L’UNITA’ del 16 ottobre 2006 Quella droga chiamata alcol Di Luigi Cancrini L’alcol non si tocca. In Italia l’alcol non si tocca. Correva l’anno 1980 e in
Parlamento si discuteva, molto aspramente, la legge voluta da Craxi (folgorato
a Washington, come San Paolo a Damasco, dalle tesi proibizioniste
dell’amministrazione americana) per porre fine al tempo della solidarietà con
chi sta male e dare inizio a quello del rifiuto. Drogarsi è un reato e “i reati
si curano in carcere” si diceva con una norma su cui si accese una polemica
violentissima durata fino a quando, due anni dopo, un referendum la abolì. E vivevamo, dunque, un clima di
proibizionismo acceso nel momento in cui i deputati dell’allora ancora Pci
presentavano in commissione al Senato un emendamento che vietava la pubblicità
dei superalcolici. Quando l’emendamento votato per alzata di mano risultò
approvato, tuttavia, quella che partì fu una bagarre conclusa da una
interruzione della seduta e da una nuova votazione per appello nominale in cui
la maggioranza di allora, stretta intorno al grande capo di allora, cambiò il
suo orientamento e l’esito del voto. Produttori e commercianti di
superalcolici da una parte, Mediaset dall’altra, avevano imposto, infatti, il
loro veto e nessuno nella maggioranza di allora, si permetteva crisi di
coscienza non protette dall’anonimato. Dimostrando bene, mi pare, che l’alcol e
chi con l’alcol lavora e guadagna, in Italia, non si tocca. Anche se la
maggioranza fece quadrato, allora, intorno all’impegno di intervenire con una
legge apposita per affrontare un tema che, secondo loro, non andava confuso con
quello delle tossicodipendenre (l’alcol non è una droga, dicevano, e
l’alcoolista non è un tossico), nulla è accaduto da allora fino a oggi,
infatti, e fino a quando cioè il nuovo Ministro della Salute Livia Turco ha
introdotto in Finanziaria due norme molto attese e molto giuste: quella
che vietava la vendita di alcol ai minori e quella che vietava la vendita di
alcol sulle autostrade. La ragione per cui anche questa volta l’assemblea non
potrà, probabilmente, pronunciarsi su questa proposta è, ancora una volta, di
ordine procedurale. Il tema, è stato detto, «non è da finanziaria». Quello
che serve è un altro provvedimento: il provvedimento che non c’è, parafrasando
Peter Pan, o i1 provvedimento che non ci sarà mai guardando con sano realismo a
quello che accade in questo paese da sempre. Perché il nostro è il Paese in
cui, secondo i parametri proposti dall’Oms, il problema dell’alcolismo è più
grave che in ogni altro Paese del mondo e perché il nostro è, nello stesso
tempo, il Paese in cui la legislazione sull’alcol è la più permissiva del
mondo. Due fatti fra cui c’è evidentemente un rapporto. E alla faccia di chi
si scandalizza e si agita quando i giovani che tornano dalle discoteche
muoiono, il sabato sera, per incidenti la cui causa più comune è l’alcol. Di
cui si deve permettere la pubblicità. Che va venduto ai minori e sulle
autostrade. Mi sono occupato di persone con problemi di droga ormai da
trentotto anni. Credo di poter dire con cognizione di causa che l’alcol è a
tutti gli effetti una droga. Che causa più morti e più danni da noi, in questo
Paese, di tutte le altre droghe. Che c’è un trionfo inaccettabile di
ipocrisia in tutto l’insieme di forze politiche e di istituzioni dello Stato
che continuano a fare finta di non saperlo evitando, che se ne rendano
conto o no, di portare in aula, sotto gli occhi di tutti, una proposta che a
quel punto sarebbe davvero difficile non votare. Da quelli per lo meno che
hanno un minimo di buon senso e che ci tengono a farlo sapere a chi li elegge.
(*) (*) Nota: in questa rassegna non trovate quasi mai
articoli de L’UNITA’, perché in Internet è un giornale a pagamento. Ma quando
ho letto questo articolo ho deciso che doveva trovare posto in rassegna, così
me lo sono copiato “a mano”, parola per parola. Perché merita la massima diffusione: per l’autorevolezza di chi l’ha scritto, ma soprattutto per la chiarezza con cui esprime concetti che personalmente condiviso e sostengo con convinzione. COMUNICATO STAMPA In data 12 Ottobre 2006 si è svolta presso la Sala Stampa
della Camera dei Deputati a Roma una conferenza stampa relativa alla questione
"Alcol e Finanziaria", in quanto i provvedimenti proposti relativi
alla vendita di alcol negli autogril e all’innalzamento a 18 anni del limite di
età per la somministrazione di bevande alcoliche sono stati poi stralciati. Fondazione Luigi Guccione Associazione Nazionale Contro l’Alcolismo (ANCA) Associazione Italiana dei Club degli Alcolisti in
Trattamento (AICAT) Centro Alcologico Regionale della Toscana (CAR) Eurocare Italia ARCAT Toscana Associazione Mauro Cirillo Fondazione Andrea Devoto Saman Gruppo Logos CEIS Pistoia FISICO CONSUMO E COMMERCIO DI ALCOL, SICUREZZA STRADALE E TUTELA DELLA SALUTE L’alcool produce gravi danni sociali
ed economici al Paese che impone un carico economico per l’individuo, le famiglie, la società
attraverso costi sanitari, perdita di produttività, morbilità, mortalità precoce
complessivamente stimabili al 2 – 5 % del Prodotto Interno Lordo. Tali considerazioni hanno sollecitato (e
continuano a sollecitare) la necessità di ricerche, attività, strategie e misure preventive,
gestionali ma anche legislative, ispirate ai principi di una “evidence based prevention”. Ogni anno muoiono a causa dell’alcool 35.000 persone. L’età in cui si comincia ad assumere alcool si sta notevolmente abbassando (11 anni di età). Cresce la preoccupazione nelle famiglie. La spesa sociale subisce un forte incremento rispetto alle patologie che l’assunzione di alcool produce, specialmente tra i giovani. Il consumo, soprattutto di bevande alcoliche produce gravi conseguenze anche per quanto riguarda la guida di veicoli. Crea turbativa e danno economico anche alle imprese che operano nel settore dell’intrattenimento, alla quiete e alla sicurezza delle città. Tra i fattori umani che possono incidere sul numero degli incidenti stradali, il consumo di alcol è certamente quello più rilevante, considerata anche l’ampia diffusione che le bevande alcoliche hanno tra la popolazione. Si stima, infatti, che il 30-50% degli incidenti stradali gravi o mortali siano causati dall’uso di alcol. In particolare si afferma che: • il rischio aumenta in modo esponenziale con l’aumentare
dell’alcolemia; In Italia non si conosce il numero di incidenti determinati dalla guida sotto l’effetto di alcol, ma si presume sia molto rilevante (una stima eseguita nel 2003 parla di una stima di incidenti alcol correlati che va dai 67.542 ai 112.570). Nel nostro Paese sono circa 400.000 i controlli del tasso alcolemico effettuati ogni anno dalle forze dell’ordine in relazione a persone fermate alla guida di veicoli a motori. Nella sola Francia nel 2005 si sono superati i 10.000.000 di controlli. La Francia è tra i Paesi europei più virtuosi in tema di sicurezza stradale. Tra il 2002 e il 2005 i morti sulle strade francesi sono diminuiti del 35,4%, in Italia sono in sensibile aumento. Questo significa che se si trovassero soluzioni valide ed
efficaci per il controllo di questo fenomeno, si potrebbero avere meno incidenti e quindi meno
costi in termini economici ma anche di vite umane. Il dibattito avviato sulla
finanziaria, alcool si - alcol no, è sbagliato e fuorviante. Non è utile una politica proibizionistica che favorirebbe il commercio
al nero e spingerebbe imprese e giovani verso l’illegalità e l’evasione. Ne un garantismo
astratto e senza regole che danneggerebbe anch’esso imprese, giovani e famiglie.
Quello che serve al Paese è l’avvio di un dibattito serio sulle conseguenze
dell’alcool in special modo tra soggetti giovani ma non solo. Per questo occorrerebbe un quadro di regole e sanzioni
certe, condivise e giuste. Al Governo chiediamo di farsi anch’esso parte attiva e di
promuovere un quadro normativo nuovo che preveda attraverso la condivisione e una più
larga possibile partecipazione: • il divieto di somministrazione di vendita di alcool
sulle autostrade; ALICE NEWS SANITA’/
INCONTRO INTERMINISTERIALE PER CORRETTI STILI DI VITA Bisogna rendere possibili e gradite al cittadino
scelte salutari Roma, 17 ott. (Apcom) - Nella sede del ministero della
Salute, si è tenuto il primo incontro interministeriale sul programma
"Guadagnare Salute - rendere facili le scelte salutari". Erano
presenti, oltre al ministro Livia Turco, i rappresentanti dei ministeri
dll’Istruzione, delle Pari Opportunità, delle Politiche Giovanili ed Attività
Sportive, delle Politiche per la Famiglia e Sviluppo Economico. Scopo del tavolo è condividere un programma comune di
azione per "guadagnare salute" agendo su pochi fattori di rischio che
però sono causa dell’80% delle malattie e delle morti nel nostro Paese:
inattività fisica, scorretta alimentazione, eccesso di alcol, abitudine al fumo.
