IL GAZZETTINO (Treviso) Ombralonga. Diecimila in osteria, dramma sui treni
Molti gli arrivi da fuori regione che hanno fatto
collassare il traffico sul Put e sulle vie di comunicazione con Venezia Due svenimenti in treno per gli effetti dell’alcool ed è
stato il caos: i reduci dall’Ombralonga hanno fermato il convoglio coi freni
d’emergenza e si sono sparpagliati sui binari, di fatto bloccando tutta la
linea tra Venezia e Udine. L’epilogo, per la manifestazione trevigiana, è stato
il peggiore. Le prime avvisaglie si erano avute già alle 14, quando nel
capoluogo si erano riversati, in treno, circa 3000 partecipanti: troppi, molti
più di quanti ne erano stati previsti. Già in quella fase, la Polfer ha
iniziato ad avvisare i responsabili di Trenitalia sull’inadeguatezza dei pochi
convogli previsti per il ritorno dall’Ombralonga, verso le 19. Se la tratta
verso Castelfranco era stata potenziata, non così quella verso Venezia. Proprio
lungo quest’ultima, nel convoglio in partenza da Treviso verso Mestre alle
19.10, s’è scatenato l’inferno: all’altezza di Borgo Mestre, in corrispondenza
della tangenziale, sul treno due giovani sono svenuti per gli effetti delle
troppe "ombre". Qualcuno ha chiamato il Suem, altri la Polfer, altri
hanno pensato bene di tirare il freno d’emergenza. Le porte, come accade in
questi casi, si sono aperte da ambo i lati del treno, e i passeggeri, in gran
parte ubriachi, si sono riversati sui binari. Per ragioni di sicurezza, i
convogli in arrivo da Mestre e da Udine sono stati bloccati, dato che la gente
sui binari non consentiva di ripartire in sicurezza. Che fare? La soluzione
saggia ed immediata l’ha trovata il dirigente della Rete Ferroviaria, che ha
fatto mandare a Borgo Mestre un pullman a caricare alcuni viaggiatori per "alleggerire"
gli stracarichi vagoni del treno. Che è ripartito: ma a Preganziol il copione è
stato lo stesso, forse ad opera di qualche buontempone che ha tirato il freno
d’emergenza. Tutte le porte aperte, tutti i viaggiatori (ubriachi) sui binari,
treni bloccati. Gli agenti della Polfer hanno ripristinato l’ordine, ma le
proteste da parte dei viaggiatori "normali", cioè non reduci
dall’Ombralonga, sono state inevitabili, anche perchè molti bambini erano
pigiati nelle poche carrozze. Cosicchè a molti è stato chiesto di scendere e di
prendere i treni successivi (in ritardo). Un problema, questo della scarsità
della risposta offerta da Trenitalia ad una manifestazione a così ampia
partecipazione, che ha innescato ovvie polemiche cui hanno tentato di far
fronte gli agenti della Polfer che, a dire il vero, già dal primo pomeriggio
avevano segnalato la scarsità di corse previste per i rientri dall’Ombralonga. Nel corso della giornata erano stati ricoverati in tre per
coma etilico; quindici portati in Pronto Soccorso con sintomi di media gravità.
Questa è stata l’Ombralonga per la Croce rossa e i volontari della protezione
civile; le postazioni della Croce rossa allestite in piazza Indipendenza e
piazza Pola hanno soccorso 25 persone che si sono sentite male. «E andata
meglio dell’anno scorso - spiega Loris Colmaor, responsabile della Protezione
civile del Comune - in giro c’era meno gente ubriaca. Si poteva dialogare anche
con chi aveva bevuto troppo». A dare una mano alle forze dell’ordine e ai 40
agenti della polizia municipale ieri c’erano anche più di una settantina di
volontari. La manifestazione ha convogliato in città ben oltre 10 mila persone;
il loro esodo ha mandato completamente in tilt anche il traffico sul put dopo
le 19. Finita la marcia delle ombre per terra rimane una
pattumiera a cielo aperto: carte, piatti di plastica schegge di bicchieri. In
piazza dei Signori, piazza Pola e piazzetta monte di Pietà i punti più critici.
E sotto i portici di piazza dei Signori, in via Pescheria, in vicolo Barberia e
in piazza Pola tracce di vomito. Sotto i Soffioni le epigrafi sono state
strappate, gettate a terra e calpestate tra i piatti di plastica. Sul versante "buono" dell’iniziativa,
l’Ombralonga unisce l’Italia e L’Europa. La "marcia non competitiva tra
osterie" più famosa dello stivale ha richiamato ieri in città migliaia di
"foresti". I partecipanti da fuori porta arrivati fin dall’apertura
della manifestazione, iniziata un po’ sotto tono ieri mattina alle 11, sembrano
aver premiato il vino della Marca. Per partecipare al "tour del goto"
nei 41 locali e osterie che hanno aderito all’evento, sono arrivati in pullman
dalla Toscana, Emilia Romagna, Friuli e Piemonte. La faccia del prosindaco
Gentilini con in testa il capello da alpino era stampata sulle magliette
"a tema" più curiose ideate e indossate da qualche gruppo, con tanto
di scritta rubata al logo della Provincia: "Ombralonga, se la vedi ti
innamori". In qualche caso la provenienza dei partecipanti stampata sulle
T shirt non poteva lasciare, è proprio il caso di dire, ombra di dubbio:
«Orgoglioso de essare italian, trevisan, imbriago e da Godego», e quello che si
leggeva sulla maglietta color vinaccia di una compagnia di Castello di Godego.
