ragazzi di colore e l’allora cappellano, che aveva preso le loro difese, furono picchiati da due giovani del posto di estrema destra. Il parroco, don Luigi Boffo, però, pur condannando il gesto, esclude qualsiasi matrice politica e anche eventuali "dispetti" nei confronti della parrocchia, e soprattutto non intende fornire alla vicenda alcuna cassa di risonanza, bollandola come un episodio isolato."Ciò che è successo è una cosa brutta e ignobile, ma non intendo ingigantirla né montare casi, perché è proprio quello che cercano questi scriteriati che l’hanno commessa e perché così rischiamo che lo rifacciano; né accetto che per colpa loro venga screditata una comunità sana e attiva. Tant’è che non abbiamo neache sporto denuncia: domani cancelleremo le svastiche e morta là. Domenica ho conferito il mandato di servizio a ben 100 laici tra cui diversi giovani. Questa è la vera comunità di Martellago, non 2-3 ragazzacci che hanno commesso una bravata, per quanto grave, e forse senza neanche sapere cosa vogliono dire i simboli che hanno dipinto" ha commentato ieri il sacerdote, che sta passando un "periodaccio": due settimane fa è stato aggredito da un ubriaco alla sagra. Anche il sindaco, Giovanni Brunello, ha condannato fermamente il gesto, esprimendo piena solidarietà alla parrocchia. Pure il primo cittadino, però, si è affrettato a prendere le difese della gioventù del comune, "che per la stragrande maggioranza è fatta da ragazzi per bene", escludendo tassativamente l’eventualità di un allarme... naziskin. "Questo gesto esecrabile è opera di quattro idioti, che non è neppure detto siano del posto e che sono convinto - o almeno me lo auguro - non sanno neanche cosa significhino le svastiche e il nazifascismo". Il fatto, tuttavia, resta assai preoccupante.

Nicola De Rossi


IL GAZZETTINO (TREVISO)

Serata movimentata in un bar del centro 

Importuna le clienti e malmena la cameriera 

Marocchino finisce in manette

Conegliano

Marocchino ubriaco importuna delle clienti e poi aggredisce la cameriera. Il tutto è successo mercoledì sera al bar D&D di piazzale Zoppas e poco dopo il fatto il giovane, H.J., 19 anni, operaio incensurato, ma noto al commissariato, è stato arrestato dalla Polizia. Sei giorni di prognosi per la socia della cooperativa che gestisce il bar e aveva cercato di calmare il cliente troppo "esuberante" con alcune ragazze sedute a un tavolo dell terrazza esterna del locale: il marocchino l’ha strattonata per un braccio causandole un trauma.
Mentre si svolgeva il fatto un collega dell’aggredita, che si trovava all’interno del locale, ha avvertito immediatamente le forze di polizia, ma il ragazzo si era già dileguato. Le forze dell’ordine lo hanno comunque fermato e portato in centrale poco tempo dopo. L’extracomunitario era già conosciuto dal personale del D&D per i precedenti episodi di disturbo che si erano verificati. H.J. era solito commettere, dopo aver bevuto molto, atti di teppismo nella zona. Una sera, dopo essere stato richiamato dal personale per aver rigettato all’esterno del locale, si era vendicato e in preda all’ira aveva preso a calci le vetrate del bar. La donna aggredita si trova ora nella sua abitazione in convalescenza.M.S.


IL MESSAGGERO(UMBRIA)

In Tribunale  

Lo lascia la fidanzata e lui si sfoga distruggendo auto 

PERUGIA - Litiga con la fidanzata, si ubriaca e si mette a saltare sul tettino delle automobili in sosta nel centro di Perugia. E quando i carabinieri cercano di arrestarlo li prende a botte e danneggia anche la loro vettura. Per questo motivo, un giovane energumeno rumeno, difeso dall’avvocato Maria Laura Antonini, è finito sotto processo per danneggiamento, ubriachezza molesta e resistenza a pubblico ufficiale.
Il protagonista della storia, una sera, aveva appena litigato con la fidanzata. Per lenire il dolore si è ubriacato pesantemente. Ad un certo punto, vedendo passare una vettura, si lancia contro il parabrezza e inizia a tempestarlo di pugni. La ragazza alla guida, terrorizzata, si chiude dentro e chiama i carabinieri.
Una volta giunti sul posto i militari hanno dovuto faticare molto per bloccare l’uomo che, anestetizzato dall’alcol, ha preso a calci la ôgazzellaö e a pugni i carabinieri. Una volta ammanettato e infilato nell’auto, ha preso a testate, fino ad infrangerlo, il vetro divisorio dell’abitacolo. Tutto senza lamentarsi minimamente per il dolore.
Per tutto questo è stato condannato a 6 mesi di reclusione ed espulso.

U.M.


LA STAMPAWEB

TORINO

L’OMICIDIO ERA PASSATO SOTTO SILENZIO A CAUSA DEI GIOCHI: CONTINUA LA CACCIA AL PRESUNTO COMPLICE

Preso l’assassino delle Olimpiadi

E’ accusato di aver massacrato un pensionato in via S. Chiara

di Angelo Conti e Monica Perosino

L’uccisione di Sabino Lorè, un pensionato settantenne che abitava in via Santa Chiara 14, in pieno Quadrilatero Romano, lo scorso febbraio era quasi passata sotto silenzio. In una Torino tutta lustrini e pailletes per le Olimpiadi invernali, la notizia di un battibecco scoppiato sulle scale delle case popolari Atc era stata relegata in poche righe di cronaca. Anche perché in un primo momento le condizioni di Lorè non erano sembrate preoccupanti. Il pensionato spirò in ospedale tre settimane più tardi e pochi lo vennero a sapere, a parte gli amici più stretti e i vicini di via Santa Chiara.
Tra chi non ha dimenticato l’omicidio di Sabino compaiono però il pm Sandro Ausiello e i carabinieri della stazione Monviso, che per otto mesi hanno dato la caccia ai due magrebini sospettati di commesso il delitto. Una ricerca silenziosa e senza quartiere che finalmente ha dato i suoi frutti: i militari hanno fermato al confine con la Svizzera, Adil Basare, un algerino accusato di aver massacrato di botte Sabino Lorè. L’altro complice, un marocchino, avrebbe cercato rifugio nel suo Paese, ma i

Sabato, 14 Ottobre 2006
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