Secondo quanto comunica il ministero della Salute, con una
nota, "il programma ’guadagnare salute’ è una strategia condivisa a
livello europeo da OMS e Unione Europea che si basa su azioni rigorosamente
validate dall’evidenza scientifica. Nessuna azione singola è sufficiente nella
prevenzione di questi fattori di rischio, ma è necessario un impegno
interistituzionale che, a fianco della promozione di corretti stili di vita,
possa favorire e sostenere il cittadino in scelte salutari". "In particolare - si legge nella nota - bisogna
rendere possibili, vantaggiose e gradite al cittadino scelte salutari, evitando
di colpevolizzarlo per l’adozione di comportamenti scorretti per la salute:
un’azione non solo di educazione sanitaria, ma anche di interventi strutturali
che coinvolga l’intera gestione del territorio". Durante l’incontro è
stato dato ampio riconoscimento alle importanti azioni già in atto sul tema
della tutela della salute. Ciascun Ministero, infatti, ha presentato linee ed
azioni già in sviluppo, coerenti con il tema guadagnare salute. Tutti hanno
convenuto sulla grande opportunità di un’azione sinergica comune, non solo
basata sulla comunicazione reciproca, ma anche su vere e proprie progettualità
condivise. Tra i più interessanti elementi emersi, un’attenzione
all’educazione tra pari ed alla comunicazione tra giovani attraverso i loro
media, ma anche un impegno sui tempi di vita, sul piano per gli asili nido,
sull’allattamento al seno. Cruciale per contrastare l’obesità infantile
l’educazione al gusto dei giovani e la promozione dell’attività fisica come
gioco e divertimento. Un’occasione per il rispetto delle pari opportunità anche
verso la popolazione immigrata. Il tavolo ha manifestato, inoltre, l’esigenza di un
ampliamento ad altri dicasteri ed ha anche sviluppato una road map per
addivenire ad un documento adottabile dal governo, ma anche ad una serie di
attività specifiche con gruppi di lavoro ad hoc.Un salto in avanti rispetto a
politiche già affrontate in maniera scontatamente inefficace proprio perché
prive dell’intersettorialità necessaria all’efficacia delle azioni.Un esempio
positivo di quanto in più parti invocato dal programma di Governo. IL GAZZETTINO (NORDEST) TREVISO Vigile picchiato all’Ombralonga degli eccessi Ma Treviso brinda al successo promozionale L’Ombralonga è tutto e di più. È festa. Eccessi. Baldoria.
È anche promozione turistica. È politica. Anche se politica e vino finiscono
per costituire un cocktail esplosivo. Ne ha pagato il conto il comandante dei
vigili urbani di Treviso, Danilo Salmaso. È stato infatti, accerchiato da un
gruppo di skinheads nel pomeriggio di domenica in centro storico e poi preso
a calci e pugni da uno di questi, in evidente stato alcolico, che non voleva
consegnare una svastica. Pur ferito Salmaso non ha mollato la presa ed è
riuscito a consegnare l’aggressore ai suoi uomini. Si tratta di A.S.. 30 anni,
padovano, un ultras con precedenti. È stato denunciato. L’Ombralonga da sedici anni è la manifestazione che vuole
promuovere Treviso facendo riscoprire osterie, ristoranti e scorci di una città
da gustare, da vivere a piedi, unendo trevisani e foresti davanti a una, due,
tre... ombre. Non è la promozione del vino fine a se stesso, ma del vino come
collante sociale, fonte di cultura e di allegria. Almeno, questo, nelle
speranze e negli obiettivi degli organizzatori. Ogni anno però prima e dopo la
festa è tutto un fiorire di polemiche fra chi si danna l’anima per promuovere
la festa del vino e chi invece, preferirebbe gustarsi una domenica in santapace
nel salotto buono della Marca. E la diatriba continua. Resa ancora più
avvelenata dal gran finale della sedicesima edizione con treni bloccati a lungo
per soccorrere giovani ubriachi e binari intransitabili dai treni per la gente
che li aveva scambiati per Piazza dei Signori. Convogli danneggiati. Ritardi
con punte di 80’, accumulati a partire dalle 19, a fine manifestazione.
