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Rassegna stampa Alcol e guida del 18 ottobre 2006

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

VIRGILIO NOTIZIE
DROGHE E ALCOOL/ FERRERO: A BREVE PIANO INFORMAZIONE NELLE SCUOLE

In collaborazione con ministero Istruzione

Roma, (Apcom) - "Stiamo predisponendo con in ministro dell’Istruzione a un piano di informazione riferito sia agli alunni, che alle famiglie relativo al complesso problema dell’uso delle sostanze: da quelle illegali, che normalmente vengono chiamate droghe, a quelle legali come nel caso dell’alcool, che danno luogo a dipendenza". E’ quanto ha detto il ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, rispondendo al question time alla Camera sul problema delle diffusione dell’uso di sostanze dannose per la salute, soprattutto tra i giovani.

"Stiamo predisponendo un accordo di programma con le Regioni - ha poi aggiunto Ferrero a proposito delle iniziative messe in campo dal suo ministero per prevenire il fenomeno - per fare un progetto da 2,5 milioni di euro riferito in particolare al cosiddetto ’mondo della notte’" per prevenire "i comportamenti a rischio che si determinano nelle discoteche e attorno ai grandi eventi cui partecipano i giovani".

"Stiamo lavorando - ha proseguito Ferrero - Al potenziamento delle unità di strada e dei servizi di prossimità. La nostra intenzione è che durante i grandi eventi siano sempre presenti operatori in grado di intervenire sia sul versante dell’informazione che della prevenzione. Questi sono i tre elementi sui quali - ha concluso Ferrero - stiamo lavorando nell’immediato".


LA SICILIA

A battesimo il primo centro per la cura degli alcolisti

Con il contributo dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune, nasce ad Adrano il primo Cat, «Club alcolisti in trattamento».

Si tratta di una comunità multifamiliare dove le persone appartenenti a nuclei familiari alle prese con i disagi dell’abuso da alcol scelgono di incontrarsi liberamente una volta alla settimana per diventare essi stessi punto di riferimento a sostegno della comunità.

La sede del Club è in piazza S. Agostino, nel Centro famiglia dell’assessorato comunale ai Servizi sociali. "Servitore-insegnante" - si chiamano così gli operatori delle comunità - è l’adranita Maria Russo che già da anni collabora con il Sert dell’Asl 3.

La comunità si riunisce ogni mercoledì dalle 17 alle 19.30. «Puntiamo soprattutto a sensibilizzare i giovani - spiega Maria Russo - con un’assistenza prolungata dedicata ai componenti della famiglia che vivono il problema di avere un familiare che fa abuso di alcol. Il Club si pone l’obiettivo di far nascere in queste persone la voglia di cambiare lo stile di vita».

Il Cat aderisce alla rete nazionale che fa capo all’Aicat, l’Associazione italiana alcolisti in trattamento.

«Nel club s’inizia il cambiamento del comportamento con la presenza dell’operatore, che serve da catalizzatore del processo» spiega dal canto suo l’assessore Lydia Fichera che ha accolto il progetto mettendo a disposizione uno dei locali di proprietà del Comune.

Salvo Sidoti


IL GAZZETTINO (ROVIGO)

Sert: un centro per adolescenti a rischio

Un giovane in coma e altri 5 sorpresi a sniffare il gas dell’accendino, come cambia il mondo della droga

La droga assume forme diverse. Non solo i buchi di eroina, le sniffate di cocaina e le pastiglie di ecstasy. Ma gli operatori che lottano contro gli stupefacenti non si stupiscono all’indomani delle notizie del giovane rodigino finito in coma a Reggio Emilia per aver consumato Ghb e dei cinque adolescenti sorpresi ad aspirare il gas butano dei loro accendini. Tutto già visto. E purtroppo gli episodi si ripetono. Il primo caso rappresenta un classico abuso di un farmaco, visto che il gamma idrossibutirato è una sostanza che si utilizza nella cura dell’alcolismo, mentre il secondo non è altro che un tipo di sballo "fai da te", a buon mercato. Lo "sniffing", parola che indica appunto l’azione di annusare il gas sprigionato da un accendino, non è perseguibile penalmente, ma a lungo andare può provocare danni non solo fisici, ma anche cerebrali.«Abbiamo già avuto casi simili - conferma Giovanni Caniato, primario del Sert rodigino - fortunatamente il cosiddetto sniffing da noi è sporadico, ma i danni provocati non sono da sottovalutare. Anche per quanto riguarda l’acido Ghb si tratta di una storia già scritta. Molto spesso si cerca lo "sballo" con i farmaci, ricordo un periodo in cui le detenute del carcere scioglievano una sostanza ginecologica nelle loro sigarette, proprio per ricreare le sensazioni di uno stupefacente. L’importante è dire che spesso i fenomeni di consumo di stupefacenti tra gli adolescenti si accompagnano con l’alcol, ed è quindi essenziale cercare di bloccare sul nascere questa dipendenza. Abbiamo intenzione di creare quindi un centro per adolescenti problematici, in collaborazione con l’Ulss 18, dedicato ai consumi di ogni tipologia di droga».

Gli effetti del gas butano vengono descritti dalla dottoressa Annella Sciacchitano, tossicologa del Sert: «Sniffare gas butano provoca euforia, ma a lungo andare si possono presentare effetti collaterali molto fastidiosi, di parla di atarassia, di perdita delle capacità motorie e un utilizzo prolungato porta assuefazione. Da qui arrivano problemi ai reni al fegato e soprattutto al cervello, con conseguenti difficoltà cognitive». Un abuso che può anche portare al consumo di altre droghe.

Gianni Trevisan è il presidente del Comitato solidarietà antidroghe di Castelmassa, raggiungibile anche al sito www.stellapolare.info, e porta la sua esperienza sul campo: «Purtroppo non riusciamo a stabilire molti contatti con i ragazzi dai 13 ai 17 anni, e questo è una male perché è questa la fascia di età più colpita tra lo sniffing e il consumo di alcol. Sniffano gas, popper, colle sintetiche, poi a questo si aggiungono canne e pastiglie. Inoltre al sabato sera si esce e come minimo si parla di tre birre e di qualche super alcolico. Bisogna far presente che in certi casi la tossicodipendenza può iniziare anche così. Si deve parlare con i giovani e far loro capire la pericolosità di certi atteggiamenti, dannosi verso loro stessi».

Maria Benedetta Errigo


ECO DEL CHISONE

L’Asl 10 regala palloncini per il test alcolico nel sangue

PINEROLO - Terzo appuntamento mercoledì 18 (ore 21) per il programma di informazione sanitaria Attenti alla salute, promosso dall’Asl 10 di Pinerolo al teatro Incontro (di via Caprilli 31 Pinerolo.

Si parlerà di "dipendenze", un fenomeno che investe tutta la società coinvolgendo ampie fasce di popolazione. E fra le dipendenze, non ci si limiterà ad analizzare il classico problema della droga, sempre attuale e pericoloso per le fasce giovanili, (350 tossicodipendenti seguiti dal Sert dell’Asl 10), ma verranno analizzate e discusse le varie manifestazioni del fenomeno della dipendenza, sia legali che illegali, come la tossicodipendenza, l’abuso di alcol, di psicofarmaci o di stimolanti, il tabagismo e le dipendenze da comportamento come il gioco d’azzardo patologico.

Nel corso della serata, particolare attenzione sarà poi riservata all’analisi dei comportamenti e dei fattori che possono ridurre il rischio di sviluppare una dipendenza cioè come fare la prevenzione: aspetto che coinvolge le istituzioni e i Servizi sociali e sanitari ma che interessa in prima persona ogni cittadino.

L’argomento verrà affrontato dal dottor Remo Angelino, direttore della Sc Dipendenze patologiche, coadiuvato dalle dottoresse Lina Palmigiano e Bruna Priotto dell’Asl 10, insieme ad altri esperti del settore, fra cui un rappresentante dei Club degli alcolisti in trattamento e la dottoressa Livia Racca delle Comunità terapeutiche.

Ad ogni partecipante alla serata sarà consegnato un utile gadget: un alcoltest a palloncino, per la misurazione del tasso alcolico nel sangue, tarato a 0,5 mg/litro che è il limite legale per la guida di autoveicoli, da utilizzare a scopo preventivo prima di mettersi alla guida.


REDATTORE SOCIALE

ALCOLISMO

Per sensibilizzare i giovani veneti la Provincia di Verona ricorre al cinema

Il 51,5 % dei giovani assume regolarmente alcol; nell’80% dei casi l’uso è correlato all’assunzione di droghe. Il Veneto è anche la seconda regione, dopo la Lombardia, con la più alta percentuale di incidenti per guida in stato di ebbrezza

PADOVA - Il dato recentemente diffuso sull’uso di droghe e alcol nei giovani tra i 14 e 19 anni (emerso da una ricerca dell’Osservatorio regionale per le dipendenze) preoccupa la Regione Veneto e in particolare l’assessore alle Politiche sanitarie Flavio Tosi. “Il problema in Veneto dell’uso di alcol in età giovanile è purtroppo rilevante: il 51,5 % dei giovani assume regolarmente alcol e circa il 41% di loro si ubriaca regolarmente almeno una o due volte al mese. Inoltre il problema nei giovani, diversamente rispetto ai soggetti adulti, è, in circa l’80% dei casi, correlato a una contestuale assunzione di droghe come la cocaina, le anfetamine, l’ecstasi, la cannabis,”.

Questo il quadro tracciato dall’assessore regionale in occasione della presentazione di una nuova iniziativa cinematografica riguardante il problema dell’alcolismo a Verona.

“L’alcol – non va dimenticato - rappresenta da sempre la porta di ingresso alle droghe illegali, la sostanza di iniziazione più usata dai giovani per sperimentare lo sballo, la sensazione di ebbrezza per poi arrivare, spesso, alle droghe vere e proprie”.

Ma non è solo emergenza dal punto di vista del pericolo dipendenza: c’è sempre da considerare un altro rischio, quello che ragazzi in stato di ebbrezza si mettano alla guida della propria auto. Un comportamento che mette a rischio giovani vite, che talvolta si perdono sull’asfalto. Questo il dato, che l’assessore valuta “allarmante”: il Veneto è la seconda regione, dopo la Lombardia, con la più alta percentuale di incidenti per guida in stato di ebbrezza e rappresenta il 17% degli incidenti in Italia; il 35% dei conducenti veneti responsabili di incidenti legati all’uso di alcol ha un’età fra i 18 e i 30 anni e il 40 % dei feriti in tali incidenti ha un’età fra i 18 e i 30 anni.

Da qui l’iniziativa veronese che vuole provare a parlare ai giovani con il linguaggio che più è congeniale: il cinema. La Provincia veronese ha infatti realizzato un vero e proprio film sull’alcolismo e i giovani, con un linguaggio mediatico più efficace e moderno che, come auspica l’assessore Tosi “potrà essere un utile strumento per aumentare la sensibilizzazione dei giovani al problema”. Le riprese del film, che avrà il patrocinio del Ministero della Salute, della Regione, delle Ulss e aziende ospedaliere venete, sono iniziate lunedì. Servirà qualche mese per mettere a punto la pellicola che sarà disponibile a febbraio 2007 e che troverà diffusione nei maggiori canali televisivi nazionali e locali.


IL GAZZETTINO (TREVISO)

LA LETTERA

Patrizia Riscica è una dottoressa dell’Usl che lavora al Dipartimento di prevenzione ed è una delle responsabili del progetto "Kambio marcia" per convincere i giovani a non mettersi alla guida dopo aver bevuto alcolici.

Egregio Direttore, qualcosa mi sfugge.

Mi occupo da più di venti anni di alcologia e questo mi ha dato la possibilità di osservare con interesse e partecipazione l’evoluzione dei problemi alcolcorrelati sia dal punto di vista tecnico che istituzionale. Nel tempo ho visto aumentare le conoscenze scientifiche, ho visto una progressiva maggior attenzione da parte delle diverse istituzioni e infine ho visto con soddisfazione crescere il numero dei servizi alcologici in Italia e all’estero. Nel mio ambito poi ho potuto conoscere molte situazioni di danno alcolico, le più disparate (e disperate), appartenenti a tutte le classi sociali, razze, età, ho anche lavorato nell’ambito della prevenzione dei rischi dell’uso dell’alcol. Ho maturato esperienza e conoscenza, un patrimonio prezioso.Eppure qualcosa ancora mi sfugge.

Per abitudine si pensa al problema alcol in modo stereotipato: l’alcolista irriducibile, socialmente emarginato, che ci strappa anche qualche sorriso quando barcolla per le strade o compare come simpatica macchietta negli sketch o nelle barzellette. Poco pensiamo alla sofferenza e alla condizione di gravità della dipendenza, ancor meno ai rischi che può comportare anche il cosiddetto consumo sociale e moderato (vedi ad esempio l’attualissimo problema dell’"alcol e guida"). Molto invece pensiamo al vino come aspetto positivo della nostra storia, baluardo della tradizione, stereotipo dell’allegria e del convivio, insostituibile calice con cui celebrare i traguardi di vita.

L’alcol è una sostanza ambivalente: sosteniamo il suo consumo, strizziamo un occhio a "chi alza il gomito", ma condanniamo le conseguenze dannose, spesso con una visuale moralistica e ideologica.

Quest’anno è stato organizzato a Treviso un convegno sul problema alcol e guida, sono stati presentati i risultati del progetto "Kambio Marcia: verso una cultura per la sicurezza". Sono intervenuti esperti che hanno sottolineato alcuni aspetti fondamentali, come ad esempio: più alto è il consumo di bevande alcoliche in una popolazione più presenterà patologie alcol correlate, oppure più precoce è l’inizio del consumo di alcol più alte sono le probabilità di sviluppare una dipendenza da alcol e ancora: nella nostro Regione il consumo di alcol nei ragazzi è molto precoce, 11 anni. Si è evidenziato in particolare uno stato di allarme in Italia, in particolare nella Regione Veneto, per incidenti stradali, infatti nel più del 50% l’alcol è presente come causa/concausa e coinvolti sono soprattutto i giovani.In quel giorno di maggio al convegno sono intervenuti rappresentanti politici del Comune e della Provincia, Forze dell’Ordine, Magistrati, tutti hanno espresso determinazione e collaborazione per sostenere la prevenzione dei problemi alcolcorrelati, soprattutto sul rischio dell’uso di alcol nei giovani.

Inevitabilmente ogni anno si pone l’attenzione sul "fenomeno Ombralonga".

In questa domenica 15 ottobre mi sono trovata a passare per il centro della nostra città durante la manifestazione ed io, tecnico del "danno da ombra", mi sono sentita particolarmente sconcertata.La presenza dei ragazzi era massiccia, molti probabilmente minorenni (la legge vieta la vendita ai minori di 16 anni), li ho visti camminare barcollanti, qualcuno cadeva e si rialzava, aiutato da altrettanti instabili compagni, molte erano le ragazzeStiamo utilizzando denaro pubblico per attivare progetti di prevenzione sul consumo di alcol nei giovani, su questo ci sono indicazioni precise dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un po’ ovunque sono stati utilizzati a scopo informativo/educativo sui rischi dell’alcol slogan stampati su materiale cartaceo, ma anche su magliette, gadget. Domenica i ragazzi portavano magliette con scritte che inneggiavano al bere, hanno coperto le nostre strade e piazze di carte, plastiche, urine, vomito, canti sgangherati, si sono tuffati in acque probabilmente insane e fredde, hanno messo in pericolo la loro incolumità.

Qualcosa mi sfugge. I giornali hanno riportato interviste dove si dichiarava che l’Ombralonga era un grande evento culturale, dove lo scopo non era quello di ubriacarsi, ma di far conoscere la migliore tradizione della Marca, poi un TG ha fatto scorrere immagini e interviste dove giovani più o meno lucidi proclamavano Treviso "patria" del vino In un treno, straripante di persone in evidente stato di alterazione, è stato tirato il freno di emergenza per "vomito imprevisto" e i binari del treno sono stati invasi dal popolo dell’Ombralonga in condizioni psicofisiche molto discutibili In ospedale sono arrivate diverse urgenze, alcune persone erano in coma etilico. Infine è giunta la notizia che è stato aggredito con calci e pugni il comandante della polizia municipale che tentava di calmare ultrà esagitati, non certamente sobri

Qualcuno ha poi detto: è andata molto meglio dell’anno scorso, ci sono stati meno incidenti, tafferugli dando giustamente per scontato che questa è una manifestazione che mette ad alto rischio la sicurezza dei partecipanti e della città.

Ammetto, sono sconcertata, evidentemente qualcosa mi sfugge.

Patrizia Riscica


IL GAZZETTINO
TREVISO 

L’Ombralonga sotto accusa dopo gli eccessi alcolici: «Va abolita. No, va cambiata» 

Gli eccessi all’ultima Ombralonga animano il dibattito sul futuro della popolare "festa del bere": il Procuratore della Repubblica, Fojadelli, dice che non si può condannare un’iniziativa che rilancia le tradizioni locali solo perché qualcuno si comporta male. Il leghista Michelon chiede all’Ombralonga di rinnovarsi puntando sull’enogastronomia e il turismo, e di non limitarsi a essere un’ubriacatura di massa. Arnaldo Compiano, presidente Commissione Cultura del Comune trova «squalificante che Treviso si presenti come città d’arte e poi organizzi l’Ombralonga, un business».


IL GAZZETTINO (TREVISO)

Fojadelli assolve l’Ombralonga: «Riscopre le tradizioni» (*)

Il Procuratore: «Ciò che è buono non diventa cattivo perché qualcuno si comporta male». Inchiesta sull’aggressione a Salmaso

Il Procuratore Antonio Fojadelli "assolve" l’Ombralonga. «Ciò che è buono - ha affermato Fojadelli - non diventa improvvisamente cattivo perché qualcuno si comporta male». Ombralonga quindi, è certamente una manifestazione "buona", a parere del Procuratore, soprattutto per lo scopo con cui è nata: rispolverare le antiche tradizioni venete. Così Antonio Fojadelli ha commentato i recenti fatti di cronaca, che hanno visto il comandante della polizia municipale Danilo Salmaso finire in ospedale dopo essere stato aggredito da alcuni ultras padovani.Il Procuratore continua: «Qualsiasi mio giudizio sarebbe improprio. Così mi limito a prendere atto di quello che è successo e non posso che esprimere considerazioni di carattere generale». Ma poi ancora Fojadelli invita a scindere l’episodio di cronaca dalla manifestazione: «Non mi sento di condannare Ombralonga, che invece ha il merito di riscoprire le antiche tradizioni venete. Lo scopo della manifestazione infatti è quello di richiamarsi alle sane abitudini, radicate nella storia della nostra gente e della nostra Regione, oltre ad essere un modo di riscoprire sapori della nostra terra». Ciò che c’è di errato, secondo Foajadelli, sono invece i comportamenti individuali. «È un problema di opportunità - ha sottolineato Fojadelli - di responsabilità individuale. Ciò che è accaduto nell’ambito di Ombralonga sarebbe potuto accadere in qualsiasi altro momento o in qualsiasi altra manifestazione». Intanto sembra un po’ più chiara la ricostruzione di quanto avvenuto domenica poco prima delle 18. Alcuni ultras padovani stavano scuotendo un box dei servizi chimici. Il comandante Salmaso ha tentato di riportare alla normalità la situazione dirigendosi verso uno di loro, ma è stato fermato dall’amico di questo, che gli ha gettato del vino in faccia. Le ipotesi di reato quindi potrebbero andare da oltraggio a pubblico ufficiale, a lesioni ma anche ad intralcio della giustizia. «La denuncia per ora non è ancora arrivata (ieri ndr) - ha detto il Procuratore - ci riserviamo quindi di analizzarla. Certo non si possono tollerare per nessun motivo condotte aggressive di questo tipo e chi si è reso responsabile sarà perseguito come merita». Olivia Bonetti

(*) Nota: a Treviso esiste un Comitato Permanente Ristretto dell’Osservatorio sulla sicurezza stradale del Veneto, che ha preso importanti iniziative per prevenire danni correlati agli alcolici. Stupisce che proprio il suo presidente non colga il nesso tra una manifestazioni dichiaratamente e sostanzialmente organizzata per far bere molto, e i problemi causati dalle persone che hanno bevuto. Anche senza entrare nel merito della opportunità di organizzare simili bevute collettive, perché mai si dovrebbe ignorare per un’intera giornata l’art. 690 (Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, cagiona la ubriachezza altrui, somministrando bevande alcooliche, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da lire sessantamila a seicentomila.) e l’art. 691 (Chiunque somministra bevande alcooliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno. Qualora il colpevole sia esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande, la condanna importa la sospensione dall’esercizio.) Di fronte ad una denuncia lo stesso Procuratore che “assolve” l’Ombralonga non potrebbe che condannare gli organizzatori della stessa.


 

 

L’ADIGE

Successo del corso sull’alcolismo

CADERZONE - Si è svolto alla casa per ferie Madonna della neve di Caderzone, il corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi (metodo Hudolin). Il corso è stato organizzato dal centro studi dell’Apcat e dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari e ha coinvolto persone provenienti dal Trentino, dalla Lombardia, dal Friuli Venezia Giulia, dal Veneto, dalla Puglia e dalla Bolivia. «Le relazioni umane che si sono sviluppate nel corso della settimana - spiegano la dottoressa Cristina Dal Lago e l’assistente sociale Federica Valenti del Coordinamento salute e sicurezza di Tione - hanno spesso ricondotto i presenti a respirare un clima analogo a quello che si trova nei club degli alcolisti in trattamento, ove ogni persona ci porta una storia, nessuno giudica, l’ascolto è vivo, c’è tempo per ognuno, l’emozione è forte e la sensibilità si sente; ciascuno, consapevole o no, dà e riceve e non chiede, non pretende. L’essere se stessi si rivela cosa normale, uno stile di vita: la complessità nella semplicità, la complessità semplice». Un ringraziamento è venuto da parte dei corsisti, per l’accoglienza e l’ospitalità ricevute nelle visite ai Club, per le forti emozioni che le famiglie hanno trasmesso e per l’entusiasmo delle famiglie stesse di farsi conoscere da nuovo amici. Un grazie è rivolto anche agli amici alpini che hanno affettuosamente organizzato e offerto il pranzo di venerdì al lago Nambino. Tra i numerosi argomenti di riflessione emersi durante il corso troviamo l’importanza della partecipazione delle famiglie ai Club della comunità e la territorialità dei programmi come indice della loro qualità e garanzia di efficacia. Al. V.


L’ADIGE

Frontale nella notte, muore una donna

L’auto di un giovane di Pergolese sbanda e uccide Rita Marcantoni

di BEPPE BONURA Viaggiava sulla sua «Fiat Uno» diretta ad Arco, dove l’aspettava la figlia Erica. Ma all’uscita di una curva nei pressi della centrale di Fies, una «Kia Rio» condotta da un giovane di Pergolese, Matteo Zeni 25 anni, ha invaso la sua carreggiata, centrandola in pieno. Un frontale violentissimo. È morta così l’altra notte sulla statale 45 bis, poco prima dell’una, Rita Marcantoni, originaria di Vigo Cavedine, ma da 30 anni residente a Pietramurata. Trent’anni come il suo matrimonio con Gino Chemolli, che aveva festeggiato lo scorso 26 settembre. E il 27 di questo mese avrebbe compiuto 53 anni. Lo schianto non le ha dato scampo: è spirata sul colpo. Matteo Zeni invece se la caverà: gli airbag hanno attutito l’impatto, anche se i pompieri di Arco e Dro - intervenuti sul posto assieme all’ambulanza e ai carabinieri - hanno dovuto liberarlo con le pinze idrauliche. È stato ricoverato in gravi condizioni prima ad Arco e poi a Rovereto. Dalle analisi del sangue sarebbe risultato un tasso alcolico doppio rispetto al limite consentito dalla legge di 0,50. È stato denunciato per guida in stato di ebbrezza; molto probabile che il magistrato ne chieda l’imputazione per omicidio colposo. «Una fine assurda per lei che era così prudente. A noi raccomandava sempre di andare piano in auto, di fare attenzione. Non riusciamo a credere che non ci sia più. Era straordinaria», raccontano i due figli, Nicola di 24 anni ed Erica di 22. Con il padre Gino Chemolli, hanno passato una notte d’incubo e sono tornati alla loro casa di Pietramurata, in via Borgo Nuovo solo alle 5 del mattino. È stata Erica a lanciare l’allarme. Lei lavora al ristorante Forte Alto di Nago e spesso sua madre andava a prenderla quando aveva finito il servizio. Qualche volta le dava anche una mano. L’appuntamento era a metà strada, ad Arco, in un posto (la «svizzera») vicino al vecchio ponte sul Sarca. «Mamma era sempre puntuale e quando ritardava, mi avvertiva - racconta Erica - ma l’altra notte non arrivava, né si era fatta sentire. Il telefonino squillava a vuoto. Ho pensato: forse si è addormentata. E così ho chiamato a casa e mio padre mi ha detto che era già partita. Ci siamo preoccupati e anche i miei hanno iniziato a telefonare, ma niente». «Sul cellulare di mamma c’erano 13 chiamate, ma lei non poteva più rispondere. Siamo scesi in strada e, alla fine abbiamo visto quello che mai avremmo voluto vedere», racconta Nicola. «Ad Arco ho sentito le sirene dei soccorsi: andavano verso Dro. Ho avuto un terribile presentimento - prosegue Erica - e ho chiesto a Francesco (è il gestore del Forte ndr) di seguire i lampeggianti. Nei pressi della centrale la colonna si è fermata. C’era un incidente. Ho domandato ad un pompiere se fosse coinvolta una "Uno" e quando mi hanno detto di sì ho capito che era mamma. Volevo andare da lei, ma mi hanno fermata e allora ho sentito che era morta. Ero sconvolta. Poi una ragazza delle ambulanze mi ha aiutato, è stata molto carina. E così sono potuta andare a darle un ultimo saluto: una carezza, un bacio. Sono stata contenta di averlo fatto. Era più di una mamma: un’amica, una consigliera, una persona sempre pronta a spendersi per gli altri».


L’ADIGE

Brillo sull’auto «rubata» all’amica

Ha avuto una discussione con l’amica e, forse per sbollire la tensione, è salita sull’auto della ragazza ed ha fatto un giro. Ma la giovane, forse preoccupata per le sorti del suo veicolo, ha deciso di chiamare i carabinieri. E così, quando il giovane è tornato dalla ragazza, ha trovato una pattuglia dei carabinieri del radiomobile ad attenderlo. È successo la notte scorsa nella zona di Torre Vanga. Il giovane, un 28enne catanese, avrebbe avuto una discussione. Un alterco che si è concluso con l’allontanamento del giovane a bordo dell’auto dell’amica. Un’azione che, evidentemente, alla proprietaria del mezzo non è piaciuta per niente. Ma non è escluso che la giovane fosse preoccupata anche per le condizioni dell’amico. Qualunque sia la ragione, la ragazza ha deciso di chiamare i carabinieri. Sul posto è prontamente intervenuta la gazzella del radiomobile. Il 28enne, poco dopo, è tornato in zona, dove ha trovato i militari ad attenderlo. I carabinieri hanno quindi sottoposto il giovane ad alcoltest ed il responso è stato positivo. Il catanese aveva un tasso alcolico doppio rispetto al consentito. Per lui sono quindi scattate denuncia per guida in stato di ebbrezza e ritiro della patente. Quanto all’utilizzo dell’auto dell’amica, spetterà a quest’ultima sporgere un’eventuale querela per furto.


IL GAZZETTINO (BELLUNO)

Il russo fuggito dopo l’incidente si è sicuramente ferito

Quero

(A.V.)Sanno che è ferito, ma non si è fatto curare dai medici del Pronto Soccorso preferendo rimanere dolorante a casa, lontano da sguardi indiscreti. Gli agenti della Polizia stradale comandata dall’ispettore capo Mario Jacomino stanno chiudendo il cerchio attorno all’uomo di origine russa che domenica pomeriggio, guidando un’Alfa Romeo con a bordo altre due persone (di cui sicuramente russa), ha rischiato di investire un’altra macchina finendo la sua folle corsa in fondo ad un dirupo, a lato della regionale Feltrina, all’altezza di Quero. All’arrivo dei soccorritori, però, all’interno dell’abitacolo non c’era più nessuno, i tre occupanti se l’erano data a gambe. Inspiegabile inizialmente il motivo per cui i tre sarebbero fuggiti, anziché farsi aiutare.

La polizia è certa che almeno uno di loro, già pluripregiudicato, è ferito ed è dolorante a casa, per non farsi curare da medici che poi potrebbero segnalarlo. Gli agenti sono anche convinti che l’autista dell’Alfa fosse senza patente di guida al momento dell’incidente: il documento gli era stato ritirato dalle forze dell’ordine qualche tempo fa per infrazioni al codice della strada. Più difficile dimostrare, a distanza di qualche giorno, che il guidatore fosse comunque in stato di ebbrezza, ma resta forte il sospetto che lui e gli altri due fossero in preda agli effetti dell’alcol al momento dell’impatto prima con il guard rail e poi con il fondo del dirupo. I prossimi giorni saranno decisivi per chiudere il cerchio e far luce su questo incidente tinto di giallo.


LA SICILIA

Bagheria. Rapina al distributore, due arresti

I carabinieri hanno arrestato per rapina aggravata Antonio Di Lorenzo, 26 anni e Marco Durante, 20 anni. Avrebbero rapinato il distributore di benzina Agip di Bagheria. La misura cautelare è stata emessa dal gip Fabio Licata. I due giovani, ubriachi, colpirono con una testata al volto il benzinaio e lo costrinsero a fare il pieno al loro ciclomotore. Ai rapinatori i carabinieri sono arrivati grazie ad alcuni testimoni. Ad entrambi sono stati concessi gli arresti domiciliari.


IL GIORNALE DI VICENZA.IT

Sorpreso rosatese

Tasso alcolico troppo elevato Condannato

Franco Remonato, 58 anni, di Rosà, è stato condannato a dieci giorni di arresto e a 300 euro di ammenda (pena estinta per effetto dell’indulto) perché risultato avere un tasso alcolemico superiore al limite di legge mentre si trovava alla guida della sua auto.

Il rosatese venne denunciato dagli agenti della polizia locale di Rosà durante un controllo effettuato unitamente ai carabinieri rosatesi il 3 aprile del 2005.

A Remonato è stata pure sospesa la patente per un mese.


SALUTE EUROPA.IT

Aumentano i tumori in Italia come in tutti i paesi industrializzati, ma si muore sempre di meno

Aumentano i tumori in Italia come in tutti i Paesi industrializzati, ma si muore sempre di meno. Lo riferisce il rapporto 2006 dell’Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, che raccoglie i dati di tutti i registri tumori e parla di 250 mila nuovi casi l’anno. Il tumore al polmone per gli uomini e quello al seno per le donne restano i big killer. Il direttore del centro per il controllo delle malattie (CCM), Donato Greco e il sottosegretario alla salute prof. Antonio Gaglione concordano sul potenziare screening mirati e corretti stili di vita per far diminuire ulteriormente il numero dei nuovi tumori.

In media un uomo ogni tre e una donna ogni quattro hanno la probabilità di avere una diagnosi di tumore nel corso della vita (0-74 anni). I tumori più frequenti fra gli uomini sono quelli alla cute non melanomi (15,2%), la prostata (14,4%), il polmone (14,2%), la vescica (9,0%) e il colon (7,7%). Per le donne in testa c’e’ sempre il tumore al seno (24,9%), i tumori non melanomi (14,8%), il colon (8,2%), il polmone (4,6%) e lo stomaco (4,5%). Le stime per l’Italia indicano un totale di 162.756 nuovi casi diagnosticati fra gli uomini e di 129.247 fra le donne (escludendo i tumori cutanei non melanomatosi).

Per quanto riguarda in modo specifico il tumore al polmone, ha rappresentato la prima fra le cause di morte tumorali in termini di frequenza fra i maschi e la seconda fra le femmine. Il rischio di avere una diagnosi di tumore polmonare nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) e’ di un caso ogni 15 uomini e 1 caso ogni 71 donne. Il rischio di avere una diagnosi di tumore della prostata nel corso della vita è invece di un caso ogni 16 uomini.

Se parliamo di donne il tumore della mammella è di gran lunga il più frequente e ha rappresentato il 24,9% del totale delle diagnosi tumorali. Anche in termini di mortalità è risultata la prima fra le cause tumorali con il 17,1% del totale dei decessi per questa causa. Il rischio di avere una diagnosi di tumore della mammella nel corso della vita e’ di un caso 1 caso ogni 11 donne, mentre il rischio di morire e’ di un caso ogni 50 donne.

Nonostante tutto la mortalità per tutti i tumori in Italia registra una diminuzione sia nei maschi sia nelle femmine. Diminuisce anche la differenza di incidenza dei tumori fra Nord e Sud, molto forte negli anni Settanta.

Presentando i dati, il direttore del centro per il controllo delle malattie (CCM), Donato Greco, e il sottosegretario alla salute, Antonio Gaglione, hanno richiamato l’attenzione soprattutto sulla prevenzione, che deve avere come punto di partenza la conoscenza dei dati reali sull’andamento delle malattie per modulare azioni e risorse.

Greco ha ricordato l’importanza dell’analisi Epidemiologica, aggiungendo come essa dimostri che si siano ridotti alcuni tipi di cancro, per esempio il cancro del polmone negli uomini, "verosimilmente come conseguenza della riduzione della frequenza di fumatori. Si riduce la mortalità, plausibilmente come conseguenza dei miglioramenti delle diagnosi, che diventano più precoci, consentendo di migliorare le prognosi dei trattamenti che, a loro volta, diventano più numerosi e più efficaci. Così - ha proseguito il direttore del CMM - il cancro non è più una condanna a morte: si può evitare, si può diagnosticare presto, si guarisce e si vive più a lungo col cancro, non senza ricadute importanti sul sistema salute, che deve confrontarsi con la realtà di molte persone che diventano ammalati cronici. Persone che possono condurre a volte una vita di quasi benessere, ma hanno bisogno di frequenti valutazioni diagnostiche, piccoli interventi, o lunghe cure farmacologiche. È la sfida della cronicità che costringe il sistema a cambiare. I registri quindi sono una componente stabile delle strategie di prevenzione e controllo, ma non solo".

Secondo Greco, infatti, "una comunità male informata può sprecare le sue energie indirizzandole contro bersagli sbagliati ed e’ quello che a volte succede quando si diffondono falsi allarmi".

Gaglione ha quindi richiamato l’attenzione sulla necessità di "diffondere l’importanza della prevenzione come strumento cardine per contrastare simili malattie. Gli screening mirati a singole sedi tumorali - ha detto il sottosegretario - possono risultare determinanti nella diagnosi precoce di alcuni tumori e limitare notevolmente la mortalità. La diffusione di corretti stili di vita (non fumare, non bere alcolici, praticare un’attività fisica regolare e alimentarsi in modo adeguato) deve invece indurre il cittadino a praticare una sana prevenzione di base, capace di ridurre l’insorgenza del cancro. Prevenzione e corretti stili di vita, dunque, sono il binomio più importante per contrastare le patologie tumorali".


AVVENIRE (ONLINE)
FESTA INSIEME PER I VENT’ANNI DELL’ASSOCIAZIONE 

IL MINISTRO DE CASTRO INCONTRA "LE CITTA’ DEL VINO" 

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali On. Paolo De Castro ha incontrato al Mipaaf una rappresentanza delle “Citta’ del Vino”, l’Associazione che riunisce 543 realtà italiane significativamente legate alla tradizione vitivinicola. La delegazione ricevuta a Roma era composta dal Presidente dell’Associazione Floriano Zambon, sindaco di Conegliano Veneto; dal Direttore dell’Associazione Paolo Benvenuti; dal sindaco di Cellino S. Marco Claudio Pezzato; di Montefalco Valentino Valentini e di S. Giminiano Marco Lisi.

Nell’incontro, che ha affrontato varie tematiche – dalla riforma OCM ai problemi del settore vitivinicolo nazionale e del turismo enogastronomico – si è deciso di organizzare un’iniziativa congiunta nell’occasione del ventennale di fondazione dell’Associazione Nazionale Città del Vino. Verona è stata individuata come sede ideale della manifestazione: nella città scaligera infatti si potranno senz’altro legare i festeggiamenti per la ricorrenza con la prossima edizione di Vinitaly, la grande fiera di settore in programma dal 29 marzo al 2 aprile.

“Sottolineeremo così – ha detto il Ministro De Castro – l’abbraccio ideale che unisce i territori di produzione italiani all’evento, Vinitaly e alla città, Verona, che stanno all’apice del confronto e dello scambio commerciale e culturale legato al vino”. “I vent’anni delle Città del Vino – ha spiegato ancora De Castro – saranno lo spunto ideale per un momento comune di riflessione sul futuro del nostro vino non solo in Italia ma anche nel mondo. Un’attenzione che teniamo alta e nel quadro della quale - ha concluso il Ministro - si inserisce ad esempio la prossima missione dal 22 al 24 novembre in Cina proprio con Vinitaly e Cibus”.

“Riteniamo che il ventennale delle Città del Vino e la sede di Verona possano rappresentare un’ottima occasione per affrontare i temi dello sviluppo legati al mondo del vino – ha commentato il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. Crediamo inoltre che la collaborazione con il Ministero sia un elemento centrale per la crescita dell’enoturismo, una nicchia sempre più importante per l’economia di tanti piccoli territori.


IL MATTINO (NAZIONALE)

Wurstel e fiumi di birra effetto Oktoberfest 

LUISA MARADEI Festeggia il suo sesto anno di vita la «Paulaner fest beer» e lo fa, nemmeno a dirlo, con 15 mila bicchieri della migliore birra tedesca. La tre giorni, in programma da venerdì a domenica (Palapartenope, ore 20.30) propone un autentico gemellaggio con l’Oktoberfest di Monaco di Baviera e farà rivivere ai napoletani le atmosfere e il gusto della tradizionale kermesse tedesca. Balli, canti, crauti, wurstel e tanta birra per riproporre in piccolo quello che in Germania è vissuto come un vero e proprio evento. Nata dalle festa di nozze di Lodovico I e Teresa Sachsen nel 1810, l’Oktoberfest muove ogni anno sette milioni di tedeschi, fa consumare 5 milioni di litri di birra, 700mila polli, 600mila wurstel e 65 buoi. «È nostra intenzione portare a Napoli un poco dello spirito goliardico bavarese - dice Rino Manna, organizzatore della manifestazione - ricreando il più possibile un contesto fedele all’originale». Sono tedeschi, infatti, i crauti, gli stinchi di maiale, le salcicce, il pane utilizzato (brezel) e gli strudel di mele. E sotto le bandiere bianco-blu di Monaco risuoneranno le note dei Die-hallers, gruppo folcloristico della Baviera che, ogni sera, aspetterà all’ingresso i visitatori per condurli nel pieno della kermesse intonando anche canzoni napoletane come Reginella e ’O sole mio. Allo stesso modo i gruppi napoletani Vox Antiqua, Gianni Mobilia e Tammurriata band eseguiranno brani bavaresi oltre al tradizionale repertorio di melodie napoletane del settecento al suono di fisarmonica, mandolino e violoncello. E il gemellaggio continua anche in cucina. Se a farla da padrone sarà il classico panino con la salsiccia, non mancherà nemmeno un assaggio di pizza offerto dall’associazione pizzaioli acrobatici napoletani, guidata da Sergio Micù. Al costo di otto euro si guadagna l’ingresso, si mangia un hot dog, si beve un bicchiere di birra, accompagnato da un sorso del liquore Melanurc, estratto della classica mela annurca campana, e si gusta un caffè. E per chi non vuole accontentarsi del menù base sono disponibili boccali da un litro e da mezzo litro. Sarà possibile, inoltre, portare a casa i bicchieri Paulaner. Radio Crc è partner ufficiale della manifestazione e trasmetterà in diretta da Fuorigrotta tutto quello che avverrà durante la tre giorni dedicata alla birra. In questo modo, anche il pubblico da casa potrà partecipare, ad esempio, all’esilarante quiz che sarà improvvisato da Enzo Calabrese, conduttore della kermesse. Tante domande per indovinare quanti visitatori ha avuto l’Oktoberfest 2006, quanti litri si sono consumati, quali sono le caratteristiche della birra o in che hanno è stata fondata la casa produttrice. Quesiti posti senza un ordine preciso e nel bel mezzo della manifestazione che coinvolgeranno il pubblico in questo divertente gioco didattico. In palio magliette, consumazioni omaggio e gadget della Paulaner per chi risponde in modo esatto. Ma come è nata l’idea di portare un pezzo di Germania a Napoli? La risposta di Rino Manna, patron dell’evento, rivela la curiosità iniziale e l’azzardo successivo. «Ho vissuto per molti anni in Francia, a Nizza e Montecarlo - racconta Manna - e ho constatato che anche in quelle città veniva riproposto in piccolo la festa tedesca. Sotto i gazebo allestiti in piazza si ricreava l’atmosfera bavarese in grado di aggregare un pubblico di tutte le età e le estrazioni sociali. Ho deciso, così, di andare a vedere l’originale kermesse a Monaco e, da allora, me ne sono innamorato. A quel punto è stato facile portarla a Napoli, farla conoscere a un pubblico che ama divertirti e socializzare». Ma Paulaner fest beer non è solo birra. Alla manifestazione sono associate diverse iniziative collaterali: dal raduno di moto «Ducati» e «Harley Davidson», all’elezione di Miss Paulaner. <

Giovedì, 19 Ottobre 2006
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