Di traverso a molti sembra essere andato il prezzo dell’ombra. Da un euro e
cinquanta a due euro per un bicchiere mezzo vuoto: «Le ombre costano troppo -
si lamentano i partecipanti - ma forse per questo la gente berrà meno». Serena Masetto L’ARENA «I giovani e l’abuso di alcol sono un problema drammatico
In discoteca molti ubriachi» Antonio Rizza, 55 anni, agente pubblicitario, è al
bar caffè Mokarabia, intento nella lettura de L’Arena. IL MATTINO La
«Uno» andava a cento all’ora
SALVATORE PIGNATARO L’auto di Andrea Natale, la Fiat Uno che è piombata addosso a Rosa Marra e al piccolo Michele Di Paolo, viaggiava ad una velocità superiore ai cento orari. Una velocità proibita in una strada urbana come via Appia a Torella dei lombardi. I carabinieri della Compagnia di Montella, coordinati dal capitano Saccone, hanno effettuato ieri altri rilievi per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. L’auto era in frenata (Natale ha dichiarato di aver perso il controllo della vettura prima della curva e, istintivamente, di aver pigiato il pedale del freno e sulla carreggiata ci sono i segni lasciati dai pneumatici) e ha urtato la Fiat Uno di Rosa Marra parcheggiata sul lato della strada con la marcia inserita e il freno a mano tirato. L’urto ha spostato la vettura ferma di ben dieci metri, spedendola vicino ad un palo. Questi elementi avvalorano le testimonianze rese da alcuni passanti che hanno riferito di aver notato l’alta velocità dell’auto di Natale. Nell’impatto anche Andrea Natale ha riportato un trauma alla testa. Il giovane 24enne di Nusco è rimasto chiuso nella sua vettura attorno alla quale si sono subito portate numerose persone intenzionate ad aggredirlo. I carabinieri l’hanno poi prelevato e trasportato prima in ospedale, dove è stato sottoposto al test alcolico, e poi in caserma per l’interrogatorio. Il giovane, come si sa, è risultato in stato di ebbrezza. Da qui la denuncia per omicidio colposo, tentato omicidio e guida in stato di ebbrezza. Andrea Natale vive a casa dei genitori. In passato aveva tentato di trovare lavoro anche all’estero ma poi era ritornato a Torella dove i familiari gestiscono un’attività commerciale. Attualmente non lavora. Sabato pomeriggio, dopo aver bevuto alcolici si è messo alla guida dell’auto per fare un giro. Poi la tragedia in via Appia. IL GIORNALE DI VICENZA Automobilista indisciplinato ieri pomeriggio a S. Pio X Striscia una prima autovettura. Fa finta di volere
compilare la constatazione amichevole, invece fugge, inseguito a piedi dal
danneggiato. Poi taglia uno stop, centra una seconda macchina, la cui
conducente finisce all’ospedale, e una terza automobile viene coinvolta nella
carambola, con una seconda guidatrice ferita, sebbene in maniera non lieve. ASAPS Sbirri pikkiati, alcol protagonista: gli ultimi due
episodi, tutti alcolcorrelati. Due episodi, uno segnalato in redazione dalla Polizia Municipale di Verona, ed uno rilevato dal quotidiano telematico Orvieto Sì. Il primo: la Polizia Municipale di Verona è impegnata in un servizio notturno, quando vedono sopraggiungere una Citroen Bx a forte velocità. Si alza la paletta, ma l’auto scarta e scappa. Un breve inseguimento si conclude con il blocco del fuggitivo, che al primo alito tradisce le proprie condizioni: si tratta di un pregiudicato 50enne, ubriaco, con diversi precedenti per guida in stato di ebbrezza. Anche stavolta è ubriaco. Gli agenti azionano l’etilometro, ma lui traccheggia. Cerca di convincere i poliziotti municipali a non essere così fiscali, ma quando vede il boccaglio dell’apparecchio avvicinarsi, si scatena. Colpisce a freddo un agente con un diretto in pieno viso e poi tenta di colpire a testate il collega. Viene bloccato dopo una furiosa colluttazione, nel corso della quale gli agenti operanti ed i rinforzi restano feriti. Scattano le manette e viene caricato a forza su un’auto munita di parete divisoria, come le Marea della Volante. Finisce in cella con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni e guida in stato di ebbrezza. Il valore rilevato è risultato superiore di tre volte rispetto a quanto stabilito dalla legge. Le cose non sono andate meglio ad Orvieto, dove un ubriaco uscito di strada, anch’esso 50 anni di età e una lunga sfilza di precedenti, non ha gradito l’intervento degli agenti del commissariato. I poliziotti, che gli avevano chiesto i documenti, sono stati presi a calci e pugni, e solo dopo un lungo parapiglia si è calmato. È stato denunciato per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni e per guida in stato di ebbrezza. IL GIORNALE DI VICENZA Uno straniero è stato protagonista sabato mattina di un
movimentato episodio all’interno di due bar del capoluogo Ha
fatto il diavolo a quattro in centro città prima di essere arrestato per
resistenza a pubblico ufficiale e lesioni ai danni di una pattuglia delle
volanti L’immigrato slavo Trifun Ivanoski, 43 anni, domiciliato in
città, è stato protagonista l’altro giorno di un movimentato episodio intorno
alle 10.30 in contrà Santa Lucia al bar Pitanta, dov’ è stato chiesto
l’intervento della polizia a causa del suo comportamento maleducato. Sia nei
confronti dei clienti che del proprietario e di un poliziotto in borghese che
si era qualificato. IL GAZZETTINO (Venezia) Calle Legrenzi si è trasformata
per un’ora in un vero e ... Calle Legrenzi si è trasformata per un’ora in un vero e
proprio Bronx. È successo l’altra sera, quando erano da poco passate le 22.30
in pieno centro a Mestre. Protagonisti della maxi rissa quindici giovani
militari francesi che evidentemente avevano deciso di festeggiare la trasferta
in Italia (per partecipare ad una cerimonia) alzando il gomito in un bar che
sorge vicino a Piazza Ferretto. I militari, tutti di età compresa tra i 20 e i 23 anni,
sembra dunque abbiano passato la serata esagerando con gli alcolici e
prendendosela con due coetanei, provenienti dall’ex yugoslavia. Non è ben
chiaro, come sottolineano i dirigenti delle Volanti, se lo scontro sia nato,
almeno a livello verbale, all’interno del locale e sia proseguito fuori quando
i due giovani extracomunitari, una volta usciti dal bar, sono saliti in
macchina per rincasare. Fattostà che nel giro di qualche secondo è scoppiato un
vero finimondo. Il gruppo di militari ha leteralmente aggredito i due
giovani dell’ex Yugoslavia che hanno tentato invano di difendersi ricevendo una
serie impressionante di calci e pugni. L’allarme alle Volanti è stato dato dal gestore del bar
che ha assistito alla scena assieme ad altri clienti e ad alcune persone che
transitavano nella zona, spaventate per quanto stava accadendo. Sul posto sono giunte immediatamente le Volanti della
Questura di Venezia e i Carabinieri di Mestre che hanno avuto il loro bel
daffare per riportare la calma ma soprattutto per individuare e bloccare gli
autori dell’aggressione. Alla vista degli agenti, infatti, i quindici militari
francesi si sono dati alla fuga; quattro di loro, non paghi, si sono scagliati
anche contro i poliziotti venendo arrestati per resistenza e violenza a
pubblico ufficiale dopo aver colpito gli stessi agenti con calci e pugni. I quattro, in preda ai fumi dell’alcol, sono stati
trasferiti nelle carceri di Santa Maria Maggiore a disposizione dell’autorità
giudiziaria. Gli altri undici invece sono riusciti a fuggire facendo
perdere le loro tracce. La peggio l’hanno avuta però i due giovani dell’ex
Yugoslavia trasportati al Pronto Soccosro dell’Umberto I dove gli sono state
prestate le cure del caso.Entrambi presentavano uan serie di escoriazioni,
botte ed ecchimosi varie un po’ in tutto il corpo. Sono stati comunque dimessi
dopo le cure con una prognosi di 15 giorni. Stefano Babato BRESCIA OGGI Controlli «antistragi del sabato sera» a Coccaglio:
accertamenti della stradale su 98 automobilisti Ogni sabato notte la polizia stradale effettua i
controlli «antistragi del sabato sera», ma gli automobilisti bresciani, pur
sapendolo, continuano a farsi cogliere in fallo. Anche l’altra notte un quarto
degli automobilisti fermati avevano alzato troppo il gomito. CORRIERE DI COMO Molesta ragazza Ubriaco in cella
m.pros.) Aggredita, molestata. Presa di mira da un
ubriaco. Attimi di terrore, nella notte tra sabato e domenica, per una ragazza
che rientrava a casa dopo aver trascorso alcune ore con gli amici. IL SOLE24ORE Con velocità e alcol addio a 20 punti ITALIA OGGI |
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