Trenitalia scarica le responsabilità: «Dagli organizzatori dell’Ombralonga o
dalle istituzioni locali non c’è mai stato contatto con noi per richiederci
treni speciali. Ma, consapevoli comunque che l’evento avrebbe richiamato più
viaggiatori del normale, ha provveduto unicamente di propria iniziativa a
predisporre treni aggiuntivi, da utilizzare se necessario». Sta di fatto però
che il treno per Mestre delle 19,10 - era stato rinforzato? - era composto solo
da quattro carrozze. Sarebbe bastato - come segnalato dalla Polfer - che si
fosse ricorso ai Taf ad alta frequentazione e a due piani. Treviso ha vissuto l’annuale Ombralonga day, come tutte le
terze domeniche di ottobre dal 1990. La festa dura otto ore: dalle 10.30 alle
18.30. Poi entro due ore la città deve essere riconsegnata ai trevigiani
pulita, in ordine. Quaranta i locali a disposizione per la mescita del vino,
tutto di qualità garantita e di Marca. Non c’è percorso obbligato e nemmeno un
numero obbligato di tappe enoiche. Ognuno decide per sè, in base alla propria
capacità di "pieno" (*). Gli oltre 20 mila visitatori - per
partecipare alla festa non è assolutamente indispensabile essere iscritti; il
rito dell’adesione garantisce solo il grambiule distintivo e il bicchiere per
il rito dell’ombra - hanno consumato almeno centomila bicchieri di vino. Soddisfatti gli organizzatori che vedono nell’Ombralonga
uno strumento di promozione turistica. Felici i quaranta titolari dei locali
aderenti che hanno fatto gli incassi più importanti dell’anno. Meno
entusiasti i trevigiani del centro che si considerano vittime predestinate.
Luigi Gazzotti, anima e cuore di Ombralonga, si rivolge ai maggiorenti e li
invita attorno a un tavolo: «Visti i numeri di cui la manifestazione è capace,
promuoviamo la nostra città direttamente a casa nostra. Quando mai si hanno
20-30 mila persone disponibili, motivate, interessate, turisticamente coinvolgibili?
Non sprechiamo l’occasione». Sergio Zanellato (*) Nota: … in barba agli articoli 690 e 691 del nostro
Codice Penale. IL GAZZETTINO (TREVISO) Dopo l’assalto Trenitalia presenta il conto Carrozze devastate, fermate d’emergenza e anche una cabina
di guida forzata (S.M.) "Dagli
organizzatori dell’Ombralonga o dalle istituzioni locali non c’è mai stato
alcun contatto con noi per richiederci treni speciali. Ma Trenitalia,
consapevole comunque che l’evento avrebbe richiamato più viaggiatori del
normale, ha provveduto unicamente di propria iniziativa a predisporre treni
aggiuntivi, da utilizzare se necessario". L’attacco al Comune e agli organizzatori di Ombralonga da
parte dei dirigenti regionali di Trenitalia non è tardato ad arrivare, già ieri
mattina. Perchè l’azienda che gestisce il traffico ferroviario, di convogli
speciali ne avrebbe messi ben cinque, che con il rafforzamento dei treni
"normali" avrebbero garantito 4500 posti in più dell’ordinario. E,
specifica Trenitalia, senza che dal Comune arrivasse alcuna richiesta o venisse
fornito alcun dato sulla possibile affluenza all’evento. "Non solo - prosegue la Direzione regionale -.
Abbiamo aumentato anche gli addetti alle biglietterie e l’assistenza a terra,
attivando un centro operativo che ha organizzato i treni speciali". Che
però sono diventati oggetto di atti vandalici da parte degli utenti
evidentemente ubriachi e stipati, ad esempio, nelle sole quattro carrozze ad un
piano presenti nel regionale 5989 in partenza da Treviso alle 19.10 di
domenica: "Quanto danneggiato ha richiesto immediate riparazioni e pulizie
addizionali sempre a carico di Trenitalia, creando non poche difficoltà anche
perchè le stesse carrozze dovevano essere utilizzate il giorno dopo per i
pendolari. In particolare il R5989 è stato assaltato da molti giovani in
stato di ebbrezza che hanno anche forzato la cabina di guida. A bordo di quel
treno si sono registrati malori con fermate d’emergenza, intervento di
ambulanze e di medici, creando disagi ai passeggeri, al personale e alla
circolazione dei treni sulla tratta Udine-Venezia". Insomma, un’Ombralonga su cui Trenitalia non aveva
ricevuto dati, informazioni nè richieste di potenziamento della linea, ma di
cui s’è trovata a fronteggiare gli effetti disastrosi subito dopo la fine delle
mescite. Perchè, se i nove treni nella tratta Venezia-Udine tra le 15 e le 19
hanno viaggiato sostanzialmente in orario, a partire dal Regionale delle 19.10
si sono accumulati ritardi dagli 80 ai 25 minuti, con disagi proseguiti fin
oltre alle 23 che hanno coinvolto corse ordinarie ma anche Eurostar (quello da
Roma è rimasto bloccato per 35 minuti). A gestire l’emergenza ci hanno pensato non solo gli
addetti di Trenitalia e i ferrovieri, ma anche il personale di Rfi (che ha
messo a disposizione un proprio pullman per caricare alcuni passeggeri rimasti
sui binari dopo lo stop del R5989) e gli agenti della Polfer. "Abbiamo
segnalato noi agli operatori di Trenitalia e della Rfi l’afflusso straordinario
di partecipanti già alle 13.40 - spiega il dirigente Claudio Bortoletto -
Purtroppo pare non sia stato possibile mettere altri treni sulla linea da
Udine, e quanto successo ne è la diretta conseguenza. Non discutiamo sulle
responsabilità di una piuttosto che dell’altra parte, su chi non ha fatto la
richiesta formale e su chi comunque non aveva conteggiato la possibile
emergenza: tecnicamente sarebbe bastato sostituire i normali treni con dei Taf
ad alta frequentazione e a due piani, raddoppiandone la capacità". IL GAZZETTINO (TREVISO) Il vicesindaco ignora le critiche e si dichiara
soddisfatto: «Ho incontrato ragazzi di tutto il mondo, ho sentito il loro
calore per la nostra città che ha ottenuto un’altra vittoria» Genty, difesa a oltranza: «La festa della gioventù» «Certo, come tra gli alpini capita che qualcuno beva
troppo e venga portato via. Ma non c’era traccia di drogati» Se l’Ombralonga ha un santo protettore questo non può
essere altri che Giancarlo Gentilini. Da sempre il vicesindaco ha difeso a
spada tratta la marcia non competitiva tra le osterie del centro storico, senza
dubbio la manifestazione più discussa del capoluogo della Marca. Ogni anno
Gentilini fa da scudo agli strali di tutti quelli che avversano l’Ombralonga:
per lui è sempre e comunque un successo. «È stata una grandissima manifestazione di gioventù - ha
commentato ieri -. Io domenica sono stato per cinque ore in mezzo ai giovani.
Ho sentito il calore che hanno per la città di Treviso: prendono la
manifestazione come motivo di aggregazione e quindi sono veramente soddisfatto.
Ho incontrato ragazzi che venivano da tutto il mondo: scozzesi, francesi,
canadesi. Tutti hanno sentito il richiamo della città di Treviso. Perché
l’Ombralonga è una grandissima festa di gioventù». Una festa che a sentir lui fa "impallidire" le
Notti Bianche, uno dei bersagli polemici preferiti dallo Sceriffo: «Piuttosto
che fare le Notti Bianche dove tutto succede, la gente non dorme ed è un casino
boreale, qui abbiamo limitato la manifestazione alle sei di sera e alla luce
del sole: il buio non c’è. Io voglio tutte le manifestazioni alla luce del
sole». Un successo di partecipazione, ha sottolineato il
vicesindaco, si traduce in un successo sotto il profilo monetario, per cui
molti possono dirsi contenti: «Anche dal punto di vista economico tutti quanti
si sono fregati le mani: è stata una vittoria dal punto di vista finanziario.
Non ci sono stati eccessi. Certo, anche quando c’è l’adunata degli alpini può capitare che
qualcuno beva troppo e allora lo portiamo via. Ma non abbiamo visto drogati». Su questo tema Gentilini non ha perso l’occasione per
indirizzare una frecciatina alla volta del consigliere regionale Nicola Atalmi
(Pdci), che si professa antiproibizionista e non ha fatto mistero, anche di
recente, di aver fumato occasionalmente uno spinello: «C’è qualche consigliere
regionale che dice "io fumo". Quindi se si permetterà di dire che io
incito all’alcol gli dirò: fumati le tue sigarette, vai a pippare in mezzo alla
Colombia, là è la tua città. Avrai quintali di canna da fumare per tutta la vita». Polemica a parte il vicesindaco promuove a pieni voti la
manifestazione: «Nel complesso, con la moltitudine di partecipanti di
quest’anno, credo sia stata una vittoria della città di Treviso». Marco Gasparin IL GAZZETTINO (TREVISO) I GESTORI DEI 40 LOCALI ADERENTI Per i quaranta locali che hanno aderito all’Ombralonga,
domenica 15 ottobre è una data da cerchiare per bene sul calendario del 2006. È
stata la domenica delle vacche grasse per le casse aziendali. Il termine che
tutti i gestori usano, è: «Redditizia». Calcolatrice alla mano anche il più piccolo bar ha venduto
almeno millecinquecento ombre; moltiplicatele per quaranta quanti sono stati i
locali, cominciamo a capire l’ordine dei valori del movimento enoico. E
poichè i "piccoli bar" non sono tutti, e i locali di richiamo erano e
sono tanti e di più, scavalcare la fatidica soglia dei centomila
bicchieri non è stata un’impresa impossibile. Denis Mistro del Borsa, titolare di un altro noto locale
nel centro storico, commenta l’esperienza: «Sono soddisfatto di come sono
andate le cose. Anche dal punto di vista economico. Certo, bastava però una
giornata di pioggia ed oggi saremmo tutti qui a piangere. Invece la splendida
giornata ci ha regalato una folla allegra, complessivamente ordinata. Quando
mai avremo ventimila persone che si accalcano per Treviso? Dal mio punto di
vista strettamente professionale, una domenica così è stata un’affare. Mi rendo
però conto che ci sono miei concittadini che di ciò non sono contenti e pagano
un prezzo importante per il disagio. Non sarei per niente contrario così se
la manifestazione fosse trasferita magari sulle mura, a ridosso del centro,
dove ognuno di noi potesse aprire uno stand, un gazzebo. Ombralonga sarebbe
concentrata in un unico grande spazio, senza esportare disagi al resto della
città. Così il centro vero e proprio resterà sgombro, a disposizione dello
shopping e della passeggiata". Il bel sorriso della signora Lucia contitolare con il
marito dell’Antico Pallone, fotografa il bilancio della giornata: «Anche noi
possiamo considerarci soddisfatti. È valsa la pena di lavorare tanto. Dal punto
di vista degli incassi è stata sicuramente la domenica più bella dell’anno.
Decentrare la manifestazione? D’accordo, così non ci sarebbero più le polemiche
e si rispetterebbe la tranquillità degli altri cittadini». All’Osteria della Gigia, in via Barberia, uno dei punti di
ritrovo più cult di Treviso, Alessandro Valiera è una voce fuori dal coro:
«No, non abbiamo aderito: era il nostro turno di chiusura. Quando l’Ombralonga
si faceva di sabato l’abbiamo subita. La manifestazione non ci piace. Non
condividiamo certe esasperazioni, preferiamo vendere cedrata... È una scelta». "Ai soffioni" la nuova gestione di Consuelo
Andreetta - dal 2 giugno scorso - era alla sua prima Ombralonga: «È stata una
bella scoperta. Sono contento. Mi avevano detto che ci sarebbe stata
confusione, invece il momento più acceso è stato quando Valentino Rossi, con la
caduta di Nicky Haiden falciato dal compagno di squadra Pedrosa, è balzato al comando
della classifica mondiale del Motogp. Abbiamo avuto un buon incasso anche se mi
aspettavo qualcosa di più». Mauro di "Muscoli’s" in Pescheria è il tempio
delle ombre: «Abbiamo avuto una buon ritorno economico; l’adesione ad
Ombralonga è un investimento che paga. Nelle ultime edizioni l’organizzazione
ha fatto decisamente sempre meglio ponendo dei paletti fissi, limitando il più
possibile le trasgressioni. È una manifestazione eterogenea. Trasferirla fuori
dal centro? Sarebbe come andare contro la sua vocazione. Non avrebbe più il
senso per cui è nata. È stata voluta per promuovere Treviso, il centro storico
attraverso il buon vino: finalizzare Ombralonga solo al vino sarebbe come
snaturarla facendola infine, morire. Non è proprio il caso. Ombralonga va bene
così come è». Sergio Zanellato IL GAZZETTINO (TREVISO) DEMATTE’ (MARGHERITA): MANIFESTAZIONE DA CANCELLARE Atalmi: «Sì, io fumo, ma il problema è l’abuso, anche
dell’alcol» (M.G.) Venuto a conoscenza di essere stato tirato in ballo
da Giancarlo Gentilini, che l’ha punzecchiato per aver pubblicamente ammesso di
aver fumato uno spinello, Nicola Atalmi ha replicato al vicesindaco chiarendo
alcune sue affermazioni: «Vorrei innanzitutto precisare che sono un fumatore
molto, ma molto occasionale. Non sono neanche un fumatore di sigarette, se è
per questo. Non è la mia cultura quella dell’eccesso, di chiedere "canne
libere" o che so io. Vorrei poi spiegare a Gentilini che in Colombia c’è
la cocaina, che è una droga pesante, mente quando si parla di canne si tratta
di droghe leggere». Atalmi ha poi preso spunto dalla frecciata di Gentilini
per una riflessione generale: «A parte il fatto che sono antiproibizionista
penso si debbano fare alcune necessarie precisazioni. Penso e sono convinto che
non si debba abusare di qualsiasi tipo di sostanza, si tratti di alcol, di
droghe leggere o altro. C’è un’ipocrisia insopportabile nel bollare uno dicendo
"quello si fa le canne" mentre a Treviso c’è una manifestazione che
incita a bere in quantità in una provincia in cui c’è un problema di alcolismo
devastante. I morti sulle strade li provoca l’alcol. Sono altresì convinto che
le droghe pesanti vadano combattute. In questo la legge Fini ha sbagliato,
mettendo sullo stesso piano droghe leggere e pesanti. Occorre poi finalmente
iniziare un’azione di educazione ad un consumo consapevole dell’alcol e delle
droghe leggere. Ma questi argomenti sono troppo seri per Gentilini». Tra le figure storiche dei contrari all’Ombralonga c’è
Donata Demattè, consigliere comunale e provinciale della Margherita, che chiede
ancora una volta di cancellarla: «Una città intera non può prestare il fianco a
questo tipo di manifestazione. Non ha ragione di esistere, viste le ricadute. Mi
stupisco che ci sia ancora chi la sostiene. Non c’è più il patrocinio della
Provincia, non c’è più quello del Comune. Ma non basta toglierlo, occorre una
presa di posizione politica perché chi ne paga il prezzo è la città. Gli
iscritti sono sempre meno, e vengono praticamente tutti da fuori città. Molti
si portano addirittura da bere». La Demattè si chiede che senso abbia l’Ombralonga: «Se si
vuole organizzare un evento che abbia una ricaduta in termini di cultura del
vino sono altre le cose da fare. Se vogliamo puntare sul prodotto enologico
dobbiamo dare un’altra immagine della città, non quella di un orinatoio.
come si fa poi a pensare una manifestazione senza organizzarsi con i mezzi
pubblici? Abbiamo visto il caos dei treni che ne è risultato. Un’altra cosa
vorrei sapere: noi facciamo una grande campagna di sensibilizzazione contro gli
eccessi dell’alcol. Domenica sono stati fatti i controlli con gli
etilometri? Critico è anche Alberto Cocco (Rifondazione): «Ombralonga
ha perso lo spirito con cui è nata: è diventata un motivo per bere e basta. Ci
sono ancora poche iniziative collaterali per farla diventare una vera festa. Il
Comune non ci guadagna nulla, ma ci perde ogni volta, perché deve fare le
pulizie. La cosa che mi disturba è che se gli altri giorni dell’anno dei
giovani si ritrovano in una piazza e si "ammassano" non va bene, anzi
si cercano soluzioni perché non capiti. Il giorno dell’Ombralonga invece va
tutto bene, anche che riducano la galleria Bailo in uno stato indecente». IL GAZZETTINO (VICENZA) LAMON Il sindaco Claudio Reato e l’assessore Gino Pante
ringraziano il sodalizio Alcolisti in trattamento primi in solidarietà Progetti del gruppo a favore della comunità Lamon (R.G.) L’Amministrazione comunale di Lamon ringrazia
pubblicamente il Club Alcolisti in Trattamento (Cat) per il duplice importante
lavoro svolto a favore della comunità: in termini di recupero delle persone
aventi problemi con l’alcol da una parte e per quanto riguarda il costante
lavoro di manutenzione del parco pubblico di via Ferd dall’altra. «L’attività compiuta dal Cat - afferma l’assessore al
Volontariato Gino Pante - è estremamente preziosa per il nostro territorio.
Innanzitutto va premiato per il forte impegno volto a favore degli alcolisti
affinché cambino stile di vita. In collaborazione con il Servizio Alcologico
dell’ospedale di Auronzo e del Sert dell’ospedale di Feltre viene svolta
un’importante azione di recupero volta anche alle famiglie delle persone
coinvolte nel progetto. Da sedici anni i soci si incontrano tutti i mercoledì
alle 20». «Ma al presidente del Cat Michele Rosolen e ai componenti del
sodalizio - sottolinea Pante - vanno i nostri più sentiti ringraziamenti anche
per la manutenzione dell’area giochi di via Ferd con sfalcio dell’erba, pulizia
generale di terreno e giochi, piantumazione e potatura di piante e alberi. Di
recente, poi, hanno sistemato dei gruppi tavoli-panchine. Mentre è in
programma, per il futuro, la realizzazione di una fontana». «Il Cat - aggiunge
il sindaco Claudio Reato - segue da anni un settore molto delicato. È un gruppo
che ogni settimana, con perseveranza, fa incontrare i propri soci e i loro
famigliari seguendo uno specifico percorso. Una realtà molto importante che ha
tutta la nostra stima e il nostro riconoscimento. Per quanto è nelle nostre
possibilità cerchiamo di sostenerlo, mettendo a disposizione delle loro
riunioni una sala comunale». (*) (*) Nota: sono servitore insegnante in un Club degli
Alcolisti in trattamento da 17 anni, da più di 3 sono sposato con una lamonese, e a Lamon ho trascorso le ferie negli
ultimi anni. La nostra piccola bimba ha giocato nell’area la cui
manutenzione è curata dalle famiglie del Club. Questo articolo non può che farmi piacere. Alessandro Sbarbada IL GAZZETTINO (BELLUNO) LONGARONE I tre operai erano reduci da una notte in bianco
prima del lavoro. Oggi i funerali di Vincenzo in Sardegna L’ombra dell’alcol dietro lo schianto Positivo l’esito dell’esame eseguito sul conducente subito
dopo il drammatico impatto Longarone Si terranno oggi a Gonnesa, nella nuova provincia di
Carbonia-Iglesias, nella zona del Cagliaritano, i funerali di Vincenzo Virdis,
29 anni, morto sabato mattina in un terribile incidente di auto. Il corpo del
giovane, una volta ottenuto il nulla osta del magistrato, è stato dunque fatto
trasportare subito in Sardegna dai genitori giunti nella giornata di sabato a
Belluno per autorizzare il prelievo di tessuti dalla salma.Vincenzo era giunto
nel Bellunese da appena due mesi per lavorare alla Diab, dove il fratello
minore Cristiano, a Longarone già da due anni, gli aveva trovato lavoro.
