Sabato 23 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
I contromano 25/10/2006

“Troppo comodo andarsene”

Ciò a cui ci troviamo di fronte è di fatto una moderna versione di tragedia consumata per amore, di cui letteratura e filmografia sono piene. Il nucleo narrativo su cui si costruisce la trama è molto semplice e piuttosto prevedibile: io ti amo, tu mi rifiuti, io mi uccido. Mi uccido, sì, ma non mi allontano in punta di piedi dal palcoscenico, troppo comodo, per chi rimane. La mia morte deve avere un senso, deve servire la funzione strumentale di legare chi rimane, in questo caso chi rifiuta, all’evento tragico, deve in qualche modo tracciare un nesso di causalità tra il rifiuto e la morte, nella convinzione che chi rimane possa trascorrere il resto della propria vita col marchio della colpa impresso nell’anima. Ed è per questo che il suicidio deve essere plateale, perché deve scatenare un’esplosione emotiva, deve servire da fuoco che rende incandescente il ferro prima di portarlo a contatto con la pelle. E, a differenza della ormai superata lettera, l’SMS, inviato rigorosamente in diretta come i vari reality show prescrivono tassativamente ormai da anni, permette di far partecipare all’evento tragico chi rimane, lo costringe ad accompagnare per mano il suicida nel suo ultimo viaggio, disarmandolo di ogni possibilità di scelta, di recupero, di negoziazione.
Ma se ognuno può disporre della propria vita nei modi che ritiene più opportuni, le cose si complicano nel momento in cui a rimetterci la vita è una madre di famiglia che con buone probabilità teneva ancora ben lontano il pensiero della morte. La propria liberà finisce nel momento in cui si invade la libertà dell’altro, ed a questa madre di famiglia è stata sottratta la libertà di continuare a vivere.
Ci auguriamo che il giudice distrettuale riveda la propria posizione, che tratti l’aspirante suicida da ragazzina sedicenne quale in realtà è e non la aiuti a portare a termine il suo folle gesto, e che dia anche a lei la possibilità di trascorrere il resto della propria vita col marchio della colpa impressa nell’anima.
Troppo comodo andarsene.

* Psicologo, Assistente della Polizia di Stato

 

© asaps.it

Di Francesco Albanese

Contromano killer/2
Mercoledì, 25 Ottobre 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK