La vittima, Nancy
Salado-Mayo, e nella foto sopra l’aspirante suicida Louise Egan Brunstad,
divenuta suo malgrado killer.
(ASAPS) ATLANTA (GEORGIA, USA) – Follia, pura follia.
Mista a protagonismo, intrisa di atavica modernità. Sono questi gli ingredienti
di una storiaccia cvhe arriva dagli States, precisamente da Atlanta, capitale
della Georgia, città natale di Martin Luther King e della Coca Cola. L’incendio
di “Via col vento”, ricordava proprio quello che devastò durante la guerra di
Secessione l’odierna megalopoli, con una skyline che ospita 500mila abitanti,
ed un’area suburbana che sfiora i 5 milioni. Qui, venerdì pomeriggio, Louise
Egan Brunstad, un’adolescente di appena 16 anni, mette in atto il suo folle
piano. Sale sulla propria auto (qui la patente si prende a 16 anni, appunto) e
raggiunge l’autostrada. Mentre guida spedisce “messaggini” al fidanzato –o alla
“fidanzata”, non è ancora chiaro, che l’ha appena piantata in asso, inscenando un
sinistro conto alla rovescia: “-10”,
recita il primo SMS, poi il 9, l’8 e via di seguito fino allo “zero”, quando
inverte la marcia e si lancia contro la prima auto che trova. È un’utilitaria,
insolita per le highway americane, una Daewoo condotta da una ragazza
messicana, Nancy Salado-Mayo, 30 anni, che ha a bordo la figlioletta di 6 anni.
Impatto devastante, ovviamente, con l’incolpevole Salado-Mayo che muore sul
colpo, la figlia che sopravvive nonostante le ferite gravissime, e l’aspirante
suicida che esce quasi illesa. Una storia che si ripete: nel 2002, a Firenze, un ragazzo
si lancia in contromano in autostrada tra Signa e Firenze Nord. A bordo della
sua Fiesta c’è la madre terrorizzata: percorre un paio di chilometri e poi si
schianta contro una Golf ed altre auto. La madre muore sul colpo, il conducente
della Golf riporta ferite terribili, ma lui se la cava con qualche graffio.
Viene condannato per omicidio volontario, ma subentra l’infermità mentale ed è
già da tempo, nuovamente in circolazione. Il precedente più clamoroso è però
americano: il 25 gennaio 2005,
a Los Angeles, il 25enne Juan Manuel Alvarez decide con
la sua jeep Cherokee di farsi investire da un treno. Nel quartiere di Glendale,
dove il convoglio della Metrolink deve attraversare il passaggio tra San
Fernando Road ed il boulevard di Chevy Chase, parcheggia in mezzo ai binari. Il
locomotore colpisce in pieno l’auto, ma lui – l’aspirante suicida – è saltato
giù dall’abitacolo. Muoiono in 11, ed oggi Alvarez attende il verdetto in
carcere: la procura ha chiesto la condanna a morte. Nel pezzo che segue
riproponiamo la sua storia per intero. Anche per Louise, però, si profila
l’ombra della sedia elettrica: il giudice distrettuale, infatti, ha già fatto
sapere di avere intenzione di trattare l’imputata come un’adulta. (ASAPS)
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