L’incidente era avvenuto alle 4.30 di sabato mattina mentre i due fratelli,
Cristiano alla guida di un’Opel Corsa, e Vincenzo al suo fianco, stavano
andando al lavoro all’azienda che produce materiali plastici, situata nella
zona industriale di Faè. Poco dopo il bivio per Pirago, probabilmente a causa
di un colpo di sonno, l’auto, su cui viaggiava anche un terzo operaio, Andrea
Mazzucco, è sbandata uscendo di strada. Sfortuna ha voluto che sul ciglio si
trovasse uno spuntone roccioso contro cui si è schiantata l’auto rimbalzando
poi di nuovo nel mezzo della strada. Così, mentre Cristiano è rimasto illeso,
per Vincenzo non c’è stato niente da fare. L’impatto è stato fortissimo ed è
deceduto poco dopo essere arrivato al pronto soccorso del San Martino. Ancor più terribili però i retroscena del drammatico
incidente, che vede un fratello responsabile della morte dell’altro. I
risultati dell’alcoltest effettuato dai carabinieri giunti sul posto sarebbero
infatti positivi, indicando un tasso alcolico quattro volte tanto il limite
consentito per legge. Ieri pomeriggio in caserma è stato ascoltato il
diciannovenne di Olantreghe, Castellavazzo, Andrea Mazzucco. Il giovane,
anch’egli operaio alla Diab, viaggiava sul sedile posteriore e si è procurato
la lussazione di una spalla. Poi i risultati dell’inchiesta saranno trasmessi
in Procura dove verrà aperto un fascicolo per omicidio colposo e guida in
stato di ebbrezza a carico del conducente. Pare che i tre ragazzi avessero deciso di tirare la notte
in bianco in vista del turno dalle 5 del mattino alle 13 che li aspettava in
fabbrica. E alla base della tragedia, insieme alla stanchezza, c’è anche
qualche bicchiere di troppo. Simona Pacini IL GAZZETTINO (BELLUNO) ISABELLA NON SI DEVE MINIMIZZARE QUESTO EPISODIO Ho letto recentemente sui giornali locali parole che mi
hanno lasciato perplessa relativamente al grave episodio di Isabella, la
giovane Cadorina che qualche settimana fa ha deciso di togliersi la vita
lasciandosi cadere da una briglia. Mi hanno colpito soprattutto le parole di
chi sostiene con ferma convinzione che per quanto accaduto il paese non va
colpevolizzato, che si tratta di un episodio doloroso ma che resta isolato. Devo dissentire. Come giovane Cadorina che da anni studia
fuori provincia e che spesso e volentieri rientra in valle, devo dissentire. Il
Cadore si colloca purtroppo in cima alle liste per quanto riguarda i suicidi,
con il triste primato di 283 casi ogni 100mila persone, a fronte di una media
nazionale pari a 93 casi per ogni 100mila abitanti. Dunque, non posso che
dissentire quando si afferma che si tratta di un caso isolato, poiché non si
tratta di un’affermazione realistica. Forse è il momento di non nascondersi dietro scuse comode
ma controproducenti, e di smettere di considerare ciò che accade al nostro
vicino come cosa che riguarda lui e lui soltanto: quando sono così gravi gli
episodi che accadono, come un giovane che decide di togliersi la vita, allora
ci riguarda tutti, tutta la comunità è coinvolta e responsabile. Con questo non
intendo sostenere la colpe
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